Benedizione con San Juan Diego per i fioristi e i giardinieri

Beneficiari:  Artisti Sacri
Tipologie:  Benedizione
Benedizione con San Juan Diego per i fioristi e i giardinieri
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Benedizione degli Artisti Sacri nella Natura

O San Juan Diego Cuauhtlatoatzin, tu che hai accolto il miracolo * nella quiete della collina fiorita*, proteggi con il tuo esempio tutti gli Artisti Sacri che trovano gioia nelle forme della creazione.

Benedici le *mani e i cuori* di chi, contemplando la natura, scopre in essa la felicità vera e profonda.
Fa’ che ogni pennellata, ogni scultura, ogni melodia risuoni come canto di gratitudine per la bellezza che ci circonda e che il creato diventi un ponte tra la terra e il Cielo.

Dona a noi, o Santo Messaggero di Maria, la grazia di custodire negli occhi la meraviglia, nel cuore la gioia semplice di ogni fiore e nel nostro spirito la forza di trasmetterla agli altri con opere d’arte ispirate.

Benedici gli artisti che celebrano la natura, affinché la loro opera sia messaggio di speranza e luce per il mondo. Fa’ che nella loro felicità creativa si rifletta l’amore divino, così come tu riflettesti la Luce della Vergine sulle colline del Tepeyac.
Amen.

Spiegazione della Preghiera

1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera

La Benedizione degli Artisti Sacri nella Natura nasce dall’incontro tra la spiritualità cristiana e la sensibilità artistica verso la creazione. Questa preghiera si inserisce in una solida tradizione della Chiesa che riconosce l’arte come una forma di lode a Dio e la natura come riflesso della Sua gloria.

San Giovanni Paolo II, nella Lettera agli Artisti (1999), affermava: “L’arte è per sua natura una sorta di appello al mistero: tanto più autentica e profonda essa è, tanto più potrà avvicinarsi al mistero ineffabile di Dio e della Creazione”. Alla luce di ciò, la preghiera esprime una teologia della creazione che riflette il messaggio di Laudato Si’ di Papa Francesco, il quale invita a riscoprire la natura come dono ricevuto da Dio da contemplare e custodire, e l’arte come via privilegiata per riconoscere e comunicare la bellezza divina.

L’invocazione a San Juan Diego Cuauhtlatoatzin, il veggente indigeno del miracolo di Guadalupe, colloca la preghiera all’interno della tradizione latinoamericana e della spiritualità mariana. Juan Diego, che accolse il miracolo tra i fiori selvatici sul monte Tepeyac, incarna la meraviglia del creato come segno della benevolenza divina e la semplicità del cuore aperta a Dio. Così, la preghiera invita a imitare la sua disposizione nell’accogliere la bellezza e la grazia di Dio attraverso la natura.

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

La preghiera è rivolta a San Juan Diego Cuauhtlatoatzin, proclamato santo da Giovanni Paolo II nel 2002 e primo santo indigeno del continente americano. La Chiesa lo venera come umile messaggero di Maria che, attraverso la sua fede semplice e aperta alla meraviglia, fu scelto come testimone del miracolo del manto guadalupano, impregnato di simboli cosmici e floreali della tradizione nahua.

San Juan Diego è invocato qui come protettore e modello per gli Artisti Sacri, perché egli stesso ha vissuto una fede che si è lasciata impressionare dalla bellezza della natura e che ha saputo accogliere il dono, anche artistico, del segno mariano (l’immagine della Vergine sul suo tilma). Nel presentare i fiori selvatici raccolti sulla collina (segno di novità e purezza) a Maria e poi al vescovo, Juan Diego diventa simbolo di chi offre la bellezza a Dio e agli uomini.

La scelta di San Juan Diego come intercessore ideale mette in risalto la spiritualità del vedere e del custodire (“guarda con meraviglia, custodisci con tenerezza”), propri della vocazione artistica e cristiana.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

Il testo invoca la benedizione per gli Artisti Sacri che trovano gioia nelle forme della creazione — pittori, scultori, musicisti, poeti, fotografi, architetti, artigiani, e tutte le persone che, attraverso l’arte sacra, contemplano la natura e ne fanno veicolo di espressività spirituale.

I bisogni che la preghiera affronta sono sia spirituali che fisici:

  • Il bisogno di ispirazione, di riconoscere nella natura una fonte perenne di felicità vera e profonda.
  • La necessità di custodire la meraviglia nello sguardo e la gioia semplice nel cuore, opponendosi al rischio di assuefazione o cinismo che spesso colpisce l’artista moderno.
  • Il dono di trasmettere ad altri, attraverso le proprie opere, la luce e la speranza della bellezza divina.
  • Il bisogno di protezione delle “mani e dei cuori”, cioè delle capacità artistiche e delle motivazioni interiori, per resistere a tentazioni di superficialità, vanità o scoraggiamento.

La preghiera vede l’arte non soltanto come un compito estetico, ma come una missione: essere ponte tra la terra e il Cielo, rendendo visibile il Mistero attraverso i segni della natura. L’artista sacro, perciò, si riconosce come mandato a interpretare e trasmettere questo messaggio di speranza e luce al mondo contemporaneo.

4. I temi teologici principali

Numerosi sono i temi teologici che attraversano questa preghiera:

  • La Creazione come rivelazione della bellezza di Dio: La natura è vista come espressione della bontà e della creatività divina (cfr. Gen 1,31: “Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona”). La contemplazione del creato diventa vocazione alla lode e all’imitazione di Dio Creatore.
  • L’arte come risposta vocazionale: Gli artisti sacri sono chiamati a rispondere con le loro capacità al dono della creazione, trasfigurando il mondo per rivelarne le scintille di eternità. Si ritrova qui la riflessione di San Basilio Magno: “Noi che godiamo della bellezza della creazione, rendiamo gloria al Creatore” (Omelie sull’Esamerone).
  • L’intercessione mariana: Chiedere a Juan Diego, “Santo Messaggero di Maria”, di aiutare a riflettere la Luce della Vergine significa chiedere di essere orientati verso Maria, icona dell’ascolto e della disponibilità a Dio, e quindi verso Cristo, centro della vita cristiana.
  • L’arte come missione di comunione: Il creato è qui “ponte tra la terra e il Cielo”, secondo il pensiero patristico sul valore simbolico della natura in rapporto alla realtà celeste (cfr. Gregorio di Nissa, “La vita di Mosè”).
  • La speranza e la luce: L’opera dell’artista sacro è chiamata ad essere “messaggio di speranza e luce”, in coerenza con l’invito biblico: “Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera” (Rm 12,12).

Come sintesi, la preghiera vive una profonda armonia con la dottrina della Chiesa e la riflessione patristica e biblica sulla vocazione artistica e la sacralità della natura.

5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica

Il testo è una preghiera di benedizione/intercessione. Si chiede al santo, per intercessione della Vergine Maria, la protezione e la benedizione per una specifica categoria di fedeli (gli artisti sacri), valorizzandone il ruolo nella Chiesa e nella società.

Nella tradizione liturgica cattolica, ci sono momenti, feste o riti in cui si benedicono particolari professioni o stati di vita (benedizione degli sposi, degli studenti, dei lavoratori…). Allo stesso modo, questa preghiera può inserirsi durante:

  • Celebrazioni a tema artistico (feste patronali degli artisti, mostre, inaugurazioni di opere sacre).
  • Giornate dedicate alla custodia del creato.
  • Momenti mariani, date la devozione e la figura chiave di San Juan Diego e della Madonna di Guadalupe.

Rientra nella dimensione della lode (per il creato), del ringraziamento, ma soprattutto dell’intercessione e della supplica per una benedizione specifica.

6. Indicazioni pratiche: uso nella preghiera personale, comunitaria e tempi dell’anno liturgico

Per valorizzare questa preghiera nella vita personale e comunitaria, si possono seguire alcuni suggerimenti pratici:

  • Recitarla personalmente prima di iniziare un’opera artistica, come invocazione dello Spirito e preparazione del cuore alla lode tramite la creatività.
  • Usarla in gruppi di artisti cristiani o associazioni culturali, magari come conclusione di laboratori, incontri o ritiri spirituali, per riscoprire il senso profondo della propria vocazione.
  • Integrare la preghiera in una celebrazione eucaristica dedicata agli artisti, rendendola parte della preghiera dei fedeli o come benedizione finale.
  • Adottarla durante particolari momenti liturgici:
    • Nel mese di maggio o in altre ricorrenze mariane (come il 12 dicembre, festa della Madonna di Guadalupe).
    • Nel Tempo del Creato (1 settembre–4 ottobre), periodo dedicato in varie confessioni a riflettere su ambiente e creazione.
    • Nella festa di San Juan Diego (9 dicembre), come atto di affidamento degli artisti sacri alla sua protezione.
  • Associarla ad un breve momento di contemplazione della natura o a un’adorazione eucaristica silenziosa, in cui lasciare che le ispirazioni ricevute si trasformino poi in arte e testimonianza.

In sintesi, questa preghiera si rivela uno strumento spirituale prezioso per chi cerca di unire la bellezza artistica e la profondità della fede, riconoscendo in San Juan Diego un intercessore vicino e sensibile al mistero della creazione e della vocazione artistica nella Chiesa.

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