Compieta all'Angelo della Speranza per le Famiglie adottive

Ascolta la Preghiera
Angelo della Speranza, amico silenzioso delle famiglie adottive, questa sera ci affidiamo a Te.
Tu che vegli sui progetti d’amore nati dal desiderio di accogliere, ascolta il nostro cuore segnato dalla perdita, ma ancora capace di camminare verso la speranza.
Concedici, nelle nostre notti più incerte, di intravedere la luce dei tuoi sussurri, quando la stanchezza e il dolore sembrano oscurare ogni futuro.
Ti affidiamo le gioie dell’incontro e le sfide quotidiane che accompagnano il nostro cammino, perché ogni giorno ci sia donato il coraggio di credere che la famiglia si costruisce nelle prove e si rafforza nelle attese.
Custodisci i nostri sogni e proteggi le nostre scelte. Dona alle nostre case una notte serena, serbando sotto le tue ali l’amore che abbiamo ricevuto e quello che ancora attendiamo.
Fa’ che la tua presenza riaccenda la speranza nei nostri progetti, perché il domani sia pieno di fiducia e di nuove possibilità d’amore.
Angelo della Speranza, restaci vicino ora e sempre. Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La preghiera all’Angelo della Speranza si inserisce nel ricco alveo della spiritualità cristiana legata sia al culto degli angeli che alla riflessione sulla famiglia, in particolare su quelle realtà segnate dalla prova e dal desiderio di accogliere la vita. La figura dell’angelo, nella dottrina cattolica e nella tradizione biblica, è quella di un messaggero e custode, inviato da Dio per accompagnare, proteggere, guidare l’uomo nei momenti critici e decisivi dell’esistenza (cfr. Esodo 23,20: «Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino»).
Specificamente, la preghiera nasce nell’ambito delle famiglie adottive, categoria umana ed ecclesiale spesso attraversata da profonde attese, perdite e speranze. Invocare l’Angelo della Speranza è, in questo contesto, una forma di affidamento a Dio attraverso la mediazione angelica, perché sostenga percorsi di amore che trovano la loro radice nel dolore, nell’accoglienza, nella fiducia nell’operato di Dio, anche quando il futuro pare oscuro. La preghiera riflette così una teologia della speranza, dove la luce di Dio può rischiarare le notti più incerte e le sfide più ardue, ricostruendo dall’alto la fiducia in una promessa ancora in cammino.
La prospettiva è doppiamente ecclesiale: si radica nella dottrina sugli angeli, ampiamente riconosciuta dal Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC 336: «Dal suo inizio fino alla morte, la vita umana è circondata dalla loro protezione e intercessione»), ma si apre anche alla comprensione della famiglia come “Chiesa domestica”, luogo di prova e santificazione, secondo la tradizione patristica (cfr. San Giovanni Crisostomo, Omelie sulla Lettera agli Efesini).
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera è rivolta esplicitamente all’Angelo della Speranza quale amico e custode silenzioso delle famiglie adottive. L’invocazione si rivolge dunque a una figura angelica, tradizionalmente compresa nella fede cristiana come essere puramente spirituale incaricato da Dio di prendersi cura degli uomini e, in questo caso, delle famiglie che hanno scelto la via dell’adozione.
Il motivo di tale scelta si fonda sull’esperienza di fragilità, incertezza e attesa che accompagna chi desidera accogliere un figlio adottivo: il percorso adottivo, spesso segnato da perdita (come la sterilità o altri lutti), richiede una vigilanza discreta, un accompagnamento a volte invisibile ma concreto, fedele e costante. A questa esigenza risponde l’invocazione all’angelo, colto quasi come presenza amichevole che sa custodire il cuore quando la fatica sembra prevalere.
Inoltre, attraverso la preghiera “questa sera ci affidiamo a Te”, si sottolinea il gesto quotidiano di offrire la notte - momento per eccellenza di insicurezza, di silenzio e di interrogativi - alla cura amorosa dell’Angelo, come già suggerito dalla tradizione di affidare l’ultima preghiera serale all’angelo custode.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
I beneficiari diretti dell’intercessione sono le famiglie adottive e, indirettamente, i bambini in attesa di accoglienza, i genitori adottivi o in percorso, i loro cari e, più in generale, chi vive situazioni familiari segnate da precarietà, attesa e speranza.
Tra i bisogni spirituali evocati dalla preghiera vi sono:
- Il riconoscere e rileggere il proprio dolore alla luce della speranza cristiana;
- La forza di credere alla possibilità di un futuro aperto nonostante le perdite subite;
- La capacità di vedere, nell’esperienza familiare, un itinerario di santificazione e di crescita nell’amore;
- La richiesta di luce nelle “notti più incerte”, metafora sia delle difficoltà pratiche che delle crisi interiori;
- Il rafforzamento della fiducia e della perseveranza nelle prove e nelle attese (cfr. Romani 5,3-5).
Dal punto di vista fisico/esistenziale, emerge il bisogno di:
- Sostegno concreto per le sfide quotidiane che attraversano la vita famigliare adottiva (decisioni, dubbi, ostacoli burocratici, inserimento dei bambini, delicatezza nelle relazioni);
- Un “sonno sereno”, dunque riposo psico-fisico minacciato talvolta da ansie e preoccupazioni.
4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche e patristiche
La preghiera traccia un itinerario teologicamente ricco. I temi principali sono:
- La Speranza Cristiana: non come ottimismo generico, ma come virtù teologale e attesa di un compimento nella fedeltà di Dio (Eb 6,19: “Questa speranza che noi abbiamo come un’àncora sicura e salda dell’anima”).
-
La Famiglia come progetto d’amore resiliente: la famiglia, anche quando nasce dal dolore o dalle ferite, può diventare luogo di redenzione e santificazione:
“La famiglia è scuola di amore; nel tempo della prova si costruisce, nell’attesa si rafforza” (rif. Amoris Laetitia 317, Papa Francesco)
-
La custodia angelica come segno della cura divina: la fede nella presenza angelica rinnova l’antica consapevolezza che Dio non abbandona mai i suoi figli:
“Dal suo inizio fino alla morte, la vita umana è circondata dalla loro protezione e intercessione” (Catechismo Chiesa Cattolica 336)
- Il valore della notte e delle prove: La notte può essere luogo di paura e incertezza ma anche tempio dell’incontro e della promessa (cfr. Salmo 42,9: “Di notte il suo canto è con me”).
- L’offerta delle gioie e delle sfide: la spiritualità dell’offerta, per cui si consegnano ad Dio non solo le difficoltà, ma anche le gioie, per trovare senso e compimento nell’amore cristiano (cfr. Rm 12,1).
Sul piano patristico, il tema dell’angelo custode come compagno di viaggio e testimone presso Dio è ribadito da san Basilio Magno (“Ogni fedele ha un angelo al suo fianco come pedagogo e pastore per guidarlo alla vita”) e da Origene (“Dio affida ciascuno di noi alla custodia di un angelo”).
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella tradizione liturgica
Questa preghiera appartiene al genere dell’intercessione e dell’: si chiede la protezione, la custodia e la luce dell’Angelo della Speranza su una situazione personale e comunitaria.
Al contempo, non manca una dimensione di lode (per le gioie ricevute) e di ringraziamento (per quanto già donato e per ciò che si attende nella fede). Si può cogliere una traccia di preghiera delle ore, data l’offerta serale e la richiesta di una notte serena, simile alle antiche preghiere della Compieta (“Visita, Signore, questa casa, e tieni lontano da noi le insidie del nemico…”).
Nella tradizione liturgica ufficiale della Chiesa, la preghiera agli angeli trova spazio nel culto privato, nella devozione popolare e talvolta in momenti comunitari, specie in occasione della festa degli Angeli Custodi (2 ottobre) o nella benedizione delle famiglie e dei bambini.
6. Indicazioni pratiche: uso nella preghiera personale o comunitaria e nell’anno liturgico
Questa preghiera può essere utilizzata in diversi contesti:
- Preghiera personale: alla sera, prima del riposo, in un momento di particolare stanchezza, dubbio, prova o durante il percorso di discernimento e attesa nell’adozione. Può essere recitata individualmente o in coppia, come gesto di affidamento del proprio cammino familiare a Dio attraverso l’intercessione angelica.
- Preghiera comunitaria: in gruppi di famiglie adottive, nei momenti di incontro o nelle veglie parrocchiali dedicate alla famiglia o alla speranza. Può trovare spazio nella liturgia domestica, come preghiera conclusiva della giornata, o in celebrazioni specifiche (ad esempio, in occasione delle giornate per la vita o per la famiglia).
- Tempi liturgici: particolarmente significativa nei tempi forti dell’attesa e della speranza cristiana, come Avvento (preparazione all’Incarnazione: accogliere il Volto di Dio che viene nelle nostre case), Pasqua (tempo di speranza e rinascita), ma anche nelle ricorrenze degli Angeli (29 settembre: Santi Michele, Gabriele e Raffaele; 2 ottobre: Angeli Custodi).
- Accompagnamento pastorale: può essere suggerita da sacerdoti, consacrati ed educatori spirituali come sostegno nelle direzioni spirituali di chi vive il percorso dell’adozione o altre esperienze familiari segnate dal dolore e dalla speranza.
In sintesi, questa preghiera accompagna il cammino delle famiglie in cerca di una presenza amica e confortante, aiutando a riconoscere la speranza come dono divino custodito anche nei passaggi più oscuri, nella certezza che Dio non lascia mai soli coloro che confidano in Lui.
Commenti
I commenti saranno disponibili a breve.