Preghiera a Dio per gli Animali abbandonati

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Dio misericordioso, ascolta la nostra preghiera per tutti gli animali abbandonati, creature sofferenti che vivono nell'attesa di una carezza, di un rifugio, di uno sguardo d'amore.
Con il Tuo sguardo benevolo, dona loro conforto nelle ore di solitudine e speranza nei giorni in cui il futuro appare incerto. Ti supplichiamo, Signore della vita, di accendere nei cuori degli uomini il fuoco della compassione e del rispetto verso ogni creatura.
Rafforza in noi il desiderio di essere strumenti del Tuo amore: che possiamo offrire accoglienza, protezione e una nuova possibilità a chi è stato dimenticato.
Fa’ che la speranza sbocci anche nei luoghi di abbandono, trasformando ogni lacrima in un sorriso e ogni paura in fiducia.
Benedici, o Dio, ogni piccolo cuore abbandonato, affinché possa trovare nel futuro una famiglia, una casa, e la certezza di non essere più solo.
In Te riponiamo la nostra preghiera e la nostra forza. Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La preghiera “Dio misericordioso, ascolta la nostra preghiera per tutti gli animali abbandonati…” nasce dall’intima convinzione che Dio sia il Creatore e il custode di ogni essere vivente. Nella tradizione cristiana, la premura e la compassione per tutta la creazione sono profondamente radicate sia nella Sacra Scrittura che nella riflessione teologica e spirituale dei Padri della Chiesa.
Vi è una crescente sensibilità, specialmente a partire dal Magistero contemporaneo (si veda Laudato si’ di Papa Francesco), verso la cura del Creato come elemento essenziale della fede cristiana. San Francesco d’Assisi è stato uno dei più grandi testimoni di questa spiritualità, vedendo nelle creature “fratelli e sorelle minori” e invitando i credenti a riconoscere la presenza e la bontà di Dio in ogni essere vivente.
Dottrinalmente, questa preghiera si fonda sull’idea che la misericordia divina abbraccia tutta la creazione (cfr. Salmo 145,9: «Buono è il Signore verso tutti, la sua misericordia si espande su tutte le sue opere»). Essa richiama anche la responsabilità morale affidata all’essere umano, chiamato a “coltivare e custodire” (Gn 2,15) il Giardino - simbolo di tutta la Terra e dei suoi abitanti.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera è indirizzata direttamente a Dio, invocato come “misericordioso”, “Signore della vita” e colui che possiede uno “sguardo benevolo”. I titoli utilizzati delineano una teologia della vicinanza e dell’amore, presentando un’immagine di Dio che si prende cura anche delle creature più fragili e dimenticate.
La supplica è inoltre rivolta “a noi”, cioè ai fedeli e alla comunità, affinché si lascino toccare dalla grazia di Dio e dallo Spirito di compassione: “Rafforza in noi il desiderio di essere strumenti del Tuo amore…”. Così, la preghiera assume un doppio movimento: ascendente (verso Dio) e trasformante (verso i cuori dei credenti).
Questo duplice destinatario è tipico delle preghiere di intercessione e di formazione spirituale: si domanda a Dio di operare e nello stesso tempo si chiede di renderci disponibili all’azione di Dio.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
I beneficiari diretti sono gli animali abbandonati, descritti come “creature sofferenti” che vivono nella speranza di “una carezza, di un rifugio, di uno sguardo d'amore”. Qui il testo rende esplicito un aspetto spesso trascurato: le creature non umane hanno una loro sofferenza, una loro attesa di bene, e possono essere oggetto della sollecitudine orante della comunità cristiana.
La preghiera intercede per alcuni bisogni fondamentali:
- Fisici: accoglienza, protezione, rifugio, una “casa”, qualcuno che “non li lasci più soli”.
- Emotivi e spirituali (antropomorfizzati): conforto nella solitudine, speranza nei giorni bui, trasformazione della paura in fiducia, delle lacrime in sorrisi.
In senso più ampio, i beneficiari riflessi sono anche gli esseri umani coinvolti: chi si prende cura degli animali, chi li trova, chi li accoglie, chi può essere reso più attento e compassionevole grazie a questa preghiera.
4. Temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche pertinenti
Fra i temi teologici principali troviamo:
- La Misericordia di Dio universale: come già citato, il Salmo 145,9 ci ricorda che “Buono è il Signore verso tutti”.
- La custodia del Creato come chiamata biblica: “Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse” (Genesi 2,15). Questa responsabilità è ripresa anche da San Giovanni Paolo II, che rivolge un “appello in favore del rispetto per la vita di ogni essere creato” (Udienza, 10 gennaio 1990).
- La compassione come imitazione di Cristo: Gesù indica che “quanto avete fatto a uno di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Matteo 25,40). Sebbene il testo originale si riferisca alle persone, la spiritualità cristiana ha sempre visto nella compassione senza confini un riflesso dell’amore divino.
- La speranza come dono teologale: la preghiera insiste sul tema della speranza, dono che trasforma dolore e solitudine in fiducia e possibilità nuova.
- La partecipazione alla redenzione: citando San Paolo: “La creazione stessa sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio” (Romani 8,21). Questo ci invita a vedere il prendersi cura degli animali come parte della vocazione redentiva dell’umanità.
“Grande è la tenerezza di nostro Signore verso le sue creature… Non lasciamo che per colpa nostra alcuna priva della sua gioia di vivere” (San Basilio Magno, Omelie sulla Genesi).
5. Genere di preghiera e collocazione nella tradizione liturgica
Si tratta principalmente di una preghiera di intercessione, cioè una supplica rivolta a Dio per la sorte altrui, in questo caso per creature spesso trascurate e indifese. La tonalità è però anche penitenziale (implorando la trasformazione dei cuori umani) e di lode (riconoscendo la bontà e la misericordia di Dio).
Nel contesto liturgico, questa preghiera si adatta soprattutto a momenti dedicati alla cura del Creato, come la Giornata per la Custodia del Creato (1 settembre), durante benedizioni degli animali (in occasione di San Francesco d’Assisi, 4 ottobre) o in liturgie per famiglie e bambini, dove la sensibilizzazione alla misericordia verso i più piccoli e indifesi è particolarmente sentita. Tuttavia, può inserirsi anche nelle litanie, nelle preghiere dei fedeli della Messa, o nei momenti di adorazione personale e comunitaria.
6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale o comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico
Per la preghiera personale, questa supplica può essere recitata:
- ogni volta che si incontra un animale abbandonato o si viene a conoscenza di storie di abbandono, come gesto di compassione e affidamento;
- prima di intraprendere attività di volontariato nei rifugi per animali;
- come parte del proprio esame di coscienza sulla responsabilità verso il creato.
Nella preghiera comunitaria si può proporre:
- all’interno della preghiera dei fedeli durante la Messa, adattando o abbreviando la supplica in base al contesto;
- in servizi di benedizione degli animali (particolarmente il 4 ottobre, festa di San Francesco);
- durante veglie per la Giornata mondiale della cura del Creato o in iniziative di sensibilizzazione ecologica e sociale.
Dal punto di vista del calendario liturgico, questa preghiera è particolarmente adatta nel Tempo del Creato (1 settembre - 4 ottobre), ma anche in Quaresima, come compito penitenziale di conversione del cuore, o come proposta di lode nella Pasqua, quando si celebra la “nuova creazione” in Cristo.
Infine, può essere un valido strumento educativo da proporre nei catechismi parrocchiali, nei gruppi scout e nelle scuole, per insegnare ai bambini e ai giovani un senso di responsabilità e tenerezza universale, secondo lo spirito evangelico.
In conclusione, questa preghiera ci invita a guardare ogni vivente con gratitudine, rispetto e amore evangelico, rendendo credibile la nostra fede nella bontà e misericordia di Dio verso tutte le creature.
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