Coroncina alla Divina Misericordia per i moribondi in guerra
Coroncina alla Divina Misericordia per i Malati Terminali e i Moribondi a causa della Guerra
O Divina Misericordia, fonte inesauribile di amore e compassione, ci rivolgiamo a Te in questo momento di prova estrema, per implorare la Tua misericordia sugli ammalati terminali e su quanti muoiono, strappati dal conforto, nella solitudine e nell’angoscia della guerra.
Eterno Padre, ti offriamo il Corpo, il Sangue, l’Anima e la Divinità del Tuo amatissimo Figlio, nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di loro e del mondo intero.
O Cuore misericordioso di Gesù, circonda i malati terminali e i moribondi con la Tua presenza amorevole. Non abbandonarli nel loro dolore, ma avvolgili nella luce della Tua speranza e nella dolcezza del Tuo perdono, specialmente coloro che si spengono lontani dai propri cari, devastati dalla guerra e dalla sofferenza.
Gesù, confido in Te. O Misericordia infinita, accogli le anime dei moribondi nel Tuo abbraccio e fa’ che, purificate dal Tuo amore, possano trovare pace e riposo eterno alla presenza del Tuo volto.
Padre buono, per la Tua Misericordia senza fine, consola chi muore solo e disperato, guida la loro anima verso la pace, dona sollievo ad ogni angoscia, asciuga ogni lacrima, perché nessuno varchi la soglia della morte senza conoscere la Tua pietà.
Con questa preghiera, o Signore, Ti affidiamo tutti i sofferenti e i dimenticati, certi che il Tuo amore supera ogni abisso e che la Tua Misericordia trionfa anche nel buio della morte.
O Divina Misericordia, salva il mondo intero.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La Coroncina alla Divina Misericordia per i Malati Terminali e i Moribondi a causa della Guerra si inserisce in una profonda tradizione cristiana radicata nella devozione alla Divina Misericordia, diffusa in tutto il mondo dopo le rivelazioni private ricevute da Santa Faustina Kowalska, proclamata santa da Giovanni Paolo II nel 2000.
L’esperienza mistica di Suor Faustina, sostenuta dalla teologia del Novecento e dalla drammatica storia delle guerre mondiali, ha fatto emergere con forza l’importanza dell’invocazione della misericordia divina, soprattutto per coloro che vivono la sofferenza estrema e la morte.
La dottrina cattolica insegna che la misericordia di Dio è superiore a ogni peccato e sofferenza umana (cf. Rm 5,20: "Dove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia"). La preghiera in esame si nutre di questa certezza, abbracciando in particolare le vittime delle guerre che sono spesso abbandonate, violentemente strappate a una morte serena, e private del conforto umano e spirituale.
Sul piano dottrinale la “coroncina” prolunga, in chiave intercessoria, il mistero della redenzione offerto da Cristo attraverso la sua passione e la sua opera di riconciliazione universale. La solidarietà cristiana espressa in questa preghiera si radica nella comunione dei santi e nella fiducia nel valore redentivo della preghiera per i morenti (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 1032).
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera si rivolge anzitutto a Dio Padre, alla Divina Misericordia e al Cuore misericordioso di Gesù. Questi sono i principali destinatari perché, nella prospettiva cristiana, solo Dio può salvare, consolare e santificare nei momenti estremi della vita. Il richiamo all’Eterno Padre, espressione fortemente biblica e liturgica, rimanda all’autorità suprema della Trinità che riceve l’offerta del sacrificio redentivo di Cristo.
Anche Gesù, chiamato per nome nella formule supplicanti ("Gesù, confido in Te"), è chiaramente invocato come sorgente di compassione e speranza; il suo Cuore misericordioso esprime la speciale attenzione per chi soffre nell’ultima ora. Il linguaggio di questa preghiera richiama, infine, la struttura delle invocazioni tipiche della Coroncina alla Divina Misericordia, in cui ogni intenzione è diretta esplicitamente a Gesù come mediatore e salvatore universale.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
La preghiera intercede specificamente per gli ammalati terminali e i moribondi, con particolare attenzione a coloro che stanno affrontando la morte a causa della guerra. Qui vengono inclusi:
- le vittime civili e militari dei conflitti armati,
- coloro che si trovano a morire soli, senza il conforto dei propri cari né il supporto della comunità cristiana,
- i malati terminali privati delle cure necessarie dalle condizioni belliche,
- tutti gli “ultimi”, i dimenticati e gli anonimi che spesso sprofondano nella disperazione e nel silenzio.
I bisogni spirituali presi in carico sono: il perdono dei peccati, la pace interiore, la consolazione nell’angoscia, il sentirsi amati e accolti anche nel momento della morte, la speranza di un abbraccio eterno, la luce sul senso della sofferenza e un estremo riconoscimento della dignità personale.
A livello fisico e psicologico la preghiera domanda: alleviamento dal dolore, la “dolcezza del perdono”, la consapevolezza di non essere “abbandonati”, la forza per affrontare la solitudine e il sollievo da ogni angoscia esistenziale.
4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche
Fra i temi teologici principali emergono:
- La divina misericordia: Sottolineata come “fonte inesauribile di amore e compassione”, riprende l’attributo centrale del Dio rivelato nel Vangelo. «Misericordia io voglio, e non sacrificio» (Mt 9,13; Osea 6,6).
- Redenzione universale: L’offerta del Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Cristo al Padre riprende la teologia sacrificale della Messa e della preghiera riparatrice (cf. Eb 9,26; 1 Gv 2,2: “Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo”).
- Comunione dei santi: La solidarietà orante abbraccia “chi soffre e chi viene dimenticato”, proiettando la preghiera oltre i limiti del tempo e dello spazio (1 Cor 12,26: "Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme").
- Speranza escatologica: L’invocazione di luce, speranza, pace e vita eterna, esprime la fede cristiana nella vita dopo la morte (Gv 14,2-3: “Nella casa del Padre mio vi sono molti posti… quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me”).
Padri della Chiesa e santi hanno spesso richiamato il valore della preghiera per i moribondi:
«Con la pietà verso i defunti aiutiamo coloro che, dopo la fine di questa vita, non possono più meritare nulla per sé» (Sant’Agostino, Sermo 172).
L’insistenza sulla misericordia nei momenti estremi si collega alla parabola evangelica del “Buon Ladrone” (Lc 23,39-43) e alle parole di Gesù: “Oggi sarai con me in Paradiso”, a garanzia che la misericordia divina supera ogni colpa e disperazione al momento della morte.
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica
Questa supplica appartiene essenzialmente al genere intercessorio, ma vi sono forti accenti di penitenza (si invoca l’espiazione per i peccati), di affidamento (“Gesù, confido in Te”), di ringraziamento e lode (“O Divina Misericordia, fonte inesauribile…”).
La sua struttura riecheggia la Coroncina alla Divina Misericordia, recitata spesso dalle ore 15 (ora della morte di Gesù) o durante l’adorazione eucaristica. Non è formalmente parte della Liturgia delle Ore o del Messale, ma trova posto nella tradizione devozionale popolare, raccomandata dai Papi – specialmente in occasione di conflitti, emergenze sanitarie e situazioni di morte imminente.
La preghiera, nelle su parti liturgiche e bibliche, si rifà anche alle preghiere per i defunti, alle Litanie della Divina Misericordia e a quelle degli agonizzanti (come raccomandato nel Rituale Romano per l’assistenza agli infermi e ai moribondi).
6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale o comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico
A livello personale, la coroncina può essere:
- Recitata ogni volta che si apprende la notizia di vittime della guerra o di persone care gravemente malate;
- Utilizzata durante la visita agli ammalati terminali, in ospedale o in casa di cura, per accompagnare il passaggio all’altra vita;
- Offerta spiritualmente durante la propria meditazione quotidiana, soprattutto nell’Ora della Misericordia (le ore 15).
Nella preghiera comunitaria, è adatta:
- Nei rosari o veglie per la pace e le vittime delle guerre, coinvolgendo parrocchie, cappellanie ospedaliere o monasteri;
- Durante le celebrazioni di suffragio, o come intercessione nelle preghiere dei fedeli nelle Messe per i defunti;
- In occasione di giornate mondiali di preghiera per la pace, per i malati e per i morenti (ad esempio, 11 febbraio, Giornata del Malato; 2 novembre, Commemorazione dei defunti; Domenica della Divina Misericordia, la seconda di Pasqua).
Può anche essere stampata e donata agli operatori sanitari o cappellani militari, o insegnata ai familiari per sostenere un proprio caro nel momento del trapasso. Nel tempo di Quaresima e di Pasqua, la sua forza redentrice si lega particolarmente ai misteri della Passione e Risurrezione.
L’importante è recitarla con fiducia piena ed abbandono, nell’intenzione non solo di ottenere grazie tangibili, ma di offrire, con Cristo e per i fratelli, un sacrificio spirituale gradito a Dio (Rm 12,1).
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