Preghiera a San Giovanni Bosco per i Giovani che cercano il primo lavoro

Destinatari:  San Giovanni Bosco
Beneficiari:  Giovani disoccupati
Tipologie:  Preghiera personale
Preghiera a San Giovanni Bosco per i Giovani che cercano il primo lavoro
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San Giovanni Bosco, amico e padre dei giovani, a te ci rivolgiamo con le nostre speranze, paure e desideri.

Tu che hai dedicato la tua vita a offrire ai ragazzi la possibilità di imparare un mestiere, aiutali anche oggi: guarda con benevolenza noi giovani disoccupati, smarriti di fronte a un futuro incerto e spesso senza un lavoro che permetta di esprimere i nostri talenti.

Ti affidiamo la nostra ansia, spesso nascosta dietro il silenzio, e la nostra speranza di poter trovare un impiego dignitoso, sentendoci utili e apprezzati.

Sostienici nell’affrontare la fatica dei colloqui, la delusione dei rifiuti e l’attesa, spesso lunga, di una chiamata. Infondi in noi coraggio e determinazione, perché possiamo continuare a cercare senza perderci d’animo.

Intercedi presso il Signore affinché apra per noi le porte di un lavoro giusto e onesto, che rispetti la nostra dignità e ci permetta di crescere come uomini e donne.

Don Bosco, tu che hai creduto nei sogni dei giovani, proteggi la nostra speranza e guidaci verso un domani migliore.

Amen.

Spiegazione della Preghiera

1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera

La preghiera a San Giovanni Bosco che qui si analizza nasce all’interno della tradizione cattolica, che riconosce nei santi degli intercessori speciali presso Dio. Questo testo si inserisce nel solco della devozione popolare e della spiritualità salesiana, presentando Don Bosco come modello di carità sociale e guida spirituale per i giovani, soprattutto quelli in situazioni di difficoltà o marginalità. La dottrina cattolica, soprattutto dopo il Concilio Vaticano II, ha ribadito l’importanza del lavoro come vocazione e realizzazione della persona umana (Gaudium et spes, n. 67).

San Giovanni Bosco, vissuto nell’Ottocento a Torino, si adoperò per rispondere all’emergenza sociale dei giovani disoccupati e senza famiglia, creando oratori, scuole professionali e sistemi educativi innovativi. È considerato l’ideatore preventivo della pedagogia salesiana, incentrata sulla fiducia, la bontà e il sostegno concreto. Questa preghiera si colloca nel quadro della spiritualità del lavoro e nella dottrina della provvidenza divina, in cui il ricorso all’aiuto celeste non esenta dalla responsabilità personale, ma la sostiene e la rinforza nelle prove della vita.

Dottrinalmente, l’invocazione appartiene al filone della comunione dei santi: i fedeli sulla terra possono chiedere l’intercessione di chi, più vicino a Dio, continua a prendersi cura delle necessità materiali e spirituali del popolo cristiano. Essa è anche testimonianza di una fede incarnata nella realtà sociale, che non separa mai il bisogno spirituale dal bisogno materiale.

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

La preghiera è rivolta esplicitamente a San Giovanni Bosco, chiamato confidenzialmente “Don Bosco”, accentuando il senso di familiarità e fiducia che i giovani nutrono verso di lui. La scelta di Don Bosco come destinatario è motivata non solo dalla sua santità riconosciuta dalla Chiesa, ma soprattutto dalla sua esperienza concreta accanto ai giovani in difficoltà: fu amico, padre, educatore, mediatore per generazioni di ragazzi fragili e disorientati.

L’appellativo “amico e padre dei giovani” ne ricorda la missione storica e spirituale. Alla sua presenza i giovani possono consegnare “speranze, paure e desideri”, cioè l’intera gamma delle inquietudini esistenziali che coinvolgono le nuove generazioni, specialmente quando si tratta del delicato passaggio dal mondo della formazione a quello del lavoro.

Si noti anche il linguaggio della richiesta: Don Bosco viene supplicato di “guardare con benevolenza” e di “intercedere presso il Signore”. È uno stile profondamente ecclesiale, in cui il santo non sostituisce Dio ma accompagna i fedeli verso di Lui, come mediatore sollecito delle necessità delle sue “pecorelle”.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

I principali beneficiari dell’intercessione di Don Bosco, secondo la preghiera, sono i giovani disoccupati, in particolare quelli “smarriti di fronte a un futuro incerto e spesso senza un lavoro che permetta di esprimere i propri talenti”. Si tratta di una categoria fragile, non solo economicamente, ma anche psicologicamente e spiritualmente provata dalle dinamiche dell’attesa, della competizione e della mancata valorizzazione personale.

La preghiera esplicita le difficoltà affrontate:

  • Ansia nascosta dietro il silenzio (disagio emotivo e mancanza di ascolto);
  • Speranza di un impiego dignitoso (desiderio di essere inclusi e riconosciuti);
  • Fatica dei colloqui e delusione dei rifiuti (sofferenza per la precarietà e la non scelta);
  • Lunga attesa di una chiamata (prova della pazienza e tentazione della disperazione).

I bisogni affrontati questa preghiera toccano dunque sia la sfera materiale (trovare un lavoro “giusto e onesto” che rispetti la dignità) sia la sfera interiore (coraggio, determinazione, speranza, non perdersi d’animo). Viene chiesto a Don Bosco di proteggere non solo la situazione esteriore dei giovani, ma soprattutto il cuore e il sogno di ciascuno di loro: “protegge la nostra speranza e guidaci verso un domani migliore”.

4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche

Questa preghiera presenta molti temi teologici fondamentali:

  • La dignità del lavoro: Come insegna la Bibbia, il lavoro non è solo mezzo di sostentamento ma via di autorealizzazione. “Chi non vuol lavorare, neppure mangi” (2 Tessalonicesi 3,10); “Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse” (Genesi 2,15).
  • La provvidenza e la speranza: Affidarsi a Dio pur vivendo le fatiche concrete (“intercedi presso il Signore”), confidando che “il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose” (Matteo 6,32).
  • Il valore della perseveranza: “Infondi in noi coraggio e determinazione” richiama l’invito a non scoraggiarsi, poiché “nella speranza sarete salvati. Se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza” (Romani 8,24-25).
  • La comunione dei santi e l’intercessione: “Pregate gli uni per gli altri” (Giacomo 5,16). Tra i Padri della Chiesa, sant’Agostino affermava:
    “Non ci sarebbe gioia per noi, se gli altri non fossero partecipi dei nostri beni e della nostra preghiera”
    (Lettere, 130,9,18).

Nel magistero recente, papa Francesco sottolinea spesso la correlazione tra giovani, sogni e lavoro:

“Non lasciatevi rubare la speranza! Anche quando tutto sembra fermo, anche quando mancano opportunità, Dio cammina con voi”
(Christus vivit, 143).

5. Il genere di preghiera e la collocazione nella tradizione liturgica

Questa preghiera appartiene al genere dell’intercessione, con richiami alla supplica e all’affidamento. Non è esattamente una preghiera di lode, di ringraziamento o di penitenza, ma esprime il senso ecclesiale della solidarietà nella prova. La presenza delle richieste concrete rivolte a un santo la connette con il linguaggio liturgico della preghiera dei fedeli, che spesso nelle celebrazioni si affida a santi particolarmente vicini alle necessità dei gruppi specifici.

Nella tradizione liturgica salesiana, Don Bosco è tra i protettori principali dei giovani, e in molte celebrazioni (soprattutto nella memoria liturgica del 31 gennaio) si propongono preghiere simili, anche nei sussidi pastorali e nelle veglie vocazionali. Tuttavia, questa invocazione è adatta anche a un uso personale, per sostenere nelle difficoltà chi vive un momento di smarrimento, ricerca o delusione.

6. Indicazioni pratiche di uso personale, comunitario e nei tempi liturgici

Questa preghiera può essere impiegata sia nella preghiera personale che in contesti comunitari:

  • Preghiera personale: Può essere recitata ogni volta che si affrontano momenti di incertezza lavorativa, specialmente prima di colloqui o quando si soffre per la disoccupazione. Si può pregare ponendo accanto un’immagine di Don Bosco, lasciando spazio al silenzio dopo le parole pronunciate, per affidare direttamente a Dio le proprie paure.
  • Preghiera comunitaria: È adatta a incontri di gruppi giovanili, catechesi, momenti di ascolto per giovani in ricerca di lavoro, oppure come parte della preghiera dei fedeli nelle Messe “per i lavoratori” o nelle veglie dedicate all’orientamento professionale. Può essere inserita nelle proposte di formazione salesiana e negli oratori.
  • Tempi liturgici: Particolarmente significativa durante la memoria di San Giovanni Bosco (31 gennaio), nella Giornata Mondiale della Gioventù, nella Festa del Lavoro (1° maggio), o in qualunque periodo dell’anno in cui la comunità si stringe attorno al tema della gioventù e del lavoro.

In pratica, si consiglia di:

  1. Leggere lentamente la preghiera, lasciandosi interrogare dagli echi personali.
  2. Assumere un atteggiamento di fiducia e dialogo, come fossero parole rivolte a un amico e padre.
  3. Riprendere, se si vuole, alcune invocazioni adattandole alla propria situazione o a quella della propria comunità.
  4. Affrontare poi il proprio cammino di ricerca affidandolo ogni giorno a Dio, con la certezza di non essere soli.

Questa preghiera si pone così come prezioso sussidio per giovani e operatori pastorali, capace di unire cultura del lavoro, speranza cristiana e spiritualità salesiana in un’unica invocazione di intercessione.

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