Preghiera del cuore a Santa Bakhita per le vittime di violenza

Ascolta la Preghiera
Santa Bakhita, sorella nella sofferenza e madre nella speranza,
Tu che conosci la dura strada della schiavitù e della violenza, guarda con occhi di misericordia alle vittime di oggi.
Ti affido, con il cuore addolorato, quanti vivono ancora nelle catene dell’abuso e della paura. Sta loro accanto nelle notti senza luce e nelle giornate senza voce; consola chi è spezzato nello spirito e nel corpo.
Tu che hai trovato la libertà nel perdono e nell’amore, aiutaci a spezzare non solo i vincoli visibili ma anche quelli nascosti, quei pesi di odio e disperazione che il male semina nel cuore.
Chiedi per noi al Signore la grazia di una libertà vera, che allontani da chi soffre ogni peccato che divide, che fa perdere la fiducia, che svuota di senso la vita.
Santa Bakhita, guida i passi delle vittime verso una nuova aurora, dove la dignità sia restituita e la speranza rinasca più forte delle ferite.
Fa’ che il tuo cuore, docile e coraggioso, sia rifugio e ispirazione per chi cerca la pace, la guarigione e la riconciliazione dentro e fuori di sé.
Intercedi per noi, perché ogni catena sia spezzata e la Luce della libertà risplenda nei nostri cuori.
Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La preghiera a Santa Giuseppina Bakhita affonda le sue radici nel contesto spirituale cristiano della liberazione dal male, della solidarietà verso gli oppressi e della speranza nel potere redentivo della grazia. Santa Bakhita (1869-1947), originaria del Sudan, fu schiava in giovane età e patì sofferenze indicibili prima di conoscere, in Italia, la fede cristiana. La sua canonizzazione (2000) e il suo culto sono particolarmente sentiti laddove siano vive le questioni legate alla tratta di esseri umani, all'abuso, al razzismo e a tutte le forme di schiavitù moderna.
Il Magistero della Chiesa ha più volte indicato nella figura di Santa Bakhita un segno concreto della speranza che viene dalla fede, esempio di come l’esperienza della violenza e dell’umiliazione possano essere trasformate in una testimonianza di riconciliazione, perdono e amore. Papa Francesco ha istituito l’8 febbraio come Giornata Mondiale di Preghiera e Riflessione contro la tratta delle persone, proprio nella memoria liturgica della santa.
Dottrinalmente, la preghiera si inserisce nei temi chiave della dignità umana (cfr. Gaudium et Spes, 27), della conversione del cuore e della libertà dalla schiavitù del peccato e del male (Rm 6,18: «Liberati dal peccato siete diventati servi della giustizia»). L’intercessione dei santi, inoltre, è elemento centrale della tradizione cattolica, e la preghiera qui citata segue questo modello: affidare a un testimone della fede viva le intenzioni più drammatiche e attuali dell’umanità.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera è indirizzata a Santa Bakhita, invocata quale sorella nella sofferenza e madre nella speranza. La scelta della santa è profondamente motivata:
- Testimonianza personale: Santa Bakhita ha vissuto in prima persona la schiavitù, la violenza, l’umiliazione, la perdita della dignità, divenendo quindi testimone autorevole e compassionevole di tutte le vittime di abuso e tratta.
- Simbolo di speranza e riscatto: La sua capacità di perdonare i suoi aguzzini e di vivere nella pace e nella fede la rende “madre nella speranza” per quanti sono oppressi dalle tenebre dell’odio, della disperazione e della sfiducia.
In quanto santa, cioè riconosciuta dalla Chiesa come viva e presente nella comunione dei santi, ella è invocata come potente interceditrice presso Dio, capace di «chiedere per noi al Signore la grazia di una libertà vera».
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
La preghiera abbraccia una pluralità di beneficiari, esplicitamente evocati nei suoi passaggi:
- Le vittime di oggi delle catene dell’abuso e della paura: Questo comprende persone sottoposte a tratta, schiavitù moderna, violenza domestica, abusi psicologici, discriminazioni razziali e sfruttamento. Si chiede per loro luce nelle tenebre, voce contro il silenzio imposto, consolazione nelle ferite dello spirito e del corpo.
- Tutta la comunità dei credenti: Vi è una richiesta universale di aiuto a «spezzare non solo i vincoli visibili ma anche quelli nascosti»: i legami interiori di odio, disperazione, abitudine al male, indifferenza. Si prega anche per la guarigione della società, perché si promuovano la dignità, la pace e la riconciliazione.
I bisogni affrontati sono pertanto:
- Sopravvivenza materiale e fisica (libertà dalle costrizioni, sicurezza nelle proprie case e corpi).
- Guarigione spirituale (superamento del trauma, pace interiore, capacità di perdonare e di sperare).
- Ristoro della dignità umana e riscoperta del senso della vita.
4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche
Diversi temi teologici attraversano la preghiera:
-
Liberazione e Redenzione:
La preghiera ricalca i temi biblici dell’Esodo («Dio ascoltò il loro lamento» – Es 2,24) e della missione di Cristo («lo Spirito del Signore… mi ha mandato a proclamare la liberazione ai prigionieri» – Lc 4,18). -
La dignità e la rinascita dei feriti:
L’esperienza di Bakhita è simbolo di ciò che ogni cristiano è chiamato a vivere: «Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero» (Gv 8,36). -
Il perdono e la vittoria sul male:
Proprio la capacità di perdonare («ama i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano» – Lc 6,27) è vista come fonte di autentica libertà e di ricostruzione personale. -
Intercessione dei santi e comunione:
Secondo San Gregorio Magno, «I santi ci precedono e intercedono perché anche noi possiamo camminare verso la patria celeste». Il testo chiede esplicitamente l’intercessione di Bakhita per i vivi e i sofferenti. -
La speranza come forma di resistenza:
La «nuova aurora» e la rinascita della speranza sono echi patristici di pastorale della consolazione, come in San Leone Magno: «Nessuna miseria può spengere la speranza della salvezza, dove Cristo è la nostra redenzione».
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica
La preghiera appartiene principalmente al genere intercessorio, ma integra anche elementi di supplica, conforto e pedagogia della speranza:
- Intercessione: Si chiede alla Santa di pregare per le vittime e per la comunità credente.
- Lode e ringraziamento: Appaiono in filigrana, riconoscendo il cammino di Bakhita e la grazia ricevuta (“Tu che hai trovato la libertà nel perdono e nell’amore”).
- Consolazione e penitenza: Le ferite personali e comunitarie sono offerte al Signore attraverso la santa.
La tradizione liturgica la colloca con particolare evidenza nella celebrazione dell’8 febbraio (memoria liturgica di Santa Bakhita e Giornata contro la tratta), ma può essere utilizzata in ogni momento di preghiera personale o comunitaria che affronti i temi della giustizia, della dignità umana, contro ogni forma di abuso e di oppressione.
6. Indicazioni pratiche: uso nella preghiera personale e comunitaria, tempi liturgici
La preghiera può essere utilizzata in diversi contesti e modalità:
-
Preghiera personale:
- Come meditazione quotidiana per l’offerta di intenzioni in favore delle vittime della tratta o di persone che si conoscono personalmente.
- Per chiedere guarigione da traumi o ferite interiori proprie o di altri.
- Durante tempi di scoraggiamento, per ritrovare la speranza e vincere la disperazione.
-
Preghiera comunitaria:
- Durante la Giornata Mondiale di Preghiera contro la Tratta (8 febbraio): all’inizio, a conclusione della celebrazione eucaristica, durante l’adorazione eucaristica, via Crucis o veglie di preghiera.
- In gruppi parrocchiali, movimenti ecclesiali, associazioni che si occupano di giustizia sociale o pastorale delle migrazioni e dell’inclusione.
- Come orazione di intercessione nei momenti di crisi sociale legati a violenze, discriminazioni o quando nella comunità si verifichino fatti di abuso o emarginazione.
Tempi liturgici consigliati: oltre al 8 febbraio, la preghiera si presta in Quaresima, in momenti penitenziali o durante celebrazioni legate alla giustizia e alla pace (Giornata mondiale della pace, Domenica della liberazione degli schiavi, anniversari di santi sociali).
Infine, può essere associata ad altre pratiche di solidarietà concreta: raccolte fondi, iniziative di informazione e sensibilizzazione, gesti di carità per le vittime di tratta, per vivere attivamente la carità evangelica oltre la semplice invocazione verbale.
Commenti
I commenti saranno disponibili a breve.