Coroncina a San Giovanni Bosco per la speranza dei giovani disoccupati

Destinatari:  San Giovanni Bosco
Beneficiari:  Giovani disoccupati
Tipologie:  Coroncina
Coroncina a San Giovanni Bosco per la speranza dei giovani disoccupati
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Coroncina a San Giovanni Bosco per i Giovani Disoccupati

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Sui 3 grani in onore della Santissima Trinità:

Per il primo grano: Padre Celeste, sorgente di ogni dono, dona ai giovani disoccupati speranza nel cuore. Padre nostro...

Per il secondo grano: Gesù, Amico e Fratello, accompagna chi cerca il proprio cammino nella vita. Ave Maria...

Per il terzo grano: Spirito Santo, Luce di Verità, rischiara le menti e guida le scelte dei giovani senza lavoro. Gloria al Padre...

Sulle 7 invocazioni (per ogni grano):

O San Giovanni Bosco, padre e maestro dei giovani, perseguita la tua intercessione per tutti i giovani senza occupazione:

1. O Don Bosco, seme di speranza nei cuori afflitti, prega perché nessun giovane si senta abbandonato nelle difficoltà.
2. O Don Bosco, apri le porte di nuove opportunità a chi cerca lavoro con fatica e coraggio.
3. O Don Bosco, sostieni la dignità di ogni giovane, e fa’ che il lavoro sia occasione di crescita e rispetto.
4. O Don Bosco, dona fiducia nella Provvidenza: che i giovani imparino ad affidarsi a Dio anche nelle attese.
5. O Don Bosco, illumina i datori di lavoro perché siano aperti a sostenere e credere nei giovani.
6. O Don Bosco, gu

Spiegazione della Preghiera

1. Il contesto spirituale e dottrinale della Coroncina a San Giovanni Bosco per i Giovani Disoccupati

La Coroncina a San Giovanni Bosco per i Giovani Disoccupati nasce nel cuore della spiritualità cattolica che vede nella preghiera un efficacissimo mezzo di intercessione e di solidarietà con i più deboli. San Giovanni Bosco, conosciuto come “Padre e Maestro della Gioventù”, fu un apostolo instancabile a favore dei giovani, specialmente quelli più poveri, abbandonati o a rischio. La sua missione partiva dalla convinzione che ogni giovane è portatore di un progetto divino e che la dignità della persona si esprime anche attraverso il lavoro onesto e la formazione professionale.

Dottrinalmente, questa coroncina si inserisce nella visione cristiana del lavoro come vocazione e partecipazione dell’uomo all’opera della creazione (Gaudium et Spes, 34; Laborem Exercens, Giovanni Paolo II). Nel contesto odierno, la disoccupazione giovanile rappresenta una vera piaga sociale e spirituale che mette a rischio dignità, speranza e futuro. La preghiera, dunque, non è evasionismo, ma atto di fede concreta nella Provvidenza e nello Spirito Santo che accompagna le scelte umane. Si attinge al patrimonio della comunione dei santi, riconoscendo il valore dell’intercessione di chi nella storia della Chiesa si è fatto vicino ai più fragili.

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

La coroncina si indirizza direttamente a Dio Trinità (Padre, Figlio e Spirito Santo), invocando ciascuna Persona sull’esempio della consueta struttura del Rosario nelle prime tre preghiere:

  • al Padre Celeste per accendere la speranza,
  • a Gesù Cristo per accompagnare i giovani nel discernimento,
  • allo Spirito Santo come guida e luce nelle scelte difficili.

Successivamente, la coroncina si rivolge a San Giovanni Bosco, col titolo di “padre e maestro dei giovani”, riconoscendo la sua particolare prossimità ai giovani in difficoltà e la sua capacità di intercedere per chi vive l’esperienza dolorosa della mancanza di lavoro. In lui si vede un modello di solidarietà attiva e di amore provvidente, capace di aprire vie nuove dove spesso sembra non esserci futuro.

Questo doppio movimento – adorazione e lode a Dio, supplica a San Giovanni Bosco – esprime sia la dimensione verticale della preghiera sia quella orizzontale-comunitaria della comunione dei santi.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

I veri beneficiari della coroncina sono i giovani disoccupati, coloro che si sentono smarriti, senza speranza o occasione. La preghiera si fa voce delle loro necessità esistenziali:

  • Consolazione per chi è afflitto e si sente abbandonato;
  • Opportunità concrete, implorando che si spalanchino nuove vie e si aprano le porte che oggi sembrano chiuse;
  • Dignità personale e sociale attraverso il lavoro onesto e rispettato;
  • Fiducia nella Provvidenza, per non cadere nella disperazione quando il tempo dell’attesa sembra vano;
  • Responsabilità e apertura dei datori di lavoro, per una società più solidale;
  • Luce e discernimento spirituale per compiere scelte giuste e costruire il proprio futuro.

La dimensione dei bisogni abbraccia sia aspetti spirituali (scoramento, perdita di senso, sfiducia, isolamento), sia aspetti fisici e materiali (povertà, precarietà, mancanza delle basi essenziali per la vita). La coroncina ricorda che la Chiesa, sulla scia di Don Bosco, si fa madre premurosa proprio verso chi più patisce l’insicurezza sociale.

4. I temi teologici principali, con eventuali citazioni bibliche o patristiche pertinenti

Nella coroncina si intrecciano alcuni leitmotiv fondamentali della fede cattolica:

  • La speranza cristiana e la Provvidenza: “Lanciate su di Lui ogni vostra preoccupazione, perché Egli ha cura di voi” (1 Pt 5,7); Don Bosco stesso diceva: “Confidate sempre nella divina Provvidenza, e non sarete mai delusi”.
  • La dignità del lavoro: Il lavoro non è solo strumento economico, ma spazio di crescita della persona e servizio alla comunità (cfr. Gen 2,15; Gaudium et Spes, 67).
  • L’identificazione di Cristo con gli ultimi: “Tutto quello che avete fatto al più piccolo dei miei fratelli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40).
  • L’intercessione dei santi: “Pregate gli uni per gli altri” (Gc 5,16), in virtù della comunione dei santi.
  • Giovani come soggetti e non solo destinatari: Don Bosco vedeva i giovani come “amati di Dio”, chiamati a costruire la storia con la loro energia e creatività.

A livello patristico, Sant’Agostino sottolineava:

“Pregando non diamo istruzioni a Dio, ma disponiamo noi stessi a riceverne i doni”
(Lettere, 130, 11, 22).

La coroncina esprime anche la solidarietà di tutta la Chiesa che, ancora oggi, si pone accanto ai giovani scoraggiati dalla crisi e riconosce il valore sociale della preghiera – come insegnava anche Papa Francesco:

“Un giovane senza lavoro è una società senza futuro”
(Evangelii Gaudium, n. 191).

5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica

Questa coroncina appartiene principalmente al genere delle preghiere di intercessione, con elementi di supplica, fiducia e affidamento. Essa unisce la struttura del rosario alle litanie tipiche della devozione cattolica popolare ed è pensata per essere recitata sia da soli sia in forma comunitaria, specialmente in gruppi giovanili, oratori, centri di ascolto e nelle famiglie.

Non esiste ancora una collocazione ufficiale nel rito liturgico universale, ma tale coroncina si inserisce naturalmente nella devozione popolare (accanto a novene, triduums e altri atti di pietà), rispondendo ai principi della Enciclica Marialis Cultus di Paolo VI, che invita a valorizzare la preghiera come espressione della fede concreta del popolo di Dio. Nei contesti salesiani e nei luoghi legati a Don Bosco, tale pratica ha particolare rilievo nei periodi di crisi occupazionale o in occasione della sua memoria liturgica (31 gennaio).

6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale o comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico

La coroncina può essere recitata:

  • Personalmente, come preghiera quotidiana per affidare la propria situazione o quella di altri giovani conosciuti, magari al termine della giornata, prima di un colloquio di lavoro, o nei momenti d’angoscia.
  • Comunitariamente, in gruppi parrocchiali, oratori, movimenti giovanili, specialmente durante incontri di preghiera per il lavoro, veglie dedicate ai disoccupati, o all’inizio di progetti di orientamento e formazione professionale.
  • Nel periodo della Novena a San Giovanni Bosco (22-30 gennaio) o nella sua festa liturgica (31 gennaio), come atto di affidamento collettivo.
  • Nei tempi forti dell’anno liturgico (Avvento e Quaresima), quando il cammino della speranza e della conversione chiede uno sguardo particolare ai poveri e ai giovani senza prospettive.

Per rendere fruttuosa la preghiera, si possono aggiungere intenzioni personali, richiedere ai giovani stessi di guidare alcune parti, o concludere con una invocazione spontanea di affidamento o condivisione di testimonianze di fede e resilienza.

In ogni caso, la coroncina diventa un ponte tra cielo e terra: una carezza spirituale per chi vive la solitudine del disagio, un canale di speranza per chi attende mani aperte, e un impegno a costruire una società dove nessun giovane sia lasciato indietro.

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