Atto di Fede con San Pafnuzio, confessore della fede di Nicea

Ascolta la Preghiera
O glorioso San Pafnuzio di Tebe,
Tu che hai sostenuto pesanti prove con incrollabile fede in Cristo, rivolgi il tuo sguardo materno su noi, oggi smarriti tra dubbi e tribolazioni.
Crediamo fermamente che Dio non ci abbandoni mai e che ogni sofferenza, offerta con amore, diventa seme di salvezza. Rafforzaci, San Pafnuzio, affinché non vacilliamo nel momento della prova, ma restiamo ancorati alla speranza certa della Risurrezione.
Confidiamo nella Misericordia del Signore, così come tu hai confidato, e nel Suo amore che trasforma ogni ombra in luce. Aiutaci a ripetere ogni giorno l’Atto di Fede: “Credo, Signore, aumenta la mia fede!”
Fa’ che nel buio delle nostre difficoltà, possiamo riconoscere la presenza di Dio, e trovare in Te un esempio luminoso di santità e fiducia.
San Pafnuzio, prega per noi, sostienici nella prova, e ravviva in noi la certezza che nulla ci potrà mai separare dall’Amore di Cristo.
Spiegazione della Preghiera
1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera
L’Atto di Fede nella Prova a San Pafnuzio di Tebe si inserisce in uno dei temi centrali della spiritualità cristiana: il valore della fede vissuta e professata nei tempi di difficoltà e tribolazione. Storicamente, la figura di San Pafnuzio è legata al periodo delle persecuzioni contro i cristiani nel IV secolo e alle dispute sulla dottrina della divinità di Cristo, specialmente nel contesto dell’eresia ariana. Pafnuzio, vescovo e confessore tebano, sopravvisse a torture e mutilazioni senza mai rinnegare la fede nella piena divinità di Gesù Cristo.
Questa preghiera si plasma proprio su questo fondamento: lo sguardo costante a Cristo come principio e fine di ogni credente, ispirandosi apertamente al Credo niceno-costantinopolitano, il testo dogmatico che definisce, nel cuore della Chiesa, cosa significhi credere “in un solo Dio e in un solo Signore, Gesù Cristo, Unigenito Figlio di Dio”. Il riferimento centrale è dunque alla necessità, in ogni generazione, di riaffermare e vivere la fede come speranza incrollabile, specialmente quando si affrontano persecuzioni, dubbio, oscurità spirituale o difficoltà materiali.
Questa preghiera è anche una testimonianza della communio sanctorum: il fatto che, nella Chiesa, i santi non sono solo esempi, ma intercessori e alleati di quanti ancora combattono la buona battaglia della fede. Viene valorizzata la grazia della perseveranza, dono dello Spirito Santo, fondamentale per resistere alle prove secondo le parole di San Paolo: “La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono” (Ebrei 11,1).
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera è rivolta direttamente a San Pafnuzio di Tebe, venerato come uno dei difensori più forti della fede ortodossa e modello di perseveranza nelle avversità. I cristiani lo invocano non solo come confidente delle anime che attraversano prove materiali e spirituali, ma anche come testimone vivente della verità dell’incarnazione e salvezza in Cristo. La scelta di rivolgersi a lui risiede nel desiderio di avvalersi della sua intercessione, poiché egli ha affrontato sul proprio corpo e nella sua vita tutte le tentazioni, i dolori e le persecuzioni che possono colpire il credente.
I destinatari secondari della preghiera sono i credenti stessi, che si riconoscono nel pellegrinaggio della fede, chiamati a essere forti ed eroici, saldi nella verità cristologica, soprattutto nei momenti in cui tutto sembra vacillare. San Pafnuzio è quindi visto come “guida spirituale” e maestro, a cui affidarsi per ricevere luce e forza nel percorso quotidiano, personale e comunitario.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
La preghiera pone al cuore la richiesta di intercessione per “noi fedeli cristiani”, dunque per tutti coloro che condividono la professione della fede, specialmente nei momenti di prova. L’intercessione non si limita solo al rafforzamento nella fede, ma riguarda una serie di bisogni concreti che emergono:
- La perseveranza e il coraggio nel difendere la verità del Vangelo anche in ambienti ostili.
- La liberazione dalla paura di fronte alle tribolazioni, ossia la fortitudo spirituale.
- Il superamento dello sconforto, del dubbio, dello smarrimento nelle difficoltà, mantenendo la fiducia incrollabile nell’amore di Cristo.
- La protezione dai rischi di caduta nella disperazione o nella perdita della fede.
- La testimonianza gioiosa e ferma della fede nel quotidiano (“rendici testimoni saldi e gioiosi”).
Non vi è dimenticanza dei bisogni materiali, intesi come quelle forme di “oscurità” e “tribolazione” che possono minare la serenità della vita, ma la preghiera si concentra soprattutto sul sostegno necessario “per non vacillare” e per sentirsi sostenuti dalla potenza dello Spirito Santo, secondo la promessa di Cristo: “Nel mondo avrete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo” (Gv 16,33).
4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche
Sono almeno tre i grandi temi teologici che emergono:
- La professione della fede cristologica:
“Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, Unigenito Figlio di Dio, […] della stessa sostanza del Padre.”
Più che una semplice invocazione, è un eco del Credo integrato nella preghiera: il punto focale della fede cattolica. Il riferimento alla consustanzialità del Figlio col Padre è centrale nell’ortodossia nicena, difesa strenuamente da San Pafnuzio contro Ario. - La virtù della fede e la sua prova:
“Nel tempo della difficoltà, quando la nostra fede sembra vacillare, ottienici la grazia di credere e difendere la verità del Vangelo.”
Qui si fa memoria delle parole paoline: “La fede che opera mediante la carità” (Gal 5,6) e “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede” (2Tm 4,7). - La Comunione dei Santi e l’intercessione:
“Affidiamo a te, guida spirituale, il nostro cammino nei momenti della prova […] intercedi per noi presso il Signore.”
Agostino insegna:
“Nulla può essere più salda e salutare della fede che sostiene il cuore dell’uomo, quando le tempeste della vita cercano di capovolgerlo” (Confessioni).
Il sottofondo biblico e patristico si intreccia costantemente, facendo di questa preghiera un piccolo “compendio” di fede, coraggio e speranza cristiana.
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione liturgica
L’Atto di Fede nella Prova unisce diversi generi di preghiera:
- Lode: attraverso la proclamazione della grandezza di Dio e di Cristo, come nel Credo.
- Intercessione: affidamento a San Pafnuzio per ricevere, tramite lui e per sua intercessione, la forza e la fedeltà nelle prove.
- Supplica: richiesta di non vacillare nella fede e di essere saldi nella testimonianza cristiana.
Nella tradizione liturgica, una preghiera di questo tipo trova spazio nelle celebrazioni in onore dei martiri e confessori, come memoria facoltativa o votiva di San Pafnuzio (11 settembre). Può essere utilizzata anche durante momenti particolari di crisi della fede (come durante le missioni popolari, ritiri spirituali, adorazione eucaristica nelle veglie di preghiera, o nel contesto di celebrazioni penitenziali).
Non fa parte della liturgia ufficiale, ma ne rispetta la struttura e i contenuti, potendo essere inserita in preghiere dei fedeli, litanie, momenti di riflessione personale o comunitaria.
6. Indicazioni pratiche per l’uso nella preghiera personale o comunitaria
Per vivere in profondità questa preghiera ci sono alcuni suggerimenti pratici:
- Recitarla nei momenti di difficoltà personale, per chiedere luce e forza e affrontare con fede prove, dubbi o tribolazioni interiori.
- Utilizzarla in preghiera comunitaria (ad esempio, all’inizio o alla fine di un incontro di catechesi, delle riunioni dei gruppi giovanili, nei consigli pastorali durante periodi di crisi o nel contesto della preghiera delle famiglie coinvolte in particolari sofferenze).
- Integrarla nella preparazione ai sacramenti (Cresima, Matrimonio, Riconciliazione), come richiesta di fermezza di fede e di testimonianza cristiana coerente.
- Proporla durante la memoria liturgica di San Pafnuzio (11 settembre), legando la commemorazione alla riflessione sulle sfide della fede nel mondo moderno.
- Recitarla nei Tempi forti dell’anno liturgico (Quaresima e Avvento), quando la Chiesa invita i fedeli a un rinnovamento spirituale, alla perseveranza nel cammino e alla verifica della propria fedeltà a Cristo.
Nella preghiera personale, può essere meditata lentamente, magari sostando sulle affermazioni centrali del Credo, lasciando che risuonino come eco spirituale per rafforzare la speranza. Nei contesti comunitari, può essere letta a cori alterni o integrata con l’ascolto della Parola di Dio e la testimonianza di vita cristiana.
Infine, può ispirare un esame di coscienza: quanto la mia fede è solida nelle prove? In cosa posso affidarmi all’intercessione dei santi per divenire testimone “saldo e gioioso”, come San Pafnuzio?
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