Intercessione a San Ponziano per la forza nella prova degli spoletini

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San Giovenale, pastore e protettore di Spoleto, noi ci rivolgiamo a te con cuore fiducioso.
Guarda alle tue genti: molte sono le prove, grandi le fatiche che affrontiamo ogni giorno. Ti supplichiamo, rendici forti nella fede quando la speranza vacilla, donaci la costanza che sostenne te nelle difficoltà.
Intercedi presso il Signore affinché ogni abitante di Spoleto trovi luce nella tenebra e risponda con coraggio alle prove della vita. Come San Ponziano, giovane martire che sopportò terribili torture, anche noi desideriamo essere saldi nel bene, tenaci nell'amore, fedeli nei momenti della sofferenza.
Chiedi per noi quella forza interiore che nasce dalla preghiera e la pace che viene dalla fiducia in Dio. Aiuta Spoleto a essere comunità di fratelli, capace di sostenersi a vicenda e di testimoniare la fede anche nella prova.
San Giovenale, veglia sul nostro cammino: rendici segni viventi della speranza.
Per Cristo nostro Signore. Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
Questa preghiera a San Giovenale, patrono e protettore di Spoleto, si colloca nel ricco alveo della spiritualità cattolica, in particolare nel filone della preghiera di intercessione ai santi. Sin dai primi secoli della Chiesa, i credenti si sono rivolti con fiducia ai santi, riconoscendoli come amici di Dio e potenti intercessori presso il Signore. Il riferimento specifico alla fedeltà nella prova e al sostegno nelle difficoltà quotidiane riflette una sensibilità particolarmente presente nella tradizione italiana, dove i santi patroni sono percepiti come protettori attenti e partecipi della vita delle città e delle persone.
Dal punto di vista dottrinale, la preghiera evidenzia la comunione dei santi ("Credo la comunione dei santi", Simbolo Apostolico), ossia quel legame spirituale per cui i fedeli ancora pellegrinanti sulla terra possono chiedere l’intercessione di coloro che già godono della visione di Dio. Questa pratica si fonda su un’antica convinzione espressa chiaramente da sant’Agostino:
"I santi non ci ascolterebbero, se Dio non concedesse loro questa possibilità per la sua misericordia." (Sant’Agostino, Discorso 88)
Allo stesso tempo, la preghiera è intrisa di elementi di spiritualità popolare e di identità comunitaria, poiché invoca la protezione per “le genti” della città, sottolineando il ruolo pubblico e comunitario della fede nel contesto cittadino spoletino.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera è formulata come una invocazione esplicita a San Giovenale, considerato non solo il patrono ma anche il "pastore" e "protettore" di Spoleto. Giovenale fu vescovo nel IV secolo, ricordato per la sua carità pastorale e la sua opera di evangelizzazione e difesa della comunità cristiana. In quanto pastore, è visto come guida spirituale; in quanto protettore, come intercessore presso Dio nelle difficoltà materiali e spirituali.
Il riferimento a San Ponziano, martire e altro patrono di Spoleto, riconduce implicitamente l’invocazione anche a lui, come esempio di fedeltà e coraggio nella persecuzione. Tuttavia, l’interlocutore principale rimane San Giovenale, scelto per il suo legame con la città e la sua figura di padre premuroso che si rivolge costantemente a Dio a favore del suo popolo.
Questa scelta risponde a una tipica esigenza cristiana: sentirsi accompagnati e protetti da chi ci ha preceduti nella fede ed è divenuto modello e riferimento nelle prove della storia personale o comunitaria.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
I principali beneficiari sono gli abitanti di Spoleto ("le tue genti", "ogni abitante di Spoleto"), ossia la comunità locale nelle sue diverse componenti. I bisogni espressi nella preghiera sono concreti e universali:
- Prove quotidiane e fatiche: Le difficoltà e le sofferenze della vita, materiali e spirituali, sono il primo oggetto di intercessione.
- Forza nella fede e costanza: Quando la speranza vacilla e il rischio dello scoraggiamento è vicino, si invoca la tenacia che sostenne San Giovenale stesso.
- Luce nelle tenebre: Il desiderio di trovare orientamento e chiarezza nei momenti bui, sia interiori che esteriori.
- Coraggio nella prova: Si chiede di essere come Ponziano, "saldi nel bene", resistenti nelle difficoltà, e "tenaci nell’amore".
- Pace e forza interiore: Si domandano serenità e fiducia in Dio, frutto della preghiera e della comunione con Lui.
- Unità e solidarietà: La preghiera evidenzia il bisogno di essere “comunità di fratelli, capace di sostenersi”, evidenziando l’importanza della coesione sociale e cristiana, specie nella prova.
Questi bisogni, benché espressi nel contesto spoletino, sono universali e possono essere ricondotti alle situazioni di difficoltà vissute da ogni comunità nel corso della storia, tra cui la malattia, la crisi economica, la tentazione di perdere la fede, la solitudine e la divisione.
4. Temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche
La preghiera presenta molteplici temi teologici di rilievo:
-
L’intercessione dei santi: Nei Santi, la Chiesa vede “modelli di vita cristiana” (cfr. Eb 12,1) e potenti intercessori:
"Pregate gli uni per gli altri affinché siate guariti. Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza." (Gc 5,16)
La tradizione patristica afferma similmente:"Essi intercedono per noi presso Dio; sono le nostre guide e i nostri protettori." (San Gregorio di Nissa)
-
La forza nella prova e la speranza cristiana: L’appello a essere "saldi nel bene" e "tenaci nell’amore" richiama la costante chiamata paolina:
"Siate forti nella fede; siate uomini; siate forti." (1 Cor 16,13)
La luce che si chiede nelle tenebre richiama la preghiera del Salmo:"Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me." (Sal 23,4)
-
La dimensione comunitaria della fede: Invocare una comunità di fratelli agevola la comprensione di un corpo ecclesiale unito:
"Portate i pesi gli uni degli altri e così adempirete la legge di Cristo." (Gal 6,2)
La citazione di San Ponziano come esempio di “martirio” richiama l’insegnamento di Tertulliano:
"Il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani." (Tertulliano, Apologetico)
In sintesi, la preghiera è permeata da una teologia della speranza nella prova, della comunione spirituale e della solidarietà fraterna in Cristo.
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione liturgica
Questa orazione è principalmente una preghiera di intercessione, poiché chiede a San Giovenale di pregare per la città e i suoi abitanti presso il Signore. Ma sono presenti anche elementi di supplica – quando si domanda forza, luce, pace, unità –, e richiami alla lode implicita (la fiducia e la riconoscenza nella protezione del santo).
Nella tradizione liturgica, tale preghiera può essere recitata in diverse occasioni:
- Nei vespri o nella Messa in occasione della memoria o festa di San Giovenale (3 maggio), o di San Ponziano (14 gennaio)
- Durante processioni civili e religiose, momenti di calamità, crisi cittadine, o nei raduni comunitari
- Come parte delle orazioni di intercessione nelle Litanie dei santi o come preghiera “alla fine della Messa”, secondo il costume locale
Può essere usata anche come preghiera personale, specie nei momenti di dubbio, malattia o difficoltà personali e familiari.
6. Indicazioni pratiche: uso personale, comunitario e nei tempi liturgici
Nella preghiera personale, questa orazione può essere recitata:
- Al mattino come affidamento della giornata
- Nel momento della prova o della sofferenza, per attingere forza dalla comunione dei santi
- Prima di affrontare sfide comunitarie o scelte impegnative
Nella preghiera comunitaria, si presta a:
- Essere usata come preghiera dei fedeli nella Messa, specialmente in occasione di feste patronali o anniversari della città
- Accompagnare processioni, pellegrinaggi, incontri diocesani o parrocchiali
- Essere recitata durante momenti di crisi collettiva (calamità naturali, episodi di violenza, epidemie, etc.) per chiedere unità e soccorso
Tempi dell’anno liturgico in cui si raccomanda la recita:
- Nel periodo della festa di San Giovenale (3 maggio) e di San Ponziano (14 gennaio)
- Durante la Quaresima e l’, tempi di “prova” e di attesa, per rafforzare fede e speranza
- Durante la Novena preparatoria alle festività patronali
Si consiglia di inserirla anche in momenti di adorazione eucaristica e negli incontri di formazione spirituale, per educare alla dimensione comunitaria della fede e alla consapevolezza della comunione dei santi, favorendo una fede vissuta non in modo isolato, ma sostenuta dalla testimonianza e dall’intercessione di chi ci ha preceduto.
Un modo efficace di usarla è alternare le sue invocazioni con salmi di speranza (es. Salmo 27 o 121), e concludere sempre con il Padre Nostro, sottolineando che ogni intercessione passa sempre attraverso l’unico Mediatore, Cristo Signore, come indicato dalla clausola conclusiva: "Per Cristo nostro Signore. Amen."
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