Supplica al Santo Patrono San Bernardino da Siena per la concordia a Montefranco

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O glorioso San Bernardino da Siena,
umilmente ci rivolgiamo a te, patrono devoto e fedele, affinché tu possa intercedere per il nostro amato paese di Montefranco, dove la fede e le radici familiari sono fonte di speranza e di cammino.
Ti supplichiamo con il cuore colmo di speranza e fiducia: dona alle nostre famiglie la grazia della unità, della pace e di un amore che supera ogni divisione e avversità.
Guida i nostri passi perché ogni casa, ogni relazione, ogni parola scambiata tra genitori, figli e nonni sia segno di unità e di rispetto reciproco.
Fa’ che nel nostro paese si respiri sempre il dono della fraternità, perché solo uniti possiamo affrontare le sfide della vita e diventare testimoni autentici di carità e riconciliazione.
Porgi le tue mani benedette su Montefranco: sostieni le famiglie nel dialogo, nella comprensione e nel perdono. Aiutaci a custodire la tradizione e ad accogliere il nuovo nella comunione e nell’ascolto, perché nessuno si senta mai solo o abbandonato.
O San Bernardino, tu che tanto hai amato la famiglia umana, accompagnaci e proteggi i nostri passi, affinché nel nome di Cristo, Montefranco sia sempre una sola grande famiglia unita nel Signore. Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera a San Bernardino da Siena
La preghiera qui proposta si inserisce in un contesto profondamente radicato nella spiritualità cristiana e nella tradizione dei santi patroni locali. San Bernardino da Siena (1380-1444), grande predicatore francescano e apostolo della pace, è venerato come promotore dell’unità, della riconciliazione e della carità cristiana. Il testo riflette la fede in una comunione dei santi attiva, in cui i fedeli possono usufruire dell’intercessione dei santi presso Dio. Dal punto di vista dottrinale, questa preghiera evidenzia la centralità della famiglia come chiesa domestica, tema fortemente ribadito dal magistero ecclesiale (cfr. Familiaris Consortio di San Giovanni Paolo II).
La supplica esprime una richiesta di intercessione affidata a un santo che si pone come mediatore presso il Signore, secondo la dottrina cattolica del sensus fidei, riconoscendo la speciale vicinanza dei santi alle comunità e ai bisogni particolari dei fedeli. Nel testo emerge inoltre il desiderio di radicare la vita quotidiana nei valori evangelici della fraternità e del perdono, proprio come indicato da Cristo nelle Beatitudini (Mt 5,9: “Beati gli operatori di pace...”).
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera è rivolta a San Bernardino da Siena, scelto come patrono per la sua fama di santità, dedizione al prossimo e speciale attenzione alla pace sociale e all’armonia familiare. Il Santo è invocato con confidenza come patrono devoto e fedele del paese di Montefranco: si sottolinea così sia il valore della patronato locale sia la consapevolezza di essere inseriti in una storia di fede che attraversa i secoli e lega la comunità al santo tramite la devozione popolare.
Il perché di questa scelta affonda le radici nella storia del territorio: molti borghi italiani, soprattutto dell’Umbria e della Toscana, hanno sviluppato una relazione affettiva e spirituale con San Bernardino, affidandosi a lui nei momenti di bisogno e considerandolo punto di riferimento nei valori della famiglia, pace sociale e giustizia evangelica. La preghiera valorizza il dialogo spirituale tra il santo e la sua gente, manifestando una comunione viva che si rinnova nelle generazioni.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
Il testo indica chiaramente i beneficiari principali dell’intercessione: le famiglie di Montefranco e l’intero paese. In modo particolare, la supplica avanza richieste concrete e profonde:
- Unità famigliare: invocazione affinché in ogni casa e relazione trionfino la comunione e il rispetto reciproco.
- Pace e amore: desiderio che ogni divisione sia superata attraverso la riconciliazione e il perdono.
- Sostegno contro la solitudine e l’abbandono: affinché nessun membro della comunità si senta escluso o dimenticato.
- Fraternità sociale: per affrontare insieme le sfide del tempo presente e divenire testimoni di carità.
- Custodia della tradizione e apertura al nuovo: saper valorizzare le radici senza chiudersi alla novità dello Spirito e della storia.
Tali richieste rispondono ai bisogni fondamentali della persona e della comunità: la ricerca di armonia familiare, il superamento delle tensioni sociali, il dialogo intergenerazionale e il bisogno di appartenenza e sicurezza. Sono tutte esigenze che, nel pensiero cristiano, trovano risposta nella pratica quotidiana delle virtù cristiane e nell’ascolto dei segni dei tempi.
4. Temi teologici principali con riferimenti biblici e patristici
Nel testo emergono numerosi temi teologici fondamentali:
- Intercessione dei santi: la comunità celeste che sostiene quella terrena (“Il fervente ricorso all’intercessione dei santi... deriva direttamente dal mistero della comunione dei santi”—Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 956).
- Unità e pace: ideali evangelici sanciti nelle parole di Gesù (“Vi lascio la pace, vi do la mia pace”—Gv 14,27) e ribaditi dalla Chiesa primitiva (“Siate tutti unanimi nella preghiera” — Clemente Romano, Lettera ai Corinzi 61,1).
- Famiglia come luogo sacro: la Sacra Famiglia di Nazareth come modello, e il richiamo paolino: “Sopportatevi a vicenda e perdonatevi...” (Col 3,13-14).
- Fraternità e accoglienza: l’apertura al prossimo (“Accoglietevi gli uni gli altri” — Rm 15,7) e il valore della tradizione viva (“Nulla è più caro a Dio che l’unità della sua famiglia”—Ignazio di Antiochia, Lettera agli Efesini 1,2).
La preghiera suscita così, nel fedele, la consapevolezza di una chiamata a vivere la comunione, la riconciliazione e la carità, ponendosi sulle orme del Vangelo e degli insegnamenti patristici che esaltano l’unità della comunità cristiana.
“La famiglia è il luogo in cui si impara a vivere uniti nella diversità e a riconciliare le differenze” (papa Francesco, Amoris Laetitia 66).
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica
La preghiera a San Bernardino può essere classificata come preghiera di intercessione, poiché chiede il suo intervento presso Dio per il bene concreto della comunità. Contestualmente, possiede elementi di lode (riconoscimento della grandezza del santo) e di supplica fiduciosa, tipica delle invocazioni ai patroni locali.
Nella tradizione liturgica popolare, simili preghiere trovano collocazione in svariati momenti:
- Durante la festa patronale di San Bernardino (20 maggio).
- Al termine della Messa, nelle celebrazioni comunitarie per la famiglia o particolari eventi del paese.
- Nelle novene e veglie di preghiera.
- All’interno di riti domestici, incontri di catechesi, benedizione delle famiglie, iniziative per la pace o la riconciliazione.
Il genere e la collocazione della preghiera rispondono sia alle esigenze liturgiche della Chiesa locale sia alla pietà popolare, facendo della devozione a San Bernardino uno strumento prezioso di aggregazione e rinascita spirituale.
6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale o comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico
Per vivere appieno la ricchezza spirituale di questa preghiera, ecco alcune indicazioni pratiche:
- Preghiera personale: Può essere recitata quotidianamente o nei momenti di difficoltà familiare, al termine della preghiera silenziosa o dopo la lettura del Vangelo, come affidamento del proprio nucleo a San Bernardino.
- Preghiera comunitaria: Ideale da inserire durante la Messa o durante incontri parrocchiali, specialmente in occasione della festa patronale o delle veglie per la famiglia e la pace sociale.
- Durante la novena di preparazione al 20 maggio (festa liturgica di San Bernardino), può essere utilizzata come preghiera conclusiva.
- Durante i periodi forti dell’anno liturgico (Avvento, Quaresima), può essere adottata come supplica per la riconciliazione o per la crescita delle virtù familiari.
- In occasioni di crisi o di nuove iniziative sociali e pastorali, il testo può essere valorizzato come sostegno spirituale per tutta la comunità.
Per intensificarne la fruttuosità, si raccomanda di recitarla in un clima di raccoglimento e di unirvi un gesto simbolico, come la benedizione della famiglia, l’accensione di una candela o la visita alla chiesa dedicata al santo. Si suggerisce infine che la preghiera diventi abitudine durante la preghiera dei fedeli domenicale, per mantenere viva la memoria del patrono e la comunione tra generazioni.
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