Esame di coscienza con San Giovanni da Capestrano per Avvocati e Giuristi
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Preghiera serale per Avvocati e Giuristi a San Giovanni da Capestrano
O glorioso San Giovanni da Capestrano,
che nel cammino della tua vita terrena hai saputo unire la rettitudine del cuore alla sapienza del giudizio, noi, avvocati e giuristi, ci rivolgiamo fiduciosi a te.
Questa sera, alla fine delle nostre fatiche, vogliamo esaminare la coscienza davanti a Dio e interrogare profondamente noi stessi:
Ho servito oggi la giustizia, oppure il mio interesse?
Ho dato voce al diritto del debole, o dato ascolto solo al potente?
Ho agito con onestà, trasparenza e rispetto per la verità?
San Giovanni, che fosti luce tra i giuristi e sostegno degli umili,
ottienici il coraggio di restare fedeli alla retta coscienza,
di cercare sempre il bene comunesenza compromessi,
e di adoperarci, anche nelle piccole decisioni quotidiane,
affinché giustizia e carità si incontrino realmente nella nostra professione.
Fa’ che ogni gesto, ogni parola e ogni scelta siano segno di sincera rettitudine e non meri strumenti di convenienza.
Donaci, alla fine di ogni giornata, la gioia serena di chi può dire:
“Ho scelto la giustizia, ho servito la verità, ho amato il prossimo”.
San Giovanni da Capestrano, aiutaci ad essere, come te, operatori di verità per gli uomini e testimoni di giustizia davanti a Dio.
Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La preghiera serale per Avvocati e Giuristi a San Giovanni da Capestrano si inserisce in un ampio contesto spirituale e dottrinale cristiano che valorizza la giustizia, la rettitudine, la ricerca del bene comune e la coerenza tra fede e professione. Dedicata a San Giovanni da Capestrano (1386-1456), sacerdote francescano, giurista, predicatore e patrono degli avvocati, questa invocazione è segnata dal desiderio di imitare la sua figura: uomo di diritto e di fede, abile conciliatore tra il rigore della legge e la carità evangelica.
Vivere la professione giuridica come luogo di testimonianza cristiana è il nucleo dottrinale che emerge dalla supplica. La preghiera interroga la coscienza dell’avvocato e del giurista cristiano a fine giornata, in un clima di esame interiore radicato nella tradizione ascetica della Chiesa, che invita a valutare la giornata alla luce della verità di Dio, delle beatitudini (Mt 5,6: “Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati”) e della responsabilità verso il prossimo.
Inoltre, si richiama il valore della conformità a Cristo nella carità e nella giustizia, secondo l'insegnamento di San Paolo:
“Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto.” (Rm 12,2)Questa prospettiva dottrinale indica che la professione del giurista non può essere separata dalla vita morale e dalla testimonianza evangelica personale.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
Il testo si rivolge esplicitamente ad avvocati e giuristi, ovvero a quanti, per vocazione e professione, si occupano dell’interpretazione e dell’applicazione del diritto. Questi operatori sono spesso posti davanti a scelte delicate, tra il rispetto formale delle leggi e la ricerca della vera giustizia, tra interessi divergenti e la tutela dei più deboli. La preghiera nasce dunque per sostenere spiritualmente coloro che, nella quotidianità, assumono sulle proprie spalle il compito di essere strumenti di equità e portatori di verità nelle istituzioni civili ed ecclesiali.
Il motivo della scelta di San Giovanni da Capestrano come intercessore si comprende nella sua duplice identità: giurista raffinato prima della conversione ed esempio di santità nella missione apostolica dopo aver abbracciato il francescanesimo. Egli seppe coniugare rettitudine morale, passione per la giustizia, spirito di servizio agli ultimi e fedeltà al Vangelo, divenendo modello per chi cerca di vivere la propria professione giuridica come cammino di fede e servizio al bene comune.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
La preghiera intercede anzitutto per lo stesso avvocato o giurista che la recita: chiede aiuto per perseverare nella rettitudine, nel coraggio di seguire la retta coscienza e nella ricerca del bene comune. Invoca pure grazia per la conversione del cuore rispetto alle tentazioni tipiche del settore: il compromesso etico, l'abitudine alla convenienza, la tentazione di servire il potente e lasciare indietro il debole. L’esperienza quotidiana della professione legale comporta infatti stress, pressioni, dilemmi morali e rischi di corruzione dell’intenzione.
Ma il raggio di intercessione si estende anche ai diretti beneficiari dell’attività degli operatori del diritto: poveri, oppressi, persone che faticano a vedere tutelati i propri diritti e la propria dignità. In questo senso, pregare San Giovanni significa chiedere per sé e per tutti la capacità di testimoniare la giustizia e la carità anche nelle scelte più minute del vissuto professionale. I bisogni affrontati, quindi, sono sia spirituali (purità d’intenzione, coerenza interiore, coraggio etico) sia materiali (giustizia per i poveri, tutela degli indifesi, promozione della dignità della persona).
4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche pertinenti
Tra i temi teologici spiccano:
- La giustizia e la carità come virtù inseparabili: la preghiera chiede che “giustizia e carità si incontrino realmente nella nostra professione”, eco diretta del Salmo 84(85),11: “Amore e verità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno”.
- La fedeltà alla retta coscienza: Sottolineata anche nell’epistolario di San Paolo (“La nostra gloria è questa: la testimonianza della nostra coscienza”, 2 Cor 1,12).
- La lotta interiore tra interesse personale e bene comune: Tematica patristica ricorrente (cfr. Sant’Agostino, “La città di Dio”, XIX, 14: “La giustizia vera cerca il bene comune, non il vantaggio individuale”).
- Il servizio agli ultimi come criterio della professione:
“Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.” (Mt 25,40)
- La vocazione del giurista come testimonianza di verità davanti al mondo e a Dio: Il testo si conclude con l’invocazione a essere “operatori di verità per gli uomini e testimoni di giustizia davanti a Dio”, in sintonia con Gv 18,37: “Io sono venuto nel mondo per rendere testimonianza alla verità”.
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica
La preghiera può essere definita un misto di intercessione (si domanda a San Giovanni aiuto e protezione), esame di coscienza (ci si interroga sulle proprie azioni della giornata), offerta del lavoro svolto e aspirazione alla santità della vita quotidiana nella professione. Non è una preghiera di lode pura né di ringraziamento esplicito, ma contiene toni penitenziali (riconoscimento delle mancanze) e di invocazione di grazia.
Nella tradizione liturgica non esiste un posto fisso per una preghiera serale dei giuristi; tuttavia, simili preghiere vengono utilizzate in occasioni speciali (memoria liturgica di S. Giovanni da Capestrano il 23 ottobre), all’inizio o al termine di incontri delle associazioni forensi cattoliche, durante i momenti di preghiera prima delle decisioni importanti o nell’esame di coscienza serale suggerito dalla spiritualità ignaziana e francescana.
6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale o comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico
Uso personale:
- Come preghiera serale a fine giornata lavorativa per esaminare la propria coscienza e affidare a Dio le fatiche della professione, chiedendo ispirazione e rettitudine.
- Prima di decisioni eticamente impegnative, cause particolarmente difficili o periodi di maggiore stress professionale.
- Nel mese di ottobre, in particolare il 23 ottobre (memoria liturgica di San Giovanni da Capestrano), come novena o momento di riflessione personale.
Uso comunitario:
- All’inizio o alla fine di incontri, convegni, assemblee o riunioni di avvocati e giuristi cristiani.
- Come parte di una liturgia della Parola o di una veglia di preghiera per la giustizia e la pace, magari inserendo la preghiera all’interno della Liturgia delle Ore (vespri) o davanti al Santissimo Sacramento.
- Durante ritiri spirituali per operatori del diritto, in momenti penitenziali o dell’esame di coscienza collettivo.
Indicazioni aggiuntive: Sarebbe opportuno accompagnare questa preghiera con un breve tempo di silenzio per lasciare risuonare nel cuore le domande forti poste dal testo (“Ho servito oggi la giustizia…?”) e favorire un discernimento autentico. Si può concludere con un Pater, una preghiera alla Madonna (Mater justitiae) e l’invocazione finale a San Giovanni.
In sintesi, questa preghiera rappresenta un prezioso aiuto per vivere la professione giuridica come luogo di santità personale e servizio al Vangelo, stimolando una costante conversione e fedeltà nell’operare la giustizia sotto lo sguardo di Dio.
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