Preghiera di Intercessione a Santo Stefano per i Cristiani Perseguitati

Preghiera di Intercessione a Santo Stefano per i Cristiani Perseguitati
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O Santo Stefano, primo martire e testimone fedele dell’amore di Cristo,
tu che hai affrontato il martirio con coraggio e mansuetudine, volgi il tuo sguardo compassionevole su tutti i cristiani perseguitati nel mondo.

Intercedi affinché il Signore conceda loro forza nella fede, perché, anche nell’ora della prova più dura, non vacillino davanti all’odio e alla violenza, ma rimangano saldi nella speranza e nell’amore evangelico.

Sostieni, ti preghiamo, coloro che conoscono il martirio spirituale: rafforza i loro cuori nella perseveranza, trasforma la loro sofferenza in seme di santità e rendili capaci di perdonare i loro persecutori, come tu stesso facesti, invocando la misericordia di Dio su chi ti condannava.

O Santo di carità suprema, ottienici dal Signore la liberazione dalla persecuzione, il dono della vera libertà per tutti coloro che professano la fede cristiana, e la luce per chi ancora vive nell’oscurità dell’odio.

Per tua intercessione, possa la Chiesa essere sostenuta nello Spirito e rinascere ogni giorno nella pace e nella fedeltà a Cristo.
Amen.

Spiegazione della Preghiera

1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera

Questa preghiera a Santo Stefano, considerato il primo martire della Chiesa cristiana, si inserisce profondamente nella tradizione della Chiesa cattolica e, più in generale, della spiritualità cristiana antica. Santo Stefano è celebrato il 26 dicembre, subito dopo il Natale, a testimoniare che la nascita del Salvatore comporta anche la chiamata alla testimonianza radicale, fino alla possibilità del martirio.

Il testo della preghiera richiama la figura di Stefano così come presentata negli Atti degli Apostoli (soprattutto Atti 6-7), ovvero quella di un uomo “pieno di fede e di Spirito Santo” (Atti 6,5), capace di predicare con sapienza e di affrontare la morte perdonando i suoi persecutori. Il tema della persecuzione religiosa, ieri come oggi, mantiene un valore fortemente attuale: la Chiesa non dimentica coloro che soffrono a causa della fede, né chi è chiamato al “martirio spirituale”, ovvero alla lotta quotidiana contro prove e opposizioni meno cruente, ma non meno reali.

Dottrinalmente, la preghiera richiama la comunione dei santi: i fedeli sulla terra si affidano all’intercessione di chi, già glorificato in cielo, resta presente come modello e sostegno. Nella spiritualità cristiana, il martirio è il sigillo più perfetto della testimonianza evangelica e strumento di santificazione tanto personale quanto comunitaria, come ricordava Tertulliano: “il sangue dei martiri è seme di cristiani”.

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

La preghiera è rivolta esplicitamente a Santo Stefano, nella sua qualità di protomartire, testimone eccelso della fede e della carità cristiana. Stefano rappresenta il modello perfetto di chi, seguendo Cristo, affronta la violenza e la morte con coraggio e mansuetudine, reagendo all’odio con il perdono e all’ingiustizia con la preghiera per gli stessi persecutori.

La scelta di rivolgersi a Stefano in questo tipo di supplica non è casuale: la sua figura esprime la capacità di passare dalle parole ai fatti, fino al dono supremo di sé. Per questo, la Chiesa lo invoca come protettore dei perseguitati e modello per tutti coloro che si trovano a dover scegliere la fedeltà al Vangelo anche a caro prezzo. Egli è anche una guida nella richiesta della forza per rimanere saldi nella pace interiore e nell’amore evangelico, anche davanti alla più dura delle prove.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

I principali beneficiari dell’intercessione invocata sono:

  • I cristiani perseguitati in ogni parte del mondo, cioè coloro che subiscono discriminazioni, vessazioni, violenze o addirittura la morte per la loro fede.
  • Coloro che affrontano il “martirio spirituale”, ossia tutti i fedeli oppressi da sofferenze interiori, ostilità quotidiane, derisioni, emarginazioni e prove fisiche o morali a motivo della testimonianza cristiana.
  • La Chiesa tutta, che chiede di essere rinnovata nella fedeltà a Cristo, nella pace e nella forza dello Spirito Santo.

I bisogni affrontati sono sia spirituali (forza nella fede, perseveranza, capacità di perdono, speranza, libertà interiore) sia fisici e sociali (protezione dalle persecuzioni, liberazione da pericoli, riconoscimento della libertà di professare la fede). La preghiera manifesta inoltre la consapevolezza che la sofferenza patita per amore di Cristo può diventare “seme di santità”, in una visione profondamente cristocentrica e pasquale.

4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche

Questa preghiera racchiude diversi temi teologici centrali:

  • Testimonianza e martirio: Stefano è “testimone fedele dell’amore di Cristo” (Atti 6-7); il termine “martire” deriva proprio dal greco “martys”, cioè “testimone”.
  • Forza nella fede e perseveranza: la preghiera si ispira direttamente all’esempio di Stefano, che “pieno di grazia e di potenza” (Atti 6,8) non vacilla di fronte al rifiuto e alla violenza.
  • Perdono dei persecutori: Stefano, in punto di morte, prega: “Signore, non imputare loro questo peccato” (Atti 7,60), replicando le parole di Gesù sulla croce (“Padre, perdona loro…” Lc 23,34).
  • L’intercessione dei santi: come ricorda il Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 956): “Essi non cessano di intercedere per noi presso il Padre”.
  • La sofferenza trasformata in salvezza e santità: secondo la visione patristica espressa da Tertulliano e Ignazio di Antiochia.
  • Chiesa sotto la prova: la supplica finale richiama la dimensione comunitaria della fede nella storia, secondo il mandato evangelico: “Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi” (Giovanni 15,20).

Possiamo citare anche una riflessione di Sant’Agostino:

“Santo Stefano ha amato i suoi nemici perché volle essere simile al suo Maestro anche su questo punto. […] L’amore porta a pregare per i persecutori.”

5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica

La preghiera appartiene in primo luogo al genere dell’intercessione, poiché si chiede a Santo Stefano di pregare per i cristiani perseguitati e per tutta la Chiesa. Ma in essa confluiscono anche elementi di lode (“O Santo di carità suprema”), supplica (“ottenici dal Signore la liberazione…”) e, in misura minore, di ringraziamento implicito per il modello donato alla Chiesa.

Nella tradizione liturgica, preghiere e orazioni a Santo Stefano si ritrovano soprattutto nelle liturgie del 26 dicembre — giorno della sua memoria — ma anche in occasioni di preghiera per i martiri di oggi, nelle veglie di preghiera contro la persecuzione religiosa, nelle celebrazioni speciali per la libertà religiosa e nelle invocazioni comunitarie nei momenti di prova.

Il ricordo e la preghiera per i martiri hanno sempre segnato la spiritualità della Chiesa, nella consapevolezza che “il martirio… è un dono e la suprema testimonianza della carità” (Catechismo, n. 2473).

6. Indicazioni pratiche: uso personale, comunitario e nei tempi liturgici

Questa preghiera può essere utilizzata sia a livello personale sia comunitario:

  • Nella preghiera personale: può essere inserita nella meditazione quotidiana, soprattutto come aiuto per affrontare momenti di prova, di solitudine o di incomprensione a causa della fede. Può anche essere recitata ogni volta che si ricordano cristiani perseguitati nel mondo (ad esempio leggendo notizie di cronaca).
  • Nella preghiera comunitaria: trova una collocazione privilegiata nelle celebrazioni del 26 dicembre, nelle ore liturgiche dedicate ai santi martiri, nelle Giornate internazionali di preghiera per i cristiani perseguitati o per la libertà religiosa.
  • Nei tempi forti dell’anno liturgico: il Tempo di Natale, nell’ottava che ricorda anche altri santi martiri (Innocenti, Giovanni Apostolo), è il momento più adatto; ma anche la Quaresima, tempo di meditazione sulla sequela di Cristo e sulla croce, offre occasioni propizie.
  • Può essere adattata come intenzione nel Rosario, nelle Litanie dei santi, nelle veglie di preghiera o durante l’adorazione eucaristica.

Praticamente, è opportuno recitarla:

  • in un momento di silenzio, dopo aver letto un brano degli Atti degli Apostoli;
  • in gruppo, inserendola nelle “preghiere dei fedeli” o nei momenti di intercessione comunitaria;
  • come atto di affidamento prima di intraprendere attività impegnative o rischiose per la fede cristiana;
  • per accompagnare spiritualmente coloro che soffrono e tutti i “martiri nascosti” della storia attuale.

In ogni caso, la preghiera a Santo Stefano aiuta a non dimenticare la dimensione del martirio — anche silenzioso e quotidiano — e a rinnovare il proprio impegno a seguire Cristo, nella libertà e nella carità che vincono ogni odio.

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Preghiere per Martirio spirituale, Libertà dalla persecuzione