Invocazione ai Santi Nazario e Celso per la Testimonianza

Destinatari:  Santi Nazario e Celso
Beneficiari:  Giovani
Temi:  Fede pubblica
Tipologie:  Invocazione
Invocazione ai Santi Nazario e Celso per la Testimonianza
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O Santi Nazario e Celso,

voi che avete camminato sulla terra con cuore intrepido e fede incrollabile, guardate con benevolenza ai giovani del nostro tempo.

Aiutateci a non cedere mai alla paura o all’indifferenza, ma a vivere la nostra fede apertamente, con coraggio e gioia, perché diventi testimonianza luminosa per chi ci incontra.

Sosteneteci nelle sfide quotidiane e donateci parole e gesti sinceri, per annunciare Cristo senza timore. Fa’ che la nostra scelta per il bene sia sempre libera e ferma come la vostra, e che la nostra fede sia forza che unisce, costruisce e rinnova le nostre comunità.

Santi Nazario e Celso, pregate per noi giovani: fateci ardere di entusiasmo, affinché il Vangelo risplenda nelle nostre vite e trasformi il mondo!

Spiegazione della Preghiera

1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera

Questa preghiera ai Santi Nazario e Celso nasce dal vivo senso di appartenenza della comunità cristiana alla comunione dei santi, centrale nella dottrina cattolica e più in generale in quella cristiana antica. I santi, considerati amici e intercessori presso Dio, sono modelli di vita vissuta secondo il Vangelo: il loro esempio ispira i fedeli ad affrontare con coraggio e fedeltà le sfide del presente.
Nazario e Celso furono martiri del primo cristianesimo, venerati soprattutto in ambito milanese e lombardo, il cui corpo fu scoperto da sant'Ambrogio. Secondo la tradizione, Nazario era un missionario e Celso un giovane catecumeno che, nei tempi delle persecuzioni, testimoniano la fedeltà a Cristo fino al dono della vita. Ciò colloca la preghiera nel contesto della sequela del martirio e della testimonianza pubblica della fede, valori sempre attuali nel cammino dei cristiani, soprattutto di fronte alle difficoltà dell’epoca contemporanea.
In chiave dottrinale, il testo riflette i principi della “testimonianza cristiana”, dell’importanza dell’apostolato laicale e della santità accessibile ad ogni battezzato, secondo l'insegnamento del Concilio Vaticano II: "Tutti i fedeli cristiani, di qualsiasi stato o grado, sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità" (Lumen Gentium, 40).

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

La preghiera è diretta esplicitamente ai Santi Nazario e Celso, due martiri le cui vite sono esempio luminoso di fede, coraggio e testimonianza. Si tratta di una richiesta di intercessione verso santi che, per la loro giovane età (specialmente Celso) e coraggiosa fedeltà, sono particolarmente vicini alle dinamiche, agli slanci e alle difficoltà delle nuove generazioni.
Sono scelti proprio perché, avendo percorso una strada difficile a causa della loro fede, possono comprendere e sostenere quanti oggi, e in modo particolare i giovani, si trovano di fronte a situazioni di emarginazione, differenza o persino persecuzione morale per la loro scelta cristiana.
La devozione ai santi martiri connota la spiritualità di una Chiesa che si sente pellegrina nella storia e chiamata a essere luce nelle tenebre – tema che la preghiera evoca sia nell’invocazione (“cuore intrepido”, “fede incrollabile”) sia nella richiesta di “testimonianza luminosa”.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

La preghiera intercede in modo particolare “per noi giovani”, estendendosi poi a tutta la comunità cristiana attraverso di essi. I beneficiari diretti sono dunque i giovani delle comunità: coloro che si affacciano alla vita adulta, che cercano senso, che rischiano indifferenza o paura di fronte alla testimonianza della fede.
I bisogni spirituali richiamati sono molteplici:

  • Coraggio nella fede: la richiesta di non lasciarsi vincere dalla paura o dall’indifferenza rievoca la necessità di essere forti e liberi, capaci di scelte controcorrente.
  • Testimonianza attiva e gioiosa: il desiderio di vivere la fede con entusiasmo e coraggio, come sorgente di gioia pubblica e condivisa.
  • Sincerità e autenticità: si chiede di essere capaci di parole e gesti veri, coerenti con il Vangelo.
  • Discernimento e fermezza etica: la libertà e la fermezza nella scelta del bene evocano la chiamata alla responsabilità personale.
  • Unità, costruzione comunitaria e rinnovamento: si invoca la fede come forza che unisce e rinnova, espressione della Chiesa come corpo vivo.

Ci sono impliciti anche bisogni fisici e psicologici: non cedere davanti alle difficoltà, non farsi abbattere dallo scoraggiamento o dalla solitudine, trovare sostegno nella comunione dei santi.

4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche

La preghiera presenta alcuni temi teologici centrali:

  • Fede e testimonianza pubblica: “Vivere la nostra fede apertamente” richiama Matteo 5,14-16:
    “Voi siete la luce del mondo [...] Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini.”
  • Coraggio e perseveranza: Santi che aiutano a superare paura e indifferenza, come in 2 Timoteo 1,7:
    “Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di amore e di saggezza.”
  • Unione e rinnovamento della comunità cristiana: L’aspirazione che la fede sia “forza che unisce, costruisce e rinnova” si collega a Efesini 4,15-16:
    “Cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, Cristo; da lui tutto il corpo, ben collegato e congiunto, riceve crescita.”
  • L’imitazione dei santi: I santi come modelli di scelta libera e ferma si radica nell’esortazione di san Paolo:
    “Siate miei imitatori, come io lo sono di Cristo” (1Cor 11,1).
  • Spirito missionario e gioioso: “Ardere di entusiasmo, affinché il Vangelo risplenda nelle nostre vite” richiama l’invito alla gioia della fede, tanto caro anche ai Padri della Chiesa e a sant’Ambrogio stesso, scopritore delle reliquie di Nazario e Celso:
    “Non si può portare il Vangelo se non con la gioia dello Spirito Santo.”
    (cfr. Evangelii gaudium, 10)

5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica

Questa è chiaramente una preghiera di intercessione: i fedeli si rivolgono ai santi perché ottengano da Dio grazie spirituali per sé e per la loro comunità.
Al tempo stesso, in alcuni passaggi (invocazione della “luminosa testimonianza”, della “gioia”), si colgono accenti di lode e riconoscimento per la santità e l’esempio di Nazario e Celso, e di supplica per il coraggio e lo zelo.
Nella tradizione liturgica, le preghiere ai santi hanno una collocazione privilegiata:

  • Durante le celebrazioni delle loro feste liturgiche (28 luglio, memoria di Nazario e Celso);
  • Nei momenti di benedizione o invio dei giovani (campi scuola, oratori, pellegrinaggi, catechesi);
  • Nelle veglie di preghiera e nelle sessioni di adorazione dedicate ai giovani o al discernimento vocazionale.

Queste formule intercessorie possono essere usate anche come preghiere spontanee alla fine della Messa o nelle Liturgie delle Ore, specie nei riti locali della diocesi ambrosiana.

6. Indicazioni pratiche: uso nella preghiera personale, comunitaria e nell’anno liturgico

L’uso di questa preghiera è molto versatile:
Nel contesto personale:

  • Si può recitare nella preghiera del mattino dai giovani che desiderano iniziare la giornata invocando coraggio e autenticità.
  • Si presta come preghiera di discernimento in momenti di scelta impegnativa.
  • Può essere inserita nel Rosario o dopo la Comunione come supplica personale per la testimonianza quotidiana.

Nel contesto comunitario:

  • Adatta a chiusura di incontri di gruppo giovani o di catechesi, come salita verso gli ideali cristiani incarnati dai santi.
  • Può essere preparata come preghiera dei fedeli nella Messa, soprattutto nelle parrocchie dedicate a Nazario e Celso o nelle comunità che venerano particolarmente questi martiri.
  • Si può inserire come orazione nelle liturgie penitenziali o nei momenti di preghiera per il rinnovamento spirituale delle comunità giovanili.

Nell’anno liturgico:

  • Il 28 luglio è festa liturgica dei santi Nazario e Celso: può esser usata integralmente nella Messa, nell’ora media, nell’adorazione o nelle processioni locali.
  • Nel tempo di Pasqua o nella veglia di Pentecoste per invocare il dono del coraggio missionario e dello zelo apostolico.
  • All’inizio dell’anno pastorale o scolastico, come invocazione per l’impegno, la perseveranza e la gioia della fede nell’oggi dei giovani.

La sua ripetizione nel tempo aiuta a fissare i valori della testimonianza, della comunione e dell’entusiasmo cristiano come elementi irrinunciabili per ogni giovane che voglia essere davvero “luce nel mondo”.

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