Intercessione a San Giovanni da Capestrano per i militari feriti nel corpo e nello spirito

Beneficiari:  Giovani feriti
Tipologie:  Intercessione
Intercessione a San Giovanni da Capestrano per i militari feriti nel corpo e nello spirito
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O glorioso San Giovanni da Capestrano, fedele servitore di Dio e coraggioso difensore della pace, rivolgiamo a te la nostra supplica.

Volgi il tuo sguardo misericordioso sui giovani feriti e su tutti i militari segnati dalle dure prove della guerra.
Intercedi per loro presso il Signore affinché possa scendere guarigione sulle ferite del corpo e lenimento su quelle dell’anima.

Tu che hai affrontato momenti di grande conflitto e hai portato la luce della fede dove c’era solo desolazione, sostieni chi oggi vacilla sotto il peso dei ricordi, della paura e del dolore. Dona speranza ai cuori feriti e infondi in loro il coraggio di rialzarsi.

Chiediamo la tua potente intercessione affinché nessuna ferita resti senza conforto: porta pace interiore agli animi turbati, restituisci fiducia a chi si sente smarrito e trasforma il loro dolore in nuova forza per il domani.

San Giovanni da Capestrano, intercedi per tutti coloro che portano visibili o nascoste le cicatrici della guerra, perché possano sperimentare la serenità dello spirito e la guarigione profonda.
Amen.

Spiegazione della Preghiera

1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera

Questa preghiera è rivolta a San Giovanni da Capestrano, figura emblematica del XV secolo, venerato come santo dalla Chiesa cattolica e noto per il suo impegno instancabile nella promozione della pace e della giustizia in tempi segnati da conflitti e divisioni. Sacerdote francescano, riformatore e predicatore, San Giovanni si distinse soprattutto durante la difesa di Belgrado nel 1456, dove animò spiritualmente le truppe cristiane contro il pericolo ottomano, diventando così un simbolo di coraggio e di speranza per chi vive tempi di guerra e crisi morale.

La preghiera si inserisce in quella tradizione cristiana che riconosce nei santi non solo modelli di vita evangelica, ma anche potenti intercessori presso Dio, capaci di sostenere spiritualmente i fedeli nelle situazioni di prova. Allo stesso tempo, attinge ai valori fondamentali della dottrina cattolica: la comunione dei santi, l’intercessione per i sofferenti, la carità verso il prossimo, la fiducia nella guarigione interiore ed esteriore donata da Dio.

In un’epoca segnata da contrasti, guerre e nuove forme di “ferite” — non solo fisiche ma anche psicologiche e spirituali — questa supplica si fa eco delle grandi domande dell’umanità rispetto alla pace, alla speranza e al senso della sofferenza. Il suo registro empatico e profondamente cristiano la rende significativa soprattutto nel contesto moderno, dove il bisogno di guarigione, conforto e riconciliazione è sentito in modo acuto sia a livello personale sia comunitario.

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

La preghiera è rivolta esplicitamente a San Giovanni da Capestrano, ritenuto un modello di fede coraggiosa e di carità pastorale, specialmente nei confronti dei sofferenti a causa della guerra. Scegliere Giovanni da Capestrano come intercessore non è casuale: la sua vita fu segnata sia dal compromettersi per la giustizia e la pace, sia dall’assistenza ai soldati e ai giovani colpiti dalle dure conseguenze dei conflitti.

Il santo è invocato con titoli eloquenti: “glorioso”, “fedele servitore di Dio”, “coraggioso difensore della pace”. Questi appellativi sottolineano le qualità per cui viene riconosciuto degno di essere pregato come mediatore presso Dio: la sua vita santa, il suo impegno per la riconciliazione, la sua capacità di portare speranza nelle situazioni più disperate.

L’atto di “rivolgere la supplica”, tipico dei fedeli verso i santi, mostra la fiducia nella loro vicinanza spirituale e potere intercessorio. San Giovanni da Capestrano, infatti, è considerato un patrono specialissimo di chi è coinvolto in conflitti armati, sia come vittima sia come combattente, proprio per la testimonianza reale e storica che ha offerto.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

La supplica si fa voce e sostegno per due categorie ben individuate:

  • I giovani feriti, ossia coloro che si trovano a patire direttamente o indirettamente le conseguenze della guerra o della violenza. Il termine “giovani” richiama non solo l’età, ma anche la fragilità, la speranza ferita, il bisogno di orientamento e di rinascita.
  • I militari segnati dalle dure prove della guerra, ossia coloro che sono stati coinvolti in eventi bellici, spesso portando su di sé, visibili o nascoste, le cicatrici del conflitto: fisiche, psicologiche, spirituali.

Le necessità espresse nella preghiera sono ampie e profonde:

  • Guarigione delle ferite del corpo: richiesta di salvezza, ristoro, salute per chi è stato violentemente colpito.
  • Lenimento delle ferite dell’anima: conforto per le sofferenze interiori (paura, ricordi dolorosi, disperazione), spesso più profonde di quelle visibili.
  • Sostenere chi vacilla: incoraggiare chi cede sotto il peso delle circostanze.
  • Dare speranza e nuova forza: infondere coraggio, fiducia in un futuro possibile anche dopo esperienze traumatiche.
  • Pace interiore e serenità dello spirito: dono essenziale per chi vive il turbamento e l’angoscia esistenziale.

Lo sfondo è quindi quello di una profonda compassione verso l’umanità ferita, valorizzando la dimensione integrale della persona (corpo e anima) e il bisogno di consolazione e guarigione che solo la fede autentica può offrire.

4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche pertinenti

Questa preghiera è ricca di motivi teologici centrali della spiritualità cristiana:

  • L’intercessione dei santi: Secondo la dottrina cattolica (cfr. Lumen Gentium 49-51), i santi continuano la loro carità intercedendo per i vivi. Come afferma san Giovanni Damasceno: “I santi, essendo amici di Dio, possono intercedere per noi presso il Signore” (De fide orthodoxa IV, 15).
  • La comunione dei santi: “Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme” (1 Cor 12,26). Questa comunione si esprime anche nella solidarietà spirituale con i più deboli e sofferenti.
  • Guarigione e consolazione: Gesù stesso si presenta come “Colui che fascia le nostre piaghe” (cfr. Is 61,1; Lc 4,18). La Chiesa continua questa missione con la preghiera e il sacramento dell’Unzione dei malati.
  • Pace interiore e coraggio: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non si sgomenti.” (Gv 14,27); “Siate forti e coraggiosi, non abbiate paura” (Dt 31,6).
  • La sofferenza trasfigurata: “Tutte le cose concorrono al bene per coloro che amano Dio” (Rm 8,28). Il dolore, anche quello della guerra, può essere trasfigurato dalla grazia in occasione di crescita e conversione.
  • Speranza cristiana: “Siate lieti nella speranza, pazienti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera” (Rm 12,12).

La preghiera fa dunque memoria della potenza trasformante di Dio, spesso mediata dalla testimonianza e dall’intercessione dei santi.

5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica

Il testo presentato appartiene al genere dell’intercessione: infatti invoca un santo affinché preghi per persone concrete e per specifici bisogni fisici e spirituali. Si tratta anche di una supplica, ma non manca un tono di lode nei titoli attribuiti a San Giovanni e in una implicita fiducia nella misericordia di Dio.

Tradizionalmente, questo tipo di preghiere trova posto:

  • nella preghiera personale del fedele, come atto di affidamento in momenti di crisi;
  • nella preghiera comunitaria, specialmente in occasione di celebrazioni dedicate alla pace, alle vittime di guerra, alle forze armate, o durante la memoria liturgica di San Giovanni da Capestrano (23 ottobre);
  • all’interno della Liturgia delle Ore o durante le novene e vigili di preghiera in periodi di conflitto o commemorazioni civili e religiose.

Nel calendario cattolico, San Giovanni da Capestrano viene ricordato il 23 ottobre: questa data costituisce un momento privilegiato per il ricorso a questa supplica, ma il suo uso è appropriato ogni volta che la comunità o il singolo sente il bisogno di invocare la pace, la guarigione e la riconciliazione.

6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale o comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico

Questa preghiera può essere utilizzata con grande efficacia sia sul piano individuale che comunitario. Ecco alcuni suggerimenti pratici:

  • Preghiera personale: il fedele può recitarla nei momenti di scoraggiamento, turbamento o dolore personale, o per affidare persone care coinvolte in situazioni di conflitto, lutto o trauma.
  • Preghiera comunitaria: adatta durante celebrazioni per la pace, giornate della memoria, momenti di ricordo delle vittime della guerra o per le comunità militari. Può essere inserita nella preghiera universale della Messa o proposta come meditazione dopo la comunione.
  • Tempi liturgici: durante la Quaresima (tempo penitenziale e di riconciliazione), in occasione del Triduo pasquale (specialmente il Venerdì Santo), nelle veglie di Pentecoste (supplica per la pace) o durante il mese di novembre, dedicato in modo particolare alla memoria dei defunti e al ricordo delle sofferenze dell’umanità.
  • Novene e tridui: può essere recitata come parte di una novena a San Giovanni da Capestrano, specie nei nove giorni precedenti il 23 ottobre.

Per un uso più coinvolgente, la preghiera può essere accompagnata da un breve momento di silenzio o dalla lettura di un passo evangelico adatto (es. Mt 5,1-12: le Beatitudini), seguita da invocazioni spontanee e da un atto di affidamento dei nomi dei sofferenti.

In ultima analisi, questa supplica non solo onora la memoria di San Giovanni da Capestrano, ma rinnova nei credenti la fiducia nella potenza trasfigurante della grazia e nella forza della comunione dei santi per sanare le ferite personali e collettive della storia.

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