Esame di coscienza con San Donato sull'accoglienza degli stranieri
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San Donato di Fiesole, umile straniero, che nella terra d'Italia trovasti nuova patria e nuova missione, rivolgo a te il mio esame di coscienza.
Oggi, nella mia vita, ho saputo accogliere lo straniero come tu fosti accolto? Ho saputo vedere in ogni migrante, in ogni viandante, un fratello e una sorella?
Amore, tu che fosti accolto e sei diventato benedizione per molti, aiutami a riflettere:
- Ho aperto la mia porta e il mio cuore a chi cercava sicurezza e riparo?
- Ho saputo ascoltare le storie, le ferite e le speranze di chi lascia tutto per un futuro migliore?
- Ho superato la paura, il sospetto, il pregiudizio, per dare spazio all'incontro?
- Ho cercato davvero di amare non solo con gesti, ma con pensieri, parole e verità?
San Donato, modello di accoglienza e compassione, intercedi perché io veda nell'altro sempre il riflesso di Dio, e impari ad amare con cuore sincero e gratuito.
Fa' che ogni giorno io possa portare un po' di luce e speranza nella vita dei migranti, come tu l'hai portata a chi ti accolse.
Che il mio amore sia concreto, generoso e fedele, perché nell’abbraccio allo straniero io possa incontrare Te, Signore della vita, e riconoscerti nei volti di chi arriva, di chi sogna, di chi spera.
San Donato di Fiesole, prega per noi.
Spiegazione della Preghiera
1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La preghiera rivolta a San Donato di Fiesole si inserisce in un contesto spirituale segnato dai temi dell’accoglienza, della fratellanza universale e dell’esame di coscienza cristiano. San Donato, vescovo irlandese giunto nel IX secolo a Fiesole, divenne patrono locale proprio per essere stato, egli stesso, uno straniero accolto e divenuto segno di benedizione per la nuova patria. Questo modello di accoglienza è profondamente radicato nella tradizione biblica: l’Antico Testamento invita spesso Israele a ricordare che anch’esso fu “straniero in terra d’Egitto” (Es 22,20; Lv 19,34), ponendo all’origine della fedeltà a Dio l’apertura al prossimo, soprattutto al forestiero.
Il Nuovo Testamento radicalizza questa prospettiva con l’appello di Gesù: “Ero straniero e mi avete accolto” (Mt 25,35). Accogliere il migrante diviene un criterio decisivo di autenticità cristiana, secondo la logica dell’amore agapico, che supera barriere sociali e culturali. La preghiera, ponendosi nella linea dell’esame di coscienza, non solo invoca un intercessore illustre, ma esorta il fedele a rileggere la propria vita alla luce del Vangelo, rendendo attuali richiami evangelici e patristici sull’amore concreto verso il prossimo.
2. Destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera si rivolge anzitutto a San Donato di Fiesole, scelto come esempio luminoso di accoglienza. Proprio la biografia del Santo spiega la ragione della sua intercessione: Donato, vescovo irlandese itinerante, trovò accoglienza in Italia e, inserendosi nella nuova comunità, divenne pastore e benefattore, superando diffidenze e paure locali. La sua esperienza personale lo rende patrono ideale di chi vive la condizione dello straniero e, allo stesso tempo, modello alla comunità che accoglie.
La preghiera lo invoca da parte di un fedele che si esamina davanti a lui: “rinasco nella tua storia – tu straniero accolto!”. L’intercessione di Donato diventa pertanto icona di mediazione tra il fedele e Dio, in uno stile di prossimità tipico dei Santi che hanno vissuto sulla loro pelle le dinamiche dell’emigrazione e dell’incontro tra popoli.
3. Beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
I principali beneficiari della preghiera sono:
- Il fedele orante, che chiede luce per discernere il proprio atteggiamento verso gli stranieri;
- I migranti e i viandanti, identificati come destinatari impliciti: “Ho saputo vedere in ogni migrante, in ogni viandante, un fratello e una sorella?”;
- Le comunità cristiane e civili, chiamate a superare paura, sospetto e pregiudizio;
- L’intera società, chiamata a tradurre l’amore concreto in accoglienza reale.
In particolare, i bisogni spirituali affrontati sono il superamento della chiusura e dell’indifferenza, la capacità di amare senza pregiudizio, il discernimento sulle proprie omissioni e la crescita nella compassione evangelica. Dal punto di vista fisico, l’invocazione di “sicurezza e riparo” richiama i bisogni quotidiani dei migranti: alloggio, protezione, ascolto, speranza in un futuro migliore.
In sintesi, la preghiera intercede affinché si attui un processo di conversione personale e collettivo: “Fa’ che ogni giorno io possa portare un po’ di luce e speranza nella vita dei migranti...”
4. Temi teologici principali (con citazioni bibliche e patristiche)
La preghiera sviluppa alcuni grandi temi teologici centrali nell’antropologia cristiana:
- Universalità della carità: L’amore evangelico si misura nell’apertura verso tutti, senza distinzioni di lingua, razza, cultura. Cristo stesso si identifica con gli ultimi:
“Ero straniero e mi avete accolto” (Matteo 25,35).
- Ospitalità cristiana: La tradizione biblica e patristica sottolinea la sacralità dell’ospitalità. Sant’Ambrogio affermava:
“Ubi caritas, ibi Deus” – Dove c’è carità, lì c’è Dio.
San Giovanni Crisostomo esortava a “non vergognarsi dei poveri e degli stranieri, perché accogliendo uno di questi si accoglie Cristo stesso”. - Esame di coscienza e conversione: Il cammino cristiano passa attraverso una costante revisione del proprio operato, chiedendo: “Ho veramente amato concretamente, in pensieri, parole e opere?” È l’invito di San Paolo:
“Esaminate voi stessi per vedere se siete saldi nella fede” (2 Corinzi 13,5).
- Teologia dell’incontro e del volto: Il volto dell’altro – in particolare dello straniero – diventa luogo in cui incontrare Dio. Ricorrente è la lezione di San Benedetto: “ogni ospite sia accolto come Cristo stesso”.
- Luce e speranza: Il cristiano è inviato a portare luce e speranza, non solo materiale, ma spirituale, alle vite ferite dei migranti. È il mandato missionario e la diaconia della Chiesa.
La struttura della preghiera, tra invocazione, esame, richiesta di intercessione e proposito di azione, richiama infine la lex orandi tradizionale: la preghiera forma la fede e la vita concreta.
5. Genere di preghiera e collocazione nella tradizione liturgica
La preghiera presenta un carattere misto:
- Esame di coscienza: L’incipit è una vera revisione della vita personale.
- Intercessione: Viene chiesto a San Donato di pregare per la conversione del cuore e per i migranti.
- Impegno concreto: È anche una preghiera di proposito, che chiede forza per l’agape operosa (“Che il mio amore sia concreto, generoso…”).
- Lode velata: L’esempio di San Donato viene celebrato come modello.
Nella tradizione liturgica cattolica, questa preghiera si colloca bene tra le preghiere dei fedeli nella Messa, specie nelle giornate dedicate ai migranti, al dialogo interreligioso, nel tempo di Avvento (momento forte di accoglienza della venuta di Dio) oppure durante incontri di riflessione e ritiri. Può essere inserita come conclusione dell’esame di coscienza nel sacramento della Penitenza, o durante la recita personale e comunitaria del Rosario nei momenti di particolare attenzione ai temi dell’inclusione sociale.
6. Indicazioni pratiche: uso nella preghiera personale, comunitaria e nell’anno liturgico
La preghiera a San Donato di Fiesole può essere utilizzata con vari intenti e in differenti contesti:
- Preghiera personale: Ottima per l’esame di coscienza serale, per prepararsi al sacramento della Riconciliazione o per vivere con profondità il tempo dell’Avvento e della Quaresima. Può guidare la meditazione individuale con pause riflessive su ciascun interrogativo proposto.
- Preghiera comunitaria: Da recitare in assemblea durante momenti di preghiera per i migranti, giornate mondiali dei rifugiati o veglie dell’accoglienza. Integrabile nelle intenzioni dei fedeli in parrocchia o in oratori impegnati sul fronte dell’inclusione.
- Liturgia delle ore o preghiere spontanee: Inseribile nella Compieta come esame di fine giornata, o in gruppi di volontariato che operano con stranieri. Adatta anche a occasioni di formazione, catechesi e incontri formativi.
- Nell’anno liturgico: Particolarmente significativa nelle solennità mariane (Maria, donna dell’accoglienza), durante l’Avvento (accogliere il Dio che viene nello straniero), nella “Giornata mondiale del migrante e del rifugiato” (settembre) e nella memoria liturgica di San Donato (22 ottobre oppure 2 agosto, secondo i calendari locali).
- Azioni concrete: La preghiera invita ad accompagnare la preghiera con gesti solidali, raccolte fondi o volontariato, per tradurre la fede in opere.
In tutti questi contesti, la preghiera funge da ponte tra la memoria di un Santo accogliente e la responsabilità odierna del cristiano: essere nel mondo contemporaneo segno di quella accoglienza che salva, sull’esempio di Cristo e di suoi Santi testimoni.
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