Preghiera a Santa Rita per le donne maltrattate

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Supplica a Santa Rita da Cascia per le Vittime di Violenza
Santa Rita, amica e sostegno nei momenti più bui, tu che hai conosciuto le sofferenze della violenza e dell’incomprensione nella vita coniugale, ascolta oggi la nostra voce tremante e il nostro cuore ferito.
Noi ci rivolgiamo a te nella profonda notte della paura e della solitudine, chiedendo la tua intercessione potente presso il Signore.
Donaci la forza nei giorni di difficoltà, la luce per discernere la via d’uscita dal dolore, il coraggio di spezzare le catene che ci legano alla sofferenza.
Santa Rita, fiduciosa nelle infinite vie della speranza, consola chi è oppresso, dona pace a chi trema, lenisci le ferite nascoste nell’anima e nel corpo delle tante vittime di violenza domestica.
Intercedi per noi, affinché possiamo credere in una vita nuova, libera dalla paura e dalla sopraffazione, e sostenici mentre compiamo, giorno dopo giorno, il cammino verso la rinascita e la dignità.
Santa Rita, avvocata delle cause impossibili, sii la nostra compagna e difesa; insegnaci a non perdere mai la speranza e guida ogni passo verso la libertà.
Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La Supplica a Santa Rita da Cascia per le Vittime di Violenza si colloca nel solco della tradizione cristiana che vede i santi come intercessori e modelli di vita, specialmente nelle situazioni di particolare sofferenza. Santa Rita è una figura emblematica nel cristianesimo cattolico: nata a Roccaporena alla fine del XIV secolo, ha vissuto sulla propria pelle la fatica della convivenza con un uomo violento e ha sperimentato l’incomprensione, l’isolamento e il dolore familiare. Tuttavia, ha saputo rispondere a queste prove con la fede, il perdono e la perseveranza nella speranza.
Nel contesto dottrinale, questa preghiera si fonda sul principio della communio sanctorum (la comunione dei santi): i fedeli, ancora pellegrini sulla terra, si rivolgono a coloro che li hanno preceduti nella fede per chiedere protezione e guida (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 956-957). Ricorrere all’intercessione di un santo significa riconoscere la solidarietà spirituale che unisce la Chiesa celeste a quella terrestre e valorizzare i testimoni della fede di fronte alle miserie e le sfide del tempo presente.
Il riferimento alle parole chiave “sofferenze della violenza e dell’incomprensione”, “momenti più bui”, “notte della paura e della solitudine”, colloca la preghiera in quel terreno spirituale proprio delle esperienze-limite dove la speranza rischia di spegnersi. Nel chiedere a Santa Rita la “luce per discernere la via d’uscita” e il “coraggio di spezzare le catene”, la supplica si apre alla dottrina della redenzione e della liberazione cristiana offerta da Cristo stesso (cfr. Gal 5,1: “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi”).
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera è rivolta a Santa Rita da Cascia, venerata come “avvocata delle cause impossibili” e come santa della riconciliazione e della speranza. Santa Rita è una delle figure più amate e invocate nell’ambito cattolico non solo in Italia: la sua santità si manifesta nella capacità di portare la pace dove sembra impossibile, di consolare e di intercedere per quanti vivono vessazioni, violenza e gravi crisi relazionali.
Gli appellativi scelti nella preghiera — “amica e sostegno nei momenti più bui”, “fiduciosa nelle infinite vie della speranza”, “compagna e difesa”, “avvocata delle cause impossibili” — mettono in luce la sua vicinanza empatica a chi soffre e la specialissima efficacia della sua intercessione nelle situazioni che appaiono umanamente disperate. Il motivo per cui la supplica si rivolge a lei è la conoscenza personale del dolore della violenza domestica vissuta sia nella sua infanzia che nella vita matrimoniale e familiare, oltre alla sua grandissima carità e alla prontezza nel perdonare.
Anche a livello di percezione popolare, rivolgersi a una figura che “ci è passata”, che ha sperimentato la violenza e il silenzio dell’incomprensione, offre conforto psicologico e spirituale a chi teme di non essere compreso o ascoltato.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
I beneficiari della supplica sono, in modo diretto, le vittime di violenza domestica, con uno sguardo inclusivo che può abbracciare anche tutte le vittime di soprusi, maltrattamenti e abusi (non esclusivamente donne ma anche bambini, uomini e anziani). Attraverso la preghiera, si domanda a Santa Rita di ottenere da Dio:
- La forza nei momenti difficili, per non soccombere sotto il peso della paura e dello sconforto;
- La luce per il discernimento, cioè la capacità di vedere vie d’uscita concrete dal dolore e dalla solitudine;
- Il coraggio di rompere legami di dipendenza e sottomissione, spesso fonte e conseguenza di abusi prolungati;
- La consolazione per chi è oppresso e la pace interiore capace di lenire tanto le ferite fisiche quanto quelle dell’anima;
- La possibilità di credere in una vita nuova, fatta di libertà e dignità ritrovate.
Sono bisogni profondi e integrali: la supplica trascende la sola richiesta materiale (protezione fisica) e mira alla guarigione interiore, al ripristino della fiducia in se stessi e nella possibilità di rinascita. Viene posta al centro l’idea cristiana della salvezza totale (cfr. Lc 4,18: “lo Spirito del Signore… mi ha mandato a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi”).
4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche
Questa preghiera si articola su alcuni nuclei teologici:
- La compassione di Dio verso i sofferenti: Gesù si è fatto vicino agli ultimi e ai reietti, e la missione cristiana prosegue nella cura e nell’ascolto di chi è colpito dalla violenza (cfr. Mt 25,40: “ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”).
- L’intercessione dei santi: Santa Rita continua, nella comunione con Cristo, a sostenere e intercedere per i fratelli nella prova. Sant’Agostino scrive:
“Non perdiamo la fiducia nel domandare ai santi ciò che essi possono rivolgere a Dio a nostro favore, come amici del re”
(Sermo 273). - Il perdono e la speranza cristiana: Santa Rita è testimone di come anche la sofferenza più oscura possa essere attraversata con fede e trasformata in occasione di salvezza, eco delle parole paoline:
“Non soccomberemo alle tribolazioni, perché nulla potrà separarci dall’amore di Cristo”
(cfr. Rm 8,35). - La dignità e la libertà della persona: il cammino verso la liberazione è un diritto e un dovere per ogni creatura. L’invocazione a “spezzare le catene” è riferimento implicito a Es 3,7-8, dove Dio dice: “Ho osservato la miseria del mio popolo… Sono sceso per liberarlo”.
Inoltre, la supplica si radica nella tradizione patristica che vede nella preghiera comune per i tribolati e i perseguitati un dovere della Chiesa: come ricorda San Giovanni Crisostomo,
“Non vi è nulla di più potente della preghiera fatta per gli altri”(Homil. in Acta Apostolorum, 24).
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica
La supplica a Santa Rita per le vittime di violenza appartiene al genere dell’intercessione, con forti accenti di supplica fiduciosa. Si intrecciano invocazioni di consolazione, guarigione e liberazione, in un clima di attesa e di fiducia nella grazia di Dio mediata dalla santa.
Nella tradizione liturgica cattolica, preghiere simili trovano spazio sia nelle liturgie devozionali — come novene, tridui e suppliche nelle cappelle o nelle case — sia nella preghiera personale dei fedeli. Non è preghiera liturgica ufficiale (non fa parte dell’Orazionale universale della Chiesa), ma può essere inserita nelle celebrazioni di suffragio, di richiesta di pace e guarigione, nelle veglie per le vittime della violenza, oppure come momento di raccoglimento collettivo nelle marce per la pace, negli incontri di sensibilizzazione o nei centri d’ascolto.
6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale o comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico
La supplica può essere usata:
- Nella preghiera personale: all’inizio o al termine della giornata da chi vive o ha vissuto situazioni di violenza, come affidamento e richiesta di coraggio. Può essere recitata nei momenti di particolare angoscia o davanti all’immagine di Santa Rita, unendo all’invocazione il silenzio o la meditazione di un brano biblico (ad esempio il Salmo 34, 18-19: “Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato, egli salva gli spiriti affranti”).
- In ambito comunitario: durante veglie, incontri di preghiera, gruppi di ascolto o giornate di sensibilizzazione dedicate al tema della violenza domestica e di genere. Può essere preceduta o seguita da un momento di silenzio, dal canto di un inno di speranza o dalla recita collettiva del Padre Nostro.
- In tempi liturgici particolari: si presta soprattutto alla Quaresima e ai giorni di memoria della Passione, dove il tema della sofferenza innocente e della liberazione dalla schiavitù del peccato è centrale. Può essere usata anche in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne (25 novembre) o della festa di Santa Rita (22 maggio), avvicinando la comunità alle storie di dolore spesso taciute.
Un suggerimento pratico può essere quello di scrivere i nomi delle persone per cui si prega su un foglietto da deporre vicino all’immagine della santa, come segno concreto dell’affidamento, oppure accompagnare la supplica con la luce di una candela in segno di speranza mai spenta.
Infine, la supplica favorisce una pastorale dell’ascolto e dell’accompagnamento: introdurla negli incontri di gruppo invita ogni cristiano a riconoscere la responsabilità di spezzare catene di silenzio e a coltivare una comunità accogliente, in cui ciascuno ritrovi voce, dignità e futuro.
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