Preghiera a Sant'Ubaldo per la Fede Operosa delle Comunità Ecclesiastiche

Sant'Ubaldo, pastore umile e testimone di unità, rivolgi il tuo sguardo benigno sulle nostre comunità ecumeniche, raccolte nel nome del Signore per cercare la pace e il dialogo tra tutti i credenti.
Tu che hai vissuto una fede operosa, insegnaci a servire con gioia ogni fratello e sorella, ad ascoltare la voce di chi è diverso, a riconoscere il volto di Cristo, specialmente nei più fragili e negli esclusi.
Sant'Ubaldo, modello di carità e riconciliazione, dona alle nostre comunità il coraggio di testimoniare l’unità nella diversità, la perseveranza nell’impegno concreto e la dolcezza nelle difficoltà del cammino comune.
Intercedi presso il Padre affinché la nostra fede diventi azione, il nostro amore si faccia gesto concreto e la nostra speranza sia luce che illumina il mondo. Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La preghiera a Sant’Ubaldo qui presentata nasce in un contesto di profonda attenzione all’ecumenismo, ossia al desiderio di unità tra i cristiani di diverse confessioni, e di ricerca della carità fattiva, della riconciliazione e della costruzione della pace. Sant’Ubaldo (Vescovo di Gubbio nel XII secolo) è ricordato nella tradizione cristiana non solo come esempio di santità personale, ma soprattutto come pastore umile ed instancabile artigiano di unità.
La preghiera si inserisce in una cornice ecclesiologica che riconosce nei santi non soltanto dei modelli etici, ma anche dei potenti intercessori: coloro che, vivendo in intima comunione con Cristo, partecipano ancora al bene della Chiesa, come insegna la dottrina cattolica sulla comunione dei santi (Catechismo della Chiesa Cattolica n. 957). Il riferimento esplicito alle "comunità ecumeniche" dimostra inoltre una coscienza matura delle sfide attuali della Chiesa, che chiama i fedeli a dialogare, a superare le divisioni e a testimoniare insieme il volto misericordioso di Dio nel mondo.
La preghiera riflette anche le sollecitazioni del Concilio Vaticano II, in particolare del Decreto sull’ecumenismo Unitatis Redintegratio,
“La Chiesa si volge con amore e rispetto anche a coloro che, giustamente glorificandosi del nome di cristiani, tuttavia non professano la fede integrale o non mantengono l’unità della comunione sotto il Successore di Pietro.”
In questo spirito, la preghiera esprime una sensibilità ecclesiale rivolta all’unità, alla pace e al servizio. Si traccia un ideale spirituale in cui la fede si fa azione, l’amore si traduce in gesti concreti e la speranza si irradia come luce nel mondo.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera è indirizzata a Sant’Ubaldo, vescovo e patrono di Gubbio, venerato per la sua mitezza e capacità di riconciliazione. Egli è considerato dal popolo cristiano come intercessore efficace presso Dio soprattutto in questioni che richiedono la pace, la guarigione delle divisioni e la costruzione di unità ecclesiale.
Sant’Ubaldo è scelto come destinatario proprio per il suo vissuto concreto di compromesso per l’unità: durante il suo episcopato seppe sanare i forti conflitti cittadini, testimoniando una fede vissuta nella carità operosa e nel coraggio della riconciliazione. Questo aspetto lo rende figura ispiratrice in un cammino di dialogo tra credenti e promotore di unità, pace e ascolto reciproco.
Pregare Sant’Ubaldo vuol dire quindi riconoscere la necessità di essere guidati da un esempio di umiltà, di servizio e di attenzione agli ultimi, affidando a un santo intercessore le proprie fatiche e le proprie aspirazioni di crescita cristiana.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
Il testo della preghiera pone al centro le comunità ecumeniche come principali beneficiarie dell’intercessione di Sant’Ubaldo. Si tratta di gruppi o assemblee di credenti – spesso appartenenti a confessioni cristiane diverse – riuniti con lo scopo di pregare insieme e promuovere il dialogo tra le Chiese.
I bisogni affrontati sono essenzialmente:
- La ricerca della pace: superamento dei conflitti, delle incomprensioni e delle barriere storiche che frenano la piena comunione tra i cristiani.
- L’esperienza della diversità: la capacità di ascoltare chi è diverso da sé e di riconoscere “il volto di Cristo, specialmente nei più fragili e negli esclusi”, come afferma la preghiera, richiamando il Vangelo secondo Matteo (Mt 25,40).
- La traduzione concreta della fede: superare una fede astratta e imparare a servirsi della carità operosa, in un impegno quotidiano per il bene.
- Il coraggio e la perseveranza: affrontare le difficoltà del cammino verso l’unità con dolcezza, pazienza e fede incrollabile.
Sul piano spirituale, il bisogno è la trasfigurazione delle relazioni nella comunità: passare dalla divisione alla comunione, dall’indifferenza alla solidarietà, dalla tensione alla fraternità evangelica. Sul piano fisico, vengono richiamati i “più fragili e esclusi”, segno dell’attenzione agli ultimi e ai loro bisogni concreti, quali la povertà, l’isolamento e la sofferenza.
4. Temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche pertinenti
La preghiera sviluppa diversi temi teologici fondamentali:
- Unità nella diversità: Il principio paolino “Uno solo è il corpo e uno solo è lo Spirito” (Ef 4,4) pervade la supplica, che invoca il dono di testimoniare “l’unità nella diversità”, dimensione essenziale dell’ecumenismo cristiano.
“Padre… perché tutti siano una sola cosa” (Gv 17,21).
- Carità concreta: Il servizio agli ultimi e la traduzione della fede in azione sono fondamenti del comandamento di Gesù: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,35).
- Dolcezza e perseveranza: La dolcezza e la costanza nelle difficoltà sono qualità che rispecchiano il modello cristiano del “pastore buono” e ricordano, secondo san Benedetto, che "Nulla anteporre all’amore di Cristo" (RB 4,21).
- Luce e speranza: Il cristiano è chiamato ad essere “luce del mondo” (Mt 5,14) e a irradiare speranza in ogni situazione.
Dai Padri della Chiesa va ricordato Sant’Agostino che affermava:
“In necessariis unitas, in dubiis libertas, in omnibus caritas” (“Nelle cose necessarie unità, in quelle dubbie libertà, in tutte carità”).
Questo principio sta alla base della richiesta del dono dell’unità nella diversità che anima la preghiera.
5. Genere di preghiera e sua collocazione nella tradizione liturgica
La preghiera a Sant’Ubaldo è fondamentalmente di intercessione: il popolo dei fedeli si rivolge a un santo stimato per la sua vita esemplare, chiedendone il sostegno presso il Padre. Essa contiene anche elementi di lode (nell’esaltazione della fede e della carità vissute da Sant’Ubaldo) e di richiesta di aiuto nella prova, tipici della preghiera ecclesiale.
Nella tradizione liturgica cattolica, invocazioni simili trovano il loro spazio:
- Durante le celebrazioni ecumeniche, specialmente nella Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio);
- Nelle litanie dei santi o in occasioni solenni dedicate a Sant’Ubaldo (16 maggio, sua memoria liturgica);
- All’inizio o al termine di incontri di preghiera comunitaria o di dialogo interconfessionale.
Il suo linguaggio semplice ma profondo la rende adatta a momenti sia formali sia informali, come “orazione di popolo” o come supplica personale.
6. Indicazioni pratiche: uso nella preghiera personale o comunitaria e tempi dell’anno liturgico
Per un utilizzo efficace della preghiera, si possono seguire alcune indicazioni pratiche:
- Nella preghiera comunitaria: la preghiera può essere recitata all’inizio o alla fine di incontri ecumenici, sessioni di dialogo tra Chiese, consigli pastorali, gruppi di formazione all’ecumenismo o celebrazioni della memoria di Sant’Ubaldo.
- Nella preghiera personale: il fedele può recitarla nei momenti di difficoltà nel proprio servizio alla comunità, quando si trova ad affrontare incomprensioni, tensioni o desidera essere strumento di riconciliazione.
- Nel tempo liturgico: il periodo privilegiato è la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, ma anche in tutti i giorni che precedono la Pentecoste, in cui si invoca l’unità della Chiesa e il dono dello Spirito. Particolarmente significativo è il 16 maggio, memoria liturgica di Sant’Ubaldo.
- Durante pellegrinaggi o momenti difficili della vita comunitaria: la preghiera dona coraggio, prospettiva e senso di comunione anche nelle prove.
È opportuno recitarla a una sola voce o alternando lettore e assemblea, lasciando spazio al silenzio contemplativo.
In sintesi, questa preghiera si offre come valido strumento per invocare unità, pace e carità testimoniali nella quotidianità cristiana, sia personale che ecclesiale, diventando parte viva della spiritualità di chi desidera costruire ponti nella Chiesa e nel mondo.
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