Preghiera a San Tommaso Becket per Avvocati e Magistrati

Destinatari:  San Tommaso Becket
Tipologie:  Preghiera intensa
Preghiera a San Tommaso Becket per Avvocati e Magistrati
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San Tommaso Becket, martire della giustizia, che hai difeso la verità fino al sacrificio della vita, rivolgiamo a te la nostra preghiera per tutti i Magistrati e gli Avvocati che servono la giustizia umana.

Ottieni loro, ti preghiamo, il dono della rettitudine, perché sappiano discernere il vero dal falso, senza lasciarsi piegare da timori o interessi personali.

Infondi nei loro cuori il coraggio di difendere chi è oppresso, di ascoltare con rispetto chi cerca aiuto, e di rimanere fedeli al bene anche quando questo comporta fatica o incomprensione.

Dona loro la sapienza, affinché illuminati dalla tua intercessione, siano strumenti di pace e di equità nelle aule di giustizia.

Insegnali a invocare umilmente il perdono dei peccati, coscienti delle proprie fragilità, perché nessun errore sia nascosto ma illuminato dalla verità e redento dalla misericordia.

San Tommaso Becket, intercedi presso il Signore per coloro che amministrano la legge: che la loro opera sia segno della giustizia di Dio, e diventi servizio autentico al prossimo e alla società.

Così sia.

Spiegazione della Preghiera

1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera

La preghiera a San Tommaso Becket, martire della giustizia, si inserisce in un ricco contesto spirituale che unisce la memoria liturgica dei santi martiri al valore cristiano della giustizia. San Tommaso Becket, arcivescovo di Canterbury nel XII secolo, è ricordato per il suo coraggio nel difendere i diritti della Chiesa e la verità, anche a costo della propria vita: venne ucciso nel 1170 per la sua opposizione agli abusi del re Enrico II. La Chiesa, canonizzandolo già nel 1173, lo ha proposto come esempio di integrità, di coraggio e di fedeltà alla coscienza orientata a Dio.

Dottrinalmente, la preghiera richiama le virtù evangeliche di giustizia, sapienza, rettitudine e misericordia. Si radica nella tradizione cattolica che vede nei santi non solo testimoni da ammirare, ma soprattutto intercessori presso Dio. L'appello all'intercessione di San Tommaso si fonda sulla comunione dei santi, dottrina centrale nella fede cattolica: i santi, viventi in Cristo, partecipano della sua gloria e continuano a pregare per la Chiesa pellegrina sulla terra (CCC, n. 956).

Inoltre, la preghiera attinge al valore sacramentale della giustizia cristiana: nel cristianesimo, la giustizia non è solo un ordine sociale, ma una virtù cardinale (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 1807 ss.), radicata nell’amore verso Dio e verso il prossimo, indissolubilmente intrecciata alla misericordia e alla verità.

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

La preghiera si rivolge direttamente a San Tommaso Becket con l’invocazione “rivolgiamo a te la nostra preghiera”, riconoscendogli il ruolo di martire testimone e potente intercessore presso Dio per coloro che operano nel campo della giustizia. La venerazione dei santi, e quindi il rivolgersi a loro, nasce dalla consapevolezza che essi sono amici di Dio e partecipano alla sua missione di salvezza, come ricorda San Paolo:

“Vi esorto dunque, fratelli, per il Signore nostro Gesù Cristo e per l’amore dello Spirito, a combattere con me nelle preghiere che rivolgete a Dio per me” (Rm 15,30).

San Tommaso Becket viene invocato proprio per la sua esperienza personale di difesa della giustizia e della verità nella vita pubblica, messa al servizio della fede e della legge di Dio. Risulta così un patrono naturale di quanti sono chiamati nella vita civile ed ecclesiale a promuovere la giustizia attraverso responsabilità delicate e spesso sottoposte a forti pressioni morali e materiali.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

La preghiera, pur rivolta a San Tommaso Becket, intercede specificamente per tutti i Magistrati e gli Avvocati che amministrano o difendono la giustizia umana. Sono professionisti incaricati di discernere il vero dal falso, tutelare i diritti e difendere i deboli. I bisogni espressi nella preghiera sono molteplici:

  • Il dono della rettitudine: necessità di agire con onestà, senza farsi corrompere da interessi personali.
  • Il coraggio: l’esigenza di difendere chi è oppresso e di restare fedeli al bene, soprattutto di fronte a difficoltà, pressioni, minacce o incomprensioni.
  • La sapienza: capacità di giudicare rettamente, ispirata dallo Spirito e dalla preghiera, per servire la pace e l’equità.
  • L’umiltà e il pentimento: la consapevolezza della propria fragilità, il riconoscimento degli errori e la richiesta del perdono.

Tali bisogni riflettono tanto le sfide spirituali (integrità morale, ricerca della verità, fedeltà al bene) quanto le difficoltà fisiche e sociali affrontate da chi amministra la legge, spesso in contesti difficili o conflittuali. La preghiera chiede sostegno per vivere la professione come autentico servizio, non semplice esercizio di potere.

4. I temi teologici principali

La preghiera è attraversata da ricchi temi teologici, tra i quali spiccano:

  • La giustizia come virtù cristiana: seguendo la riflessione patristica e biblica, la giustizia esprime la rettitudine della volontà e il rispetto dovuto ad ogni persona. Come afferma Sant’Agostino:
    “Giustizia è l’amore che serve Dio soltanto, e, per il suo amore, serve anche agli uomini” (De Civitate Dei, XIX, 21).
    Nella Scrittura, Gesù dichiara:
    “Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati” (Mt 5,6).
  • La martiria come testimonianza della verità: San Tommaso Becket incarna il modello del “martire per la giustizia”, che ricorda la parola di Gesù:
    “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia” (Mt 5,11).
  • Coraggio e sapienza come doni spirituali: invocare il coraggio e la sapienza richiama direttamente i doni dello Spirito Santo (cfr. Is 11,2), fondamentali per affrontare il giudizio e la difesa della verità.
  • L’umiltà e il perdono: l’essere consapevoli dei propri limiti e rivolgersi alla misericordia di Dio, come suggerito da San Giovanni Crisostomo:
    “Non è il giudicare che è peccato, ma giudicare senza misericordia” (Omelie su Giovanni).
  • Servizio alla giustizia di Dio: la giustizia terrena, per il cristiano, deve farsi segno e strumento della giustizia divina che culmina nell’amore e nel perdono.

5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica

La preghiera appartiene esplicitamente al genere delle intercessioni: si rivolge a un santo per chiedere aiuto, protezione e ispirazione per una particolare categoria di fedeli (magistrati, avvocati, operatori del diritto). Allo stesso tempo, contiene elementi di lode (riconoscenza del martirio e fedeltà di San Tommaso), di supplica (invocazione di doni spirituali) e di penitenza (invito al riconoscimento e al perdono delle fragilità umane).

Nella tradizione cattolica, preghiere simili trovano spazio in varie occasioni: nelle celebrazioni dedicate ai santi martiri, in particolare nella memoria liturgica di San Tommaso Becket (29 dicembre), o nelle messe e veglie per gli operatori del diritto. Spesso vengono inserite nelle preghiere dei fedeli o nelle celebrazioni di ringraziamento e affidamento per chi ricopre cariche pubbliche.

6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale o comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico

Questa preghiera si presta a diversi contesti d’uso:

  • Nella preghiera personale: può essere recitata da magistrati, avvocati o studenti di diritto, come preparazione quotidiana al lavoro o nel discernimento di situazioni difficili che richiedono onestà e rettitudine.
  • Nella preghiera comunitaria: è adatta per comunità cristiane che vogliano affidare alla protezione del santo i responsabili della giustizia, in occasioni civili o religiose (inizio dell’anno giudiziario, feste del patrono degli avvocati, ecc.).
  • Nei tempi liturgici: particolarmente significativa nella memoria di San Tommaso Becket (29 dicembre), ma anche durante l’Avvento e la Quaresima, tempi forti di conversione e richiamo alle opere di giustizia e misericordia. Inoltre, può essere valorizzata in occasione delle giornate dedicate alla legalità o alla preghiera per la società civile.

Un suggerimento pratico è quello di unirla al Padre nostro o di integrarla nella Liturgia delle Ore, specialmente nei momenti in cui la Chiesa prega per coloro che hanno responsabilità nelle istituzioni pubbliche. Può essere anche meditata in gruppo, seguita da un momento di silenzio o di condivisione, chiedendo a ciascuno di esprimere una preghiera personale per chi opera nel mondo della giustizia.

La preghiera, nella sua ricchezza teologica e spirituale, è dunque un potente strumento per sostenere, ispirare e orientare la coscienza di chi mette la propria vita al servizio del bene comune, ricordando che il compito della giustizia umana resta sempre una partecipazione e un riflesso della giustizia misericordiosa di Dio.

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