Preghiera alla Beata Vergine Maria della Visitazione e a Santa Elisabetta per le Persone con Poca Fede

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O Beata Vergine Maria, nel giorno in cui hai visitato Santa Elisabetta, portando in te la gioia e la speranza di Gesù, ti rivolgiamo questa semplice preghiera.
Tu che hai creduto anche quando tutto sembrava impossibile, sostieni chi oggi sente la fede vacillare e si lascia prendere dal dubbio e dalla paura.
Insegnaci il tuo coraggio, fa’ che il nostro cuore si apra come il tuo all’ascolto di Dio, anche quando non comprendiamo il Suo progetto.
Maria, mamma di tenerezza, dona a ciascuno di noi una fede più forte, capace di resistere nei momenti difficili e di crescere nella luce del Signore.
Come Elisabetta fu colmata di gioia dalla tua visita, fa’ che anche noi sentiamo la Tua presenza che ci consola e ci rafforza sulla via della fiducia.
O Maria e Santa Elisabetta, accompagnate con amore chi teme, chi vacilla, chi cerca: restate accanto a noi, amici discreti e madri premurose.
Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera
Questa preghiera si colloca nel ricco alveo della spiritualità mariana cristiana, riflettendo in particolare il mistero della Visitazione (Lc 1,39-56), uno degli episodi più significativi nei Vangeli e celebrato come secondo mistero gaudioso del Rosario. In questo evento, la giovane Maria, “portando in sé la gioia e la speranza di Gesù”, si mette in viaggio per servire la cugina Elisabetta, che attende Giovanni Battista. L’incontro tra le due donne è carico di una gioia profondamente teologale: Maria, piena di Spirito Santo e del Verbo incarnato, diventa mediatrice dell’annuncio messianico e della carità operosa.
Dottrinalmente, la preghiera richiama alcuni capisaldi della mariologia:
- Maria come modello di fede. La sua fede salda è descritta da Elisabetta (“Beata colei che ha creduto”: Lc 1,45), anche quando, nella prova, il disegno di Dio appare misterioso.
- Maria come madre della speranza. Porta nel proprio grembo il Salvatore, simboleggiando la venuta della salvezza e dell’amore divino nel mondo.
- Maria come presenza consolatrice per la Chiesa e per ogni credente smarrito. Questo tratto si sviluppa soprattutto nella spiritualità popolare e nell’insegnamento patristico (ad es. sant’Ambrogio: “In Maria, la Chiesa ha il suo modello”).
Inoltre, la preghiera si inserisce nei percorsi della fede ecclesiale: il valore della comunione dei santi, il riferimento alla fiducia nella provvidenza e all’apertura alla chiamata di Dio per ciascuno.
2. Destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera si rivolge in primo luogo alla Beata Vergine Maria, invocata con diversi titoli:
- Come “mamma di tenerezza” e mediatrice della grazia e della consolazione.
- Come modello di fede, coraggio e apertura al mistero di Dio.
Nella parte finale, la preghiera si allarga anche a Santa Elisabetta, coinvolgendo in modo inedito la santità “reciproca” di queste due donne. È un dettaglio teologicamente significativo: qui Elisabetta non è solo testimone, ma diventa compagna di intercessione, suggerendo una comunione dei santi “femminile” e relazionale. Si manifesta così la percezione della Chiesa come comunità di sostegno, sorellanza e coraggio nella fede.
Infine, i destinatari immediati sono i credenti che recitano la preghiera, invitati a riceverne conforto e stimolo spirituale.
3. Beneficiari per cui intercede e bisogni spirituali/fisici che affronta
La preghiera intercede soprattutto per chi vive momenti di fragilità nella fede:
- per chi sente la fede vacillare,
- per chi è preso dal dubbio e dalla paura,
- per chi teme, chi vacilla, chi cerca.
Sono menzionate esplicitamente le condizioni esistenziali proprie della vita umana: dubbio, paura, incomprensione del progetto di Dio, solitudine nella ricerca. In tal senso, si fa eco alla condizione di chi attraversa crisi interiori, passaggi difficili o si sente smarrito nel proprio cammino spirituale.
Oltre ai bisogni spirituali, la preghiera suggerisce anche quelli psicologici e relazionali: richiesta di consolazione (“fa’ che anche noi sentiamo la tua presenza che ci consola”), desiderio di essere accompagnati da “amici discreti e madri premurose”. Ciò richiama la funzione terapeutica della fede e della preghiera, che si fa risposta alle ferite dell’animo e fonte di speranza concreta nella fatica quotidiana.
Infine, si invoca una fede più forte, capace di resistere nelle prove e di crescere nella luce, segnalando una dimensione di maturazione spirituale insieme individuale e comunitaria.
4. Temi teologici principali (con citazioni bibliche o patristiche)
Sono almeno cinque i grandi temi che la preghiera tocca:
- La fede di Maria. Risuona il versetto:
«E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto» (Lc 1,45)
La fede della Vergine è paradigma per ogni cristiano, secondo la visione di sant’Agostino:“Maria è più beata per aver creduto in Cristo che per aver partorito la carne di Cristo”
(Sermo 25,7). - La presenza dell’Emmanuele. Maria porta Gesù, la gioia e la speranza, compimento della profezia:
«Il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la giovane concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele» (Is 7,14)
- La carità operosa. Maria non si chiude in sé ma va “in fretta” da Elisabetta (Lc 1,39), diventando segno che la fede genera servizio e attenzione al prossimo.
- La gioia nella prova. Come nell’esclamazione di Elisabetta e nel Magnificat mariano (Lc 1,46-55), la vera gioia nasce dal riconoscere l’opera di Dio in mezzo alle difficoltà.
- La comunione dei santi e la maternità spirituale di Maria e Elisabetta. Sant’Ambrogio sottolinea:
“In ognuno c’è un’anima che magnifica il Signore, se solo ha la fede di Maria”
(Expositio Evangelii sec. Lucam, 2,19), ribadendo il legame tra esperienza personale e testimonianza di fede trasmessa.
Riecheggiano, inoltre, i temi della fiducia nella Provvidenza, della consolazione dello Spirito e della compagnia della Chiesa “materna” nei confronti di ogni credente.
5. Genere di preghiera e collocazione nella tradizione liturgica
La preghiera si presenta come una orazione di intercessione, con elementi di supplica, invocazione e richiesta di coraggio e fede. Vi sono accenti di lode per la figura di Maria (“mamma di tenerezza”), la memoria del mistero della Visitazione e una delicata componente di affidamento, tipica della preghiera al materno intercedere della Vergine.
Nel cursus liturgico della Chiesa, questa preghiera trova la sua collocazione sia nelle liturgie mariane (specialmente la festa della Visitazione, il 31 maggio), sia nelle devozioni popolari (rosario, novene a Maria, incontri di preghiera per gli ammalati o i bisognosi di speranza). Potrebbe essere usata nelle liturgie penitenziali o in momenti di riflessione spirituale, laddove si avverta il bisogno di rifugio e sostegno nella sopportazione delle prove.
Essendo rivolta in parte anche a Santa Elisabetta, può essere inserita nelle celebrazioni dedicate ai santi “minori” o alle donne della Scrittura, valorizzando il ruolo delle donne nella storia della salvezza.
6. Indicazioni pratiche: uso nella preghiera personale o comunitaria e tempi dell’anno liturgico
Questa preghiera si presta ad un uso molto versatile, sia nella preghiera personale che comunitaria:
- A livello personale: può essere recitata al mattino per affidare la giornata al Signore attraverso Maria, o in serata come ringraziamento per la Sua protezione nelle difficoltà. È adatta anche come preghiera di discernimento, quando si affrontano scelte difficili e momenti di crisi nella fede.
- In comunità: può aprire o concludere incontri di catechesi, gruppi di preghiera mariani, ritiri spirituali, oppure integrare momenti di adorazione o liturgie penitenziali.
Inoltre, trova particolare risalto nei tempi liturgici seguenti:
- Tempo di Avvento: quando la Chiesa attende la venuta del Messia guardando a Maria come modello. La Visitazione è spesso meditata nel secondo mistero gaudioso del Rosario.
- Festa della Visitazione (31 maggio): può essere usata in modo privilegiato in questa data, sia in celebrazioni eucaristiche che in vespri e processioni.
- Momenti di difficoltà comunitaria (malattie, crisi collettive, lutti): si può chiedere l’intercessione di Maria e Santa Elisabetta per la consolazione dei sofferenti.
- Giornate di preghiera per le donne, le maternità difficili, le madri sole o chi si prende cura degli altri: la preghiera richiama la solidarietà femminile e il dono della cura in senso evangelico.
È possibile aggiungere intenzioni personali, invocando Maria e Elisabetta come “madri premurose” anche per situazioni concrete personali o familiari. Può essere accompagnata dalla lettura del brano evangelico della Visitazione (Lc 1,39-56) e dalla recita del Magnificat.
In sintesi, la preghiera è una risorsa preziosa per attingere conforto, coraggio e fiducia nello Spirito, sia nel cammino individuale che nella vita ecclesiale, lasciandosi guidare dallo sguardo e dal cuore accogliente di Maria verso la gioia pasquale che nasce dall’incontro con Gesù.
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