Preghiera all'Arcangelo Raffaele per la Guarigione

Destinatari:  Arcangelo Raffaele
Beneficiari:  Amici malati
Temi:  Guarigione
Tipologie:  Preghiera personale
Preghiera all'Arcangelo Raffaele per la Guarigione
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San Raffaele Arcangelo, custode degli ammalati e messaggero di guarigione divina, volgi il tuo sguardo misericordioso verso il mio amico che ora soffre nel corpo e nello spirito.

Ti affido con fiducia il suo nome, chiedendoti di porgere la tua mano potente sopra di lui/lei, perdonando, guarendo e rinforzando ogni sua ferita e dolore.

Intercedi presso il Signore affinché la Sua luce avvolga il mio amico, donandogli pace nella prova, speranza nei momenti bui e una grazia di guarigione che possa confortare il cuore e il corpo.

Resta vicino a chi assiste e consola, ispira nei medici e negli infermieri saggezza e compassione, e concedi a tutti noi la forza di sostenere chi amiamo nella malattia.

Con affetto, dedico questa preghiera al tuo cuore angelico, fiducioso nella tua intercessione e nell’inesauribile misericordia di Dio.

Amen.

Spiegazione della Preghiera

1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera

La preghiera rivolta a San Raffaele Arcangelo affonda le sue radici nella tradizione biblica e nell’insegnamento della Chiesa riguardo il ministero degli angeli. San Raffaele, accanto a Michele e Gabriele, è uno dei tre arcangeli menzionati per nome nelle Scritture, e la sua figura si consolida particolarmente nel libro di Tobia dove svolge il ruolo di guaritore e guida per Tobia e la sua famiglia. La dottrina cattolica riconosce agli angeli la missione di essere messaggeri di Dio, agenti della sua provvidenza e custodi degli uomini (Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 328–336).

Nel contesto spirituale, questa preghiera si inserisce nel grande tema dell’intercessione degli angeli per i bisogni umani, fisici e spirituali. La richiesta di intervento da parte di San Raffaele si fonda sia sul suo ruolo biblico (“Raffaele” significa “Dio guarisce”) sia sulla fede nella comunione dei santi, dove le creature celesti, per mandato divino, affiancano e aiutano chi soffre.

Oltre all’aspetto dottrinale, la preghiera riflette una sensibilità personale e comunitaria verso la sofferenza, manifestando piena fiducia nella misericordia di Dio e nella potenza taumaturgica a Lui riferibile attraverso un suo arcangelo.

2. Destinatari a cui è rivolta e perché

La preghiera è rivolta direttamente a San Raffaele Arcangelo, come invocazione personale e immediata. Questo arcangelo è riconosciuto dalla tradizione cristiana come custode degli ammalati e messaggero della guarigione divina. La scelta di San Raffaele come destinatario è motivata dal suo ruolo eminentemente terapeutico e consolatorio nelle Scritture, che lo vede portare guarigione fisica (a Tobia e a suo padre) e spirituale (a Sara, liberata dal demonio).

La sua intercessione viene richiesta non solo per ottenere la guarigione materiale, ma anche il perdono, la pace, la speranza e la forza interiore. In questo senso, San Raffaele si pone come mediatore che presenta a Dio le suppliche degli uomini e accompagna muovendo dalla sofferenza verso la luce della fede.

Egli è invocato proprio perché modello e strumento di compassione, vicino a chi soffre e potente per assistenza per coloro che affrontano la prova della malattia e della tribolazione.

3. Beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

I beneficiari diretti della preghiera sono le persone che soffrono, sia nel corpo che nello spirito, in particolare una persona cara dell’orante (“il mio amico che ora soffre”). Tuttavia, la preghiera estende lo sguardo anche:

  • A chi assiste e consola il malato (familiari, amici, accompagnatori spirituali).
  • A medici e infermieri, affinché operino con saggezza e compassione.
  • A tutta la comunità di chi ama e sostiene il sofferente.

I bisogni affrontati sono molteplici:

  • Guarigione fisica: richiesta esplicita di “guarigione” e “consolazione del corpo”.
  • Pace spirituale: “pace nella prova” e “speranza nei momenti bui”.
  • Perdono e forza interiore: invocazione di perdono e rinforzo di ogni dolore.
  • Sostegno morale e spirituale: invito alla vicinanza e alla forza di accompagnare chi soffre.

In sintesi, la preghiera abbraccia la dimensione globale della persona e della comunità in situazione di malattia, valorizzando sia il bisogno materiale di guarigione che il supporto emotivo, relazionale e spirituale.

4. Temi teologici principali, con eventuali citazioni bibliche o patristiche pertinenti

Questa preghiera si articola su diversi temi teologici di rilievo:

  • L’intercessione angelica: La convinzione che gli angeli intercedano per gli uomini si trova nella tradizione e nella Scrittura. In Tobia 12,15, Raffaele dichiara: “Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che stanno sempre pronti a entrare alla presenza della gloria del Signore”.
    “Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto” (Lc 19,10). Gli angeli, suoi ministri, partecipano a questa salvezza.
  • Guarigione e Misericordia Divina: “Perdonando, guarendo e rinforzando ogni sua ferita e dolore”: richiama la dimensione della misericordia e del potere risanante di Dio.
    “Benedici il Signore, anima mia… egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità” (Sal 103,2-3).
  • Il valore della compassione e della cura: Estendendo la richiesta a chi assiste (“medici, infermieri”) e a chi accompagna. Così commenta San Gregorio Magno:
    “Gli spiriti angelici vegliano con grande amore su tutti coloro che soffrono e hanno particolarmente cura dei malati” (Moralia in Iob, 2).
  • La comunione dei santi e la Preghiera di Intercessione: Si vive nella consapevolezza che i fedeli – vivi, defunti, angeli e santi – collaborano nel mistero della carità divina (cfr. Catechismo, n. 958).

Temi secondari sono la speranza nelle prove, la richiesta di pace e la volontà di rimettere ogni sofferenza nelle mani di Dio attraverso la mediazione provvidenziale del suo messaggero celeste.

5. Genere di preghiera e collocazione nella tradizione liturgica

Questa preghiera si configura prevalentemente come preghiera di intercessione, ma integra anche momenti di lode (alla misericordia angelica e divina), invocazione e supplica. Inoltre, un accento sottile di ringraziamento si ravvisa nel fiducioso affidamento finale: “fiducioso nella tua intercessione e nell'inesauribile misericordia di Dio”.

Nella tradizione della Chiesa, la figura di San Raffaele viene celebrata in particolare il 29 settembre (festa dei Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele), ma la devozione personale all’arcangelo guaritore si estende anche ai momenti di malattia e di prova, privati o comunitari. La preghiera non appartiene a un formulario liturgico ufficiale, ma rientra nel vasto patrimonio di preghiere devozionali che la Chiesa e i fedeli usano in modo personale e familiare.

Essa può trovare posto anche nella Liturgia delle Ore (in particolare nei momenti di preghiera per i malati), nelle celebrazioni di Unzione degli infermi, Durante la visita ai malati o nei riti di benedizione delle persone inferme.

6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale o comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico

Dal punto di vista pastorale, questa preghiera può essere adottata:

  • Nella preghiera personale davanti a una situazione di malattia di un caro, per presentare con fede e abbandono quanto si sta vivendo, invocando il conforto di Dio tramite l’angelo della guarigione.
  • In ambito comunitario durante veglie di preghiera, momenti di adorazione eucaristica, gruppi parrocchiali, o incontri dedicati ai malati, inserendola come invocazione specifica per i presenti che soffrono.
  • Nei momenti di benedizione degli ammalati, anche come parte di rito domestico o parrocchiale, a integrazione delle preghiere ufficiali liturgiche.
  • In giorni particolari dell’anno liturgico, come la festa dei Santi Arcangeli (29 settembre); oppure in occasione della giornata del malato (11 febbraio) e durante il tempo di Quaresima, quando la Chiesa invita a prendersi cura dei bisognosi e ad essere solidali con chi soffre.

Per usarla efficacemente, si suggerisce di pronunciare il nome dell’ammalato nel cuore della preghiera, unirla eventualmente a una lettura del libro di Tobia, a un gesto di benedizione o a segni di vicinanza (una carezza, una presenza silenziosa), e, in ambito comunitario, concludere con una preghiera spontanea o con il Padre Nostro.

In questo modo, la supplica a San Raffaele acquista forza e profondità, diventando fonte di conforto, speranza e carità per chi attraversa la prova della malattia.

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