Preghiera a San Lazzaro per la Speranza nella Malattia

Destinatari:  San Lazzaro di Betania
Beneficiari:  Malati terminali
Tipologie:  Supplica
Preghiera a San Lazzaro per la Speranza nella Malattia
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Supplica a San Lazzaro di Betania per i malati terminali

San Lazzaro, amico caro di Gesù e testimone vivente della potenza della risurrezione,
tu che hai conosciuto la sofferenza della malattia e la gioia della chiamata alla vita,
guarda con occhi misericordiosi tutti i nostri fratelli e sorelle che vivono l’ora della prova estrema.

Con umiltà ti supplichiamo:
intercedi presso il Signore perché ogni malato terminale sia avvolto dalla speranza e dalla fiducia.
Dona sollievo ai corpi stanchi, pace ai cuori turbati e luce alle menti assediate dal dubbio e dalla paura.

Che nessuno si senta solo nel dolore,
ma possa scorgere, attraverso la tua intercessione, la presenza viva di Gesù accanto a sé.
Fa’ che la fiamma della speranza non si spenga,
ma continui a brillare come segno di una vita che supera la morte.

San Lazzaro, testimone del miracolo, veglia su tutti i malati e sulle loro famiglie;
ottieni la grazia di abbandonarsi con fiducia nelle mani del Padre, certi che nessun dolore è vano agli occhi di Dio.
Sostieni chi vacilla, consola chi piange,
e porta nel cuore di ciascuno la speranza invincibile che nasce dall’amore di Cristo.

San Lazzaro, prega per noi e per tutti i malati terminali.
Amen.

Spiegazione della Preghiera

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1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera

La supplica a San Lazzaro di Betania per i malati terminali nasce da un profondo contesto spirituale radicato nella tradizione cristiana, nella Scrittura e nella prassi della Chiesa. San Lazzaro, amico di Gesù e fratello di Marta e Maria, è ricordato soprattutto per il prodigio della sua risurrezione, narrata nel Vangelo secondo Giovanni (Gv 11,1-44).

Lazzaro simboleggia la speranza contro ogni disperazione e l’annuncio della vittoria sulla morte attraverso la fede. La sua esperienza personale della malattia, della morte terrena e del ritorno alla vita rappresenta la vicinanza di Dio nell’ora della sofferenza più grande. In questa prospettiva, la preghiera assume una forte dimensione escatologica: la vita non è annullata dalla morte, ma la attraversa e la supera in Cristo.

Dottrinalmente, questa supplica abbraccia il tema della speranza cristiana, la centralità della comunione dei santi e la forza intercessoria dei testimoni della fede, richiamando l’insegnamento della Chiesa sulla resurrezione della carne e sulla presenza misericordiosa del Signore accanto a chi soffre. Il Catechismo della Chiesa Cattolica sintetizza così tale speranza:

«La morte è così trasformata da Cristo. Gesù, il Figlio di Dio, ha liberamente conosciuto la morte per ciascun uomo. [...] Così ogni uomo, morendo in Cristo, è pienamente inserito nella redenzione della morte» (CCC 1010-1011).

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

La preghiera è formalmente rivolta a San Lazzaro di Betania, scelto come intercessore per le sue caratteristiche uniche: egli ha condiviso la malattia e la morte, e proprio per questo può comprendere intimamente la condizione di coloro che si trovano nel momento estremo. Lazzaro, insieme a Maria e Marta, era chiamato «amico amato» di Gesù (Gv 11,3); la predilezione di Cristo verso di lui lo rende particolarmente “vicino” anche a tutti coloro che oggi soffrono.

Rivolgersi a Lazzaro significa porsi sotto la protezione di chi ha sperimentato il dramma umano della morte e il miracolo della nuova vita, collaborando così con la comunione dei santi nell’opera della salvezza. La Chiesa, da sempre, incoraggia questa dimensione comunitaria del pregare:

«Tutta la Chiesa insieme prega e intercede per coloro che stanno lasciando questa vita; i Santi sono nostri amici e nostri intercessori presso Dio» (San Giovanni Crisostomo).

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

La supplica interpella San Lazzaro in favore dei malati terminali, cioè tutte le persone colpite da sofferenze gravi e irreversibili, così come le loro famiglie. I beneficiari principali sono quindi:

  • I malati prossimi all’incontro con la morte;
  • Chi lotta contro la malattia nel corpo e nello spirito;
  • I familiari e gli operatori che condividono le prove dell’agonia e della perdita.

I bisogni affrontati dalla preghiera sono di duplice ordine. Da una parte, quelli spirituali:

  • Il dono della speranza cristiana e della fiducia in Dio;
  • La consolazione contro la solitudine e la tentazione alla disperazione;
  • La certezza della presenza di Cristo vicino a chi soffre;
  • La grazia dell’abbandono filiale al Padre.
Dall’altra, quelli fisici ed esistenziali:
  • Sollievo nelle sofferenze corporali;
  • Pace e serenità nei momenti di paura o turbamento;
  • Sostegno e conforto ai caregivers e ai familiari stanchi e provati.

4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche

La supplica articola alcuni temi teologici di particolare rilievo:

  • La risurrezione e la vita eterna: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà» (Gv 11,25). Questa promessa, offerta da Gesù a Marta sul sepolcro di Lazzaro, è il cuore della speranza cristiana.
  • La comunione dei santi: il mistero della Chiesa una, vivente nei suoi membri in terra, in cielo e in purgatorio, è la realtà spirituale che rende efficace ogni intercessione.
  • La vicinanza di Cristo al sofferente: «Gesù pianse» (Gv 11,35). Nel pianto presso la tomba di Lazzaro si coglie la compassione divina per ogni dolore umano.
  • L’abbandono fiducioso alla volontà del Padre: "Sia fatta la tua volontà" (Mt 6,10), che nella malattia diventa affidamento totale.

Sono numerosi i riferimenti patristici sull’intercessione per i malati e l’aiuto dei santi. Sant’Agostino ad esempio afferma:

«Non dobbiamo scoraggiarci nel dolore, ma rafforzarci, sapendo che per mezzo del nostro gemito lo Spirito stesso intercede per noi» (Confessiones, X, 29).

5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica

Questa supplica rientra nel genere dell’intercessione. Si tratta di una preghiera che porta davanti a Dio le necessità e le sofferenze di altri, chiedendo il patrocinio di un santo particolare, in questo caso San Lazzaro. Vi sono però elementi di consolazione, speranza e persino di lode implicita alla potenza del Signore.

Nella tradizione liturgica, preghiere simili vengono proposte:

  • Durante la pastorale della salute (unzione degli infermi, visita ai malati);
  • Nei gruppi di preghiera dedicati ai sofferenti;
  • In occasione della Giornata Mondiale del Malato (11 febbraio);
  • Durante veglie di preghiera o funerali, come atto di accompagnamento spirituale.

Pur non trovandosi nei principali formulari liturgici tradizionali, questo tipo di supplica appartiene pienamente alla pietà popolare, che la Chiesa riconosce e valorizza («La pietà popolare è una preziosa espressione della fede» - Direttorio sulla Pietà Popolare 9).

6. Indicazioni pratiche: uso personale, comunitario e tempi liturgici

La supplica a San Lazzaro può essere utilizzata in diversi modi, sia personalmente sia in comunità:

  • Preghiera personale: Il malato stesso o una persona che lo accompagna può recitare la supplica in momenti di particolare sofferenza o solitudine, magari davanti a un’immagine di San Lazzaro.
  • Preghiera comunitaria: Può essere inserita nella liturgia della parola durante l’unzione degli infermi, in incontri di pastorale della salute, in veglie per i malati terminali o nelle cappellanie ospedaliere.

La supplica è particolarmente opportuna nei seguenti tempi dell’anno liturgico:

  • Durante la Settimana Santa, che richiama la passione, morte e risurrezione di Gesù;
  • Nel tempo di Pasqua, quando la vittoria sulla morte è al centro dell’annuncio cristiano;
  • In occasione di funerali o delle celebrazioni per la Commemorazione dei fedeli defunti (2 novembre);
  • Nella Giornata Mondiale del Malato.

Per favorire una migliore interiorizzazione, è consigliabile inserire la supplica al termine di una lettura biblica (ad esempio Gv 11,1-44), accompagnarla con un momento di silenzio e affidare a San Lazzaro le intenzioni personali per i malati terminali di cui si ha conoscenza.

In sintesi, questa preghiera rappresenta un potente atto di solidarietà spirituale e di speranza, da praticare spesso per sostenere con fede e amore coloro che si avvicinano al passaggio finale della vita.

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