Preghiera a Gesù Cristo per la Giustizia divina verso i Lupi

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O Gesù Cristo, Salvatore e Buon Pastore, oggi rivolgiamo a Te la nostra supplica, portando nel cuore i lupi, creature spesso oggetto di persecuzione e incomprese dal mondo.
Tu che hai compassione per ogni essere vivente, guarda con bontà ai figli silenziosi dei boschi e delle montagne. Essi, forti e vulnerabili, incarnano la speranza che anche chi è temuto possa essere amato, anche chi è cacciato possa trovare rifugio.
Signore Gesù, dona ai nostri cuori la saggezza e la misericordia, affinché sappiamo custodire il dono della diversità e proteggere chi oggi rischia l’estinzione. Parla al nostro spirito, infondendo la speranza di un futuro in cui giustizia e pace regnino non solo tra gli uomini, ma in ogni creatura che Tu hai plasmato.
Ti supplichiamo di guidare la nostra società verso il rispetto e la compassione, perché nei lupi ritroviamo il riflesso del Tuo mistero: la forza che si fa vulnerabile, la solitudine che cerca comunione, il branco che cerca casa.
Scenda su di loro la Tua protezione, e sulla terra venga la Tua benedizione, affinché possiamo imparare, dai lupi, l’arte della speranza e della convivenza.
Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
Questa preghiera è radicata nella profonda convinzione cristiana che l’amore misericordioso di Gesù Cristo si estenda non solo agli esseri umani, ma a tutto il creato. Nel Cristianesimo, la cura per le creature è una naturale conseguenza del riconoscere Dio quale Creatore universale (Genesi 1:25 – “Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona”). La preghiera si inserisce nel solco della tradizione biblica e patristica che esorta a contemplare e custodire la creazione: si pensi, ad esempio, all’inno di San Francesco d’Assisi nel Cantico delle Creature, che invoca fratellanza universale tra tutte le cose viventi.
La richiesta a Cristo “Salvatore e Buon Pastore” evoca la figura del Pastore che si prende cura del gregge (Giovanni 10:11 – “Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore”), estendendo questa dimensione pastorale anche agli animali, e nello specifico ai lupi, che nell’immaginario collettivo e nella Scrittura sono spesso simbolo di pericolo o solitudine. Qui, però, la preghiera rovescia il significato e propone uno sguardo di compassione e protezione per queste creature “incomprese e oggetto di persecuzione”.
Il contesto attuale vede i lupi come animali fragili di fronte al rischio estinzione, spesso temuti o perseguitati dall’uomo per ragioni economiche, culturali o di pregiudizio. Questa supplica si pone allora come un'istanza profetica che domanda la conversione dei cuori alla custodia della diversità, facendosi eco della dottrina sociale della Chiesa sull’ecologia integrale, come espresso ad esempio nella Laudato Si’ di Papa Francesco.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera si rivolge in primo luogo a Gesù Cristo, chiamato “Salvatore e Buon Pastore”. Questa invocazione sottolinea lo specifico cristocentrismo della supplica: è Cristo, cioè il Dio incarnato, Colui che si è preso cura fino al dono della vita stessa, il vero destinatario delle nostre ansie, speranze e intercessioni.
Il perché di tale destinatario si fonda sia sulla Bibbia che sulla teologia della Redenzione universale: Cristo non solo salva gli uomini, ma in Lui tutto il creato viene riconciliato (Colossesi 1:20 – “e per mezzo di lui riconciliasse a sé tutte le cose, rappacificando con il sangue della sua croce, sia ciò che è sulla terra, sia ciò che è nei cieli”). Quindi pregare Cristo per i lupi significa riconoscerlo come centro e senso ultimo di tutto ciò che esiste, affidando a Lui anche le sofferenze e le speranze delle creature “minori”.
Vi è inoltre un aspetto pedagogico: invocando Gesù come “pastore”, la preghiera offre ai fedeli un modello di cura da imitare, promuovendo atteggiamenti di misericordia verso chi è fragile, vulnerabile, o discriminato.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
I lupi sono i beneficiari diretti della supplica. Vengono definiti “creature spesso oggetto di persecuzione e incomprese dal mondo”, e la preghiera invoca:
- La protezione divina contro la persecuzione umana.
- Il rifugio, ossia sicurezza e possibilità di vivere secondo la loro natura.
- La benedizione perché anche chi è temuto possa essere amato e accettato nell’ordine della creazione.
A livello spirituale, la preghiera intercede per la conversione del cuore umano, chiedendo al Signore di infondere saggezza e misericordia, per imparare a custodire la diversità e promuovere rispetto, compassione e giustizia.
A livello fisico, va notato il riferimento all’estinzione: i lupi sono in molti luoghi animali a rischio, e la preghiera si fa voce delle istanze di conservazione dell’ambiente e delle specie, chiedendo la protezione “sulla terra” di Dio.
4. I temi teologici principali, con eventuali citazioni bibliche o patristiche
Numerosi sono i temi teologici sottesi in questa preghiera:
- Compassione universale di Cristo: Gesù viene qui invocato come Colui che “ha compassione per ogni essere vivente”, eco di una visione cosmica della redenzione (Luca 12:6 – “Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio”).
- Custodia del creato: “dona ai nostri cuori la saggezza e la misericordia”, chiede lo Spirito necessario per divenire veri custodi della biodiversità, secondo Gen 2:15, che affida all'uomo il giardino “affinché lo coltivasse e lo custodisse”.
- Speranza e convivenza: “incarnano la speranza che anche chi è temuto possa essere amato”, espressione di un’ecologia del cuore fondata su Isaia 11:6 (“Il lupo dimorerà con l’agnello”), simbolo messianico di una pace universale e riconciliante.
- Giustizia e pace: si prega perché “giustizia e pace regnino non solo tra gli uomini, ma in ogni creatura”. Qui risuona la teologia paolina del cosmo riconciliato mediante Cristo (Rm 8:19-22 - “Ogni creatura geme e soffre… aspettando la liberazione”).
- Mistero e valore degli animali: “nei lupi ritroviamo il riflesso del tuo mistero”, ricorda la dimensione sacramentale del cosmo (cfr. Gregorio di Nissa: “Nessuna creatura irragionevole è priva di significato nell’economia della salvezza”), ribaltando il classico simbolismo del lupo solo come minaccia o male.
“Se ammirate la terra, amate anche l’opera del Creatore. I cieli narrano la gloria di Dio, e il firmamento annunzia l’opera delle sue mani” (Sant’Agostino, Commento ai Salmi).
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica
Il genere principale della preghiera è intercessione: si intercede presso Cristo per protezione, custodia, benedizione verso una specifica creatura minacciata. Tuttavia, sono fortemente presenti anche gli elementi di supplica, lode (si esprime meraviglia per la diversità e il mistero della creazione), nonché penitenza implicita, giacché domandare la conversione del cuore comporta il riconoscimento delle proprie colpe verso il creato.
Nella tradizione liturgica ufficiale cristiana, le preghiere per gli animali sono assai rare, ma negli ultimi decenni sono cresciute in contesti ecumenici e nelle “Giornate per la Custodia del Creato”, ispirate tanto dalla tradizione francescana quanto dall’attuale magistero ecologico. Frequenti anche benedizioni particolari in occasione della festa di San Francesco d’Assisi (4 ottobre).
Questa supplica potrebbe trovare spazio nell’ambito di liturgie della Parola, veglie per la creazione, celebrazioni comunitarie per la custodia ambientale, o in momenti di preghiera personale, in particolare nel Tempo del Creato (1 settembre - 4 ottobre).
6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale o comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico
Nella preghiera personale, la supplica può essere recitata come meditazione durante passeggiate nei boschi, giornate dedicate all’ecologia, o ogniqualvolta si avvertano nel cuore compassione per gli animali minacciati e desiderio di conversione nel rapporto con la natura.
- Si suggerisce di leggerla lentamente, meditando su ogni parola e magari sostando in silenzio breve dopo ogni invocazione.
- Può essere l’inizio o il culmine di una preghiera spontanea di lode per la creazione.
Nella preghiera comunitaria, si adatta a:
- Veglie ecumeniche per la custodia del creato.
- Sante Messe o Liturgie della Parola in occasione della Giornata per la Custodia del Creato (1 settembre in Italia, tempo del Creato dal 1 settembre al 4 ottobre).
- Benedizioni di animali (soprattutto per le parrocchie dal carisma francescano).
Per renderla più incisiva, si può far precedere la preghiera da una breve lettura biblica pertinente (ad esempio Isaia 11:6-9 o Genesi 1:24-31), e chiudere con una lode o canto riconducibile al tema del creato.
Infine, questa preghiera invita non solo alla recitazione ma a tradurre l’intercessione in impegno pratico: sensibilizzazione, educazione e scelte concrete di tutela del creato, come prolungamento coerente della spiritualità cristiana.
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