Preghiera personale a San Giovanni da Capestrano per la rettitudine dei Giudici

Beneficiari:  Magistrati
Temi:  Rettitudine
Tipologie:  Preghiera personale
Preghiera personale a San Giovanni da Capestrano per la rettitudine dei Giudici
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O glorioso San Giovanni da Capestrano,

in questo silenzio raccolto mi rivolgo a te, sapiente difensore della giustizia sulla terra.
Ti affido, con cuore sincero, tutti i Magistrati, chiamati ogni giorno a pesare il bene e il male sulle bilance della legge.

Rendili, ti prego, forti nella Rettitudine: fa’ che il loro giudizio sia puro e limpido come acqua di sorgente.
Dona loro coraggio per non piegarsi ad alcuna pressione o corruzione, ma guidali perché scelgano sempre la verità e l’equità, anche quando la via è stretta o solitaria.

Illumina la loro mente, accendi nel loro cuore il senso profondo del giusto, affinché le loro sentenze siano semi di pace e armonia nella società.
Sostienili nelle notti di dubbio e nelle ore difficili: che non smarriscano mai la mèta per cui sono stati scelti, e nel discernere sappiano sempre ascoltare la voce della coscienza sostenuta dal tuo esempio.

Ti affido, San Giovanni, questo compito delicato:
cammina accanto ai nostri giudici, custodi della giustizia umana, perché siano strumenti di luce e integrità per tutti gli uomini.
Intercedi presso Dio, perché la loro rettitudine sia salda e la loro opera sempre feconda di bene.

San Giovanni da Capestrano, prega per i Magistrati.

Spiegazione della Preghiera

1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera

La preghiera rivolta a San Giovanni da Capestrano si iscrive nella ricca tradizione della Chiesa cattolica, che onora i santi non solo come modelli di vita evangelica, ma anche quali intercessori presso Dio in favore degli uomini. San Giovanni, frate francescano del XV secolo, fu instancabile predicatore, giurista e difensore della fede, celebre per il suo servizio nella riforma della Chiesa e per l’impegno nella giustizia all’interno delle istituzioni secolari e religiose.
Nel quadro dottrinale cattolico, la preghiera ai santi risponde al principio della comunione dei santi, per cui i cristiani possono affidarsi alle anime sante vicine a Dio, chiedendo la loro intercessione per ottenere grazie e sostegno nelle difficoltà quotidiane (cfr. Lumen Gentium, 49-50).

Questo testo si avvicina anche alla spiritualità legata alla vocazione del giudicare con rettitudine, innestandosi così nella tradizione delle preghiere per i governanti e per coloro che esercitano pubbliche responsabilità. Infine, la preghiera si colloca nel solco dell’invocazione affinché coloro che sono chiamati a decidere sulle sorti degli altri siano sostenuti dalla grazia di Dio nella lotta contro la corruzione e l’ingiustizia.

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

La preghiera è rivolta specificamente a San Giovanni da Capestrano. Egli è interpellato come sapiente difensore della giustizia e modello di coraggio nella difesa della verità. Storicamente, San Giovanni fu giurista e diplomatico, scelto da Papi e principi come arbitro imparziale in questioni giuridiche e religiose, il che lo rende appropriato patrono e intercessore per il mondo della giustizia.

La scelta di San Giovanni è particolarmente significativa perché nella sua vita incarnò due qualità fondamentali richieste ai magistrati: integrità morale e fermezza contro la corruzione. La preghiera fa dunque appello non solo alla sua intercessione presso Dio, ma anche al suo esempio umano, capace di ispirare coloro che amministrano la giustizia ogni giorno.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

La preghiera intercede principalmente per un gruppo specifico di persone: i Magistrati. Essi sono chiamati in quanto giudici, coloro che hanno la delicata responsabilità di pesare il bene e il male sulle bilance della legge.

I bisogni sottolineati dal testo sono soprattutto di ordine spirituale:

  • Essere forti nella rettitudine, cioè saldi nell’integrità morale.
  • Ricevere coraggio per non cedere alle pressioni o alla corruzione.
  • Agire con giudizio puro, ispirato a verità e giustizia.
  • Disporre di luce nella mente e fuoco nel cuore per discernere con sapienza.
  • Trovare sostegno nei momenti di dubbio e difficoltà, per non smarrire la retta via.
  • Essere strumenti di pace, armonia, luce e integrità per la società.

Anche se il focus è spirituale, non sono trascurati i bisogni psicologici ed esistenziali legati all’impegno professionale del giudice, come la solitudine delle scelte difficili, il rischio di smarrire la vocazione, il peso del discernimento nelle notti di dubbio. La preghiera richiama alla mente le parole di Gesù:

“Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.” (Mt 5,6)
Essa, inoltre, riflette la sollecitudine della Chiesa per tutte le figure civili che, chiamate a servire il bene comune, operano spesso in contesti di grande tensione morale.

4. I temi teologici principali, con eventuali citazioni bibliche o patristiche

Tra i temi teologici predominanti nella preghiera si individuano:

  • Giustizia come virtù teologale e morale, radicata nella fedeltà a Dio e alla verità: “Imparate a fare il bene, cercate la giustizia” (Is 1,17).
  • Il discernimento: il giudice è chiamato non solo ad applicare la legge, ma a esercitare la delicata arte del discernere, con la coscienza ispirata alla voce di Dio (cf. Rm 2,15).
  • La lotta contro la corruzione:
    “Non seguirai la maggioranza facendo il male e non deformerai la giustizia nella causa, seguendo la maggioranza per deviare” (Es 23,2).
  • La funzione sociale e salvifica della sentenza giusta, intesa come seme di pace e armonia.
  • La luce e la forza che vengono da Dio: solo con la grazia divina è possibile perseverare nella rettitudine.

Dal punto di vista patristico, Sant’Agostino ricorda nelle Confessioni che la giustizia autentica si misura sulla fedeltà alla volontà di Dio, non alle pressioni umane. San Francesco d’Assisi, padre spirituale di Giovanni da Capestrano, sottolineava come il servizio al prossimo e l’umiltà nell’agire siano fondamento di ogni discernimento illuminato dallo Spirito Santo.

5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica

Questa preghiera si configura chiaramente come una preghiera di intercessione, in cui si chiede il sostegno di un santo presso Dio per una categoria di persone. Al suo interno, però, si riconoscono anche elementi di:

  • Lode (“O glorioso... sapiente difensore della giustizia”);
  • Invocazione (“Rendili forti... dona loro coraggio...”);
  • Affidamento (“Ti affido... cammina accanto ai nostri giudici”);
  • Supplica (“Intercedi presso Dio... la loro opera sia feconda di bene”).

Non si tratta di una preghiera liturgica ufficiale (come quelle contenute nel Messale Romano), ma può essere assimilata alle preghiere devozionali rivolte ai santi patroni. Trova posto in contesti parrocchiali, comunitari, nelle giornate dedicate ai magistrati o in momenti particolari (ad esempio, l’inizio dell’anno giudiziario, incontri del mondo giudiziario, celebrazioni in memoria di San Giovanni da Capestrano - 23 ottobre).

6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale o comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico

In ambito personale, la preghiera può essere recitata da singoli magistrati, operatori della giustizia, avvocati, o da qualsiasi fedele che porti sulle spalle responsabilità di discernimento e giudizio. Si presta particolarmente nei momenti di difficoltà, quando si avverte il peso della scelta, la tentazione della scorrettezza o la fatica del mantenere la rettitudine.

In ambito comunitario, la preghiera può essere utilizzata:

  • In corone di preghiera o novene rivolte a San Giovanni da Capestrano, specie nel mese di ottobre in prossimità della sua memoria liturgica (23 ottobre).
  • Durante celebrazioni o messe votive per i magistrati e gli operatori di giustizia, magari con una benedizione per i presenti o per le istituzioni civili.
  • In occasioni particolari: apertura dell’anno giudiziario, anniversari o ricorrenze in memoria di giudici caduti per la giustizia, incontri di formazione etica e spirituale nel mondo forense.

Nel ciclo liturgico, il tempo ordinario è particolarmente adatto, ma anche la Quaresima (momento di conversione, giustizia e riforma) offre una cornice opportuna per pregare per il rinnovamento morale e spirituale dei giudici. Non è escluso, infine, l’uso nel Mese della Giustizia laddove sia istituito a livello diocesano.

Chi desidera può associare la preghiera a un atto di offerta personale del proprio lavoro, o elevarla accompagnata dalla lettura di passi biblici ispiratori, come il Salmo 26 (“Fammi giustizia, Signore”). In ogni caso, la preghiera può trovare spazio anche nelle case, come segno della vicinanza e del sostegno della famiglia a chi opera per il bene comune.

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