Preghiera a Don Bosco per la Felicità in Famiglia dei Ragazzi

Ascolta la Preghiera
San Giovanni Bosco, amico dei giovani e guida amorevole, a te rivolgo la mia preghiera con fiducia e speranza.
Tu che hai dedicato la tua vita a rendere felici i ragazzi e aiutare le famiglie a camminare nell’armonia, ascolta la mia voce oggi.
Aiutaci, o Santo, a coltivare la gioia semplice tra le mura delle nostre case. Donaci la forza di sostenere il dialogo, il rispetto e la comprensione tra genitori, figli, fratelli e amici. Fa’ che impariamo ogni giorno ad amare senza limiti e a perdonare con sincerità.
Guida i nostri cuori verso la serenità, insegnaci a cercare sempre il bene gli uni degli altri e a non perderci mai d’animo nelle difficoltà. Fa’ che la nostra famiglia sia un luogo di luce, accoglienza e speranza dove ciascuno possa sentirsi valorizzato e amato.
O San Giovanni Bosco, educatore buono e paziente, accompagna tutti noi ragazzi in questo cammino di crescita e di felicità familiare. Fa’ che possiamo essere fonte di gioia e di pace per chi ci sta accanto, imitando il tuo esempio.
Grazie, Don Bosco, proteggi la nostra famiglia. Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
Questa preghiera a San Giovanni Bosco nasce all'interno di una ricca tradizione spirituale consacrata all'educazione cristiana dei giovani e alla promozione di famiglie salde e gioiose. Nella storia della Chiesa, Don Bosco è figura emblematica di amore pastorale, dedizione educativa e attenzione concreta ai bisogni delle nuove generazioni e delle famiglie. La preghiera riflette la convinzione cattolica che i santi non sono solo modelli di fede, ma anche potenti intercessori presso Dio per i fedeli sulla terra (Catechismo della Chiesa Cattolica [CCC] n. 956). Essa esprime la dimensione comunitaria della salvezza e il desiderio di vivere la chiamata evangelica all'amore reciproco, fondamento della vita familiare e chrismatica della Chiesa.
Dottrinalmente, la preghiera si situa nella luce della “spiritualità della famiglia” proposta dal magistero, specialmente da Giovanni Paolo II in Familiaris Consortio e i recenti Sinodi sulla famiglia. Richiamando l’esempio di Don Bosco, sottolinea il valore educativo dell'amore e il ruolo della famiglia come "Chiesa domestica" (Lumen Gentium, 11). Allo stesso tempo, il testo mostra un aspetto chiave della spiritualità salesiana: la gioia semplice, l'accoglienza, il perdono e il clima sereno come terreno dove la fede può crescere gioiosamente, come Don Bosco insegnava.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera è esplicitamente rivolta a San Giovanni Bosco, chiamato sia “amico dei giovani” che “guida amorevole”. Questo richiamo non è casuale, ma si fonda sulla tradizione cattolica dell’intercessione dei santi: si chiede a Don Bosco di pregare Dio a favore di chi è in difficoltà o in cerca di grazia. La scelta di rivolgersi a lui in particolare si capisce dalla sua peculiare missione: Don Bosco fu padre e maestro insigne di giovani e famiglie. Il suo carisma consiste proprio nel saper suscitare, tra le mura domestiche e nei rapporti educativi, quella “gioia semplice” evangelica che anima la famiglia cristiana.
Il testo usa la seconda persona e toni diretti e familiari (“a te rivolgo la mia preghiera”, “ascolta la mia voce oggi”), conferendo intimità e vicinanza: Don Bosco è percepito non solo come esempio remoto, ma come alleato vivo, capace di ascoltare e comprendere le fatiche e i sogni di chi prega, specialmente giovani e famiglie.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
I beneficiari dell'intercessione sono soprattutto le famiglie e i giovani, con attenzione particolare al benessere domestico, alle relazioni tra genitori, figli, fratelli e amici. Da qui traspare una preoccupazione per bisogni concreti e quotidiani:
- Spirituali: pace interiore, serenità, capacità di amare senza limiti, perdonare sinceramente, coltivare la gioia cristiana.
- Relazionali e sociali: dialogo, rispetto, comprensione tra persone, armonia familiare, reciprocità e valorizzazione di ciascuno.
- Fisici e psicologici: una richiesta implicita di sostegno nelle difficoltà, protezione dalle divisioni, guarigione dalle ferite causate da tensioni o incomprensioni domestiche.
Il testo mette in luce la tensione tra il desiderio di uno spazio familiare vissuto come “luogo di luce, accoglienza e speranza” e la realtà spesso imperfetta della vita quotidiana. L’intercessione chiede la grazia di imparare la pazienza, la forza di non “perdersi d’animo nelle difficoltà”, la capacità di essere segni di gioia e pace – aspetti tanto spirituali quanto pratici.
4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche pertinenti
La preghiera sviluppa alcuni temi centrali della teologia cristiana:
- La famiglia come luogo di santità e carità: richiama la dottrina biblica secondo cui la famiglia è luogo privilegiato di educazione all’amore e alla fede (Ef 5,25-33; Col 3,12-21). "Sopportatevi a vicenda e perdonatevi" (Col 3,13), risuona nell’appello al perdono sincero.
- La gioia cristiana: al centro dell’insegnamento di Don Bosco (“La santità consiste nello stare molto allegri”); «Rallegratevi sempre nel Signore» (Fil 4,4). La gioia diventa fondamento della relazione educativa e familiare.
- La santità vissuta nella vita ordinaria: la vita domestica come scuola della santità quotidiana, come già insegnava San Giovanni Crisostomo:
«Vuoi che tua moglie ti sia obbediente come la Chiesa lo è a Cristo? Allora prenditi cura di lei come Cristo si prese cura della Chiesa»
- Intercessione dei santi e comunione dei fedeli: “I santi non hanno interrotto la comunione con noi; al contrario, la rafforzano” (CCC 956).
- Spirito di perdono e accoglienza: l’appello a “amare senza limiti e a perdonare con sincerità” rimanda all’insegnamento di Gesù: «Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi» (Gv 13,34).
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica
La preghiera appartiene principalmente al genere intercessorio (si chiede a Don Bosco di intervenire presso Dio per necessari spirituali e materiali), ma contiene anche elementi di lode (riconoscimento della santità del santo) e ringraziamento (“Grazie, Don Bosco”), nonché implorazione di protezione.
Nella tradizione liturgica cattolica, preghiere simili sono spesso recitate in ambito privato, familiare o comunitario, specie nelle case salesiane, nelle scuole, nelle parrocchie affidate ai salesiani, ma anche da laici devoti. Pur non essendo parte del Messale romano, troviamo spazi specifici durante novene (per la festa di Don Bosco: 31 gennaio), tridui, momenti di preghiera comunitaria per le famiglie o gli oratori. Può essere anche integrata in liturgie delle ore, momenti di Adorazione Eucaristica, incontri di catechesi familiare, o come introduzione alla recita del Rosario guidato nelle famiglie.
6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale o comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico
Questa preghiera può essere valorizzata in diversi contesti:
- Preghiera personale: recitata quotidianamente da singoli genitori, ragazzi, o educatori che affidano le proprie relazioni familiari all’intercessione di Don Bosco, magari al termine della giornata o di fronte a una difficoltà domestica.
- In famiglia: letta insieme nei momenti di tensione o come gesto di ringraziamento per momenti di gioia; può introdurre la benedizione della tavola o la preghiera serale condivisa.
- Comunità educative e parrocchiali: inserita nell’orario di oratorio, in assemblee di catechesi, nei centri giovanili salesiani, durante i genitori incontri scuola-famiglia.
- Tempi forti: particolarmente durante la novena di San Giovanni Bosco (22-30 gennaio), nella sua memoria liturgica il 31 gennaio, o in tutte le occasioni dedicate alla famiglia (Giornata della Famiglia, Festa della mamma, Festa del papà), ma anche nei tempi di Avvento e Quaresima come momento di revisione delle relazioni domestiche.
Un suggerimento efficace: preparare insieme la preghiera, magari arricchendola con invocazioni spontanee o nomi dei membri della propria famiglia. In ambito comunitario, può essere alternata con letture bibliche sulla famiglia, seguita da un momento di silenzio di affidamento. I giovani possono essere coinvolti invitandoli a recitare, a turno, ciascuna invocazione. Inserirla nei momenti di riconciliazione familiare, prima di chiedere perdono, concreta il suo spirito evangelico.
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