Ora Sesta a San Giovanni de Brito per il coraggio dei Cristiani perseguitati

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Ora Sesta
O San Giovanni de Brito, esempio luminoso di coraggio nelle tenebre dell’avversità,
tu che hai portato la luce del Vangelo anche dove regnavano persecuzione e paura,
sostieni, ti preghiamo, i cristiani perseguitati di oggi.
Nel cuore del giorno, mentre il sole è alto e le fatiche si moltiplicano,
infondi nei fratelli e nelle sorelle oppressi la tua instancabile forza d’animo:
fa’ che la loro fede non vacilli di fronte a minacce e ingiustizie,
ma si rafforzi nella speranza e nella testimonianza.
Tu che hai sofferto con amore e mitezza,
insegnaci ad essere saldi nella prova,
pieni di carità verso chi ci fa del male,
e a proclamare la verità con umile fermezza,
anche quando ci sentiamo soli o abbandonati.
Per la tua intercessione, o glorioso martire,
il coraggio di Cristo risorto risplenda nei cuori di chi soffre,
e il tuo esempio susciti santità e pace nella Chiesa intera.
Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La preghiera proposta è un’invocazione legata all’ora sesta, ovvero la preghiera che nella tradizione cristiana si eleva a Dio verso mezzogiorno, quando il sole incide al massimo sulle fatiche umane e spirituali. Questa collocazione temporale richiama la Passione di Cristo, poiché il Vangelo segnala che “dal mezzodì si fece buio su tutta la terra” (Lc 23,44), con chiara allusione alla prova suprema e al mistero di una fede messa alla strettoia.
Spiritualità e dottrina s’intrecciano nel richiamo a San Giovanni de Brito, gesuita portoghese martire in India nel 1693, esempio limpidissimo di dedizione evangelica, fedeltà eroica e carità fino a donare la vita per il Vangelo. La preghiera colloca il suo ricordo nell’alveo della communio sanctorum, quella comunione spirituale che lega la Chiesa militante (i fedeli sulla terra) a quella gloriosa (santi e martiri in cielo) mediante la preghiera di intercessione.
La preghiera si radica nella dottrina cristiana della testimonianza nella tribolazione (cfr. 2Tm 3,12: “Tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati”) e della forza della grazia che sostiene i perseguitati, con riferimenti impliciti anche all’esortazione di Gesù: “Beati voi quando vi insulteranno e vi perseguiteranno... rallegratevi ed esultate” (Mt 5,11-12). Invocare chi ha vissuto questi misteri in pienezza inserisce la preghiera in una linea di solidarietà universale, di incoraggiamento e di memoria grata ai testimoni della fede.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera è chiaramente indirizzata a San Giovanni de Brito, martire e missionario. L’invocazione a un santo è una costante nella tradizione cristiana cattolica e ortodossa, che riconosce ai santi la capacità di intercedere presso Dio “a favore dei fratelli ancora pellegrini sulla terra”, secondo le parole del Catechismo della Chiesa Cattolica (§ 956).
Le ragioni della scelta del destinatario sono molteplici:
- San Giovanni de Brito fu missionario in una delle terre più ostili e pericolose, affrontando persecuzioni, minacce e torture con fede incrollabile.
- Egli rappresenta, nella memoria della Chiesa, un testimone del Vangelo che seppe portare la Buona Novella anche “dove regnavano persecuzione e paura”.
- Il suo esempio incoraggia tutti i credenti, in particolare quelli che si sentono soli, oppressi, emarginati per la loro fede.
L’invocazione a san Giovanni de Brito, dunque, non è solo rievocazione storica, ma una viva richiesta di aiuto a chi, avendo vinto nella prova, può soccorrere chi oggi attraversa tribolazioni simili.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
La preghiera domanda l’intercessione del santo in favore di una categoria ben precisa: i cristiani perseguitati di oggi. I fatti di cronaca internazionale, purtroppo, ricordano che in molti paesi uomini e donne continuano a subire violenze, discriminazioni, detenzioni, torture e talora la morte in ragione della loro fede in Cristo.
I bisogni su cui l’intercessione si appunta sono:
- Coraggio nella prova: la forza d’animo necessaria per affrontare intimidazioni, solitudine, isolamento, minacce concrete.
- Fede saldo, anche nelle avversità: “fa’ che la loro fede non vacilli”, perché la tentazione più insidiosa, di fronte all’ingiustizia, è la disperazione e il ripiegamento.
- Speranza e testimonianza: il dono di non perdere la speranza e di continuare a testimoniare Cristo “anche quando ci sentiamo soli o abbandonati”.
- Carità verso i persecutori: si invoca la grazia di “essere pieni di carità verso chi ci fa del male”, cioè la capacità di amare sul modello di Gesù che sulla croce pregava per i suoi carnefici (Lc 23,34; Mt 5,44: “amate i vostri nemici”).
- Pazienza, umile fermezza, pace e santità: qualità che, secondo la tradizione cristiana, sono espressione della maturità evangelica sotto la croce.
In sintesi, la preghiera è un grido di solidarietà per le membra più sofferenti del corpo ecclesiale, affinché siano sostenute nello spirito e, per quanto possibile, anche nel corpo.
4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche
Numerosi sono i temi teologici coinvolti nel testo. Si evidenziano:
-
La vita come testimonianza e martirio: il termine “martire” deriva dal greco martys che significa “testimone”. Il martirio di san Giovanni de Brito viene proposto come modello di vita “nella luce del Vangelo”, in fedeltà a Gesù.
“Sarete odiati da tutti a causa del mio nome... ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato.” (Mc 13,13)
- La comunione dei santi e la preghiera di intercessione: Il santo viene invocato perché, nella comunione del corpo mistico, egli può accompagnare e rafforzare i fratelli ancora pellegrini (cfr. CCC 955-958).
-
Il valore della sofferenza sopportata con amore: Gesù nella Passione è mite, perdona i persecutori; la preghiera domanda di saper vivere la stessa “forza d’animo e carità verso chi ci fa del male”.
“Se uno vuole venire dietro a me... prenda la sua croce ogni giorno e mi segua” (Lc 9,23)
“Quando sono debole, è allora che sono forte.” (2Cor 12,10)
- La speranza che si rafforza nella prova: la speranza diventa, nella teologia paolina, la virtù dei tempi difficili, quella che “non delude” (Rm 5,5).
A livello patristico, si può ricordare la costante insistenza dei Padri della Chiesa sul valore spirituale dei martiri. Sant’Agostino, ad esempio, scrive:
“Non è la pena che genera il martire, ma la causa. Soffrire per Cristo e con Cristo: questa è la vera vittoria.” (Sermo 329,1)
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione liturgica
Il testo proposto è una preghiera di intercessione: ci si rivolge a san Giovanni de Brito affinché interceda presso Dio in favore dei cristiani perseguitati. Sono presenti accenti anche di invocazione di lode (quando si riconosce al santo il coraggio nella prova) e di supplica (“sostieni... infondi... insegnaci... fa’ che...”).
La preghiera, indicata esplicitamente come per l’ora sesta, si adatta bene alla liturgia delle ore, specialmente nelle preghiere intercessorie conclusive delle ore minori, ma anche nelle celebrazioni in memoria dei martiri o nelle veglie per i cristiani perseguitati. Può essere utilizzata nel giorno della memoria liturgica di san Giovanni de Brito (4 febbraio), oppure nelle ricorrenze dedicate alla preghiera per la libertà religiosa e i nuovi martiri.
Non è una preghiera di penitenza o di ringraziamento in senso stretto, ma è fortemente caratterizzata da empatia, solidarietà ecclesiale e responsabilità nella fede.
6. Indicazioni pratiche: uso nella preghiera personale e comunitaria, tempi liturgici
Uso personale:
- La preghiera può essere recitata nell’intimità della propria stanza, durante la pausa di mezzogiorno, come sostegno all’offerta quotidiana delle proprie difficoltà, spirituali o materiali, unendole a quelle dei perseguitati in tutto il mondo.
- Particolarmente adatta ai periodi nei quali si attraversano momenti di prova, isolamento o scoraggiamento, per chiedere coraggio e perseveranza nella fede.
Uso comunitario:
- Può essere inserita nelle celebrazioni comunitarie, in modo speciale nella Liturgia delle Ore all’ora sesta, introducendo la preghiera universale o come orazione conclusiva.
- Adatta alle vegli di preghiera, incontri sul tema dei cristiani perseguitati, giornate dedicate ai martiri e missionari, oppure nelle settimane che precedono la Pentecoste (quando si invoca il dono della fortezza).
- Può essere stampata e distribuita come sussidio in gruppi di preghiera, nelle scuole cattoliche e nei movimenti ecclesiali.
Tempi liturgici:
- Quaresima: periodo di penitenza e conversione, in cui il tema della prova nella fede è particolarmente attuale.
- Settimana Santa, in particolare il Venerdì Santo: la preghiera richiama la Passione di Cristo e dei martiri.
- Memoria dei Santi e Martiri: (es. 4 febbraio per san Giovanni de Brito, 24 marzo per i missionari martiri, 29 giugno per san Pietro e Paolo, ecc.).
Così, questa preghiera diventa uno strumento di coscienza ecclesiale, stimolo alla solidarietà, aiuto nella propria spiritualità e veicolo di speranza cristiana, affinché “il coraggio di Cristo risorto risplenda nei cuori di chi soffre”.
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