Supplica a San Giovanni da Capestrano per la protezione dei Cappellani Militari

Spiegazione della Preghiera

1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera

Questa preghiera a San Giovanni da Capestrano nasce da un profondo contesto spirituale intrecciato con la storia della Chiesa e della vita militare. San Giovanni da Capestrano (1386-1456), frate francescano e sacerdote, fu uno dei grandi predicatori e riformatori religiosi del Quattrocento. Particolarmente noto come “Santo della pace”, si rese famoso anche per il coraggio dimostrato durante l’assedio di Belgrado nel 1456, dove, nonostante l’avanzata ottomana, guidò spiritualmente ed effettivamente i difensori cristiani, compresi soldati e milizie.

La preghiera prende origine dalla sua esperienza di riconciliazione della fede cristiana con le realtà dolorose della guerra, ponendo infatti grande risalto al Vangelo di Pace e Speranza portato anche “nei campi e nelle battaglie”. Antonio di Padova e Giovanni da Capestrano condividono la fama di santi “guerrieri” non per la violenza, ma per il loro ruolo di guide e consolatori tra le truppe, dimostrando una spiritualità incarnata nei bisogni estremi dell’uomo. In senso dottrinale, la preghiera riflette la convinzione che ogni vocazione, anche nelle situazioni più difficili, può essere chiamata a testimoniare la pace e la misericordia di Dio.

In linea con la dottrina cattolica, la figura del santo come intercessore esprime la comunione dei santi e la fiducia nell’aiuto celeste (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 956). La menzione della “grazia della coraggiosa guida spirituale” sottolinea inoltre il carisma del sacramento dell'Ordine che in modo speciale è esercitato dai cappellani militari, rafforzando il loro ministero tra persone sottoposte a pressioni morali e spirituali particolari.

2. I destinatari della preghiera e le motivazioni

I destinatari diretti di questa preghiera sono San Giovanni da Capestrano, invocato come intercessore, e indirettamente i Cappellani Militari, per i quali si innalza la supplica.

San Giovanni da Capestrano è scelto come patrono dei cappellani militari perché la sua vicenda unisce profonda spiritualità, coraggio cristiano e attenzione al sostegno delle anime in armi. Patrono ufficiale dei Cappellani Militari dal 1984, Giovanni incarna la figura del sacerdote che non abbandona, ma accompagna soldati e civili, condividendo le loro paure e tribolazioni e trasformando ogni “campo di battaglia” in un luogo di esperienza evangelica.

Il perché di questa scelta poggia dunque sulla sua biografia e sulla tradizione ecclesiale che fa dei santi modelli concreti per le diverse vocazioni e categorie. I cappellani militari, chiamati oggi ad agire in contesti bellici o di crisi, trovano in lui una guida e una protezione particolare, modello di “presenza della Misericordia di Dio tra gli uomini in armi”.

3. Beneficiari dell’intercessione: bisogni spirituali e fisici affrontati

I principali beneficiari dell’intercessione invocata sono i Cappellani Militari di ogni tempo, anche se in senso più ampio il beneficio ricade su tutta la comunità militare cui essi sono affidati.

La preghiera identifica con chiarezza i bisogni ai quali si chiede risposta:

• La protezione fisica (“scudo nelle difficoltà”, “protezione nei luoghi di dolore e di pericolo”) per coloro che operano spesso in teatri di guerra o missioni rischiose.
• Il sostegno spirituale (“grazia della coraggiosa guida spirituale”, “forza della fede”, “luce della speranza”), affinché possano essere colonne morali e spirituali sia per se stessi che per i soldati affidati.
• La capacità di essere segno di conforto, voce di pace e sostegno sicuro tra chi cerca forza e serenità nei momenti di prova (“accompagnare nei momenti più incerti e nelle prove più dure”).

I bisogni affrontati riguardano dunque sia la sfera esteriore (pericoli della guerra, fatica, separazione dalla famiglia), sia quella interiore (ansia, paura, ricerca di senso, tentazione di disperazione), sottolineando la dimensione integrale della cura pastorale fornita dal cappellano militare.

4. Temi teologici principali e riferimenti biblici/patristici

I temi teologici che emergono dalla preghiera trovano profonde radici nella Scrittura e nei Padri della Chiesa:

• La Pace cristiana vissuta tra le armi: “Portando ovunque il Vangelo di Pace e Speranza” richiama la beatitudine evangelica “Beati gli operatori di pace” (Matteo 5,9), ma anche il mandato paolino di “calzare i piedi con la prontezza per il Vangelo della pace” (Efesini 6,15).
• Il tema della Speranza nella prova: la funzione del cappellano come “segno di conforto e voce di pace” richiama la spiritualità paolina: “Rallegratevi nella speranza, siate costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera” (Romani 12,12).
• Misericordia di Dio tra gli uomini: i cappellani sono detti essere “segno e presenza della Misericordia”. L’Ecclesia militans si trasfigura qui nel senso della “Ecclesia compassionevole” che abbraccia ogni uomo dove si trova, come testimoniato dai Padri (“dove c’è odio, portate l’amore”, San Francesco d’Assisi).
• Il ruolo dell’intercessione dei santi: riprende la tradizione patristica della communio sanctorum (cfr. San Cipriano, De Oratione Domini, e San Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae).

La preghiera richiama così, in modo sintetico ma profondo, temi di pax christiana, di speranza e conforto, di misericordia attiva e presenza redentrice di Dio tramite la mediazione dei suoi santi.

5. Genere di preghiera e collocazione nella tradizione liturgica

La preghiera a San Giovanni da Capestrano rientra principalmente nel genere dell’intercessione, tipica delle preghiere rivolte ai santi protettori. Sono presenti elementi di supplica (“alziamo verso di te la nostra voce in umile supplica”), invocazione (“ti imploriamo… sii loro scudo”) e richiesta di protezione e grazia.

Vi è anche un aspetto implicito di lode (alloria rivolto al santo come “glorioso” e “modello”), ma l’oggetto centrale resta l’intercessione per una specifica categoria (i cappellani militari) consegnata al patrocinio di San Giovanni.

Nella tradizione liturgica, questa preghiera può trovare collocazione:

• Nelle celebrazioni per la festa di San Giovanni da Capestrano (23 ottobre).
• In occasioni di benedizione e invio di cappellani militari in missione.
• Durante momenti di preghiera collettiva per militari in pericolo, o durante la celebrazione della Messa per la pace.

Non si tratta di una preghiera liturgica “ufficiale”, ma di un pia esercizio ammesso e raccolto sia nella preghiera personale sia durante incontri, ritiri e momenti speciali della comunità militare e dei cappellani.

6. Indicazioni pratiche: uso personale, comunitario e tempi liturgici

Questa preghiera può essere inserita con frutto in diversi momenti della vita spirituale individuale e comunitaria:

• Preghiera personale: i cappellani militari possono recitarla quotidianamente, specialmente nei momenti di difficoltà o vigilia di nuove missioni, affidando il proprio servizio e la propria sicurezza all’intercessione di San Giovanni.
• Preghiera comunitaria: può essere proposta in maniera corale nelle comunità militari, durante celebrazioni liturgiche non strettamente sacramentali (come lodi, vespri, benedizioni, momenti di commemorazione o anniversari legati alla vita dei cappellani).
• Tempi forti dell’anno liturgico: è particolarmente indicata in occasione della Giornata della Pace (1 gennaio), durante periodi segnati da tensioni internazionali, oppure in corrispondenza con la festa liturgica di San Giovanni da Capestrano (23 ottobre).
• Momenti di emergenza: può essere utilizzata ogniqualvolta avvengano situazioni di pericolo, minacce o perdita, aiutando la comunità militare a trovare consolazione e unità nella preghiera.

Si può suggerire, al termine della preghiera, di aggiungere un Padre Nostro o un canto mariano per estendere la comunione spirituale con tutta la Chiesa e affidare a Maria, Regina della Pace, la sorte di tutti coloro che operano in contesti complessi.

In conclusione, questa preghiera mantiene viva la memoria di un santo “in mezzo agli uomini” e ricorda a tutta la Chiesa, militare e non, che la vera forza si misura nella speranza e nella misericordia vissute anche nei luoghi più segnati dal dolore.