Dialogo Semplice con Santa Teresa di Calcutta per i volontari

Ascolta la Preghiera
Santa Teresa di Calcutta, madre degli ultimi, oggi mi rivolgo a te con cuore semplice e sincero.
Parlo con te come a un'amica, come se fossi qui seduta accanto a me. Ti racconto le gioie e le fatiche di chi, ogni giorno, sceglie di donarsi come volontario.
Sai quanto a volte sia difficile, quanto serva coraggio per restare nell'amore quando la stanchezza si fa sentire e il cuore sembra svuotarsi.
Ti chiedo, Madre, il tuo sorriso: quel sorriso che aveva il potere di portare luce anche dentro le notti più buie.
Intercedi presso il Signore perché ogni volontario possa avere sempre un cuore colmo d'amore, anche quando il “grazie” tarda ad arrivare e sembra di essere soli.
Aiutaci a vedere Cristo in ogni persona che incontriamo, specialmente nei poveri, nei malati, negli ultimi. Insegnaci la semplicità di amare con gesti piccoli ma veri, come tu stessa hai fatto per tutta la vita.
Santa Teresa di Calcutta, cammina con noi, abbraccia le nostre fatiche: rendi ogni volontario strumento di amore, pace e speranza.
Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La preghiera a Santa Teresa di Calcutta si colloca in un contesto spirituale profondamente segnato dalla spiritualità della carità e del servizio agli ultimi. Santa Teresa, universalmente conosciuta come Madre Teresa, ha incarnato la vocazione al servizio disinteressato, considerandosi “matita nelle mani di Dio” per portare amore a chi ne aveva più bisogno. Il suo carisma si fonda sull’insegnamento evangelico dell’amore per il prossimo, in particolare per i poveri e i sofferenti (cf. Mt 25,40: “Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”).
Dal punto di vista dottrinale, la preghiera riflette il senso profondo della chiamata universale alla santità attraverso l’amore concreto, secondo gli insegnamenti della Chiesa cattolica. Il Concilio Vaticano II afferma che “la carità, esercitata in opere e in verità, costituisce per tutti i discepoli di Cristo il comandamento nuovo” (Lumen Gentium, 42). In questa luce, l’intercessione dei santi — e in particolare di Santa Teresa, riconosciuta “madre degli ultimi” — è uno strumento prezioso per sostenere spiritualmente chi si impegna nell’apostolato della carità, come lei stessa ha vissuto in modo radicale.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera è espressamente indirizzata a Santa Teresa di Calcutta, chiamata affettuosamente “madre degli ultimi”. Il termine “madre” sottolinea il tipo di relazione che i fedeli instaurano con lei: non solo un esempio da ammirare, ma una presenza quasi materna, intima, vicina nelle speranze e nelle difficoltà.
La stessa invocazione, “parlo con te come a un’amica”, denota un tratto di familiarità e fiducia nel rivolgersi a una intercessora celeste, riconoscendone non solo la santità canonica ma anche la capacità di comprendere profondamente le gioie e le fatiche di chi serve gli altri ogni giorno.
La scelta di invocare precisamente questa santa è legata alla sua esperienza concreta di vita. Madre Teresa ha vissuto accanto agli emarginati, ai malati e ai poveri, offrendo non solo aiuto materiale ma soprattutto presenza, consolazione e dignità. La sua testimonianza la rende la destinataria privilegiata delle suppliche di chi si sente stanco, scoraggiato, ma desideroso di continuare a donarsi.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
La preghiera intercede principalmente per i volontari e, più in generale, per tutti coloro che si dedicano al servizio degli altri, soprattutto dei più fragili e dimenticati. I bisogni spirituali evocati nella supplica sono numerosi:
- Coraggio nella fatica: si chiede forza per continuare ad amare anche quando la stanchezza fisica e spirituale sembra prendere il sopravvento.
- Perseveranza e umiltà: si riconosce che spesso i gesti d’amore non ricevono riconoscimento o gratitudine e si domanda la grazia di un cuore che non si scoraggia.
- Vedere Cristo negli altri: emerge il desiderio di educare lo sguardo, secondo l’insegnamento di Madre Teresa, a riconoscere la presenza di Gesù in ogni persona, specialmente in chi soffre.
- Semplicità nell’amare: la supplica chiede di imparare ad amare “con gesti piccoli ma veri”, una delle chiavi della spiritualità di Santa Teresa.
Anche i bisogni fisici non sono assenti: la preghiera supplica per la “luce” e per la capacità di rimanere strumenti di amore, pace e speranza, elementi vitali per l’equilibrio psicofisico di chi si impegna ogni giorno nel volontariato.
In ultima analisi, la portata dell’intercessione si estende a tutti coloro che sono, come dice Teresa, “tra gli ultimi”, non solo come destinatari d’aiuto, ma come esempio per i volontari chiamati ad amarli.
4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche
La preghiera affronta temi teologici centrali sia nel messaggio cristiano che nella tradizione spirituale della Chiesa:
- L’amore come vocazione universale: Gesù richiama l’importanza dell’amare in modo concreto: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi” (Gv 15,12).
- La carità verso i poveri come luogo di incontro con Cristo: Il celebre passo di Matteo 25,40 (“L’avete fatto a me”) era al centro della vita di Madre Teresa.
- La santità accessibile attraverso i piccoli gesti: “Non tutti possiamo fare grandi cose, ma possiamo fare piccole cose con grande amore”, amava ripetere Teresa, eco del pensiero di Santa Teresa di Lisieux (la “piccola via”).
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Il valore redentivo della sofferenza e della fatica: La spiritualità cristiana insegna a vedere nella prova un luogo possibile di unione con Cristo:
“Completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo Corpo che è la Chiesa” (Col 1,24)
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L’intercessione dei santi: La fede nella comunione dei santi è fondata anche sulla parola patristica. Sant’Agostino affermava:
“Non vi allontanate, ma restate con noi; pregate per noi”
Questi temi nutrono la preghiera e la inseriscono nella grande tradizione teologica della Chiesa, dove la fede è illuminata dall’esempio concreto dei santi e aspira a rendere ogni giorno una testimonianza di amore vero.
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica
Questa supplica a Santa Teresa di Calcutta si configura come una preghiera di intercessione: il fedele si rivolge a una santa riconosciuta chiedendo la sua protezione, il suo esempio e la sua vicinanza presso il Signore.
In particolare la preghiera si apre anche alla dimensione della lode (“madre degli ultimi”), di ringraziamento per l’esempio di vita di Madre Teresa, e di affidamento, poiché si chiede di “camminare con noi” nei sentieri talvolta oscuri della carità vissuta.
Dal punto di vista liturgico, pur non essendo una preghiera ufficiale della Chiesa universale (come quelle del Messale o della Liturgia delle Ore), essa si inserisce a pieno titolo tra le preghiere devozionali private o comunitarie rivolte ai santi, molto diffuse nella tradizione cattolica.
La memoria liturgica di Santa Teresa di Calcutta ricorre il 5 settembre: in questa occasione la preghiera può essere usata durante celebrazioni, veglie di preghiera o momenti di riflessione spirituale personali e comunitari, soprattutto nei contesti legati al volontariato, alla carità e alla missione.
6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale o comunitaria e nei tempi liturgici
Preghiera personale: Può essere recitata quotidianamente da chi si impegna nel servizio agli altri, prima o dopo le attività di volontariato, nei momenti di stanchezza e scoraggiamento, oppure come esame di coscienza a fine giornata per interrogarsi sulla qualità del proprio amore verso i fratelli.
Nella preghiera comunitaria: La preghiera trova piena collocazione nelle assemblee di volontariato, nei gruppi caritativi, durante ritiri spirituali o veglie di preghiera dedicate ai temi della carità e della giustizia sociale. Può essere inserita nei momenti di intercessione, accompagnata da gesti simbolici (accensione di una candela, lettura di brani evangelici, condivisione di esperienze).
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Durante l’anno liturgico: È particolarmente indicata:
- nel tempo ordinario, affinché l’operato quotidiano sia ispirato all’amore concreto;
- nel tempo di Quaresima, per vivere le opere di misericordia;
- nella memoria liturgica di Santa Teresa di Calcutta (5 settembre);
- durante giornate dedicate ai poveri (es. la Giornata Mondiale dei Poveri indetta da Papa Francesco).
Modalità: Può essere accompagnata da un breve momento di silenzio, dalla meditazione su brani evangelici che hanno ispirato la vita di Madre Teresa (specialmente Matteo 25), o dalla recita di una decade del Rosario, come era tradizione tra le Missionarie della Carità.
In sintesi, questa preghiera non è solo una supplica per i volontari, ma un invito costante — personale e comunitario — a lasciarsi trasformare dall’amore, secondo lo spirito e l’esempio di Santa Teresa di Calcutta.
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