Preghiera a Gesù Cristo per il ritorno degli Animali smarriti

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Signore Gesù Cristo, pastore buono e misericordioso, umilmente innalziamo la nostra supplica a Te per tutti gli animali smarriti che vagano nella solitudine e nella paura.
Conosci il valore di ogni creatura e il dolore della separazione: ti affidiamo questi nostri piccoli fratelli che cercano una casa, una carezza, un ritorno.
Dona speranza a chi li aspetta, rinnova la fiducia nel cuore di chi li cerca e fa’ che la luce della speranza non si spenga mai nei loro occhi e nei nostri.
Guidali, Signore, sulla strada del ritorno, sostienili nelle difficoltà, proteggili dai pericoli e riuniscili amorevolmente a chi li ama.
Aiutaci ad essere strumenti della Tua Provvidenza, perché possiamo donare conforto, accoglienza e speranza nel futuro a ogni creatura in difficoltà.
Gesù, Redentore di tutte le creature, ascolta con misericordia la nostra preghiera e soccorri chi si è perduto: perché nessun cuore e nessuna vita restino mai soli.
Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
Questa preghiera si radica profondamente nella tradizione cristiana che riconosce in Gesù Cristo il “Buon Pastore” (Gv 10,11), colui che conosce, ama e cerca ogni creatura con sollecitudine e misericordia. Il contesto spirituale è quello di una fede che guarda a Gesù non solo come Redentore dell’uomo, ma come colui che, nella sua compassione infinita, si prende cura dell’intera creazione, uomini e animali compresi. Questa visione si armonizza con l’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, che invita a una responsabilità condivisa verso tutte le creature e a riconoscere il loro valore agli occhi di Dio (Laudato si’, nn. 68-69).
Dottrinalmente, la preghiera riflette alcuni aspetti fondamentali della spiritualità cristiana:
- La centralità della misericordia divina, invocata da Gesù stesso (“Abbiate misericordia come il Padre vostro è misericordioso”, Lc 6,36).
- Il valore intrinseco di ogni creatura: ogni essere vivente ha il suo posto nella creazione, e la sofferenza delle creature, anche animali, è oggetto della compassione cristiana (Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2416).
- La partecipazione dell’uomo alla Provvidenza di Dio: l’azione di prendersi cura delle creature riflette la vocazione umana a essere cooperatori del Creatore.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera si rivolge in primis a Gesù Cristo, invocato sia come “Signore” che come “Redentore di tutte le creature”. La scelta di Gesù come destinatario indica un approccio cristocentrico: si riconosce in Lui la pienezza della misericordia di Dio, manifestata sia nella compassione verso gli umani che nella sensibilità per l’intera creazione. Gesù, quale Buon Pastore (cfr. Gv 10,14-16), ha dato la vita per le sue pecore e si prende cura di chi si perde. Ogni richiesta nella preghiera fa eco alla parabola della pecora smarrita (Lc 15,4-7), ampliando la prospettiva agli animali domestici e selvatici che soffrono per la perdita, la solitudine e il pericolo.
Rivolgendo la supplica a Cristo, la preghiera afferma che solo il suo amore misericordioso può davvero consolare, proteggere e riunire coloro che sono separati, richiamando la salvezza universale operata dal suo sacrificio.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
La preghiera intercede soprattutto per gli animali smarriti, che vivono nella solitudine, nella paura e nell’incertezza. Sono menzionati come “nostri piccoli fratelli”, richiamando la celebre espressione di san Francesco d’Assisi (“frate lupo”, “sorella colomba”) e sottolineando la fraternità che lega tutte le creature sotto il creato di Dio.
I bisogni fisici affrontati sono concreti: il ritorno a casa, la protezione dai pericoli, il sostegno nelle difficoltà contingenti (fame, freddo, ferite, spaesamento). Ma sono presenti anche bisogni spirituali: la consolazione nella separazione, la speranza nel ricongiungimento, il senso di non essere mai soli. Inoltre, la preghiera non dimentica coloro che cercano o attendono gli animali, sostenendoli nella fede e nella pazienza.
Infine, invoca l’aiuto e l’impegno di tutti i credenti affinché siano “strumenti della Provvidenza”, capaci di compassione attiva, accoglienza e cura, offrendo conforto a ogni creatura in difficoltà.
4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche
Diversi i temi teologici racchiusi nella preghiera:
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Cura del Creato
La richiesta di protezione per gli animali smarriti si inserisce nella teologia della custodia del creato: “Il giusto ha cura del suo bestiame, ma il cuore del malvagio è crudele” (Proverbi 12,10). Come san Basilio affermava:“L’anima che ama l’uomo, ama anche ogni essere vivente.”
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La misericordia e la provvidenza di Dio
L’invocazione a Gesù quale Redentore di tutte le creature richiama Colossesi 1,20: “e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose, rappacificando per mezzo del sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra sia quelle che stanno nei cieli.” -
La speranza nei cuori di chi attende
La preghiera riflette l’insegnamento secondo cui Dio è vicino a chi soffre e a chi attende con fede: “Spera nel Signore, sii forte, si rinfranchi il tuo cuore e spera nel Signore” (Sal 27,14). -
Il servizio come collaborazione alla Grazia
Essere “strumenti della Provvidenza” richiama la chiamata missionaria a testimoniare la carità operosa: “Quanto avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.” (Mt 25,40) – una visione che, nella tradizione patristica e francescana, abbraccia anche tutte le creature senzienti.
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica
Questa preghiera si colloca essenzialmente tra le preghiere di intercessione, poiché chiede a Dio – per mezzo di Gesù – di intervenire in favore degli animali smarriti e delle persone colpite dalla loro perdita. Ma contiene in sé anche elementi di lode (“Signore Gesù Cristo, pastore buono e misericordioso”), di supplica, di affidamento e un invito all’impegno attivo (Provvidenza personale).
Nonostante non sia parte di nessun formulario liturgico ufficiale della Chiesa universale, trova facilmente collocazione nelle devozioni private, nelle veglie di preghiera, negli incontri di gruppi parrocchiali dedicati alla creato, in benedizioni particolari per gli animali (ad esempio nella memoria – 4 ottobre – di san Francesco d’Assisi). Analogamente, può essere adattata in liturgie di preghiera per la creazione, secondo le indicazioni di alcune diocesi e comunità religiose particolarmente attente al tema.
6. Indicazioni pratiche sull’uso personale e comunitario della preghiera
Uso personale: Può essere recitata:
- Ogni volta che un animale domestico si allontana, come risposta al dolore e alla preoccupazione della perdita.
- Nel silenzio personale della sera o nel momento di meditazione sulla responsabilità verso la creazione.
- Come compendio alla preghiera del Rosario, in collegamento con le intenzioni universali o in aggiunta alle preghiere spontanee.
Uso comunitario:
- Durante momenti di preghiera collettiva in parrocchia, specialmente nelle benedizioni annuali degli animali (san Francesco o san Antonio abate).
- Come parte di un Rosario per la creazione o di veglie ecologiche parrocchiali e diocesane.
- Nell’ambito di incontri di gruppi per la custodia del creato o di associazioni che sostengono gli animali.
Tempi dell’anno liturgico: Sebbene sia adatta tutto l’anno, assume particolare significato durante:
- La festa di san Francesco d’Assisi (4 ottobre), patrono degli ecologisti e degli animali.
- La settimana per la Custodia del Creato (fine settembre-inizio ottobre).
- Le benedizioni annuali degli animali (generalmente a gennaio, san Antonio abate).
- Le celebrazioni per il tempo del Creato (1 settembre – 4 ottobre).
In sintesi, questa preghiera offre una risposta spirituale e pastorale concreta al dolore della perdita di un animale e all’ansia dell’attesa, educando i credenti a una sensibilità più piena verso tutta la vita, alla luce della misericordia e della Provvidenza del Signore.
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