Atto di fede a San Giustino Martire per la testimonianza dei Diplomandi

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Atto di fede dei Diplomandi a San Giustino Martire
O San Giustino Martire, filosofo della fede e testimone audace del Vangelo nel mondo della cultura,
noi, Diplomandi, ci affidiamo a te in questo tempo decisivo della nostra vita.
Crediamo che Dio chiama anche noi a essere segni vivi di fede pubblica nei luoghi dello studio e del lavoro.
Crediamo che la sapienza del pensiero e la luce del Vangelo possano camminare insieme, perché la verità illumina la mente e il cuore.
Per tua intercessione, ci impegniamo a:
- Testimoniare apertamente la nostra fede tra i compagni e i colleghi, senza timore né vergogna.
- Unire ragione e Vangelo nei nostri studi e nelle scelte professionali, cercando con onestà la verità.
- Praticare la giustizia, la carità e la verità nel cammino della vita, donandoci per il bene comune.
O San Giustino, insegnaci a difendere con dolcezza la fede, a essere artigiani di dialogo e costruttori di ponti tra pensiero umano e Sapienza divina.
Fa’ che la nostra vita pubblica diventi annuncio credibile dell’amore del Signore.
Guidaci e assistici nei giorni dell’esame e nei passi incerti del nostro futuro.
Donaci sapienza e fortezza perché, nel mondo della cultura e del lavoro, si manifesti la gloria di Dio e il Vangelo risplenda attraverso le nostre opere.
San Gi
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
L'Atto di fede dei Diplomandi a San Giustino Martire si inserisce in un momento cruciale della vita di ogni giovane: il termine del percorso di studi e l’ingresso nel mondo adulto, con le sfide che questo comporta sia a livello personale che sociale. La preghiera nasce dal desiderio di leggere tale passaggio in chiave di discernimento cristiano, affidandolo a San Giustino Martire, filosofo convertito e martire del II secolo, modello di sintesi tra ragione umana e rivelazione cristiana.
San Giustino viene proposto dai Padri della Chiesa come colui che, pur profondamente immerso nel pensiero filosofico del suo tempo, riconobbe nel Logos fatto carne la risposta definitiva alle domande di senso dell’umanità («Ogni vera filosofia tende a Cristo» — San Giustino, Apologia I, 46). In questo orizzonte, la preghiera si fa ponte tra ricerca umana e luce evangelica, assumendo un carattere profondamente ecclesiale e missionario.
Dottrinalmente, la preghiera richiama la vocazione battesimale di ogni fedele a essere, nella quotidianità della vita pubblica, testimone e segno visibile della fede (cfr. Lumen Gentium, 31-34; Christifideles Laici), esortando i giovani a integrare fede e cultura, ragione e rivelazione, nel solco del dialogo tra Chiesa e mondo contemporaneo.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera si rivolge direttamente a San Giustino Martire, invocato come patrono dei pensatori, degli studenti e delle persone impegnate nel campo culturale. Nella sua figura si fondono la dimensione della fede vissuta pubblicamente e quella del pensiero libero aperto alla Verità di Cristo.
San Giustino è scelto quale mediatore per intercedere presso Dio in un momento determinante: il momento degli esami finali e della transizione verso nuove responsabilità. La sua testimonianza di filosofo cristiano, capace di dialogare con la cultura del suo tempo e di giungere fino al martirio per Cristo, lo rende modello ideale per tutti coloro che cercano la verità e desiderano essere coerenti tra fede e vita, specialmente in contesti laici o pluralisti.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
La supplica è pronunciata in modo comunitario da parte dei Diplomandi, che si fanno sia soggetti sia destinatari degli effetti spirituali della preghiera stessa.
- Bisogni spirituali: coraggio nella testimonianza pubblica della fede; capacità di integrare la sapienza umana con quella evangelica; discernimento nel fare scelte giuste e giuste motivazioni nello studio, nella professione e nella vita.
- Bisogni esistenziali e pratici: affronto degli esami e delle nuove responsabilità con serenità; guida nei momenti di transizione e nelle incertezze del futuro; sostegno nella costruzione di relazioni basate su giustizia, carità e verità.
La preghiera è, quindi, risposta ai timori, alle fragilità, ma anche alle potenzialità che il giovane sente in questa soglia decisiva della vita. Essa invita a vedere lo studio e il lavoro come vocazioni che contribuiscono alla costruzione del bene comune e della gloria di Dio.
4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche
Numerosi sono i temi centrali di questa preghiera:
- Testimonianza pubblica della fede: «Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli» (Matteo 10,32). La fede non è solo privata ma si manifesta nella vita sociale e professionale.
- Dialogo tra ragione e fede: Si richiama l’unità tra fede e ragione, tema caro a San Giustino e più tardi a San Tommaso d’Aquino e a San Giovanni Paolo II (Fides et Ratio, 1: «La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano si innalza verso la contemplazione della verità»).
- Verità, giustizia e carità: Virtù fondamentali sia cristiane che civili, nel solco della dottrina sociale della Chiesa (Cfr. Colossesi 3,14; Isaia 1,17).
- Vocazione al bene comune e all’annuncio: La vita pubblica come spazio di missione e di carità, secondo l’esortazione paolina: «Tutto quello che fate… fatelo nel nome del Signore Gesù» (Colossesi 3,17).
- Il martirio silenzioso del quotidiano: Sull’esempio di San Giustino, la fedeltà evangelica può comportare costanza, sacrificio e, talvolta, incomprensioni nei contesti laici.
«Noi non possiamo rinunciare a ciò che crediamo essere vero, anche se ci costa» – San Giustino, Apologia II, 5
Così la preghiera racchiude un’invocazione a vivere la fede come cammino di maturità, apertura, dialogo e coraggio, nella consapevolezza che ogni aspetto della vita può essere trasfigurato dalla grazia.
5. Il genere di preghiera e la collocazione nella tradizione liturgica
L'Atto di fede dei Diplomandi presenta una fisionomia composita:
- Lode e ringraziamento: per la luce della fede e del Vangelo che illumina la ricerca umana.
- Intercessione: invocazione dell’aiuto di San Giustino per superare gli esami, le prove e per il futuro.
- Impegno/obblazione: promessa solenne di testimoniare la fede e di vivere con rettitudine nella società.
Pur non appartenendo ai testi liturgici ufficiali (come breviario o messale), questa preghiera si inserisce nella tradizione delle benedizioni e affidamenti tipica della spiritualità cattolica, specie in occasione di riti di passaggio (fine studi, inizio lavoro, ecc.). Può essere proposta nella liturgia della Parola, in incontri di pastorale giovanile, celebrazioni di fine anno scolastico o accademico, giornate universitarie, veglie di preghiera per i maturandi, e in ogni occasione in cui si celebra l’incontro tra fede e cultura.
6. Indicazioni pratiche d’uso personale e comunitario; tempi dell’anno liturgico
Uso personale:
- Recitarla prima degli esami, dei colloqui o di scelte significative per chiedere coraggio e discernimento.
- Meditare ogni giorno un impegno concreto tratto dalla preghiera (testimonianza, ricerca della verità, dialogo).
Uso comunitario:
- Suggerita per celebrazioni comunitarie di affidamento dei diplomandi o laureandi.
- Integrarla in veglie, adorazioni o momenti di preghiera per studenti o giovani lavoratori.
- Può essere inserita in giornate accademiche, iniziative universitarie o ritiri spirituali sul tema del rapporto tra fede e cultura.
Tempi liturgici suggeriti:
- Fine anno scolastico, a giugno-luglio, in prossimità degli esami.
- Giornata del Creatore, festa di San Giustino (1 giugno), Giornata mondiale degli studenti.
- Feste di inizio/fine anno universitario o in contesti di “mandato” ai nuovi lavoratori.
In conclusione, questa preghiera è uno strumento prezioso per aiutare i giovani a vivere la transizione dello studio verso la vita adulta in modo cristiano, rendendo la ricerca della verità, la promozione della giustizia e l’annuncio del Vangelo cammini integrati di santità personale e trasformazione sociale, secondo lo spirito di San Giustino Martire.
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