Rinnovo della Fede con Sant'Agostino di Canterbury per le comunità cristiane in terre di missione

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Sant’Agostino di Canterbury, missionario coraggioso e apostolo della speranza, rivolgo a te la mia umile supplica per tutte le comunità cristiane perseguitate, chiamate a essere testimoni del Vangelo dove la fede è messa a dura prova.
Prega, santo Pastore, per quei tuoi fratelli e sorelle che vivono come minoranza in terre di missione, spesso soli e impauriti, ma ardenti del desiderio di annunciare il Cristo risorto. Intercedi affinché il Signore rinnovi nella loro anima la fede e accenda la speranza che non delude.
Fa’ che, sorretti dal tuo esempio, possano perseverare nel dono della missione cristiana, diventando lievito di Vangelo nella loro società, anche fra incomprensioni e ostilità. Concedi loro la forza di testimoniare l’amore, la compassione e la verità senza timore, radicati nella certezza del tuo patrocinio.
Sant’Agostino, guida e sostegno dei perseguitati, prega per un continuo rinnovo della fede nelle comunità che soffrono, perché sappiano portare la luce di Cristo là dove regnano le tenebre e continuare, con coraggio, la loro missione di pace.
Così sia.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La preghiera a Sant’Agostino di Canterbury nasce da un ricco contesto spirituale e dottrinale radicato nella tradizione cattolica della comunione dei santi, nella memoria dei missionari che hanno portato la fede cristiana in terre nuove e nella sollecitudine della Chiesa per le comunità perseguitate. Sant’Agostino, primo arcivescovo di Canterbury, inviato da Papa Gregorio Magno, è una figura simbolo della missione cristiana, colui che attraversò le frontiere culturali, linguistiche e religiose per diffondere il Vangelo tra i popoli «lontani». Il suo stesso percorso – costellato da ostilità, incomprensioni e prove – lo rende un particolare riferimento per quanti oggi vivono la fede come una sfida continua nel contesto della minoranza e in situazioni di persecuzione o isolamento.
Dottrinalmente, la preghiera si fonda sul mistero della comunione dei santi, di cui il Catechismo della Chiesa Cattolica dice:
«Essendo uniti più intimamente a Cristo, coloro che sono in cielo consolidano più solidamente tutta la Chiesa nella santità, contribuiscono ad accrescere la Chiesa nella fede e nella carità...» (CCC 956)
Profondamente ecclesiale, la supplica riconosce che i santi, in virtù della loro vicinanza a Cristo, possono intercedere presso Dio per i fedeli ancora pellegrini sulla terra, specialmente per coloro provati dal dolore e dalla solitudine della persecuzione. Così facendo, la preghiera ricollega le prove attuali alle radici apostoliche ed evangeliche della Chiesa, proponendo Sant’Agostino come modello e intercessore privilegiato.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
Nella struttura della preghiera è chiaro che il destinatario è Sant’Agostino di Canterbury, “missionario coraggioso e apostolo della speranza”. L’invocazione a lui si rifà alla tradizione della Chiesa di rivolgersi, nei momenti di straordinaria difficoltà, ai grandi santi, specialmente a coloro che hanno vissuto sulla propria carne le stesse sfide dei credenti perseguitati oggi.
Sant’Agostino è scelto come destinatario non solo per la sua storia di evangelizzatore e di fondatore delle prime comunità cristiane in Inghilterra, ma anche perché visse in un’epoca di transizione, caratterizzata da minoranze cristiane, rapporti difficili con le autorità locali e il costante rischio di isolamento. Chiamarlo in causa significa chiedere l’esempio del suo coraggio missionario e quel patrocinio che gli conferisce la sua speciale amicizia con Dio. Come insegna la Lumen Gentium (50):
«I santi, infatti, hanno una carità più piena e, in molti modi, cooperano all’edificazione della Chiesa... Offrono a Dio le preghiere che essi ottengono in terra con il loro esempio e in cielo con la loro intercessione.»
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
Beneficiari diretti della preghiera sono “tutte le comunità cristiane perseguitate” e, in particolare, “quei tuoi fratelli e sorelle che vivono come minoranza in terre di missione”, spesso soli e impauriti. Riflettendo la realtà attuale di molte Chiese sparse nel mondo, la preghiera si fa voce di chi soffre per la fede, chiamato a essere “testimone del Vangelo dove la fede è messa a dura prova.”
I bisogni di queste comunità, così come emergono dal testo, sono spirituali e fisici:
- Perseveranza nella fede: “rinnovi nella loro anima la fede e accenda la speranza”.
- Coraggio nella testimonianza: “forza di testimoniare l’amore, la compassione e la verità senza timore”.
- Protezione dalle persecuzioni: “anche fra incomprensioni e ostilità”.
- Rinnovo dell’identità missionaria anche nelle difficoltà, perché la loro presenza sia il “lievito del Vangelo” nel mondo.
Il bisogno fisiologico di sicurezza e il bisogno spirituale di speranza, consolazione e comunione con la Chiesa universale si intrecciano profondamente, ricordando l’insegnamento paolino secondo cui “Se un membro soffre, tutte le membra soffrono con lui” (1 Cor 12,26).
4. I temi teologici principali
La preghiera sviluppa alcuni nuclei teologici fondamentali.
-
La comunione dei santi e l’intercessione:
La comunità terrena e il santo in cielo sono solidali; la Chiesa celeste sostiene quella pellegrina:«Perciò coloro che sono nel cielo non cessano di intercedere per noi...» (CCC 956)
-
La missione come testimonianza nelle avversità:
Richiamo evangelico:“Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.” (Mt 5,11)
e patristico, come testimonia Tertulliano:“Il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani.”
-
La speranza e il coraggio cristiano:
La preghiera fa esplicito riferimento alla “speranza che non delude” (Rm 5,5), invocando per i perseguitati una rinnovata effusione delle virtù cristiane, in particolare coraggio, carità, compassione e perseveranza. -
Il lievito evangelico nelle società:
La comunità cristiana, anche piccola, opera silenziosamente e trasforma come il lievito nella pasta (cfr. Mt 13,33). È l’ideale missionario di Sant’Agostino: essere presenza che irradia il Vangelo nonostante le avversità.
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica
Questa preghiera appartiene principalmente al genere intercessorio: si rivolge a un santo affinché interceda presso Dio a favore di altri (le comunità perseguitate). Tuttavia, include elementi di lode per il coraggio missionario e di sostegno spirituale per chi soffre.
Nel contesto liturgico, tali preghiere possono trovare spazio durante:
- le celebrazioni eucaristiche nei giorni dedicati ai martiri o ai missionari;
- giornate di preghiera per i cristiani perseguitati (ad esempio quella indetta dalla CEI o da altre Conferenze episcopali);
- in momenti di adorazione eucaristica o nella Preghiera universale, dopo le intenzioni per la pace e i sofferenti;
- nelle Liturgie delle Ore (ad es. aggiunta alle intercessioni delle Lodi o dei Vespri).
6. Indicazioni pratiche sull’uso nella preghiera personale o comunitaria e nei tempi liturgici
Uso personale: Consigliata nelle preghiere quotidiane di chi desidera coltivare la solidarietà universale della Chiesa, o di coloro che portano nel cuore famiglie, amici e membri di comunità cristiane in difficoltà. Può essere recitata specialmente nei momenti di prova, durante la recita del Rosario (nell’intenzione finale) o come preparazione alla Messa.
Uso comunitario: Inseribile nella liturgia della Parola o durante veglie di preghiera e incontri di animazione missionaria; particolarmente opportuna durante:
- la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani,
- la Giornata mondiale della missione (ottobre),
- giornate dedicate ai martiri moderni o alla libertà religiosa,
- ricorrenze legate a Sant’Agostino di Canterbury (il 27 maggio per la Chiesa latina).
È anche un valido strumento per l’animazione spirituale nei gruppi giovanili, negli incontri parrocchiali di formazione missionaria e nei cammini di catechesi per sensibilizzare alla Chiesa sofferente e alla solidarietà universale.
La sua ripetizione in tempi di particolare crisi (persecuzioni, guerre, discriminazioni contro i cristiani) permette di esprimere la certezza che il santo non solo ascolta, ma risveglia nel cuore dei credenti la speranza e la forza che derivano dall’appartenenza alla Chiesa universale e all’esempio luminoso dei grandi testimoni della fede.
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