Preghiera a Dio per la Bellezza dei Cervi

Destinatari:  Dio
Beneficiari:  Cervi
Tipologie:  Lode
Preghiera a Dio per la Bellezza dei Cervi
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Lode a Te, Dio Creatore, per la grazia e la bellezza dei cervi, messaggeri silenziosi della Tua Felicità che pulsa in ogni creatura.

Nel loro passo leggero, nella loro presenza silvestre, rallegrano le foreste e i campi con la Tua serenità e la Tua armonia, rendendo ogni luogo un tempio della Tua Maestà.

Ti lodiamo, o Signore, perché nel loro sguardo timido e fiero si riflette il mistero della libertà. Siano essi, per noi, maestri di umiltà e di gioia in comunione con la natura.

Ti supplichiamo: proteggi i cervi dalla caccia indiscriminata, dalla perdita delle foreste, dagli egoismi dell’uomo. Stendi la Tua mano potente su di loro, e custodisci la loro vita affinché la loro bellezza non venga mai meno sulla faccia della Terra.

Fa’ che il loro movimento elegante continui a essere un inno vivente alla Tua creazione, una testimonianza della gioia che Tu infondi in ogni essere che abita i boschi.

A Te la lode, la gioia e la gratitudine, per la felicità che i cervi portano nel mondo, segno del Tuo infinito amore.

Spiegazione della Preghiera

1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera

La preghiera proposta – “Lode a Te, Dio Creatore, per la grazia e la bellezza dei cervi, messaggeri silenziosi della Tua Felicità che pulsa in ogni creatura” – si inserisce profondamente nel rinnovato contesto spirituale e dottrinale del cristianesimo contemporaneo, soprattutto dopo l’impulso dato da papa Francesco con la Laudato Si’. Al cuore di questa prospettiva vi è il riconoscimento della creazione non solo come scenario della storia della salvezza, ma come soggetto stesso della lode, portatrice della presenza di Dio (“Laudato si’, mi’ Signore, cum tucte le Tue creature”, Francesco d’Assisi).

Questa preghiera si radica nella spiritualità della lode cosmica, dove ogni creatura, animale o essere umano, diventa espressione e testimonianza della bontà e della bellezza del Creatore. Si riflette qui la visione biblica secondo cui la creazione stessa partecipa alla redenzione e anela a essere liberata (Romani 8,19-22: “La creazione stessa attende con impazienza la manifestazione dei figli di Dio… tutta insieme geme e soffre”).

L’atteggiamento di meraviglia, rispetto, protezione e responsabilità verso ogni essere vivente – qui rappresentato dal cervo – è pienamente conforme alla dottrina cattolica e ortodossa sulla sacralità della vita e la vocazione umana a essere custodi del creato. La preghiera si colora di una delicata ecospiritualità, espressione di una teologia in cui la cura della Terra si traduce in preghiera, contemplazione e impegno concreto.

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

La preghiera è indirizzata direttamente al Dio Creatore, appellato con termini che ne esaltano la bontà e la signoria universale: Signore, fonte di grazia, di felicità e di bellezza. L’allocuzione è permeata di confidenza e stupore filiale, secondo lo stile dei salmi e delle preghiere liturgiche.

Nel rivolgersi a Dio, la comunità orante o il singolo fedele riconosce in Lui l’origine e il senso delle creature. La scelta di rivolgere la supplica al Creatore e non genericamente alla “Natura” o a forze impersonali distingue in modo preciso questo testo da molte preghiere laiche o panteiste: è una preghiera cristiana, fondata su una relazione personale con Dio, Creatore e Signore di tutto.

Inoltre, nel testo si trova una chiara dinamica di lode (“Ti lodiamo, o Signore”) e di intercessione (“Ti supplichiamo: proteggi i cervi…”), che sottolinea come Dio sia considerato interlocutore vivo, capace di ascoltare e agire nella storia e nella natura.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

La preghiera intercede anzitutto per i cervi, simbolo qui di tutte le creature vulnerabili e della biodiversità minacciata. Il testo chiede esplicitamente protezione dalla “caccia indiscriminata”, dalla “perdita delle foreste”, dagli “egoismi dell’uomo”, facendo emergere una coscienza acuta riguardo ai rischi di estinzione e alla distruzione degli habitat naturali.

In senso più ampio, i bisogni affrontati sono di due tipi:

  • Fisici: la sopravvivenza degli animali (cervi), la conservazione degli ambienti naturali, la richiesta di protezione efficace e concreta.
  • Spirituali: il desiderio che gli uomini imparino dalla natura la “libertà”, “umiltà” e “gioia”, entrando in comunione rispettosa con il creato – che qui diventa “tempio” della Maestà divina. La preghiera auspica che la presenza e l’eleganza dei cervi restino “un inno vivente alla creazione”, cioè testimonianza di una gioia e di una bellezza che provengono da Dio.

In definitiva, se i cervi sono i primi beneficiari dell’intercessione, l’orizzonte si allarga all’intera umanità: ci si augura che l’uomo non più predatore ma custode possa ricevere la gioia, la felicità e la gratitudine che ogni creatura è chiamata a vivere e a donare.

4. Temi teologici principali (con citazioni bibliche o patristiche)

Emergono nella preghiera diversi temi teologici fondamentali:

  • La bellezza come riflesso della gloria di Dio: “Nel loro passo leggero, nella loro presenza silvestre, rallegrano le foreste e i campi con la tua serenità…” che richiama il Salmo 104: “Signore, quanti sono i tuoi prodigi, li hai fatti tutti con sapienza!”
  • La lode cosmica: tutta la creazione rende lode a Dio, proseguendo la linea dei salmi (cf. Sal 148: “Lodate il Signore… tutti gli animali selvatici e domestici…”).
  • La natura come tempio della Maestà divina: “ogni luogo un tempio della tua Maestà” richiama la patristica (Origene: “Anima e cosmo sono templi dove Dio desidera essere glorificato”).
  • L’animale come maestro: il riferimento ai cervi come “maestri di umiltà e di gioia” evoca la tradizione monastica che vedeva negli animali una fonte di ammaestramento spirituale (cf. san Francesco e i Fioretti; Giovanni Climaco: “L’umiltà si impara dai semplici animali dei campi”).
  • Cura e custodia del creato: coerente con la Genesi: “Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse” (Gen 2,15).
  • L’intercessione per le creature non umane: in linea con tradizioni monastiche e medievali (cfr. preghiere di intercessione di san Francesco per lupi, uccelli, animali bisognosi).

Nel suo insieme la preghiera si fa portavoce di una visione teologica secondo cui la natura non è semplicemente da utilizzare, ma da custodire, ascoltare e amare.

5. Genere di preghiera e collocazione nella tradizione liturgica

Questa invocazione si può classificare come una preghiera di lode e di intercessione. Nella sua struttura si riconosce il modello delle lodi bibliche (“Lode a te, Dio Creatore…”), tipico della tradizione ebraico-cristiana, unito all’intercessione (“Ti supplichiamo: proteggi…”) e al ringraziamento finale.

Benché non faccia parte della liturgia ufficiale (come i salmi, i prefazi o le preghiere eucaristiche), il tono e la forma sono compatibili con momenti di preghiera personale, adorazione eucaristica, liturgie della Parola o celebrazioni in occasione della Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato o altre ricorrenze ecologiche. Può essere impiegata anche in ambiti monastici o in contesti francescani, dove il legame con le creature trova un’eco liturgica e spirituale consolidata.

6. Indicazioni pratiche: uso personale, comunitario e tempi liturgici

Questa preghiera può essere utilizzata in diversi modi, sia a livello individuale che comunitario:

  • Nella preghiera personale: come atto di contemplazione durante passeggiate in natura, meditazione mattutina, o come conclusione di una giornata, recuperando il senso della bellezza e della gratitudine verso Dio.
  • In comunità: può introdurre o concludere celebrazioni dedicate alla cura del creato, incontri di educazione ambientale cristiana, feste legate a san Francesco e alla spiritualità della creazione.
  • Nei tempi dell’anno liturgico: particolarmente consigliata nella Settimana della Creazione (1-7 settembre), nella festa di san Francesco (4 ottobre), nel tempo ordinario come modo per riscoprire la dimensione “verde” della fede, e in ogni momento di crisi ecologica come preghiera di intercessione per gli animali minacciati.

A livello pratico, la preghiera può essere ripetuta dopo la proclamazione della Parola quando si medita sul tema della creazione (cf. Genesi 1 e 2; Salmo 104), o accompagnata da silenzio contemplativo, canto di lode, ascolto di suoni della natura.

Infine, può essere adattata e ampliata includendo altre specie animali o richieste specifiche, diventando così un modello di preghiera ecumenica e intergenerazionale, capace di unire credenti di tutte le età nella lode e nella custodia della Casa Comune.

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