Lamento a Dio per la confusione religiosa vissuta da chi ha poca fede

Ascolta la Preghiera
Dio, tu che tutto vedi e tutto conosci, ascolta la voce di chi, oggi, si sente smarrito nel cammino della fede.
Vengo a Te per conto di coloro che hanno poca Fede, uomini e donne che ogni giorno vivono la confusione religiosa, stretti tra domande che non trovano risposta e in mezzo a voci che sovrastano il Tuo silenzio.
Perché, Signore, il Tuo volto sembra nascosto? Perché le parole apprese da bambini non bastano, e il cuore spesso si chiude nella sfiducia? Ti cerchiamo nell’ombra delle nostre incertezze, e anziché luce, troviamo solo oscurità e turbamento.
Signore, sentiamo il peso del dubbio, la fatica di credere quando mille pensieri contrastanti ci travolgono. Siamo stanchi, a volte increduli, ma desiderosi di sentire la Tua presenza.
Manda un segno della Tua vicinanza; dona una luce che rischiari la strada di chi ti cerca tra le nebbie del disorientamento. Non lasciare che le voci discordanti coprano il Tuo sussurro, ma parla forte al cuore di chi vacilla.
Abbi pietà di noi che lamentiamo la nostra debolezza e tieni stretto chi ancora non riesce a fidarsi completamente. Consegniamo a Te la nostra confusione, chiedendo coraggio di attendere la Tua risposta.
Dio fedele, non permettere che l’incertezza ci allontani da Te, ma accompagnaci ogni giorno con la Tua luce e verità.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
Questa preghiera nasce da un vissuto profondamente umano e universale nella storia della fede cristiana: quello del dubbio, della confusione religiosa e della “notte della fede”. Nella tradizione spirituale della Chiesa, momenti di aridità e oscurità, domande senza risposta, sfiducia e tentazioni al dubbio attraversano costantemente il cammino degli uomini e delle donne che cercano Dio.
La Scrittura mostra chiaramente questo percorso: dai Salmi di lamentazione (“Dio mio, perché mi hai abbandonato?” - Sal 22,2) all’esperienza di santi e padri della Chiesa come San Giovanni della Croce (la “notte oscura dell’anima”), la lotta interiore tra fede e dubbio è riconosciuta non come un fallimento, ma come una tappa feconda nel cammino verso la maturità spirituale.
Dottrinalmente, la Chiesa insegna che la fede è dono (“per grazia siete salvati mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio”, Ef 2,8) ma anche lotta, scelta libera e rinnovata che può incontrare ostacoli. Il Catechismo ammette apertamente che “la fede è spesso vissuta nell’oscurità” (CCC 164), ma è proprio in questa condizione che lo Spirito Santo interviene come luce, consolatore e forza nel cammino dei credenti e di chi cerca sinceramente la verità.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
Questa preghiera si rivolge direttamente a Dio onnisciente e compassionevole: lo si interpella in quanto colui che tutto vede e conosce, anche i più nascosti moti del cuore umano. Il tono è di supplica fiduciosa, quasi a porre davanti a lui l’impotenza e la fame di senso dei credenti affaticati.
Chi prega funge da intercessore e “voce” di tutti coloro che attraversano la crisi della fede. Si riconosce la realtà di chi “si sente smarrito nel cammino della fede”, mostrando empatia e solidarietà con quanti oggi vivono perplessità religiose, crisi, fatiche spirituali legate sia al contesto culturale (pluralismo religioso, indifferenza, influsso di voci discordanti) sia alle proprie battaglie interiori.
Benché la preghiera possa essere recitata anche in forma personale, essa enfatizza l’aspetto comunitario e solidale della fede, invitando ciascuno a caricarsi del fardello degli altri davanti al Signore, in una fraternità spirituale che abbraccia in particolare i più deboli e fragili.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
Il primo e principale beneficiario è la categoria dei “coloro che hanno poca fede”, ovvero tutti i battezzati – e, più in generale, chiunque sia in ricerca – che sperimentano il peso del dubbio e l’insufficienza delle risposte ricevute nell’infanzia o nelle prime esperienze religiose.
I bisogni evidenziati sono profondamente spirituali e psicologici:
- La confusione religiosa – la fatica di orientarsi tra dottrine, insegnamenti, pensieri e influenze nella società contemporanea.
- Il sentimento di oscurità, distanza e silenzio di Dio; la sensazione che le domande restino inascoltate o inevase.
- La sfiducia, la tentazione a chiudersi, l’incapacità di sentire la presenza di Dio.
- La fatica del credere, la stanchezza e incredulità, il bisogno di un segno di vicinanza divina.
A livello fisico e sociale, la preghiera sottintende anche il desiderio di essere custoditi nella speranza, di non cedere alla paura, all’isolamento o alla solitudine che spesso accompagnano la crisi di fede.
4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche pertinenti
La preghiera tocca alcuni temi teologici di rilievo:
- Assenza e silenzio di Dio: tema centrale nei Salmi (“Fino a quando, Signore, mi nasconderai il tuo volto?” Sal 13,2), nelle esperienze di Giobbe, Elia (1 Re 19) e nei santi; la ricerca di Dio nel buio porta alla maturità della fede.
- Fede come cammino nella prova: “Beati quelli che pur non avendo visto crederanno” (Gv 20,29); la fede spesso non ha il conforto dell’esperienza sensibile.
- Desiderio di segni: È umano chiedere “un segno della Tua vicinanza” (Mt 12,39), ma la fede autentica si costruisce anche sull’attesa e sulla fiducia che Dio opera nei tempi e nei modi che solo lui conosce.
- Preghiera d’intercessione e comunione dei santi: Chi prega non lo fa solo per sé, ma abbraccia l’intero popolo dei dubbiosi, richiamando l’immagine di Mosè che intercede per Israele (Es 32,11-14).
- Luce e verità come dono: “Manda la tua luce e la tua verità; mi guidino al tuo santo monte” (Sal 43,3); solo la grazia e lo Spirito possono rischiarare le tenebre interiori.
Patristicamente, Sant’Agostino invita così chi fatica a credere:
“Cerca colui che cerchi, ma cerca per trovarlo, e trovalo per cercarlo ancora.” (Sant’Agostino, Discorso 69,1)E San Giovanni della Croce insegna:
“Per andare dove non sai devi passare per dove non sai.” (San Giovanni della Croce, Detti di luce e d’amore, 1)
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica
La struttura e il contenuto della preghiera indicano soprattutto il genere intercessorio e di supplica. È anche una preghiera di lamentazione e penitenza, tipica dei salmi (“Perché, Signore…?”, “Ascolta la voce…”), in cui si confessa la propria insufficienza e si implora pietà.
Non manca, sul finale, il tono di fiducia e affidamento: “Consegniamo a Te la nostra confusione, chiedendo coraggio di attendere la Tua risposta”, con un’apertura alla speranza che la luce di Dio non mancherà mai del tutto a chi la cerca con cuore sincero.
Dal punto di vista liturgico, preghiere simili sono frequenti nei momenti penitenziali (quaresima, confessione), nelle veglie di preghiera per chi si è allontanato dalla fede, oppure nei momenti di adorazione eucaristica dove si porta davanti al Signore la condizione spirituale della comunità.
6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale, comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico
Questa preghiera può essere utilizzata sia a livello personale sia in contesti comunitari:
- Nella preghiera personale: È particolarmente adatta nei “deserti interiori”, nei momenti in cui una persona si sente smarrita, tentata dal dubbio, oppressa dal senso di lontananza di Dio. Può essere il testo-guida per un tempo di silenzio, di meditazione, o inserito nell’esame di coscienza serale.
- In comunità: Può essere pregata all’inizio o alla fine di incontri di catechesi con adolescenti, giovani e adulti; usata come orazione di introduzione nelle celebrazioni penitenziali; durante veglie di preghiera per i lontani, oppure nelle assemblee in cui si riflette sulla fede oggi.
- Durante l’anno liturgico:
- Quaresima: Momento privilegiato per portare davanti a Dio la confusione e i dubbi, vivendo la conversione come ricerca e attesa della luce pasquale.
- Tempo Ordinario: Quando emergono indifferenza e routine.
- In occasione di anniversari di battesimo, cresima o durante i riti di accoglienza dei catecumeni: Per sensibilizzare alla realtà della fatica della fede.
Si suggerisce di leggerla lentamente, sostando sulle parole più incisive (“oscurità e turbamento”, “manda un segno della tua vicinanza”, “consegniamo a te la nostra confusione”), eventualmente lasciando spazio al silenzio dopo ciascun paragrafo, permettendo a chi ascolta di affidare a Dio i nomi concreti di coloro che stanno vivendo crisi spirituali.
Può essere integrata nella Liturgia delle Ore come preghiera colletta opzionale, oppure usata al termine di incontri di discernimento o accompagnamento spirituale. In particolare, la sua lettura può essere un modo per abbattere la vergogna e il senso di isolamento che accompagna spesso la crisi di fede, aprendola alla comunità e all’abbraccio misericordioso di Dio.
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