Supplica a San Damaso per riscoprire le radici della nostra fede
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Supplica a San Damaso I, Papa
O San Damaso I, Pastore vigile e Custode fedele della Chiesa, tu che hai sostenuto con coraggio la comunità dei credenti nei momenti di prova, volgi il tuo sguardo misericordioso su di noi, fedeli cristiani di oggi, che camminiamo tra incertezze e timori.
Ti supplichiamo, potente intercessore presso Dio, di accompagnarci nel cammino di accettazione della morte, affinché il nostro cuore non sia oppresso dal dolore e dalla paura, ma si apra alla speranza della vita eterna promessa dal Cristo Risorto.
Aiutaci, San Damaso, a crescere nella fede e a riscoprire con gratitudine e amore le nostre radici cristiane. Fa’ che onoriamo la memoria dei nostri antenati nella fede, coloro che hanno vissuto con coraggio e ci hanno trasmesso il dono prezioso del Vangelo.
Illumina la nostra mente affinché, nell'accogliere il mistero del passaggio terreno, riconosciamo la morte come incontro con il Dio Vivente e come compimento della speranza cristiana. Sostienici nel testimoniare la fiducia nelle parole del Salvatore, perché, fortificati dalla tua intercessione, possiamo perseverare nella fedeltà e nella carità fino all’ultimo respiro.
San Damaso I, prega per noi, e ottienici la pace del cuore e la certezza che, nell’abbraccio misericordioso del Padre, non c'è separazione definitiva, ma solo la gioia dell’eterna comunione.
Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La Supplica a San Damaso I, Papa si inserisce in un ricco contesto spirituale e dottrinale che attinge alla tradizione della communio sanctorum (comunione dei santi), dottrina fondamentale della fede cristiana secondo cui i battezzati, sia viventi che defunti, sono uniti tra loro e a Cristo in un unico corpo spirituale (cfr. CCC 946-962). L’intercessione dei santi, richiesta esplicitamente nella preghiera, si fonda sulla convinzione che i santi in cielo continuino ad accompagnare e sostenere i credenti sulla terra, presentando le loro necessità alla misericordia di Dio.
San Damaso I fu Papa dal 366 al 384 e si distinse per la sua ferma difesa dell’ortodossia cattolica, il sostegno alla diffusione delle Scritture e il culto dei martiri. La preghiera fa riferimento implicito a questi elementi storici e pastorali, evocando la funzione del santo come baluardo e guida nei momenti di crisi e di incertezza. Inoltre, il testo si confronta con una delle grandi domande della condizione umana, cioè la morte, rivisitata alla luce della fede nella Risurrezione di Cristo e della promessa della vita eterna.
Dottrinalmente, la supplica invita a una trasformazione dello sguardo sulla morte – da evento temibile a incontro con il Dio vivente –, in armonia con la visione espressa da San Paolo:
“Se infatti crediamo che Gesù morì e risorse, così anche quelli che sono morti in Gesù, Dio li radunerà con lui” (1 Tessalonicesi 4,14).
Il richiamo a radici e memoria cristiana, in stretto legame con la figura e l’opera di San Damaso, risponde anche a un’esigenza fondamentale del popolo di Dio di riconoscersi erede di una tradizione vitale, ancora oggi fonte di orientamento e sostegno nei passaggi umanamente ardui come la morte o lo smarrimento spirituale.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
I destinatari diretti della supplica sono San Damaso I (come intercessore) e, nella seconda persona, tutti i fedeli cristiani di oggi. Nella dinamica della preghiera, a essere “invocato” e coinvolto è infatti il santo papa, presentato come “pastore vigile e custode fedele”, capace di esercitare misteriosamente un ministero di vicinanza e intercessione nei confronti della Chiesa pellegrina sulla terra.
Tuttavia, come ogni orazione di intercessione, essa si rivolge anche implicitamente a Dio, al quale si chiede – tramite il santo – il dono di grazia, consolazione e forza per i cristiani.
Scopo di questa doppia rivolta è consolidare il legame tra il cristiano orante e quel “grande nuvolo di testimoni” (Ebrei 12,1) che sono i santi; e rafforzare nei fedeli la percezione della vicinanza spirituale di chi ha già percorso la via della fede e ora vive nella comunione celeste.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
I beneficiari immediati della supplica sono i fedeli cristiani di oggi, e in particolare tutti coloro che si trovano a vivere l’esperienza della morte (propria o di persone care), la fragilità di fronte al mistero del passaggio terreno e uno stato di incertezza, timore o crisi spirituale.
- Accettazione cristiana della morte: La preghiera invoca il coraggio e la speranza per non essere sopraffatti dalla paura, ma aprirsi alla promessa della vita eterna.
- Crescita nella fede: Si domanda la grazia di riscoprire e amare le “radici cristiane”, un bisogno urgente nelle società segnate da secolarizzazione e oblio della memoria spirituale.
- Fedeltà e carità fino all’ultimo respiro: Il testo include il sostegno nella perseveranza – una virtù cruciale quando si affrontano la prova ultima o lo scoraggiamento.
- Pace del cuore e certezza della comunione eterna: Un beneficio spirituale preziosissimo nei momenti di lutto, perdita, solitudine o sconforto esistenziale.
Oltre ai bisogni interiori (come la serenità, la fede, il senso della vita e della morte), la supplica può essere invocata anche per accompagnare chi si avvicina al termine della vita, per sostenere i sofferenti o le famiglie in lutto e per rafforzare tutta la comunità nell’annuncio cristiano della Risurrezione.
4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche
Tra i temi teologici più significativi si possono evidenziare:
-
La morte come passaggio e incontro col Dio vivente:
“Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno.” (Filippesi 1,21)
Il cristiano impara a riconoscere la morte non solo come fine, ma come compimento e incontro definitivo con il Signore. Questa prospettiva era particolarmente viva nella predicazione patristica, come testimonia Sant’Agostino:“Per il cristiano la morte del corpo non è la vera morte, ma un passaggio al vero vivere presso Dio.” (cf. Sermo 172, De verbis Domini)
-
La risurrezione e la speranza cristiana:
“Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà.” (Giovanni 11,25)
La supplica alimenta la fiducia nella promessa della vita eterna, fondamento della speranza che anima l’esistenza del credente ed è al centro dell’annuncio cristiano. -
Comunione dei santi e memoria dei testimoni:
“In lui voi pure venite edificati insieme per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito.” (Efesini 2,22)
Riscoprire le proprie radici e onorare la memoria degli avi della fede significa sentirsi parte di un’unica comunità viva e interconnessa, in cui i santi non sono figure distanti ma amici e compagni di viaggio. -
Intercessione dei santi e fiducia nella preghiera:
“Molto può la preghiera del giusto fatta con insistenza.” (Giacomo 5,16)
Il cristiano è incoraggiato a chiedere la preghiera dei santi con umiltà e fiducia, nella consapevolezza della loro disponibilità a intercedere per le necessità spirituali e materiali della Chiesa.
La preghiera, infine, richiama l’insegnamento di San Damaso stesso, che nella venerazione dei martiri vedeva una fonte di fortezza e di orientamento per i cristiani nei tempi della prova.
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica
Questa supplica si configura principalmente come una preghiera di intercessione, poiché chiede il soccorso, l’aiuto e la protezione di San Damaso presso Dio per bisogni concreti e universali. Presenta anche elementi di lode (per la figura stessa del santo e la sua testimonianza pastorale) e di ringraziamento (per il dono della fede ricevuta attraverso la comunione dei santi).
Nel contesto liturgico, tali preghiere trovano spazio soprattutto nelle memorie dei santi, nei riti di suffragio, durante celebrazioni per i defunti (come le esequie o la Commemorazione di Tutti i Fedeli Defunti), ma sono anche adatte alla liturgia delle Ore (particolarmente nelle Lodi e nei Vespri) e alle devozioni personali o parrocchiali dedicate ai santi.
Nel calendario romano, San Damaso I viene celebrato l’11 dicembre: in questa occasione la supplica può essere inserita nei riti liturgici, nella preghiera dei fedeli, nelle intenzioni comunitarie e nei momenti di adorazione.
6. Indicazioni pratiche: uso personale, comunitario e nell’anno liturgico
Per valorizzare questa supplica nella vita cristiana si suggerisce:
- Preghiera personale: Può essere recitata in momenti di difficoltà, smarrimento, lutto o paura della morte, oppure come “itinerario spirituale” per prepararsi cristianamente al “passaggio”. Ottima anche come meditazione all’inizio o alla fine della giornata.
- Preghiera comunitaria: Può essere inserita durante incontri di preghiera parrocchiali, veglie funebri, momenti di adorazione eucaristica o riunioni di gruppo nelle quali si affrontino tematiche legate alla morte, alla speranza e alla testimonianza della fede.
- Collocazione nell’anno liturgico:
- Nel giorno della memoria liturgica di San Damaso I (11 dicembre).
- Durante il mese di novembre, dedicato in modo particolare alla memoria dei defunti e alla riflessione sul destino eterno.
- In Quaresima, tempo forte di conversione, penitenza e orientamento escatologico.
- In prossimità della celebrazione della Pasqua, per prepararsi a rinnovare la speranza nella risurrezione.
Si suggerisce, inoltre, di accompagnarla con la lettura di brevi brani delle lettere paoline sulla morte e la risurrezione, oppure con liturgie della Parola che ricordano la fede nell’aldilà. Può essere utile associare anche la meditazione su testi patristici (soprattutto dei Padri della Chiesa sulla speranza e la comunione dei santi).
In sintesi, la Supplica a San Damaso I, Papa si presenta come una ricca risorsa spirituale per sostenere la comunità cristiana nel cammino della fede, illuminando il mistero della morte e rinnovando la speranza nell’abbraccio misericordioso del Padre.
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