Preghiera a Santa Rita da Cascia per le Donne Sposate Infelici

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Santa Rita da Cascia, donna di grande coraggio e di speranza, tu che hai conosciuto il peso di un matrimonio difficile e il desiderio di pace familiare, ascolta la mia preghiera.
Tu che hai sofferto in silenzio e hai saputo trasformare il dolore in cammino di carità e perdono, guarda alle donne che vivono nell’ombra dell’infelicità coniugale. Dona loro la forza di resistere senza indurire il cuore, la pazienza per seminare speranza, e la luce per intravedere ancora il sorriso nei piccoli gesti quotidiani.
Santa Rita, accompagna queste donne nel loro cammino, sorreggi il loro spirito quando è fragile e consola i loro cuori quando si sentono soli o incomprese. Ottieni per loro la grazia di trovare momenti di dolcezza, di comunicazione vera e di rinascita nell’amore familiare.
Intercedi presso il Signore affinché possa donare a ogni donna sposata infelicemente la gioia della serenità domestica, la pace interiore e la fiducia che il loro cammino non è mai inutile. Aiuta i loro cuori a non perdere la speranza e a credere che, anche nella fatica, sia possibile fiorire.
Santa Rita, sostieni le nostre famiglie e insegnaci a credere che la vera felicità nasce dall’amore che sa perdonare, accogliere e rinnovare ogni giorno. Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
Questa preghiera a Santa Rita da Cascia si inserisce nelle profondità della spiritualità cattolica, dove la devozione ai santi occupa un ruolo importante come espressione della comunione dei santi professata nel Credo (“La comunione dei santi”). Santa Rita, venerata come la “Santa degli impossibili”, è modello di perseveranza cristiana nella sofferenza familiare, nel perdono radicale e nella speranza contro ogni disperazione. La preghiera richiama l’esperienza biografica di Santa Rita: vissuta tra il XIV e il XV secolo, Rita dovette affrontare un matrimonio difficile, la perdita violenta del marito e un lungo cammino di riconciliazione interiore, per poi abbracciare la vita religiosa agostiniana e diventare esempio di carità eroica.
A livello dottrinale, la preghiera richiama alcuni cardini dell’insegnamento cattolico: la valorizzazione della sofferenza vissuta con fede (“trasformare il dolore in cammino di carità e perdono”), il ricorso all’intercessione dei santi (“intercedi presso il Signore”), e la fiducia nella grazia divina capace di convertire le situazioni umanamente impossibili. L’orizzonte spirituale è quello dell’imitazione di Cristo paziente, che traspare nell’invocazione di forza, pazienza e capacità di non indurire il cuore anche nelle prove più dure.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
I destinatari diretti della preghiera sono le donne che vivono l’esperienza di un matrimonio difficile o infelice: “guarda alle donne che vivono nell’ombra dell’infelicità coniugale”, “dona a ogni donna sposata infelicemente…”. Questa scelta è profondamente radicata nella testimonianza di vita di Santa Rita, la quale conosceva da vicino la fatica e le ferite della vita coniugale, e fu capace di cercare (pur tra le lacrime e la solitudine) la pace domestica e la riconciliazione.
Rivolgere questa invocazione a Santa Rita significa affidare a chi ci è passato, nella fede e nella santità, una situazione di sofferenza silenziosa che spesso oggi rimane nascosta o senza voce. La preghiera ha dunque una funzione di solidarietà femminile e cristiana, in cui il “tu” di Santa Rita diventa specchio e sostegno per migliaia di donne che, ancora oggi, lottano nella speranza che la loro esperienza abbia un senso agli occhi di Dio.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
Il testo intercede primariamente per le donne in difficoltà coniugale, ma tramite loro anche per la qualità e la pace della vita familiare in senso più ampio (“sostieni le nostre famiglie”). I bisogni invocati non sono solo spirituali, ma riguardano la totalità della persona:
- Forza e perseveranza nella prova (“dona loro la forza di resistere senza indurire il cuore”, “sorreggi il loro spirito quando è fragile”);
- Pazienza e speranza, la capacità di intravedere il bene anche nei piccoli gesti;
- Consolazione nella solitudine e nell’incomprensione (“consola i loro cuori quando si sentono soli o incomprese”);
- Rinascita e comunicazione vera, la grazia di momenti di tenerezza e di dialogo autentico (“dolcezza, comunicazione vera e di rinascita nell’amore familiare”);
- Serenità domestica, pace interiore e fiducia che la loro sofferenza abbia valore (“la gioia della serenità domestica, la pace interiore e la fiducia che il loro cammino non è mai inutile”).
Viene invocata anche la capacità di perdonare come sorgente di felicità autentica, e la possibilità di “fiorire” anche nella fatica. Questi temi rispondono a bisogni psicologici profondissimi (senso di dignità, riconoscimento, speranza) ma anche spirituali (apertura alla grazia, accoglienza del mistero della sofferenza alla luce della fede).
4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche pertinenti
Sono molteplici i temi teologici che emergono:
- La Croce come via di salvezza: Santa Rita, spesso raffigurata con la stimmatizzazione della fronte, ha vissuto la croce matrimoniale in modo cristificato: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua” (Lc 9,23).
- Il perdono come opera della grazia: la forza di non cedere all’indurimento del cuore richiama il perdono del Vangelo: “Perdonate e vi sarà perdonato” (Lc 6,37); e l’insegnamento patristico di San Cipriano:
“Nulla è più proprio dell’essenza divina che perdonare e fare del bene agli ingrati.”
- Speranza e virtù cristiane nelle prove: “La tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza” (Rm 5,3-4).
- La santità nel quotidiano: la vera felicità nasce dall’amore che sa perdonare, accogliere e rinnovare ogni giorno, in linea con l’invito evangelico: “Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso” (Lc 6,36).
Un richiamo patristico è possibile anche nella riflessione di sant’Agostino, sulla carità capace di perdonare tutto:
“Ama e fa’ ciò che vuoi… Taci? Taci per amore. Parli? Parla per amore. Correggi? Correggi per amore. Perdona? Perdona per amore.”
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione liturgica
Questa preghiera appartiene al genere intercessorio: si chiede a Santa Rita di intercedere presso il Signore a favore di una categoria ben precisa, affidandole le fragilità, le speranze e i desideri di tante donne. Non mancano tuttavia accenti di lode (per il coraggio e la speranza di Santa Rita), invocazione (richiesta di consolazione, forza e grazia), e anche un invito implicito al ringraziamento per l’accompagnamento fedele dei santi.
Pur non costituendo parte del rito liturgico ufficiale (come liturgia delle ore o messe proprie), questa orazione trova uno spazio significativo nella pietà popolare, soprattutto nel mese di maggio dedicato a Santa Rita (il 22 maggio ricorre la sua memoria), durante novene, tridui, rosari di intercessione e veglie di preghiera nelle chiese, nei monasteri agostiniani o in ambito familiare.
6. Indicazioni pratiche: uso personale, comunitario e liturgico
La preghiera a Santa Rita può essere inserita nella preghiera personale, specie nei momenti di fatica coniugale o familiare, o come atto quotidiano d’offerta per chi vive situazioni di sofferenza silenziosa. Può essere recitata all’inizio o alla fine di una giornata difficile, aggiunta al santo Rosario oppure durante l’adorazione eucaristica privata o comunitaria.
In ambiti comunitari (ad esempio nei gruppi di preghiera, in parrocchia, in cerchie di donne cristiane, in associazioni familiari) può essere adottata come testo di riflessione e di intercessione comune, magari corredata da una lettura biblica pertinente (Lc 6,36-38; Rm 5,3-5; Pr 31,10-31) o dalla testimonianza di Santa Rita.
Tempi liturgici privilegiati:
- 22 maggio (memoria liturgica di S. Rita), giorni di novena/triduo in preparazione;
- Mese di maggio (tradizionalmente dedicato anche alle figure femminili e mariane);
- Ricorrenze familiari e anniversari matrimoniali, specie se segnati dalla prova o dalla fatica.
In sintesi, la preghiera è uno strumento di speranza che può aiutare a trasformare la sofferenza in occasione di crescita spirituale, a sentirsi accompagnate da una santa “vicina” e a chiedere un rinnovato dono di pace, perdono e speranza cristiana nelle nostre case.
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