Intercessione a San Daniele Comboni per la forza dei missionari

Destinatari:  San Daniele Comboni
Beneficiari:  Missionari
Tipologie:  Intercessione
Intercessione a San Daniele Comboni per la forza dei missionari
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O San Daniele Comboni, testimone ardente del Vangelo e apostolo indefesso delle genti, tu che hai donato la vita per la missione, ti invochiamo oggi come intercessore presso il Signore.

Nel tuo spirito, che cercava di "Salvare l'Africa con l'Africa", affidiamo a te tutti i missionari, chiamati ad annunciare la Parola nelle terre lontane e vicine, spesso tra innumerevoli difficoltà.

Ottieni per loro, nei momenti di prova e stanchezza, la forza fisica e spirituale per resistere, la costanza per rialzarsi ogni giorno e la speranza per perseverare nel servizio amoroso.

Ti preghiamo di donare loro la sapienza necessaria per inculturare il Vangelo: che sappiano ascoltare, comprendere e accogliere il cuore dei popoli che incontrano, promuovendo un annuncio che si faccia autentico dialogo e reciproco arricchimento.

Infondi in loro un amore senza limiti per tutti i fratelli e le sorelle che servono, perché siano presenza viva della misericordia e della tenerezza di Cristo nelle periferie del mondo.

San Daniele Comboni, tu che hai conosciuto la croce e la fatica della missione, intercedi per tutti i missionari: che non vengano mai meno alla loro chiamata, ma portino sempre ovunque la gioia del Vangelo e la luce della speranza.

Amen.

Spiegazione della Preghiera

1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera

La preghiera a San Daniele Comboni nasce all’interno della ricca tradizione della spiritualità missionaria cattolica. Essa si fonda sull’invito evangelico di Gesù a “andare in tutto il mondo e proclamare il Vangelo a ogni creatura” (Mc 16,15), radicandosi nella consapevolezza che la missione non è solo attività esterna, ma espressione di una fede vissuta come carità operosa. Il contesto dottrinale si collega anche agli insegnamenti del Concilio Vaticano II, in particolare al decreto Ad Gentes, che sottolinea l’importanza della missione, della testimonianza personale e dell’inculturazione del Vangelo tra i popoli.

San Daniele Comboni (1831–1881), vescovo e missionario in Africa, fondatore dei Missionari Comboniani, spese la sua vita per l’evangelizzazione delle popolazioni africane con uno stile profondamente rispettoso delle culture locali. La sua celebre frase “Salvare l’Africa con l’Africa” indica un’attenzione all’inculturazione della fede: il Vangelo deve essere annunciato valorizzando e promuovendo le ricchezze spirituali e umane dei popoli incontrati, non imponendo dall’esterno un modello, ma favorendo una piena partecipazione.

Questa preghiera interpreta la missionarietà come cammino impegnativo, segnato da prove e fatiche, ma sempre sostenuto dalla speranza e dalla grazia di Dio, con la certezza che ogni opera apostolica ha bisogno di essere accompagnata dalla preghiera di tutta la Chiesa. Affidarsi all’intercessione dei santi, come San Daniele Comboni, appartiene a una visione ecclesiale nella quale la comunione dei santi è sorgente di aiuto reciproco nella fede e nella carità.

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

La preghiera si rivolge direttamente a San Daniele Comboni, apostolo dell’Africa e padre della missione moderna. Egli è invocato come intercessore presso il Signore, ovvero come colui che, essendo già nella gloria celeste, può presentare le suppliche dei fedeli a Dio, secondo la dottrina cattolica della mediazione dei santi (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 956).

San Daniele Comboni è scelto come destinatario per alcune ragioni particolari:

  • La sua vita di dedizione totale alla missione, testimoniata da sacrifici, difficoltà e la morte stessa nella terra d’Africa.
  • Il suo carisma specifico di attenzione agli ultimi, ai “lontani”, e la profonda sensibilità all’inculturazione (costante attualità nell’evangelizzazione odierna).
  • Il riconoscimento, nella Chiesa, del suo ruolo di modello di santità missionaria, grazie anche alla sua canonizzazione da parte di Giovanni Paolo II nel 2003.
La preghiera, dunque, va indirizzata a San Daniele Comboni nella certezza della sua compassione verso i missionari e tutti coloro che lavorano per l’annuncio del Vangelo nei contesti più difficili.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

Come si nota dal testo, San Daniele Comboni viene invocato in modo particolare per tutti i missionari — uomini e donne che annunciano il Vangelo sia nelle “terre lontane” sia in quelle “vicine”, ovvero in ogni luogo in cui vi sia bisogno della buona notizia.

I beneficiari della preghiera sono missionari che affrontano innumerevoli difficoltà:

  • Pericoli fisici (viaggi, malattie, condizioni ambientali e sanitarie precarie)
  • Prove spirituali (stanchezza, tentazione allo scoraggiamento, solitudine, incomprensioni)
  • Necessità di costanza, fede viva, entusiasmo e perseveranza
  • Urgente bisogno di sapienza per «inculturare il Vangelo», ovvero per annunciare Cristo in modo comprensibile e autenticamente legato alle culture locali
  • Amore universale e capacità di essere “presenza viva della misericordia e della tenerezza di Cristo”
La preghiera risponde, quindi, alle esigenze integrali dei missionari, che spesso sperimentano tra le “periferie del mondo” sia la fatica che la gioia dell’annuncio evangelico, chiedendo per loro forza fisica e spirituale, perseveranza, speranza e carità senza limiti.

4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche pertinenti

Questa preghiera a San Daniele Comboni articola alcuni temi teologici fondamentali:

  • Missione universale della Chiesa: Ogni battezzato è chiamato ad essere testimone e annunciatore del Vangelo. Come dice Papa Francesco: “La Chiesa è in uscita missionaria” (Evangelii Gaudium, 20).
  • Inculturazione: L’annuncio del Vangelo deve avvenire valorizzando le culture e i doni dei popoli, secondo il principio di “Salvare l’Africa con l’Africa”. Paolo VI affermava: “La Chiesa si fa missione quando si fa tutta a tutti” (Evangelii Nuntiandi, 21).
  • Comunione dei santi e intercessione: La preghiera ai santi è radicata nella convinzione che la “grande nube di testimoni” (Eb 12,1) sostiene la Chiesa pellegrina.
  • Carità e misericordia: Il missionario è chiamato a essere segno vivente dell’amore di Cristo, “luce delle genti e sale della terra” (Mt 5,13-16).
  • Perseveranza nella sofferenza: La croce e la fatica dell’apostolato fanno parte della sequela Christi (cfr. Lc 9,23-24). San Daniele Comboni stesso dichiarava: “La missione si porta avanti a prezzo del sacrificio personale”.
“Guai a me se non annuncio il Vangelo!” (1 Cor 9,16)
“Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15,13)

Spicca, inoltre, il tema della gioia evangelica, la fiducia che, nonostante le difficoltà, si sperimenta nella sequela di Cristo e nella comunione con le Chiese di tutto il mondo.

5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica

Dal punto di vista della tipologia, questa preghiera è principalmente un’intercessione: si chiede al Santo di pregare per una categoria specifica (i missionari), presentando al Signore i loro bisogni materiali e spirituali.

Sono però presenti elementi di lode (riconoscimento della santità, della generosità e dell’esemplarità di Comboni: “testimone ardente”, “apostolo indefesso”), e di supplica per bisogni concreti (“forza fisica e spirituale”, “costanza”, “speranza”, “sapienza”, “amore senza limiti”).

La preghiera si inserisce dunque nella tradizione liturgica e devozionale cattolica delle preghiere ai santi, frequentemente inserite nella celebrazione del mese missionario (ottobre), nelle veglie per la Giornata Missionaria Mondiale, nelle celebrazioni in memoria di San Daniele Comboni (10 ottobre) o in altre occasioni dedicate alla preghiera per le vocazioni e le missioni.

6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale o comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico

Questa preghiera può essere utilizzata con efficacia in vari contesti:

  • Nella preghiera personale, per sostenere un missionario amico, per invocare lo spirito della missione nella propria vita quotidiana, o per offrire la propria giornata in spirito missionario. Può essere recitata al mattino o alla sera come affidamento e ringraziamento.
  • In comunità, durante momenti di adorazione, Rosario missionario, incontri di preghiera per le vocazioni o durante la catechesi sull’opera missionaria della Chiesa. Si presta ad essere usata come preghiera dei fedeli nella Messa, specialmente nelle intenzioni riguardanti la missione e i missionari.
  • Nel corso liturgico, la preghiera trova collocazione privilegiata in:
    • Giornata Missionaria Mondiale (penultima domenica di ottobre)
    • Mese Missionario (ottobre)
    • Memoria liturgica di San Daniele Comboni (10 ottobre)
    • Eventi missionari diocesani o parrocchiali

Per meglio meditare le parole, si invita a leggerla lentamente, soffermandosi sulle invocazioni, magari accompagnandola con un breve tempo di silenzio e una riflessione personale sulla propria chiamata alla missione, secondo le parole di Comboni: “Io muoio, ma la mia opera non morirà”.

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