Supplica a San Pafnuzio di Tebe per la fortezza dei Cristiani perseguitati

Destinatari:  San Pafnuzio di Tebe
Beneficiari:  Cristiani perseguitati
Tipologie:  Supplica
Supplica a San Pafnuzio di Tebe per la fortezza dei Cristiani perseguitati
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Supplica a San Pafnuzio di Tebe

O glorioso San Pafnuzio, coraggioso confessore della fede, che hai resistito alle torture e alle ingiustizie senza mai rinnegare Cristo, rivolgiamo a te la nostra supplica per tutti i cristiani perseguitati nel mondo.

Intercedi presso il Signore affinché questi tuoi fratelli e sorelle provati dall’odio e dalla violenza, ricevano il dono del coraggio nelle avversità. Fa’ che, come te, possano rimanere saldi nella fede anche quando tutto sembra contrario, e il peso della sofferenza minaccia di spezzare la loro speranza.

San Pafnuzio, tu che hai testimoniato la verità di Cristo con la tua stessa carne e il tuo spirito, supplichiamo la tua vicinanza: ottieni per i perseguitati la forza di non rinnegare il Vangelo, la luce per riconoscere la presenza amorosa di Dio anche nell’oscurità della prova, la consapevolezza che ogni lacrima sarà raccolta da Gesù Crocifisso e Risorto.

Ti affidiamo, o Santo martire, la vita e il cuore di chi oggi soffre per il Nome di Gesù. Rendili forti nella pazienza, inflessibili nella speranza e certi che Dio non abbandona mai i suoi figli.

Per tua intercessione, concedi loro la grazia di essere testimoni fedeli fino alla fine, nella gloria e nella pace del Regno di Dio. Amen.

Spiegazione della Preghiera

1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera

La Supplica a San Pafnuzio di Tebe si colloca nel ricco patrimonio della spiritualità cristiana che onora la memoria dei martiri e dei confessori della fede. San Pafnuzio, vescovo e confessore egiziano del IV secolo, è celebre per aver subito persecuzioni e torture durante le campagne contro i cristiani, senza mai rinnegare Cristo. Egli fu tra i "confessori" che, pur scampando alla morte, portarono sul corpo i segni delle sofferenze patite per la fedeltà al Vangelo. Discepolo della tradizione monastica del deserto, Pafnuzio fu anche difensore dell’ortodossia cristiana al Concilio di Nicea (325 d.C.), soprattutto nella questione della Trinità e delle relazioni tra fede, disciplina ecclesiale e coraggio nella pubblica testimonianza.

La preghiera nasce dunque dal riconoscimento della comunione dei santi; ovvero, dalla convinzione che coloro che ci hanno preceduto nella fede possono intercedere per i credenti ancora pellegrini sulla terra (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 956). La supplica invoca la forza di restare fedeli a Cristo anche nei momenti di prova, prendendo come modello la testimonianza eroica dei santi. In questo senso, la preghiera si inserisce in un quadro dottrinale in cui la testimonianza e il sacrificio dei martiri sono considerati fonte di ispirazione per i cristiani di ogni tempo e luogo.

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

La preghiera è indirizzata a San Pafnuzio di Tebe, figura dall’enorme valore simbolico per i cristiani perseguitati, essendo stato lui stesso vittima di violenze e molestie per la sua fedeltà al Vangelo. Si rivolge a lui come a un "coraggioso confessore della fede", invocando la sua intercessione presso Cristo. La Chiesa, fin dai primi secoli, ha coltivato la pratica della preghiera ai santi, non come adorazione (riservata a Dio solo), ma come richiesta di sostegno e di preghiera da parte di coloro che sono stati fedeli in modo esemplare.

Il motivo della scelta di San Pafnuzio come destinatario risiede nella sua esperienza personale di persecuzione, resistenza e fedeltà. Pafnuzio è stato testimone vivente di ciò che oggi migliaia di cristiani soffrono; egli viene dunque percepito come un intercessore particolarmente vicino a queste realtà di dolore e di fede messa alla prova. In più, la sua "carne e il suo spirito" segnati dalla passione lo rendono modello per chi è minacciato fisicamente e spiritualmente a causa della propria testimonianza.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

I beneficiari diretti dell’intercessione sono "tutti i cristiani perseguitati nel mondo", uomini e donne che, in molti Paesi, affrontano ancora oggi violenza, odio, discriminazione e privazioni a causa della loro fede. Il testo menziona esplicitamente "fratelli e sorelle provati dall’odio e dalla violenza", indicando tanto i rischi fisici (torture, carcere, morte) quanto quelli spirituali: la tentazione di rinnegare Cristo, la perdita della speranza, la difficoltà a percepire la presenza di Dio nella prova.

Il testo articola le richieste di intercessione in vari bisogni:

  • Dono del coraggio nelle avversità
  • Fermarsi saldi nella fede anche in condizioni estreme
  • Luce per riconoscere la presenza amorosa di Dio nelle tenebre della persecuzione
  • Saper offrire la propria sofferenza
  • Forza nella pazienza, inflessibilità nella speranza
  • Consapevolezza che Dio non abbandona mai
Sono richieste che abbracciano sia la dimensione fisica sia quella spirituale: il cristiano perseguitato ha bisogno di sostegno per non cedere alla paura né alla disperazione, ma anche per testimoniare, come il suo Patrono, la verità e la speranza del Vangelo.

4. I temi teologici principali, con eventuali citazioni bibliche o patristiche pertinenti

La supplica pone in evidenza alcuni temi teologici centrali:

  • La comunione dei santi: i santi come intercessori e modelli di vita cristiana (cfr. Ap 5,8: "le preghiere dei santi").
  • La perseveranza nella fede nelle prove: "Beati voi quando vi insulteranno..., rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli" (Mt 5,11-12).
  • Il valore redentivo della sofferenza: San Paolo scrive, "Ora io gioisco nelle sofferenze che sopporto per voi" (Col 1,24).
  • La certezza che Dio non abbandona mai i suoi figli: "Non vi lascerò orfani; ritornerò da voi" (Gv 14,18).
  • La promessa della gloria futura: "Se moriamo con Lui, con Lui anche vivremo; se perseveriamo, con Lui anche regneremo" (2Tm 2,11-12).

Dal punto di vista patristico, vanno ricordate le parole di Tertulliano:

«Il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani»
e di Origene:
«Non c’è niente che testimoni meglio il cristianesimo che affrontare con coraggio la persecuzione e la morte per Cristo»
.

Il testo richiama inoltre la dimensione pasquale del martirio: «ogni lacrima sarà raccolta da Gesù Crocifisso e Risorto». Questo tocca il cuore della fede cristiana nella Pasqua di Cristo, in cui ogni sofferenza è associata alla vittoria finale di Gesù sulla morte e sul male (cfr. Ap 21,4).

5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica

La supplica a San Pafnuzio rientra nel genere di preghiera di intercessione (richiesta di aiuto in favore di altri) e, secondariamente, di lode e invocazione, poiché rende onore alla testimonianza eroica del santo e ne riconosce il valore esemplare.

Nella tradizione liturgica, simili preghiere sono usate durante le celebrazioni in onore dei martiri, nelle Messe pro persecutis pro Ecclesia (per i perseguitati per la fede), nella Liturgy of the Hours dei santi martiri, nelle veglie di preghiera per la pace. Inoltre, possono essere inserite nelle preghiere dei fedeli (oratio universalis) in particolare durante tempi forti come la Settimana Santa, o nelle commemorazioni dei martiri antichi o contemporanei.

6. Indicazioni pratiche: uso nella preghiera personale e comunitaria, e nei tempi dell’anno liturgico

Questa supplica può essere utilizzata sia personalmente sia in modo comunitario:

  • Come meditazione personale nei momenti di difficoltà e scoraggiamento, specialmente quando si subiscono incomprensioni, esclusioni o persecuzioni a causa della fede.
  • In comunità durante adorazioni eucaristiche, veglie di preghiera, o momenti di solidarietà con i cristiani perseguitati, magari davanti a una reliquia o un’icona di San Pafnuzio.
  • Nelle preghiere dei fedeli in occasione della memoria liturgica dei martiri o in giornata dedicate ai cristiani perseguitati, come la "Giornata internazionale di preghiera per la Chiesa perseguitata".
  • All’interno della Liturgia delle Ore, come orazione conclusiva o personale dopo i salmi.

Per quanto riguarda il tempo liturgico, essa si presta particolarmente ai tempi forti quali:

  • Settimana Santa e soprattutto il Triduo Pasquale, nella memoria della Passione di Cristo e dei suoi seguaci.
  • Festa di Tutti i Santi (1 novembre) e Commemorazione dei fedeli defunti (2 novembre), riflettendo sulla comunione con il Cielo.
  • Memoria dei Martiri (come San Pafnuzio stesso, 11 settembre).

Nell’uso personale, si può recitare la supplica in momenti di intercessione per i perseguitati; nella comunità, la preghiera può essere guidata o letta in processioni, rosari, novene, o prima della Messa. È opportuno integrare la supplica con momenti di silenzio e ascolto della Parola di Dio, per interiorizzare i valori della testimonianza, della speranza e della comunione ecclesiale. Così questa preghiera aiuta a rendere viva la memoria dei martiri e a rafforzare la solidarietà verso chi, oggi, porta la Croce nella sequela di Cristo.

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