Preghiera comunitaria a Sant'Ubaldo per l'unità di Gubbio

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Sant’Ubaldo, vescovo e pacificatore,
a Te ci rivolgiamo come comunità di Gubbio, uniti come una sola famiglia nella preghiera e nella speranza.
Tu che hai custodito la nostra città nei tempi difficili, proteggi ancora oggi Gubbio dalle divisioni e dalle discordie.
Infondi nei nostri cuori la concordia e la pace, perché possiamo vivere nell’unità familiare e nel rispetto reciproco.
Benedici le nostre tradizioni e i nostri gesti quotidiani, affinché siano sempre segno di armonia, accoglienza e solidarietà.
Fa’ che sotto il tuo sguardo vigile le famiglie eugubine trovino forza per superare le difficoltà, e che ogni cittadino senta la gioia di appartenere a una comunità unita.
Sant’Ubaldo, accompagna il nostro cammino e rendici operatori di pace nella nostra città e nel mondo.
Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera a Sant’Ubaldo
La preghiera indirizzata a Sant’Ubaldo, vescovo e pacificatore, affonda le sue radici nella ricca tradizione spirituale della città di Gubbio, in Umbria, e nella memoria ecclesiale che riconosce i santi come intercessori e modelli di vita cristiana. Sant’Ubaldo (1085-1160), vescovo di Gubbio per oltre trent’anni, è celebre per la sua carità, il suo spirito di servizio e, soprattutto, per la sua instancabile opera di riconciliazione e pacificazione tra le fazioni cittadine, secondo lo stile del buon Pastore che “dà la sua vita per le pecore” (Giovanni 10,11).
Il contesto dottrinale riflette il senso cattolico della communio sanctorum, la «comunione dei santi», secondo cui la Chiesa pellegrinante sulla terra è in comunione con quella celeste. La preghiera si iscrive così nella prassi bimillenaria di chiedere l’intercessione di chi già contempla Dio in vista del bene temporale e spirituale delle comunità cristiane, senza mai sostituire la centralità di Cristo unico mediatore (1 Timoteo 2,5), ma avvalendosi dell’aiuto dei santi come “amici e collaboratori di Dio” (cf. Lumen Gentium, 49-50).
Dottrinalmente, la preghiera è anche espressione di una teologia della pace, della concordia e della vita comunitaria, sottolineando il valore cristiano dell’unità (“siano una cosa sola”, Giovanni 17,21) e la vocazione profetica della Chiesa a essere segno di riconciliazione nella società.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera è rivolta esplicitamente a Sant’Ubaldo, scelto come patrono e protettore della città di Gubbio, evocato non solo come amministratore ecclesiastico ma come “padre” spirituale e “pacificatore”. Egli rappresenta per la comunità locale la figura di riferimento capace di intercedere davanti a Dio, soprattutto per la sua storia personale di servizio in tempi turbolenti e travagliati.
Inoltre, la preghiera è composta collettivamente dalla “comunità di Gubbio”, che si riconosce famiglia unita nella fede e nella speranza. Rivolgersi a Sant’Ubaldo ha un duplice significato:
- Richiamare la sua protezione in continuità con la tradizione locale e le testimonianze storiche di miracoli e interventi provvidenziali attribuiti al santo.
- Affermare una comunione identitaria, perché la preghiera agli “intercessori della propria terra” rafforza il senso di appartenenza religiosa e civica.
In sintesi, il destinatario diretto è Sant’Ubaldo, ma tramite la sua intercessione, la preghiera abbraccia tutta la comunità che a lui si affida nelle difficoltà, radicandola nel solco della comunione tra Chiesa celeste e Chiesa terrena.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
I beneficiari principali sono:
- Tutta la comunità di Gubbio, invocata come “una sola famiglia nella preghiera e nella speranza”.
- Le famiglie eugubine, protagoniste della vita cittadina, chiamate a trovare forza nei momenti di prova e a superare le difficoltà quotidiane.
- Ogni cittadino, affinché “senta la gioia di appartenere a una comunità unita”.
La preghiera intercede per bisogni di ordine spirituale e fisico/sociale:
- Superare le divisioni e le discordie: in una società segnata spesso da rivalità, la preghiera domanda riconciliazione e comunione.
- Ottenere la pace e la concordia nei cuori e nelle famiglie: si invoca la riconciliazione “dentro” la vita domestica e tra i diversi membri della città.
- Benedizione delle tradizioni e dei gesti quotidiani: viene chiesta la difesa dei valori culturali e religiosi (espressi nei riti, nelle feste, nella solidarietà), affinché tutto concorra all’armonia e all’accoglienza.
- Sostegno nelle difficoltà: si chiede la forza per affrontare le prove (economiche, relazionali, spirituali), consapevoli che “la fede senza le opere è morta” (Giacomo 2,26).
La preghiera rileva così attenzione ai bisogni integrali della persona e della comunità: la pace interiore, l’unità nelle diversità, il benessere delle famiglie, la valorizzazione della tradizione e la solidarietà sociale.
4. Temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche
La preghiera esprime diversi temi teologici:
- La pace e la riconciliazione: richiama le Beatitudini (“Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio” – Matteo 5,9). Come ricordava sant’Agostino: “La pace è il bene che riassume tutti gli altri beni” (Enarrationes in Psalmos 147,12).
- L’unità e la famiglia come Chiesa domestica: “Infondi nei nostri cuori la concordia e la pace, perché possiamo vivere nell’unità familiare e nel rispetto reciproco”. Il valore della famiglia è delineato dal magistero come “santuario della vita” e “prima scuola di comunione” (Familiaris Consortio 21).
- La santità quotidiana: “benedici le nostre tradizioni e i nostri gesti quotidiani…”, eco del pensiero di san Francesco di Sales: “La vera devozione consiste nel fare bene, con gioia, le cose ordinarie della vita”.
- L’accoglienza e la solidarietà: segni distintivi della comunità cristiana, che rendono visibile la presenza del Risorto nella storia (Atti 2,44-47).
- L’intercessione dei santi: “Accompagna il nostro cammino…”; riflesso della testimonianza di tanti Padri della Chiesa (es. san Gregorio di Nazianzo: “I santi, viventi presso Dio, ci vengono incontro con la loro preghiera vicino al trono dell’Altissimo” – Orat. 4,26).
Attraverso questi temi, la preghiera innesta la tradizione particolare di Gubbio in quella universale della Chiesa, dove la comunità trova conforto e guida spirituale sia nelle Scritture sia nell’esempio dei santi e nella sapienza della tradizione.
5. Genere di preghiera e collocazione nella tradizione liturgica
Questa supplica può essere classifica come preghiera d’intercessione (per la protezione e la benedizione), ma al tempo stesso di invocazione della pace e dell’unità. Vi compaiono elementi di lode (nel riconoscere il ruolo di Sant’Ubaldo come esempio e guida), e anche di ringraziamento (per la protezione passata e futura).
Tradizionalmente, preghiere simili vengono recitate:
- Nel giorno della festa liturgica del santo (16 maggio), durante celebrazioni, processioni, oucaristie, benedizioni delle famiglie e dei luoghi di lavoro.
- In momenti di crisi locale, sociale o familiare, per chiedere l’intercessione del patrono.
- Nelle liturgie parrocchiali comunitarie, come momento conclusivo delle preghiere dei fedeli o nelle veglie di preghiera civico-religiose.
Questa preghiera, quindi, ha una radice devozionale popolare (la «pietas eugubina») e trova posto sia in contesti liturgici solenni che nelle pratiche di spiritualità “quotidiana” tipiche delle tradizioni umbre.
6. Indicazioni pratiche: uso nella preghiera personale, comunitaria e nell’anno liturgico
Per integrare questa orazione nella vita dei fedeli si suggeriscono alcuni modi:
- Preghiera personale: può essere recitata al mattino o alla sera, come atto di affidamento della giornata sotto la protezione di Sant’Ubaldo, magari aggiungendo un Padre Nostro o un Salve Regina per completare la supplica.
- Preghiera familiare: adatta per riunire la famiglia in momenti di difficoltà o quando si avvertono tensioni e divisioni, invocando la grazia della riconciliazione domestica.
- Preghiera comunitaria: ideale durante la messa patronale, le processioni, le veglie delle Ceri o altri riti tradizionali di Gubbio; può essere inclusa nelle intenzioni dei fedeli.
- Tempi forti dell’anno liturgico:
- Durante la Novena di Sant’Ubaldo (nei giorni che precedono il 16 maggio);
- Nelle domeniche di Avvento e Quaresima come invocazione per la pace e il rinnovamento dei cuori;
- In tempi di crisi sociale (guerre, calamità, divisioni interne) come preghiera speciale di intercessione.
- Educazione e catechesi: usata per sensibilizzare i giovani e i bambini alla memoria dei santi locali e alla responsabilità di essere “operatori di pace”.
Si consiglia di recitarla con consapevolezza, magari preceduta da un momento di silenzio meditativo per richiamare l’esempio e il messaggio di Sant’Ubaldo e seguita ogni volta da un breve momento di ringraziamento a Dio per i doni ricevuti grazie all’intercessione dei santi. La preghiera può essere affiancata anche dal canto devozionale tipico (come l’Inno a Sant’Ubaldo) o da gesti concreti di carità e riconciliazione nella comunità.
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