Preghiera allo Spirito Santo per la Meraviglia del Creato

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Lode allo Spirito Santo, che soffia sulla vastità degli oceani e anima la vita in ogni creatura.
Ti rendiamo grazie per le balene, maestose e silenziose custodi degli abissi, per la loro danza che riempie il mare di armonia e pace. Nel loro canto riconosciamo la voce della felicità in natura, segno della Tua presenza creatrice che invita al rispetto e alla meraviglia.
Spirito Santo, riempi i nostri cuori di stupore e gioia ogni volta che contempliamo queste creature imponenti. Fa’ che questo sentimento diventi impegno, un desiderio ardente di proteggere gli oceani e tutti i loro abitanti, perché possano continuare a proclamare la gloria della Tua creazione.
Donaci occhi nuovi per vedere la bellezza e le relazioni che legano ogni essere vivente, nutri in noi una felicità profonda che nasce dall’essere parte di questa grande famiglia, e che trova nella cura della natura la sua più alta espressione di lode a Te.
Benedetto Tu sei, Spirito della Vita, che ci insegni a gioire insieme alle balene in questo meraviglioso cammino nella tua Creazione. Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La preghiera “Lode allo Spirito Santo” si colloca pienamente entro la tradizione cristiana che riconosce lo Spirito Santo come principio vivificante di tutta la Creazione. Il testo si ispira alla spiritualità biblica e patristica che vede nel soffio dello Spirito l’origine e la forza che sostiene ogni essere vivente: “manda il tuo spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra” (Salmo 104,30). Qui la lode e il ringraziamento non si limitano all’agire divino sugli uomini, ma si irradiano alla totalità del creato, mostrando una visione integrale e incarnata della spiritualità cristiana.
In questo senso, la preghiera si muove in linea con il magistero recente della Chiesa, ad esempio con l’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, che richiama la necessità di riconoscere e lodare Dio nella bellezza e nella grandezza di ogni creatura, e invita l’uomo ad assumersi una responsabilità verso l’ambiente come parte centrale della sua vocazione spirituale. Il riferimento esplicito alle balene e agli oceani non è solo poetico, ma teologico: ogni creatura proclama la gloria del Creatore e la custodia del creato diventa atto di lode a Dio.
Inoltre, il testo rimanda anche alla sensibilità francescana: san Francesco d’Assisi lodava Dio “per tutte le creature”, vedendo negli animali e negli elementi naturali dei fratelli spirituali e dei segni della bontà divina. La preghiera invita perciò ad una conversione ecologica e ad una percezione sacramentale della realtà naturale, nel segno di una teologia dello Spirito che non si oppone alla materia ma la anima e la trasfigura.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera si rivolge innanzitutto allo Spirito Santo, la Terza Persona della Trinità, riconosciuto come il “Signore e datore di vita” (dal Credo niceno-costantinopolitano). Questo è esplicitato già nell’incipit: “Lode allo Spirito Santo, che soffia sulla vastità degli oceani e anima la vita in ogni creatura”. Lo Spirito qui è celebrato nella sua azione cosmica e vivificatrice, fedele alla descrizione biblica: “lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque” (Genesi 1,2). Questa scelta mette in evidenza una teologia pneumatologica che abbraccia tutta la realtà, non solo la sfera umana, intuizione già presente nella tradizione orientale e in autori come Ireneo di Lione e Basilio il Grande.
Rivolgersi allo Spirito Santo è inoltre un gesto di apertura spirituale: significa invocare colui che rende nuove tutte le cose e che suggerisce all’uomo la capacità di riconoscere, lodare, rispettare e proteggere le meraviglie del creato. La scelta di questo “destinatario divino” sottolinea che la custodia della natura e il senso di meraviglia nei confronti del mondo animale non sono solo obblighi etici o filantropici, ma radici spirituali profonde e dono proveniente dall’alto.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
Nella preghiera, si intercede per molteplici beneficiari. In primo luogo, le balene e, simbolicamente, tutti gli abitanti degli oceani e della natura, invocando la protezione e la continuità della loro esistenza: “un desiderio ardente di proteggere gli oceani e tutti i loro abitanti, perché possano continuare a proclamare la gloria della Tua creazione”.
Tuttavia, il vero focus dell’intercessione è la conversione del cuore umano:
- Chiede che i fedeli siano riempiti di stupore e gioia ogni volta che contemplano le creature di Dio, superando l’indifferenza e il cinismo moderno.
- Prega perché questo stupore si traduca in impegno concreto e responsabilità ecologica, aprendo a una “felicità profonda che nasce dall’essere parte di questa grande famiglia”.
- Domanda occhi nuovi per vedere le relazioni che legano tutti gli esseri viventi, sollecitando una crescita sia spirituale sia etica nella cura del prossimo e del creato.
I bisogni spirituali affrontati sono dunque il desiderio di meraviglia, la riconciliazione con il creato, la gioia di sentirsi uniti agli altri esseri viventi, e la motivazione concreta a prendersi cura della Terra.
Dal punto di vista dei bisogni fisici e sociali, la preghiera risponde all’urgenza globale della tutela degli oceani e della biodiversità, ponendo la questione ambientale all’interno di una visione di fede.
4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche
Il testo si intreccia su alcuni nodi teologici fondamentali:
- Lodare Dio nel creato: La lode allo Spirito Santo nasce dalla contemplazione della bellezza e della grandezza degli esseri viventi, eco del Cantico delle Creature e dei Salmi (“Lodino il Nome del Signore… animali domestici e selvatici, rettili e uccelli che volano” – Salmo 148).
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Lo Spirito come principio di vita: Richiamo sia alla Genesi (“soffio di vita”) sia alla visione pneumatologica dei Padri. Come scrive Basilio il Grande:
“Lo Spirito infonde la vita e conserva tutto il creato nella sua esistenza.”
- Armomia tra le creature: Il canto delle balene descritto come “voce della felicità in natura” ricorda la visione biblica in cui tutta la creazione proclama la gloria di Dio (Salmo 19) e si unisce alla liturgia celeste.
- Responsabilità ecologica come risposta spirituale: La richiesta di essere riempiti di stupore e di tradurre la gioia per il creato in impegno concreto trova una forte eco nell'enciclica Laudato si’ (“Il nostro rapporto con la natura non è opzionale, ma parte integrante dell’esperienza religiosa” – LS 66).
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Ecologia relazionale: “Donaci occhi nuovi per vedere la bellezza e le relazioni che legano ogni essere vivente” suggerisce una teologia della comunione universale, come affermava san Gregorio di Nazianzo:
“L’intera creazione partecipa a un’unica, grande liturgia di lode al Creatore.”
5. Genere di preghiera e collocazione nella tradizione liturgica
Questa preghiera appartiene principalmente al genere della lode e del ringraziamento, con un tono di intercessione sia per le balene e gli oceani sia, in modo più ampio, per i fedeli, affinché ricevano lo stupore e la gioia nel riconoscere la bellezza della creazione. Si può anche ravvisare un accento penitenziale indiretto, poiché invita a superare l’indifferenza e l’incuria dell’uomo verso il creato.
Nella tradizione liturgica, questa preghiera si inserisce in quella linea innovativa riscoperta in tempi recenti che lega la spiritualità cristiana alla custodia del creato. Trova una sua naturale collocazione in contesti come:
- Celebrazioni per il Tempo del Creato (1 settembre - 4 ottobre)
- Veglie ecumeniche per la salvaguardia dell’ambiente
- Preghiere per la pace e la giustizia sociale nelle liturgie contemporanee
- Momenti di alerta ecologica o iniziative pastorali dedicate alle tematiche ambientali
Non è un testo liturgico propriamente detto (come un prefazio o una collecta ufficiale), ma si presta bene alla preghiera spontanea, comunitaria e personale, in armonia con l’antica tradizione della preghiera di lode cosmica.
6. Indicazioni pratiche: uso nella preghiera personale, comunitaria e tempi dell’anno liturgico
La “Lode allo Spirito Santo” propone un itinerario spirituale accessibile ma profondo, adatto a diversi contesti:
- Preghiera personale: Può essere utilizzata all’inizio della giornata per educare lo sguardo alla bellezza, alla gratitudine e alla responsabilità verso il creato. Si può pregare dinanzi ad immagini di oceani o nella contemplazione della natura, per favorire la meditazione e il senso di appartenenza all’universo creato.
- Preghiera comunitaria: È particolarmente adatta in celebrazioni ecumeniche, incontri di gruppi parrocchiali, movimenti giovanili, ritiri spirituali dedicati all’ecologia e sensibilizzazione ambientale. Può essere recitata anche in processioni simboliche (ad esempio presso laghi, fiumi, mari) o come momento di lode durante i laboratori didattici sulla cura del creato.
- Nell’anno liturgico: Trova il suo spazio privilegiato nel “Tempo del Creato” (settembre-ottobre). Può essere inserita come preghiera dei fedeli, come meditazione dopo la comunione, nelle celebrazioni della festa di San Francesco d’Assisi (4 ottobre), della Pentecoste (dove si celebra lo Spirito vivificatore), oppure in iniziative in occasione della Giornata Mondiale della Terra (22 aprile) e nelle ricorrenze ONU legate agli oceani.
- Nella catechesi: Strumento efficace per introdurre bambini, giovani e adulti al mistero della creazione e alla responsabilità ambientale; può essere integrata in cammini educativi parrocchiali o associativi.
L’uso di questa preghiera rafforza la consapevolezza che il cristiano svolge un ruolo di “custode dell’opera di Dio” e aiuta a creare una comunione tra fede, scienza e impegno pratico per la salvaguardia della casa comune, offrendo una pedagogia spirituale che unisce contemplazione e azione concreta.
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