Offerta del giorno con San Pafnuzio per i Cristiani che subiscono ingiustizie

Offerta del giorno con San Pafnuzio per i Cristiani che subiscono ingiustizie
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Offerta del Giorno a San Pafnuzio di Tebe

O glorioso San Pafnuzio, tu che hai vissuto nell’umiltà e nella fede incrollabile, accogli questa offerta quotidiana che sale dal cuore degli umiliati e dei derisi per amore di Cristo.

In questa giornata, Ti presentiamo le nostre umiliazioni e le nostre sofferenze subite a causa della nostra fedeltà al Vangelo. Ti chiediamo di unirle al sacrificio di Gesù sulla croce, affinché portino frutti di giustizia e di pace per ogni cuore perseguitato.

Ottienici, o Santo intercessore, la forza di perdonare coloro che ci deridono, la libertà di amare in mezzo al disprezzo, la perseveranza nella verità anche quando questa ci costa la solitudine.

Fa’ che sentiamo la dolce compagnia di Cristo che ci guida, trasformando le ferite in segni di speranza e le lacrime in sguardo misericordioso verso tutti. Donaci il coraggio degli umili, che sanno affidare a Dio ogni ingiustizia, certi che in Lui è la vera ricompensa.

San Pafnuzio, modello di fede e giustizia degli umili, intercedi per noi e per tutti i nostri fratelli e sorelle derisi e perseguitati per la fede, perché la loro offerta diventi luce nel mondo e annuncio della vittoria del bene.

Amen.

Spiegazione della Preghiera

1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera

L’“Offerta del Giorno a San Pafnuzio di Tebe” nasce all’interno della tradizione cristiana che vede nella sofferenza, soprattutto quella subita per causa della fede, non uno scandalo ma una via di comunione con Cristo crocifisso. Il riferimento esplicito al sacrificio di Gesù sulla croce collega la preghiera al nucleo centrale della dottrina cristiana, secondo cui Cristo ha riscattato l’umanità proprio attraverso la sua passione e morte (cfr. 1 Cor 1,18; Rm 5,8). Nel Vangelo, Gesù invita i suoi discepoli a prendere la propria croce ogni giorno e a seguirlo (cfr. Lc 9,23), mostrando che la fedeltà al Vangelo comporta spesso incomprensioni, umiliazioni e persecuzioni (Mt 5,11-12; Gv 15,18-20).

San Pafnuzio di Tebe, figura del monachesimo egiziano e testimone della perseveranza cristiana, incarna il modello di chi ha vissuto con umiltà i propri patimenti, offrendo la sofferenza quale mezzo di trasformazione spirituale (Col 1,24). La preghiera riflette il senso patristico del “martirio quotidiano”, dove il termine “offerta” richiama la spiritualità biblica delle “vittime viventi” (Rm 12,1).

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

La preghiera è principalmente indirizzata a San Pafnuzio di Tebe, riconoscendolo come testimone di fede ed intercessore. È un santo particolarmente venerato nei contesti orientali per la sua costanza e per aver sopportato la persecuzione religiosa all’epoca delle prime comunità cristiane. Si trae da tutto ciò l’invocazione a una figura celeste in grado di comprendere le difficoltà dei credenti del nostro tempo, costretti spesso a vivere l’umiliazione e la marginalità.

Questa scelta di rivolgersi a san Pafnuzio non è casuale: in lui si riconosce il modello di chi sostiene i fedeli nel cammino della croce, facendo memoria dei “giusti perseguitati” antichi (Eb 11). Così facendo, la preghiera si inserisce nel solco della comunione dei santi, attestando che l’invocazione ai santi può rafforzare speranza e perseveranza delle comunità in difficoltà.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

La supplica intercede per tutti coloro che soffrono umiliazioni o derisioni per la loro fedeltà al Vangelo. L’autore della preghiera pensa ai fedeli che vivono la marginalità, una condizione comune ai cristiani di tutti i tempi, spesso ritenuti “stranieri” o oggetto di scherno.

I bisogni portati davanti a San Pafnuzio sono molteplici e di ordine sia spirituale che pratico:

  • Forza per perdonare coloro che deridono o perseguitano (cfr. Mt 5,44).
  • Libertà di amare nel disprezzo, seguendo l’esempio di Gesù (Gv 13,34).
  • Perseveranza nella verità anche nella solitudine (Mt 5,10).
  • Capacità di trasformare le ferite in segni di speranza, accogliendo il dolore come luogo di misericordia e rinascita (2 Cor 1,3-5).
  • Coraggio di affidare ogni ingiustizia a Dio (cfr. 1 Pt 2,23).
Tali richieste riflettono il cuore del cristianesimo vissuto: amare e pregare per i nemici, perseverare nel bene durante le prove, e trovare pace nell’abbandono fiducioso a Dio.

4. I temi teologici principali

La preghiera è densa di temi teologici centrali nella tradizione cristiana:

  • Unione con Cristo crocifisso: “Unisci le nostre sofferenze a quelle di Gesù sulla croce”. Nel Nuovo Testamento, san Paolo afferma:
    “Completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa” (Col 1,24).
  • Sofferenza per la fede: La sopportazione delle umiliazioni a motivo della fedeltà è beatitudine evangelica (Mt 5,11-12).
  • Perdono e amore verso i persecutori: “La forza di perdonare… la libertà di amare in mezzo al disprezzo”. Gesù sulla croce prega per i suoi carnefici:
    “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno” (Lc 23,34).
    E san Massimo il Confessore insegnava:
    “Ama chi ti odia: è questa la perfezione cristiana” (Centurie sulla carità).
  • Trasformazione delle ferite in grazia: Le ferite non sono motivo di vendetta, bensì luogo di misericordia, “sguardo misericordioso verso tutti”.
  • Speranza nella ricompensa futura: “In Lui è la vera ricompensa”. Come dice Gesù:
    “Rallegratevi e gioite, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli” (Mt 5,12).
  • Testimonianza: “La loro offerta diventi luce nel mondo”. Sull’esempio dei santi e dei martiri:
    “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini” (Mt 5,16).
Ne emerge un quadro di spiritualità pasquale, in cui la sofferenza redenta, la pratica del perdono e la testimonianza luminosa sono vie d’unione con Cristo e d’edificazione della Chiesa.

5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica

Questa preghiera è un atto di offerta e di intercessione, con spunti di lode e di supplica. La struttura richiama le preghiere di oblatione (offerta), tipiche della spiritualità monastica e della tradizione dei martiri, in cui si affidano a Dio le proprie fatiche quotidiane e, unendole al sacrificio di Cristo, si chiede forza per rimanere fedeli anche nella prova.

La richiesta di intercessione presso un santo la colloca nella pietà popolare e nella tradizione della comunione dei santi, ma può trovare legittima collocazione anche in contesti liturgici, ad esempio nelle lodi mattutine dei monaci, o nelle celebrazioni in onore dei martiri e dei santi perseguitati. È adatta anche alle preghiere universali (preghiera dei fedeli) durante l’Eucaristia, soprattutto nelle celebrazioni dedicate ai testimoni della fede.

6. Indicazioni pratiche: uso nella preghiera personale, comunitaria e nei tempi liturgici

Uso personale:

  • Adatta per iniziare la giornata, offrendo le proprie sofferenze e umiliazioni a Dio per mezzo di San Pafnuzio.
  • Può essere recitata in momenti di prova, quando ci si sente derisi o isolati a causa dei propri valori cristiani.

Uso comunitario:

  • Nelle celebrazioni o veglie in memoria dei martiri o di san Pafnuzio stesso (il 11 settembre o secondo il calendario proprio).
  • Come parte della preghiera dei fedeli durante la Messa nei giorni in cui si richiamano i perseguitati per la fede o i cristiani sofferenti.
  • In incontri di gruppi di preghiera o ritiri spirituali sul tema della giustizia, della sofferenza trasfigurata, del perdono difficile e della speranza umile.

Tempi dell’anno liturgico:

  • Tempo di Quaresima: per unire i propri sacrifici a Cristo e apprendere la forza del perdono.
  • Memoria dei santi e dei martiri: in particolare il giorno liturgico di San Pafnuzio o di altri santi “derisi per la fede”.
  • Settimana Santa: come offerta nella meditazione della passione di Cristo.
  • Giornate a sostegno dei cristiani perseguitati: per sensibilizzare e pregare per i fratelli nella prova.

La preghiera si rivela così uno strumento prezioso per coltivare una spiritualità di offerta ed esodo, di perseveranza mite e di speranza luminosa nelle difficoltà, in comunione con il Cristo dei perseguitati e con tutti i santi che lo hanno seguito sulla via della croce.

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