Invocazione ai Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele contro i tre vizi capitali
O gloriosi Arcangeli del Signore, custodi e guerrieri celesti, rivolgiamo oggi a voi la nostra supplica nelle lotte di ogni giorno.
San Michele Arcangelo, tu che sei scudo potente contro l’orgoglio che oscura il cuore umano, intercedi per noi. Sii la nostra forza nelle tentazioni dell’arroganza e dell’esaltazione personale. Aiuta i fedeli cristiani a riconoscere con umiltà la loro debolezza e a confidare solo nella misericordia di Dio.
San Gabriele Arcangelo, messaggero di luce e verità, tu che trionfi sull’invidia che corrode l’anima, illumina le nostre menti. Dacci la purezza degli occhi per gioire dei doni altrui, e la pace del cuore per accogliere la Volontà divina senza rivalità.
San Raffaele Arcangelo, guida compassionevole e medico delle anime, tu che vinci l’impurità che deturpa il tempio dello Spirito, difendici e guariscici. Ottienici la grazia della purezza e il coraggio di percorrere sentieri di santità, custodendo i pensieri e le azioni nella luce del Vangelo.
Tre Arcangeli potenti, alleate celesti delle nostre battaglie, vi preghiamo: sosteneteci nel combattimento spirituale contro ogni vizio. Rendete saldi i nostri passi sulla via della virtù, affinché, fortificati dal vostro aiuto, possiamo giungere alla vittoria finale nell’Amore di Cristo.
Amen.
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Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
Questa preghiera agli Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele si radica profondamente nella tradizione cristiana, che riconosce agli angeli un ruolo di intermediari tra Dio e gli uomini e di custodi dell’umanità. Il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna che “l'esistenza degli esseri spirituali, non corporei, che la Sacra Scrittura chiama abitualmente Angeli, è una verità di fede” (CCC 328). In particolare, i tre Arcangeli nominati sono gli unici menzionati per nome nella Sacra Scrittura, ciascuno associato a specifiche missioni di salvezza.
San Michele è l’Arcangelo della difesa contro il male (Apocalisse 12,7-9), San Gabriele è il portatore della rivelazione divina (Luca 1,26-38), mentre San Raffaele è presentato come guida e guaritore (Tobia 12,15). La preghiera riflette la convinzione che gli Arcangeli, benché invisibili, continuino ad operare a favore dei cristiani e possano essere invocati nelle lotte quotidiane, sia interiori sia esteriori.
Dottrinalmente, la preghiera si inserisce nella visione cristiana del combattimento spirituale: esiste un conflitto reale tra forze del bene e del male, che si svolge nel cuore di ogni persona, come afferma anche San Paolo:
“La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli Spiriti del male che abitano nelle regioni celesti” (Efesini 6,12).
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
I diretti destinatari di questa preghiera sono i tre Arcangeli principali della tradizione cristiana: Michele, Gabriele e Raffaele. Essi sono invocati singolarmente, ciascuno in relazione a una qualità specifica:
- San Michele: come scudo contro l’orgoglio, campione della giustizia di Dio e difensore nella battaglia contro le potenze delle tenebre.
- San Gabriele: come portatore di verità, luce e rivelazione, colui che guida i cuori verso una conoscenza pura e libera dall’invidia.
- San Raffaele: come medico delle anime e guida compassionevole, invocato per combattere l’impurità e ottenere guarigione interiore.
Perché rivolgersi a loro? La liturgia e la tradizione cattolica da secoli li riconoscono come potenti alleati nei momenti di combattimento spirituale. Fin dai primi secoli, infatti, la Chiesa prega gli angeli, riconoscendo in loro “messaggeri e ministri” (cf. Salmo 103,20-21). Il loro intervento è richiesto non in sostituzione, ma a sostegno della grazia di Cristo, come aiuto nel cammino di santità.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
I beneficiari della supplica sono i fedeli cristiani e, per estensione, chiunque si trovi nella necessità di lottare contro determinate passioni e vizi:
- Contro l’orgoglio: si chiede a San Michele di rafforzare nell'umiltà e nella consapevolezza della propria debolezza; un’esortazione a non esaltarci, ma a confidare nella misericordia di Dio.
- Contro l’invidia: si domanda a San Gabriele la purezza dello sguardo, la pace del cuore e la capacità di gioire dei doni altrui, accogliendo la volontà divina senza rivalità.
- Contro l’impurità: a San Raffaele si chiede difesa e guarigione dalle tentazioni che offendono la dignità della persona e la santità del corpo-tempio dello Spirito Santo (1 Corinzi 6,19).
Pertanto, questa preghiera intercede soprattutto per bisogni spirituali—vincere i vizi capitali di orgoglio, invidia e impurità—ma, tramite Raffaele, anche per i bisogni fisici di guarigione e protezione nella fatica della vita quotidiana.
Gli Arcangeli sono qui visti come “alleati celesti delle nostre battaglie”, cioè sostegno per essere saldi sulla via della virtù, sapendo di poter contare su un aiuto sovrannaturale, mentre ci si sforza di rispondere all’amore di Dio.
4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche pertinenti
Questa preghiera agli Arcangeli affronta diversi temi teologici centrali:
- La lotta spirituale e la necessità dell’umiltà: “Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili” (Giacomo 4,6). L’invocazione a Michele richiama la vittoria contro l’orgoglio, il primo dei vizi capitali secondo la tradizione patristica (cf. Gregorio Magno, “Moralia in Iob”, 31,45).
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La purezza dell’intenzione e la gioia fraterna: Gabriele, come messaggero della grazia, insegna a gioire dei doni altrui. Sant’Agostino scrive:
“Non ci sarebbe invidia se ciascuno vedesse il bene dell’altro come proprio bene.”
- La guarigione e la santità del corpo: Raffaele appare nel Libro di Tobia come guaritore (Tobia 12,15), ed è simbolo della medicina divina che sana corpo e anima.
- La cooperazione tra ordine umano e ordine angelico: La fede cristiana riconosce negli Angeli una partecipazione reale ma subordinata all’unico Mediatore, Cristo: “Gli angeli sono ‘ministri di Dio’, che contemplano sempre il volto del Padre” (cf. Matteo 18,10; CCC 329).
- La chiamata alla vita virtuosa: L’appello agli Arcangeli di rendere “saldi i nostri passi sulla via della virtù” riecheggia l’insegnamento paolino: “Rivestitevi dell’armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo” (Efesini 6,11).
Questi temi sono radicati sia nella Scrittura che nella tradizione patristica, che esorta costantemente a ricercare il sostegno celeste nella conversione personale e nel cammino di santità.
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica
Questa preghiera è principalmente una preghiera di intercessione: il fedele si rivolge agli Arcangeli chiedendo il loro aiuto e la loro protezione. Non manca tuttavia una dimensione di lode per la potenza degli Arcangeli come “custodi e guerrieri celesti” e di ringraziamento anticipato per il soccorso che si implora (“finché possiamo giungere alla vittoria finale nell’Amore di Cristo”).
Liturgicamente, la Chiesa celebra i Santi Arcangeli il 29 settembre. Le preghiere agli angeli, in particolare a San Michele, hanno una lunga storia nei riti privati e nell’Ufficio Divino. Ad esempio, la supplica a San Michele era recitata alla fine della Messa fino alla riforma liturgica del 1964.
Nel contesto devozionale, simili suppliche sono diffuse nella preghiera personale quotidiana, nelle novene, e in momenti particolari di battaglia spirituale o bisogno di protezione.
6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale o comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico
Questa preghiera può essere utilizzata sia in contesti personali che comunitari:
- Nella preghiera personale: come apertura o conclusione della giornata, specie nei momenti in cui si sperimentano tentazioni di orgoglio, invidia o impurità; all’inizio di un’impresa importante; oppure per affidare a Dio le proprie lotte interiori.
- Nella preghiera comunitaria: recitata durante i Rosari, incontri di catechesi, veglie di preghiera, adorazione eucaristica, oppure in speciali liturgie di intercessione (in particolare nella Messa del 29 settembre, Memoria dei Santi Arcangeli).
- Nel corso dell’anno liturgico: in modo particolare nel tempo ordinario, durante la Quaresima (tempo di conversione e lotta spirituale), oppure nelle novene agli Angeli o agli Arcangeli, e nei primi giorni di scuola o lavoro per invocare protezione e discernimento.
Un aspetto importante è la recitazione consapevole: si suggerisce di meditare brevemente sui vizi e sulle virtù nominate, affidando agli Arcangeli quelle aree della vita spirituale che appaiono più vulnerabili.
Infine, questa preghiera rappresenta una scuola di comunione spirituale: invocare i Santi Arcangeli ci ricorda che ogni cristiano non è mai solo nel combattimento della fede, ma è sostenuto da una “grande nuvola di testimoni” (cf. Ebrei 12,1) che, intercedendo presso Dio, ci guidano nella lotta e nella speranza.
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