Atto di Fede nella Misericordia di Dio con Santa Teresa di Lisieux

Atto di Fede nella Misericordia di Dio con Santa Teresa di Lisieux
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Atto di Fede e Abbandono

O Santa Teresa di Lisieux, tu che hai vissuto con cuore semplice la via dell’abbandono, intercedi per noi e per tutte le persone con poca fede. Nel momento della prova, quando il dubbio cresce e la paura della morte ci assale, ottienici lo sguardo puro del tuo cuore fiducioso.

Noi crediamo in un Dio che è Padre, infinitamente misericordioso e vicino a ciascuno dei suoi figli, soprattutto nelle tenebre e nel dolore della morte. Anche quando vacilliamo, anche quando la nostra fede sembra spegnersi, proclamiamo la nostra fiducia nella Misericordia di Dio, che non abbandona mai, ma accoglie con bontà e amore chiunque ritorni a Lui.

Ottienici la grazia di abbandonarci totalmente tra le braccia del Padre, senza timore, nella semplicità che ti fu propria. Aiutaci a credere che, nella morte come nella vita, la Sua misericordia ci precede e ci accompagna.

Signore, accresci in noi la fiducia che il Tuo amore vince ogni debolezza, che la Tua misericordia ci solleva e ci riaccoglie sempre.

Santa Teresa, piccola via della fiducia e dell’abbandono, guida i nostri cuori a riconoscere la tenerezza del Padre in ogni istante, e soprattutto nell’ora della nostra morte. Amen.

Spiegazione della Preghiera

1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera

Questa preghiera, intitolata “Atto di Fede e Abbandono”, affonda le sue radici spirituali nella spiritualità di Santa Teresa di Lisieux, Dottore della Chiesa e modello della “piccola via”. Teresa di Gesù Bambino, vissuta alla fine del XIX secolo, ha proposto un cammino spirituale caratterizzato dall’abbandono fiducioso tra le braccia del Padre, dall’umiltà, dalla consapevolezza della propria piccolezza e da una fede illuminata dalla misericordia divina. L’intera preghiera si colloca nel solco del messaggio evangelico dell’infanzia spirituale: tornare al cuore semplice e confidente del bambino posto fiduciosamente tra le braccia di Dio (cfr. Mt 18,3-4).

Il testo mostra un profondo radicamento nella dottrina cattolica sulla Divina Misericordia e sulla paternalità di Dio. Il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna che “Dio, che è Padre, si mostra misericordioso verso quanti si affidano a Lui con fede” (CCC 211, 221). L’esperienza di Teresa nei momenti di oscurità, soprattutto negli ultimi tempi della sua vita, costituisce il terreno esperienziale su cui si sviluppa questa preghiera, offrendo un esempio luminoso di fiducia anche nelle prove estreme, come la paura, il dubbio o l'imminenza della morte.

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

La preghiera si rivolge esplicitamente a Santa Teresa di Lisieux, invocandone l’intercessione. Teresa è scelta come esempio e guida per la sua via dell’abbandono: “tu che hai vissuto con cuore semplice la via dell’abbandono, intercedi per noi”. I fedeli si affidano a lei non solo come modello di fede, ma come intercessora presso il Padre, capace di comprendere le loro lotte per averle vissute in prima persona.

Lo scopo del rivolgersi a Teresa risiede nella sua esperienza personale di fede purificata nelle prove, nella notte oscura e nelle tentazioni contro la fede, specialmente durante la malattia terminale. Così, la santa si presenta come “sorella maggiore” nella fede, guida e sostegno soprattutto nel momento della prova, del dubbio e della morte.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

I beneficiari della preghiera sono, in primo luogo, tutti coloro che hanno poca fede: “intercedi per noi e per tutte le persone con poca fede”. L’invocazione ha quindi un respiro universale, abbracciando le persone che sperimentano il dubbio, la debolezza spirituale, la paura della morte e la fatica a credere nella bontà e vicinanza di Dio, soprattutto nei momenti di sofferenza o di fine vita.

I bisogni che la preghiera vuole affrontare sono profondamente umani e spirituali:

  • La tentazione del dubbio: il timore che, nella sofferenza o nel dolore, Dio possa abbandonare l’uomo.
  • La paura della morte: il bisogno di affrontare il passaggio ultimo nella luce della fede e della misericordia.
  • L’invocazione di una fede più pura e fiduciosa: chiedere la grazia di guardare la realtà con lo sguardo “puro del cuore fiducioso” di Teresa.
  • L’abbandono sereno alla Divina Provvidenza: imparare a deporre ogni timore e affidarsi all’amore paterno di Dio.
Tali bisogni rispecchiano in particolare le inquietudini dell’uomo contemporaneo, alla ricerca di senso e di sicurezza di fronte all’incertezza della vita e della morte.

4. Temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche

La preghiera sviluppa diversi grandi temi teologici:

  • La Misericordia di Dio: “Dio... infinitamente misericordioso...”; “proclamiamo la nostra fiducia nella Misericordia di Dio… che accoglie con bontà e amore chiunque ritorni a Lui”.
    “Il Signore è misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore” (Sal 145,8).
  • La Paternità di Dio: elemento centrale nella spiritualità teresiana, qui evocato come abbandono totale tra le braccia del Padre.
    “Abbà! Padre! Tutto è possibile a te…” (Mc 14,36).
    “Voi dunque pregate così: Padre nostro…” (Mt 6,9).
  • La Fede provata e l’abbandono: “Anche quando vacilliamo… proclamiamo la nostra fiducia…”; “Ottienici la grazia di abbandonarci totalmente…” Emerge l’insegnamento evangelico sul credere senza vedere (Gv 20,29) e il doloroso camminare “nella notte”.
  • La Piccolezza evangelica: Teresa, proclamata dottore per la sua via della piccola infanzia spirituale, propone l’umiltà quale percorso privilegiato per accedere al cuore di Dio.
    “Chi diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli” (Mt 18,4).
  • La Speranza cristiana nella morte: “Aiutaci a credere che, nella morte come nella vita, la Sua misericordia ci precede e ci accompagna.”
Nel pensiero patristico, si possono ricordare sant’Agostino (“In te Domine, speravi…”, Sal 30) e san Gregorio di Nissa (“Nulla turbi l’anima affidata a Dio”). Santa Teresa scrive: “La fiducia, e nient’altro che la fiducia, deve condurci all’Amore” (Manoscritto C, 36v).

5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica

Questa orazione si configura principalmente come preghiera di intercessione (attraverso Santa Teresa) e di fiducioso abbandono. Si accompagna a una dimensione di confessione di fede (“crediamo... proclamiamo la nostra fiducia...”), di supplica (“ottienici... aiutaci... guida i nostri cuori...”), e di lode verso la misericordia e la paternità divine.

Nella tradizione liturgica cattolica, preghiere con questa impostazione trovano posto nella preghiera personale, nei momenti di adorazione, nelle veglie di preghiera, nei tempi di particolare prova, in preparazione al sacramento dell’Unzione degli Infermi, durante la recita del Rosario (specialmente ai misteri dolorosi o gloriosi), come preghiera conclusiva o invocazione nelle celebrazioni in onore di Santa Teresa, nel giorno della sua memoria liturgica (1° ottobre) o in suffragio dei defunti.

6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale o comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico

Uso personale:

  • Recitala nei momenti di prova, specialmente quando senti venir meno la fiducia, o ti assale la paura (ad esempio durante la malattia, in prossimità di operazioni, o di fronte al lutto).
  • Adatta la preghiera come atto quotidiano di affidamento al risveglio o prima di dormire, per educare progressivamente il cuore all’abbandono.
Uso comunitario:
  • Può essere inserita in veglie di preghiera, nella Liturgia delle Ore (ad esempio, nelle Intercessioni delle Lodi o dei Vespri), nei gruppi di preghiera che invocano l’intercessione dei santi.
  • Adatta per celebrazioni penitenziali, incontri per malati o anziani, e ogni volta che si desideri meditare sulla fiducia in Dio.
  • Risulta particolarmente opportuna durante la novena a Santa Teresa (22 settembre - 1 ottobre) o nella sua memoria liturgica (1 ottobre).
  • Può essere usata durante il Mese dei Defunti (novembre), nelle Messe di suffragio, e nella pastorale del lutto.

Per favorire la meditazione, si suggerisce di pronunciare lentamente ogni invocazione, completandola con momenti di silenzio per interiorizzare il senso di abbandono e lasciar risuonare la fiducia e la speranza.

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