Dialogo semplice con San Nicola di Bari per i bambini

Destinatari:  San Nicola di Bari
Beneficiari:  Bambini
Tipologie:  Dialogo semplice
Dialogo semplice con San Nicola di Bari per i bambini

Caro San Nicola di Bari,

come un nonno amorevole, oggi ti parlo pensando a tutti noi bambini.

Tu che sai ascoltare i nostri desideri e conosci la nostra voglia di gioia, ti chiediamo di aiutarci a essere sempre felici.

Porta nelle nostre giornate sorrisi, giochi e piccoli doni che fanno brillare gli occhi.
Abbraccia con la tua protezione chi è triste, chi è solo e soprattutto chi ha più bisogno di affetto.

Aiuta i nostri cuori a sentire sempre amore e a trovare vicino a noi amici gentili.
Rendi felici tutti i bambini del mondo, specialmente quelli che non hanno una famiglia, o una casa sicura.

Grazie, San Nicola, perché ci ascolti come faresti con i tuoi nipotini.
Stai sempre con noi e lasciaci sentire la tua carezza ogni giorno.

San Nicola di Bari, rendi felici tutti i bambini!

Spiegazione della Preghiera

1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera

Questa preghiera a San Nicola di Bari nasce in un contesto che intreccia la spiritualità cristiana con la devozione popolare rivolta ai santi e, in particolare, alla figura di San Nicola, vescovo del IV secolo, patrono dei bambini e dei bisognosi. La spiritualità cristiana vede i santi come intercessori presso Dio e modelli di virtù; pertanto, rivolgersi a San Nicola significa affidarsi a chi nella tradizione ecclesiale è ritenuto vicino agli “ultimi”, in particolare ai piccoli, come già ben sintetizza il vangelo: “Chi accoglie anche uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me” (Mc 9,37).

La preghiera riflette una forma di fiducia filiale, paragona San Nicola a un “nonno amorevole”, ricorrendo così a un’immagine tenera e familiare della santità. È tipica della spiritualità popolare – soprattutto dell’Italia Meridionale e dell’Europa Orientale – la percezione di San Nicola come protettore dei piccoli, dei poveri e degli orfani, costruita sulle antiche narrazioni dei suoi miracoli e sulla sua attitudine alla generosità. L’invocazione per i bambini è inoltre intimamente legata al significato dottrinale della comunione dei santi, secondo cui i fedeli in cielo (i santi) e sulla terra formano un’unica famiglia spirituale.

2. I destinatari a cui è rivolta e perché

La preghiera si rivolge direttamente a San Nicola di Bari, evocandolo sia nella sua identità storica di santo e pastore, sia in quella affettiva di “nonno”, custode e riferimento protettivo. L’appellativo scelto (“nonno amorevole”) mette in rilievo la sua reputazione di paterna benevolenza: fu infatti celebre per la sua attenzione ai meno fortunati, alla maniera di un “avvocato dei piccoli”.

I destinatari secondari – cioè coloro che sono citati all’interno della supplica – sono i bambini stessi: la preghiera nasce dalla loro voce, direttamente o tramite un adulto che si immedesima nella loro condizione di fragilità e desiderio di protezione. In tal senso, il destinatario formale è San Nicola, ma la preghiera vuole farsi eco delle attese e delle speranze dell’infanzia, nella consapevolezza che San Nicola può comprendere i loro “desideri”, gioie e sofferenze.

3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

I bambini sono i principali beneficiari della preghiera, ma per estensione vi rientrano tutte le persone in condizione di bisogno, soprattutto chi è triste, solo, privo di una famiglia o di una casa. La preghiera si fa quindi voce degli ultimi, tratto caratteristico della spiritualità nicolaiana, e ne espone sia i bisogni materiali sia quelli spirituali.

  • Bisogni spirituali: senso di amore, felicità, amicizia, affetto, gioia interiore, protezione, sollievo dalla solitudine e dalla tristezza.
  • Bisogni fisici/sociali: casa, famiglia, piccoli doni, sicurezza materiale; sollievo nelle difficoltà della povertà e della deprivazione.

Il richiamo a sorrisi, giochi e piccoli doni – elementi cari al linguaggio infantile – allude anche alle necessità emotive dei bambini, e pone l’accento su una dimensione di cura quotidiana: la santità si manifesta non solo nei grandi miracoli, ma anche nei gesti semplici che portano luce nelle difficoltà di ogni giorno. Rivolgere l’intercessione di San Nicola verso chi è più debole è espressione del comandamento evangelico dell’amore per il prossimo (cfr. Gv 13,34).

4. I temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche

Questa preghiera si articola attorno a diversi grandi temi teologici:

  • L’infanzia spirituale: L’approccio infantile a Dio e ai santi richiama le parole di Gesù:
    "Se non vi convertite e non diventate come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli" (Mt 18,3).
    La richiesta di aiuto nasce da un cuore semplice e fiducioso.
  • Intercessione dei santi: Nel Catechismo della Chiesa Cattolica leggiamo:
    “La loro intercessione è il più alto servizio che rendono al disegno di Dio. Possiamo e dobbiamo pregarli di intercedere per noi e per il mondo intero” (CCC 2683).
    San Nicola, in particolare, è invocato come potente avvocato dei piccoli.
  • Gioia cristiana e misericordia: Il desiderio di “felicità” e il dono di “sorrisi” rimandano alla gioia evangelica (Fil 4,4) e alla carità, come afferma Ambrogio:
    “Nessuno guarisce da solo, poiché la gioia condivisa è doppia gioia, il dolore condiviso è metà dolore.”
  • Solidarietà verso i più deboli: L’esplicito riferimento ai bambini che non hanno famiglia o casa mette in atto il mandato biblico:
    "Difendete il diritto del debole e dell’orfano, rendete giustizia all’indigente e al povero" (Sal 82,3).
    San Nicola, secondo la tradizione (ad esempio la salvezza delle tre fanciulle), incarna questo spirito di cura degli indifesi.

Inoltre, il riferimento alla “carezza” di San Nicola riassume la visione cristiana della santità non come potere distante ma come presenza affettuosa, come diceva papa Francesco della “tenerezza” come stile di Dio.

5. Genere di preghiera e sua collocazione nella tradizione liturgica

Questa preghiera appartiene principalmente al genere dell’intercessione, in cui si chiede la mediazione del santo presso Dio a favore dei bambini e dei bisognosi. Ma contiene anche elementi di lode per le virtù di San Nicola e di ringraziamento per la sua protezione. In alcune espressioni (“ringraziamo San Nicola”, “San Nicola rendi felici tutti i bambini!”) riecheggiano anche la gratitudine e la supplica continua.

Nella tradizione liturgica, le preghiere a San Nicola sono particolarmente diffuse in occasione della sua memoria liturgica (6 dicembre), nella vigilanza prenatalizia in alcune chiese d’Europa e nelle liturgie popolari dedicate ai bambini, specie nel Sud Italia e nei paesi ortodossi/slavi. Sebbene non faccia parte del proprium missae (non è cioè una preghiera ufficiale della messa), essa trova la propria collocazione naturale nelle novene, nei momenti di preghiera familiare o parrocchiale e nelle catechesi destinate all’infanzia.

6. Indicazioni pratiche: uso nella preghiera personale, comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico

La preghiera può essere utilizzata sia in contesti personali che comunitari, specialmente quando si desidera affidare a San Nicola il mondo dell’infanzia e chiunque viva situazioni di bisogno, solitudine o fragilità.

  • Preghiera personale: Perfetta per educare i bambini a rivolgersi a Dio e ai santi, anche da soli o insieme ai familiari. Può essere recitata prima di dormire, durante l’avvento, o nei momenti di difficoltà.
  • Preghiera comunitaria: Suggerita durante incontri di catechismo, iniziazioni cristiane, recite natalizie, o in oratori e scuole, magari facendo seguire un gesto “di dono” o solidarietà verso i meno fortunati.
  • Nel corso dell’anno liturgico:
    • 6 dicembre, festa di San Nicola: durante la messa, le novene, la benedizione dei bambini, processioni e tradizioni locali.
    • Avvento e Natale: associandola alla preparazione della venuta di Gesù, “amico dei piccoli”.
    • Giornate mondiali per l’infanzia o in occasione di eventi di beneficenza.
  • Come rito domestico: Può essere pregata dai genitori insieme ai figli accanto a una candela o un’immagine del santo, come gesto domestico di protezione e affidamento.

L’importanza di questa preghiera sta nella sua capacità di educare all’empatia, di radicare la fiducia nel cuore dei bambini e di incentivare la solidarietà verso chi ha meno. Insegnare – attraverso parole semplici – che la preghiera non isola, ma include nella grande famiglia dei figli di Dio è un dono che accompagna la crescita umana e cristiana.

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