Preghiera intensa a San Giovanni da Capestrano per la pace nelle zone di guerra
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O San Giovanni da Capestrano, tu che affrontasti le fatiche della guerra e conosci il peso dell’odio fra i fratelli, noi ci rivolgiamo a te con cuore ferito e speranzoso.
Intercedi, ti preghiamo, davanti all’Altissimo per tutti i popoli in conflitto, perché cessino le ostilità che distruggono vite e speranze.
Tu che hai visto le città tremare sotto il fragore delle armi, supplica il Signore affinché il suono delle armi si trasformi in dialogo, e le lacrime della guerra si mutino in segni di fratellanza tra i popoli.
Rendi forti quanti operano per la giustizia, ispira chi può costruire ponti e non barriere. Dona a ogni cuore diviso la forza di perdonare e il coraggio di cercare la pace dove regna la discordia.
San Giovanni da Capestrano, prega per noi e per il mondo intero, affinché la pace prevalga sulla violenza, e la fraternità vinca sempre sull’odio.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La preghiera indirizzata a San Giovanni da Capestrano nasce da un contesto spirituale segnato dal desiderio di pace e riconciliazione tra i popoli. Essa si inserisce nella tradizione cristiana che riconosce nei santi non solo esempi di vita virtuosa, ma anche intercessori presso Dio nei momenti di bisogno. Dottrinalmente, la preghiera si fonda su alcuni pilastri essenziali della fede cattolica: la comunione dei santi, l’efficacia dell’intercessione, e la chiamata universale alla pace.
San Giovanni da Capestrano (1386-1456) fu un frate francescano noto per il suo zelo apostolico e per la capacità di mediazione e dialogo, anche in tempi segnati da guerre e divisioni. Protagonista della difesa cristiana a Belgrado contro l’avanzata ottomana, Giovanni operò in un’epoca lacerata da conflitti politici e religiosi. La sua testimonianza di fede, la fermezza nel promuovere la giustizia e la dedizione alla pace lo hanno reso modello di riconciliazione.
Dal punto di vista dottrinale, la Chiesa esorta costantemente alla preghiera per la pace: “Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio” (Mt 5,9). La preghiera riflette anche la consapevolezza della necessità di lavorare “per il trionfo dell’amore sulla violenza”, come insegna il magistero, e di praticare la giustizia come fondamento della vera pace (Gaudium et Spes, n. 78).
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera si rivolge direttamente a San Giovanni da Capestrano, invocandolo come potente intercessore in tempi di guerra e divisione. La scelta di questo santo non è casuale, ma radicata nella sua esperienza personale: egli “conobbe il peso dell’odio fra i fratelli”, avendo vissuto in epoche di profondi turbamenti e avendo sperimentato il dolore della violenza bellica sia come frate sia come animatore spirituale delle forze cristiane.
Il ricorso all’intercessione dei santi, e in particolare di figure come Giovanni da Capestrano, riflette la dottrina della “comunione dei santi”: gli uomini e donne che già condividono la gloria di Dio possono pregare per quanti sono ancora pellegrini sulla terra (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 956). A lui ci si rivolge perché sia “ponte” e “mediatore” grazie all’esperienza storica e spirituale vissuta, capace di comprendere sia “il fragore delle armi” sia la difficoltà di perdonare e di ricostruire dopo il conflitto.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
La preghiera è, per sua natura, intercessoria: ossia chiede a San Giovanni da Capestrano di pregare a sua volta “davanti all’Altissimo per tutti i popoli in conflitto”. I beneficiari diretti sono dunque persone, comunità, nazioni o regioni segnate dalla divisione, dall’odio e dalla guerra. Ma la preghiera amplia il suo raggio d’azione: “prega per noi e per il mondo intero”, rendendo universale la sua supplica per la pace e la fraternità.
I bisogni che affronta sono molteplici:
- Spirituali: superamento dell’odio, conversione dei cuori, capacità di perdonare, riconciliazione tra popoli, fede nella forza del bene, sostegno agli operatori di pace e giustizia.
- Fisici e sociali: cessazione delle ostilità armate, fine delle violenze, conforto per chi soffre (sfollati, feriti, vittime di guerra), ricostruzione materiale e riacquisizione della speranza.
Il riconoscimento del “cuore ferito e speranzoso” con cui il fedele si presenta testimonia la condizione umana di sofferenza ma anche di apertura alla possibilità di una pace soprannaturale. Inoltre, la preghiera chiede la forza di perdonare, un gesto spesso umanamente arduo, ma centrale nell’annuncio evangelico.
4. I temi teologici principali, con eventuali citazioni bibliche o patristiche pertinenti
Diversi sono i temi teologici di questa preghiera:
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La pace come dono e come compito: la pace non è solo un’aspirazione umana o un progetto sociale, ma un dono di Dio da invocare e coltivare.
“Lascia la tua offerta davanti all’altare e va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello”
(Mt 5,24). - Il perdono come cammino di guarigione e superamento dell’odio: “Dona a ogni cuore diviso la forza di perdonare”. Il perdono è al cuore della preghiera cristiana e fondamento della pace autentica (Mt 18,21-22: “Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette”).
- La forza e la speranza nella prova: il riferimento al “cuore ferito e speranzoso” richiama la fiducia cristiana che il male può essere sconfitto, e la speranza non delude (Rm 5,5).
- Il valore della giustizia e della fraternità: per la tradizione cristiana la giustizia è premessa della pace. “Rendi forti quanti operano per la giustizia” richiama il magistero sociale della Chiesa (Isaia 32,17: “Il frutto della giustizia sarà la pace”). La fraternità, inoltre, è il “segno” del Regno di Dio in mezzo agli uomini (1Gv 4,20-21).
-
La Comunione dei Santi: la possibilità di chiedere intercessione ai santi è una verità centrale della fede cattolica, confermata anche dai Padri della Chiesa (ad esempio Sant’Agostino scrive:
“I Santi pregano per noi; il loro amore non viene meno dopo la morte”
).
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica
Questa preghiera appartiene al genere dell’intercessione, poiché si chiede a San Giovanni da Capestrano di intercedere presso Dio per la pace tra i popoli, la fine dei conflitti e il superamento dell’odio. Vi si ravvisa però anche una nota di lode (riconoscendo nel santo il modello di pace e fortezza) e di supplica, dato il tono accorato con cui ci si rivolge al santo (“con cuore ferito e speranzoso”; “intercedi, ti preghiamo”).
Nella tradizione liturgica della Chiesa cattolica, le preghiere ai santi trovano spazio tanto nella liturgia delle Ore quanto nelle liturgie eucaristiche, specie nel giorno della memoria liturgica del santo (il 23 ottobre per san Giovanni da Capestrano). Preghiere di questo genere possono essere inserite nelle intenzioni dei fedeli durante la Messa, nei momenti di adorazione eucaristica, nelle veglie di preghiera per la pace, e nelle celebrazioni particolari organizzate in situazioni di conflitto o tensione sociale.
6. Indicazioni pratiche: uso personale, comunitario e nel ciclo liturgico
Uso personale: si può recitare questa preghiera nei momenti di sofferenza per guerre o conflitti di qualsiasi natura (familiari, locali, internazionali), per invocare il dono del perdono, della riconciliazione e della pace nei propri ambienti di vita. La si può anche meditare nei tempi di prova, come cammino ascetico per trasformare il dolore in speranza.
Uso comunitario: è particolarmente idonea nelle veglie di preghiera per la pace, nelle celebrazioni dedicate ai popoli in conflitto, nei momenti pubblici di riconciliazione tra comunità e durante le intenzioni dei fedeli nelle Messe feriali o solenni. Può essere integrata in liturgie penitenziali, incontri di dialogo interreligioso o giornate mondiali di preghiera e digiuno per la pace, così come indicato spesso dal magistero papale.
Nel ciclo dell’anno liturgico, il testo trova collocazione naturale:
- nel Tempo di Quaresima, per la richiesta di conversione dei cuori e riconciliazione;
- nella Giornata mondiale di preghiera per la pace (1° gennaio);
- nella memoria liturgica di San Giovanni da Capestrano (23 ottobre) e nel ricordo di tutti i santi operatori di pace;
- ogni volta che l’attualità ecclesiale o sociale lo renda opportuno (es. durante conflitti armati, attentati terroristici, grandi crisi umanitarie);
- in occasione degli incontri ecumenici o di preghiera per l’unità dei cristiani.
Per valorizzare la preghiera, si possono accompagnare la lettura e la meditazione con alcuni versetti biblici sulla pace, oppure con il canto di inni tematici.
In sintesi, la preghiera a San Giovanni da Capestrano rappresenta una supplica che, fondata sulla fede nella comunione dei santi, invita ogni credente e ogni comunità a lavorare concretamente e spiritualmente per abbattere l’odio, edificare la pace e prendersi cura dei fratelli in situazione di conflitto.
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