Atto di Fede con il Beato Giovanni Colombini

Destinatari:  Beato Giovanni Colombini
Beneficiari:  Fedeli Cristiani
Temi:  Conversione
Tipologie:  Atto di fede
Atto di Fede con il Beato Giovanni Colombini
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Atto di fede per intercessione del Beato Giovanni Colombini

O Beato Giovanni Colombini, modello di conversione e totale abbandono a Dio, ti invochiamo con fiducia. Tu che hai saputo lasciare ogni ricchezza ed onore terreno per seguire il Signore nella povertà e nella carità, aiutaci a riconoscere la voce di Cristo che ci chiama a una vita nuova.

Noi crediamo, o Signore, nella tua infinita misericordia e nel tuo potere di trasformare i cuori. Per intercessione del tuo fedele servo Giovanni, ti chiediamo oggi la grazia di una profonda conversione: rinnova in noi la luce della fede, rafforza la nostra speranza, accendi in noi l’amore vero.

Signore Gesù Cristo, accogli la nostra preghiera unita a quella di Giovanni Colombini, donaci di seguirti senza esitazione e di affidarci a Te con tutto il nostro essere, affinché, rinnovati nello Spirito, possiamo testimoniare la gioia della fede nel mondo.

Beato Giovanni Colombini, prega per noi, perché la nostra vita si conformi sempre più a quella di Cristo e possiamo raggiungere la vera pace nel Cuore di Dio. Amen.

Spiegazione della Preghiera

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1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera

L’Atto di fede per intercessione del Beato Giovanni Colombini si colloca nel contesto della spiritualità cattolica caratterizzata dalla fiducia nell’intercessione dei santi e dei beati, visti come modelli di sequela Christi (imitazione di Cristo) e come amici potenti presso il Signore. Questa preghiera è parte della tradizione ecclesiale che riconosce i beati come figure capaci di ispirare, sostenere e orientare la vita cristiana, in particolare quando incarnano in modo esemplare il Vangelo.
Il beato Giovanni Colombini (Siena, XIV sec.) è stato fondatore dei Gesùati, noto per la sua conversione radicale dalla ricchezza e dalla posizione sociale privilegiata a una vita di penitenza, povertà e carità. Il suo itinerario spirituale riflette l’esperienza della metanoia, la conversione interiore di cui parla il Nuovo Testamento (cfr. Mc 1,15: «Convertitevi e credete al Vangelo»), avvalorando la centralità della grazia trasformatrice di Cristo.
Dottrinalmente, la preghiera richiama i capisaldi della fede cristiana:

  • la misericordia divina, fondamentale nel messaggio evangelico;
  • l’importanza della conversione (personale e comunitaria);
  • la fede come dono da rinnovare (cfr. Lc 17,5: «Aumenta in noi la fede!»);
  • la chiamata alla sequela radicale di Gesù;
  • la forza della comunione dei santi (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, CC 956).
Questa preghiera si inserisce dunque nel patrimonio spirituale della Chiesa, promuovendo un “abbandono totale a Dio” come risposta alla sua chiamata d’amore, secondo l’esempio del Beato Giovanni.

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

La preghiera si rivolge direttamente e principalmente a due “destinatari”:

  • Il Beato Giovanni Colombini, cui viene chiesta intercessione, perché esempio luminoso di conversione e amore verso gli ultimi. Viene invocato come modello e amico: «ti invochiamo con fiducia» e «prega per noi».
  • Il Signore Gesù Cristo, destinatario ultimo, cui si chiede la grazia della conversione, della rinnovata fede e della capacità di seguire con gioia la sequela cristiana.
L’invocazione a Giovanni Colombini si fonda sulla lunga tradizione della intercessione dei santi, secondo cui Dio si compiace di accordare grazie attraverso i suoi amici fedeli; questa struttura dialogica rassicura il fedele nel presentare le sue esigenze spirituali. La supplica si rivolge quindi sia al Beato (come modello e avvocato), sia, per suo tramite, a Cristo, Fonte di ogni grazia.
Il perché è racchiuso nella sua capacità di ispirare con l’esempio di conversione vissuta e nell’efficacia spirituale che la comunione dei santi esercita per il bene dei fratelli in cammino.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

Il testo della preghiera svela che i beneficiari diretti sono i fedeli che la recitano, singoli o in comunità. L’intenzione centrale della preghiera è la richiesta di «grazia di una profonda conversione», cioè la trasformazione del cuore e della vita secondo Cristo. I bisogni affrontati sono principalmente:

  • Spirituali:
    • Desiderio di convertirsi autenticamente, seguendo l’esempio del Beato;
    • Rinnovo della fede, della speranza e dell’amore (le virtù teologali);
    • Capacità di ascoltare la voce di Dio e rispondervi con generosità;
    • Testimonianza della “gioia della fede” nel mondo, come frutto della rinnovata sequela;
    • Fiducia nella misericordia e nel perdono di Dio.
  • Fisiologici/Esistenziali: Pur non esplicitamente nominati, emergono alcune implicazioni:
    • Superamento dell’attaccamento ai beni terreni, pace del cuore;
    • Guarigione dalle ferite interiori che ostacolano il cambiamento di vita;
    • Sostegno nell’affrontare le difficoltà tipiche della conversione (rinunce, scelte controcorrente, solidarietà evangelica).
La supplica è quindi universale: chiunque desideri rinnovare il proprio cammino nella fede, la comunità cristiana in ricerca, i “lontani” o “tiepidi” nella fede, chi affronta momenti di crisi esistenziale.

4. Temi teologici principali (con citazioni bibliche e patristiche)

I temi teologici richiamati in questa preghiera sono molteplici e centrali nella tradizione cristiana:

  • Conversione (Metanoia): invocata come vita nuova (Rm 12,2: «Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare…»).
    “Dio non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva” (Ez 33,11).
  • Misericordia divina: la fede nell’“infinita misericordia” di Dio, cuore della predicazione di Gesù (cfr. Lc 15, parabole della misericordia).
    “Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso” (Lc 6,36).
  • Virtù teologali (fede, speranza, carità): la richiesta di rinnovarle è pienamente biblica e patristica (cfr. 1Cor 13,13).
    “La fede e la carità sono simili alle ali che ci fanno salire verso Dio” (Papa Gregorio Magno).
  • Gioia della sequela cristiana: testimoniare la “gioia della fede” fa eco al mandato di Gesù: «Rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli» (Lc 10,20) e a molti testi patristici sulla letizia dei santi.
    “Un santo triste è un triste santo” (San Francesco di Sales).
  • Imitazione dei Santi: la Chiesa invita i fedeli a rivolgersi ai santi non solo per chiedere ma per imitare:
    “Ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunziato la parola di Dio; considerando attentamente l’esito della loro vita, imitatene la fede” (Ebrei 13,7).
Così, la preghiera esprime in modo coerente gli elementi cattolici della fede, della conversione continua, della comunione dei santi e della carità cristiana.

5. Genere di preghiera e collocazione nella tradizione liturgica

Questa composizione è essenzialmente una preghiera di intercessione, ma anche di lode (per la testimonianza del Beato), richiesta/impetrazione (per la conversione e una fede rinnovata), e in parte di penitenza (poiché supplica la grazia di abbandonare il peccato e iniziare una nuova vita).
Nel contesto liturgico e devozionale della Chiesa, simili preghiere possono essere usate:

  • In memoria liturgica del Beato Giovanni Colombini (31 luglio);
  • Nel tempo di Quaresima o in ogni periodo di “ritorno a Dio”, quando la conversione è tematica centrale;
  • Nelle celebrazioni penitenziali, momenti di esercizi spirituali, adorazione o lectio divina;
  • All’inizio di cammini di rinnovamento personale o comunitario.
La struttura di questa preghiera si affianca alle classiche invocazioni ai santi contenute nelle Litanie dei santi o nelle preghiere proprie dei calendari locali e degli ordini religiosi.

6. Indicazioni pratiche: uso personale, comunitario e nel ciclo liturgico

Uso personale: Questa preghiera è particolarmente adatta:

  • come atto personale quotidiano, al mattino o alla sera, per chiedere una rinnovata fedeltà a Cristo per intercessione del Beato;
  • in momenti di crisi personale, discernimento, tentazione o ricerca spirituale;
  • come ispirazione durante ritiri, confessioni, lettura spirituale.
Uso comunitario:
  • In parrocchia o in gruppi di preghiera durante incontri dedicati alla conversione, ai santi, o prima del Sacramento della Riconciliazione;
  • Nelle scuole e comunità di ispirazione senese o legate alla spiritualità dei Gesùati;
  • Integrata nelle celebrazioni liturgiche del 31 luglio o in altre occasioni speciali di memoria dei santi locali.
Nel ciclo liturgico:
  • Durante la Quaresima come sostegno alla conversione personale e comunitaria;
  • Nel tempo di Avvento per preparare il cuore ad accogliere Cristo;
  • Nella festa di Tutti i Santi e nelle novene dedicate ai santi regionali o patronali.
Questa preghiera, adattabile sia al silenzio dell’orazione segreta che alla coralità delle liturgie comunitarie, alimenta la fiducia nella grazia e la speranza che, col sostegno dei santi, ogni giorno possa diventare occasione di conversione e gioia evangelica.

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