Preghiera a Sant'Agostino di Canterbury per la Fede Operosa delle Comunità Ecomeniche

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Sant’Agostino di Canterbury, apostolo e guida dei popoli, umilmente ci rivolgiamo a te, come comunità che cerca la comunione e la pace.
Tu che hai attraversato mari e confini per annunciare il Vangelo, sostieni il nostro cammino di unità. Ispira in noi una fede operosa, capace di tradursi in gesti concreti di amore fraterno.
Fa’ che le nostre diversità diventino ricchezza, e non ostacolo, affinché insieme, nel rispetto reciproco, possiamo testimoniare la gioia del Vangelo. Dà coraggio alle nostre parole e rende fecondi i nostri lavori comuni, perché la nostra azione sia segno della tua presenza viva.
Intercedi per le nostre comunità ecumeniche: illumina i nostri cuori, guida i nostri passi e rendici strumenti instancabili di unità, speranza e carità.
Sant’Agostino di Canterbury, accompagna il nostro impegno, perché insieme possiamo costruire un mondo di pace e di misericordia. Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera
Questa preghiera a Sant’Agostino di Canterbury si inserisce in un contesto spirituale profondamente segnato dall’impegno per l’evangelizzazione, il dialogo ecumenico e la ricerca dell’unità tra i cristiani. Sant’Agostino, vissuto tra il VI e il VII secolo, è celebre come il “padre della Chiesa in Inghilterra” in quanto inviato da Papa Gregorio Magno a evangelizzare le isole britanniche. La sua missione fu emblematica non solo per l’annuncio del Vangelo a popolazioni pagane, ma anche per la sapiente azione di costruzione di ponte tra diverse culture, tradizioni e modi ecclesiali.
Dottrinalmente, questa preghiera richiama temi quali la comunione della Chiesa (communio ecclesiarum), la necessità della carità operosa e della testimonianza cristiana vissuta nell’unità (cfr. Lumen Gentium, 9-10), nonché l’importanza della preghiera d’intercessione per il bene universale. Il testo suppone che la santità sia frutto sia della missione personale sia dell’impegno comunitario, fondandosi su una spiritualità che riconosce nei santi modelli e intercessori efficaci presso Dio.
Lo spirito ecumenico è sottolineato sia nella memoria della figura di Agostino, chiamato a costruire ponti tra popoli e Chiese, sia nella supplica per le “nostre comunità ecumeniche”, in linea con gli orientamenti conciliari e post-conciliari in materia di unità tra i cristiani (cfr. Unitatis Redintegratio, 1-4).
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera è chiaramente indirizzata a Sant’Agostino di Canterbury, riconosciuto come “apostolo e guida dei popoli”. In qualità di intercessore e modello di fede, viene invocato come chi ha concretamente incarnato il superamento di barriere culturali e religiose “attraversando mari e confini per annunciare il Vangelo”.
I destinatari immediati dell’invocazione sono quindi:
- Sant’Agostino, affinché interceda presso Dio e accompagni il cammino delle comunità cristiane;
- I membri delle comunità riunite, chiamati a vedere in Agostino un esempio di coraggio, misericordia e dedizione missionaria.
Sant’Agostino è invocato per la specificità del suo carisma: unire, costruire e sostenere il dialogo nella diversità, divenendo così patrono privilegiato nei percorsi di unità e di cooperazione tra diversi cristiani e popoli.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
I principali beneficiari dell’intercessione sono le “nostre comunità ecumeniche”, cioè tutte le assemblee cristiane impegnate nella reciproca conoscenza e nel cammino di unità, ma anche ogni singolo fedele che ricerca la pace, la comunione e la carità operosa.
I bisogni a cui la preghiera risponde sono molteplici:
- Spirituali: crescita nella fede, ispirazione di una fede fattiva (“ispira in noi una fede operosa”), trasformazione delle diversità in ricchezza e occasione di comunione, testimonianza autentica della gioia evangelica.
- Comunitari: coraggio nelle parole e nelle azioni comuni, fecondità del lavoro condiviso, promozione dell’unità, della speranza e della carità.
- Personali e sociali: superamento delle divisioni, ricerca della pace e della misericordia, sostegno nei momenti di difficoltà ecclesiale e sociale.
Centrale è l’attenzione non solo alle necessità interiori e spirituali ma anche alle dinamiche concrete delle comunità: la preghiera invoca una ricaduta pratica (“gesti concreti di amore fraterno”, “fecondi i nostri lavori comuni”) come frutto dello spirito di unità.
4. Temi teologici principali, con eventuali citazioni bibliche o patristiche pertinenti
La preghiera tocca diversi temi teologici di rilievo:
- Unità e diversità nella Chiesa: “fa’ che le nostre diversità diventino ricchezza”. Questo risuona la teologia della Chiesa come “corpo” fatto di molte membra (cfr. 1 Corinzi 12, 12–27):
“Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra.” (1 Cor 12,27)
- Fede operosa e carità: Il richiamo a una fede che si traduce in azione richiama la dottrina di Giacomo 2,17:
“Così anche la fede: se non ha le opere, è morta in se stessa.” (Gc 2,17)
- Testimonianza della gioia evangelica: Un tema caro a Papa Francesco, sottolineato anche da Paolo VI in Evangelii Nuntiandi, 80:
“Il mondo contemporaneo… ha bisogno di testimoni più che di maestri.”
- Unità e speranza: La preghiera riflette anche il grido di Gesù nell’ultima Cena:
“Che siano una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.” (cf. Giovanni 17,21)
Su base patristica, il modello di Agostino di Canterbury richiama il principio agostiniano della unitas in diversitate (“unità nella diversità”) testimoniato dai primi concili e dagli scritti dei Padri.
5. Genere di preghiera e collocazione nella tradizione liturgica
La preghiera appartiene soprattutto al genere dell’intercessione; è una supplica rivolta a un santo affinché interceda presso Dio per specifiche necessità della Chiesa e delle comunità. Si colgono anche tratti di lode (“apostolo e guida dei popoli”), di invocazione e di committenza missionaria.
Nella liturgia, simili preghiere trovano posto:
- Nella liturgia delle Ore durante la memoria o la festa di Sant’Agostino di Canterbury (26 maggio);
- Durante celebrazioni ecumeniche, incontri tra Chiese, settimane di preghiera per l’unità dei cristiani;
- Nei momenti di discernimento o di avvio di iniziative pastorali comuni tra comunità cristiane differenti.
Tale struttura riflette la tradizione cattolica e ortodossa dell’invocazione ai santi come intercessori viventi nella comunione dei santi (cfr. CCC 958, 2683).
6. Indicazioni pratiche: uso personale, comunitario e nell’anno liturgico
Come usare la preghiera:
- A livello personale: come spunto per la meditazione quotidiana, soprattutto per chi è impegnato in opere di riconciliazione, dialogo, servizio ecclesiale ed ecumenico. Si può pregare all’inizio della giornata o prima di incontri significativi.
- A livello comunitario: durante liturgie, assemblee pastorali, incontri ecumenici, momenti di preghiera per la pace e per l’unità dei cristiani.
- Tempi forti dell’anno liturgico:
- 26 maggio: memoria liturgica di Sant’Agostino di Canterbury;
- Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18–25 gennaio);
- Eventi di avvio di cammini sinodali o pastorali condivisi;
- In occasione di anniversari, iniziative comuni tra Chiese sorelle o reti di carità inter-parrocchiali.
Suggerimenti pratici:
- Si può alternare la recita di questa preghiera con momenti di silenzio e letture bibliche sulla unità.
- Può essere adattata inserendo intenzioni specifiche legate ai bisogni locali o alle sfide attuali della comunità.
- Nelle famiglie, può essere utilizzata come invocazione all’inizio o al termine di incontri di fraternità.
- Si può recitare questa preghiera in processioni, momenti penitenziali o di riconciliazione tra gruppi diversi.
In sintesi, questa preghiera a Sant’Agostino di Canterbury esprime la ricca tradizione spirituale della Chiesa nel coniugare invocazione dei santi, impegno per la comunione e attenzione ai bisogni concreti delle comunità, offrendo una traccia preziosa per un cammino di unità nella carità.
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