Invocazione a San Tommaso Becket per la forza delle vittime di bullismo

Destinatari:  San Tommaso Becket
Beneficiari:  Vittime di bullismo
Tipologie:  Invocazione
Invocazione a San Tommaso Becket per la forza delle vittime di bullismo
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San Tommaso Becket, martire per la giustizia e la verità, ti invochiamo con cuore affranto: ascolta il grido di chi subisce il bullismo e l’ingiustizia, vittime silenziose di un potere che ferisce.

O Santo coraggioso, tu che hai sopportato l’abuso e l’oppressione, dona a chi è perseguitato la forza di resistere nei giorni più difficili. Infondi in loro coraggio, dignità e speranza, affinché possano camminare con la testa alta verso la luce della verità.

Intercedi presso il Signore perché nessuno si senta abbandonato nel dolore: che dalla tua testimonianza ciascuno possa attingere fermezza interiore e la certezza che la giustizia trionfa sempre sull’ingiustizia.

San Tommaso Becket, difensore degli oppressi, stendi la tua mano su chi soffre e dona a tutti noi il coraggio di alzare la voce contro ogni forma di prepotenza. Amen.

Spiegazione della Preghiera

1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera

Questa preghiera, rivolta a San Tommaso Becket, nasce dall’esigenza di trovare un’intercessione potente davanti ai drammi umani dell’ingiustizia, in particolare il bullismo e l’oppressione. San Tommaso Becket fu arcivescovo di Canterbury nel XII secolo, celebre per aver difeso la libertà della Chiesa e la giustizia anche a costo della propria vita, subendo il martirio per mano dei sostenitori del potere regale.

Nel contesto dottrinale, la Chiesa cattolica riconosce nei santi non solo degli esempi di virtù, ma anche dei potenti intercessori presso Dio. La Communio Sanctorum (comunione dei santi) è un elemento fondativo del credo cristiano: si crede che i santi continuino a sostenere spiritualmente la Chiesa pellegrina sulla terra. In particolare, la figura di Becket invita a riflettere sulla necessità di difendere la dignità umana e la giustizia, principi cardine della dottrina sociale della Chiesa (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 1928-1948).

La preghiera, centrata sulla richiesta di forza, coraggio e speranza, si inserisce nella grande tradizione di affidare a Dio, attraverso i santi, le situazioni di ingiustizia, sapendo che il Signore ascolta il grido degli oppressi (Salmo 9,10-13).

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

La preghiera è rivolta direttamente a San Tommaso Becket. Egli è scelto come intercessore privilegiato in quanto martire per la giustizia e la verità. La sua esperienza personale di persecuzione, abuso e oppressione lo rende una figura di particolare empatia e vicinanza verso coloro che soffrono violenza o abuso di potere.

Becket, che ha pagato con la vita la fedeltà alla coscienza e alla giustizia, è visto come credibile protettore dei perseguitati. Questo fa sì che la preghiera richiami la sua testimonianza, facendogli quasi da “ponte” tra il grido di chi soffre oggi e la speranza di ottenere giustizia e consolazione divina.

Rivolgersi a un santo martire come Becket significa riconoscere nel modello di chi ha resistito fino alla fine per la verità una forza esemplare per chi affronta situazioni ingiuste, soprattutto quando si tratta di “piccoli” e “invisibili”.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

Il testo intercede in particolare per le vittime di bullismo e d’ingiustizia: bambini, giovani e adulti che, nel silenzio, soffrono per le ferite dell’emarginazione, dell’umiliazione, della prevaricazione e dell’abuso di potere. I “beneficiari” sono quindi tutti coloro che sperimentano la solitudine e la sofferenza dovute a soprusi, sia nell’ambito scolastico e lavorativo, sia in contesti familiari o sociali più ampi.

Le richieste esplicite riguardano la forza di resistere, il coraggio, la dignità, la speranza e la certezza che la giustizia trionferà sull’ingiustizia. I bisogni spirituali primari affrontati sono: non sentirsi abbandonati, trovare un senso alla sofferenza, percepire la vicinanza di Dio e dei fratelli nella fede, attingere fermezza interiore e accedere alla luce della verità. Vi è però anche una componente fisica ed esistenziale: la difesa della persona, la guarigione interiore, la protezione dal male concreto, il non sprofondare nella disperazione.

4. Temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche pertinenti

La preghiera tocca numerosi temi teologici centrali:

  • La giustizia divina e il trionfo sul male: “La giustizia trionfa sempre sull’ingiustizia” richiama la fede biblica che Dio rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili (Luca 1,52).
  • Solidarietà con gli oppressi: La Scrittura sottolinea la vicinanza di Dio agli oppressi (“Ha ascoltato il grido degli afflitti”, Esodo 3,7). San Giovanni Crisostomo esorta: “Dio è vicino a chi soffre, specialmente agli innocenti”.
  • Forza nella prova: Paolo insegna: “Tutto posso in colui che mi dà la forza” (Filippesi 4,13), e questa preghiera chiede proprio questa forza ai perseguitati.
  • Il martirio come testimonianza: Becket è “difensore degli oppressi”. Sant’Agostino scrive: “Il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani” (cf. De Civitate Dei, XIII,7), ispirando chi oggi soffre la prepotenza.
  • Impegno attivo contro l’ingiustizia: L’invocazione conclusiva (“il coraggio di alzare la voce contro ogni forma di prepotenza”) chiama ciascun cristiano ad agire, promuovendo la carità sociale, come insegnava San Giovanni Paolo II (Centesimus Annus, 46).

In sintesi, la preghiera riflette il Vangelo vissuto nella difesa dei più deboli e insegna che la lotta cristiana contro il male passa sia per l’intercessione che per l’azione concreta.

5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica

Questa preghiera è essenzialmente una preghiera d’intercessione e di supplica. Chiede l’aiuto di un santo per persone che vivono il dramma dell’ingiustizia e del bullismo, inserendo a tratti accenti di lode – per il coraggio e la testimonianza di Becket – e di impegno etico.

Nella tradizione liturgica, questo tipo di invocazione trova posto tra le preghiere dei fedeli nelle liturgie e tra le litanie dei santi. Può essere recitata nel giorno liturgico dedicato a San Tommaso Becket (29 dicembre), nelle Giornate mondiali contro il bullismo, nella Giornata mondiale della giustizia sociale (20 febbraio), o in qualunque celebrazione o momento comunitario si voglia invocare protezione e conforto per le vittime di violenza e prepotenza.

Come in molte preghiere della tradizione occidentale, si nota il ricorso sia al modello “testimoniale” (“tu che hai sopportato l’abuso”) sia all’invocazione del dono spirituale (“dona forza”), riflettendo la struttura tipica delle orazioni per i santi.

6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale o comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico

Per la preghiera personale, è utile recitare questa orazione nei momenti di solitudine, sofferenza personale o nell’accompagnamento spirituale di chi si sente vittima di ingiustizie. Può essere recitata anche come parte di una novena a San Tommaso Becket, oppure usata come spunto per un esame di coscienza su come affrontiamo le ingiustizie nelle nostre vite.

In ambito comunitario, si presta particolarmente:

  • Nella preghiera dei fedeli durante la Messa, specialmente in celebrazioni per i giovani, le scuole, le famiglie o in occasioni di memoria di vittime di bullismo e violenza.
  • Durante ritiri spirituali o incontri a tema sociale (giustizia, pace, diritti umani).
  • In momenti di adorazione eucaristica, come intercessione collettiva.
  • Come preghiera conclusiva nei gruppi di ascolto o nelle catechesi che affrontano il tema dell’ingiustizia.

Nella liturgia dell’anno, trova la sua collocazione ideale:

  • Il 29 dicembre, festa liturgica di San Tommaso Becket;
  • Durante la Settimana Santa, quando si medita sulla passione degli innocenti;
  • In tutte le Giornate mondiali dedicate alla giustizia, alla pace, ai diritti dei bambini, alle vittime di violenza.

Per aiutare la riflessione, si può concludere la preghiera con un momento di silenzio, invitando i partecipanti ad affidare a San Tommaso Becket nomi e situazioni concrete di sofferenza che conoscono. In scuola o parrocchia, può essere accompagnata da un gesto simbolico (come accendere una candela).

In sintesi, questa preghiera è uno strumento prezioso per sostenere chi soffre, formare alle virtù evangeliche di fortezza e giustizia e accendere nei cuori la speranza che ogni sopruso può essere redento dal coraggio della verità e dalla comunione dei santi.

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