Preghiera di Supplica all'Arcangelo Raffaele per gli Amici Malati

Destinatari:  Arcangelo Raffaele
Beneficiari:  Amici malati
Temi:  Salute
Tipologie:  Invocazione
Preghiera di Supplica all'Arcangelo Raffaele per gli Amici Malati
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Arcangelo Raffaele, custode della guarigione e della speranza, con cuore umile ti invochiamo oggi.

Guarda i nostri amici malati che affrontano le prove della malattia e donagli la tua luce celeste.

Accarezza le loro ferite, consola le loro paure e riempi i loro cuori di forza e di fiducia.

Fa’ scendere il tuo soffio d’amore su di loro, perché trovino pace nelle notti difficili e sollievo nei giorni di dolore.

Intercedi presso il Signore, perché venga donata loro una nuova salute, la serenità dello spirito e la certezza di non essere mai soli.

Arcangelo Raffaele, guida infallibile, benedici i nostri amici e rendici strumenti di conforto e speranza accanto a loro.

Amen.

Spiegazione della Preghiera

1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera

Questa preghiera si inserisce nell’antichissima tradizione cristiana della devozione agli angeli, in particolare all’Arcangelo Raffaele. L’arcangelo è citato principalmente nel libro di Tobia dell’Antico Testamento, dove viene presentato come messaggero divino di guarigione, guida nei viaggi insidiosi, e protettore nei momenti di prova (Tb 3,25; 12,14-15). Nei secoli, la figura di Raffaele (in ebraico “Dio guarisce”) viene invocata soprattutto nella malattia o situazioni di scoraggiamento, poiché la sua natura di essere angelico resta quella di un mediatore tra Dio e l’umanità per il dono della salute fisica e spirituale.

Già i Padri della Chiesa sottolineavano la triplice funzione degli arcangeli: Michele come difensore spirituale, Gabriele come annunciatore della Parola e Raffaele come colui che porta guarigione e consolazione. La teologia cattolica specifica che, mentre si adora solo Dio, la preghiera agli angeli è una invocazione d’intercessione, secondo la dottrina della “comunione dei santi”. Raffaele, dunque, è riconosciuto come medico celeste, come affermato da san Gregorio Magno:

Perché Raffaele si chiama “medicina di Dio”? Egli tocca quasi sempre la nostra infermità e guarisce il nostro dolore. (Hom. 34 in Evang.)

In un contesto di crescente disagio, malattia o solitudine, la preghiera si colloca nel solco della tradizione cattolica di richiesta di aiuto sovrannaturale, accanto alle cure umane. La liturgia romana celebra i santi Arcangeli il 29 settembre, ma la devozione personale a Raffaele attraversa tutto l’anno, specie nei momenti di sofferenza.

2. Destinatari a cui è rivolta e perché

La preghiera è indirizzata direttamente all’Arcangelo Raffaele, invocato quale custode della guarigione e della speranza. Esso è chiamato nel ruolo proprio riconosciutogli dalla Scrittura e dalla Tradizione, come colui che accompagna, sostiene, protegge e guarisce coloro che attraversano la prova della malattia. Raffaele non agisce in autonomia, ma quale messaggero potente della volontà di Dio, secondo le parole dell’angelo stesso a Tobia:

Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che stanno sempre al cospetto del Signore. (Tb 12,15)

Rivolgersi a Raffaele non significa “dimenticare” Cristo o lo Spirito Santo, ma chiedere il suo sostegno nella via dell’intercessione. Secondo la dottrina cattolica, gli angeli non sostituiscono Dio, ma ne manifestano la sollecitudine e la tenerezza per ogni suo figlio in difficoltà.

3. Beneficiari per cui intercede e bisogni affrontati

I beneficiari espliciti della preghiera sono gli amici malati, rappresentanti idealmente tutti i sofferenti, siano essi colpiti da malattia fisica o spirituale. Il testo sottolinea alcune dimensioni chiave dei bisogni umani affrontati dalla preghiera:

  • Guarigione fisica (“Guarda i nostri amici malati... donagli la tua luce”): richiesta di salute e sollievo dalla sofferenza materiale.
  • Guarigione interiore e psicologica (“Consola le loro paure, riempi i loro cuori di forza e fiducia”): superamento di ansia, isolamento, depressione che spesso accompagnano la prova fisica.
  • Pace e serenità spirituale (“Fa’ scendere il tuo soffio d’amore su di loro, perché trovino pace nelle notti difficili”): domanda di stabilità e di conforto, anche dove la guarigione fisica non sembra possibile.
  • Sollievo morale e compagnia (“La certezza di non essere mai soli”): alleviare il senso di abbandono, rinnovare la comunione fraterna.

Non ultimo, la preghiera si estende a chi offre sostegno ai malati, chiedendo che anch’essi siano strumenti di “conforto e speranza”, secondo lo stile evangelico della consolazione e della carità concreta (Mt 25,36).

4. Temi teologici principali

La preghiera manifesta ricchi temi teologici:

  • La mediazione degli angeli: Come dice il Salmo:
    Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutte le tue vie. (Sal 91,11)
    Gli angeli sono ministri della divina bontà, non oggetto di adorazione ma “aiutanti” e protettori secondo la volontà di Dio.
  • La speranza cristiana: Il riferimento costante alla “speranza” rispecchia la virtù teologale che sostiene nei momenti oscuri e richiama la promessa della vita piena che si compirà definitivamente in Dio (Rm 5,5: “La speranza poi non delude”).
  • La guarigione globale: In Raffaele convergono salute del corpo e forza dello spirito, segni del Regno di Dio dove ogni lacrima sarà asciugata (Ap 21,4).
  • La comunione dei santi: Chiedendo a Raffaele di rendere “noi stessi strumenti di conforto”, la preghiera sottolinea la reciprocità della comunione tra i vivi e gli aiutanti celesti, come espresso da san Basilio:
    La provvidenza degli spiriti celesti accompagna ogni uomo che vuole essere salvato… (De Spiritu Sancto, XVI, 39)

In sintesi, il testo richiama una visione cristiana olistica di salvezza, dove la sofferenza non è rimossa magicamente, ma trasformata in occasione di incontro con la grazia, mediante la mediazione degli angeli e la solidarietà cristiana.

5. Genere di preghiera e collocazione liturgica

La preghiera appartiene principalmente al genere dell’intercessione: si chiede a Raffaele di intervenire presso il Signore in favore dei malati, ma sono presenti anche elementi di supplica, consolazione e una vena di lode implicita (“guida infallibile, benedici”). Si distingue da una preghiera di ringraziamento o penitenza, pur non escludendole.

Dal punto di vista liturgico, testi simili compaiono nella liturgia delle ore nel giorno dei santi arcangeli (29 settembre) e nelle preghiere per gli ammalati (es. Unzione degli infermi, visite pastorali). Tuttavia, la preghiera può essere recitata fuori dalla liturgia, perché nasce dal cuore affettuoso di chi prega per i propri cari, collocandosi nella dimensione della pietà popolare.

6. Indicazioni pratiche per l’uso personale e comunitario

La preghiera è pensata per essere recitata in ogni tempo di bisogno, specie quando amici o familiari vivono la fatica della malattia. Ecco alcune modalità di utilizzo:

  • Preghiera personale: Da sola, la preghiera può diventare un “atto di affidamento” quotidiano per chi soffre, ponendo davanti a Dio – per mano di Raffaele – le fatiche e i timori degli ammalati. Può essere abbinata alla recita del Padre Nostro, oppure meditata in silenzio.
  • Preghiera comunitaria: In parrocchia o in gruppi di preghiera, può essere inserita in una veglia, all’inizio o alla fine di un incontro per i malati. Può precedere l’unzione degli infermi o la visita presso persone sole e inferme, offrendo speranza a chi ascolta.
  • Durante l’anno liturgico: È particolarmente adatta nella festa dei santi arcangeli (29 settembre), ma anche in tempi forti come la Quaresima (cammino di guarigione dello spirito), nel tempo ordinario, o in occasione di epidemie/fragilità comunitarie.
  • Momenti di emergenza o dolore: Recitarla accanto al letto di un malato, oppure a distanza (anche via telefono), manifestando così quella “presenza” che l’angelo di Dio estende anche oltre il limite imposto dalla lontananza.

Infine, questa preghiera può diventare parte di un rituale familiare, abituando bambini e giovani a riconoscere negli angeli non figure mitiche, ma compagni celesti e segni della benevolenza del Padre nella vita quotidiana.

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