Supplica a San Nicola di Bari per la generosità verso i bambini poveri
Supplica a San Nicola di Bari
O glorioso San Nicola di Bari, tu che in vita ti sei fatto padre dei poveri e difensore dei bambini, ascolta la nostra preghiera colma di speranza e fiducia.
Volgi il tuo sguardo misericordioso sui bambini poveri del mondo, su coloro che mancano del necessario, del pane, dell’affetto e della serenità. Intercedi presso il Signore affinché non siano mai dimenticati, ma trovino sempre cuori generosi pronti a soccorrerli.
O santo vescovo, che con mani amorevoli hai colmato le necessità dei più piccoli, dona anche a noi un cuore generoso. Insegnaci ad ascoltare il grido dei bambini bisognosi, a riconoscere il tuo stesso volto su di loro, ad offrire tempo, risorse e amore a chi più ne ha bisogno.
Ottienici dal Signore la grazia di uno sguardo attento, una carità operosa e il coraggio di imitare la tua bontà. Fa’ che nella nostra vita si accenda sempre la fiamma della generosità verso i poveri, e che ogni bambino possa gioire grazie alla nostra solidarietà.
O San Nicola, proteggi e benedici tutti i bambini poveri. Guidaci a essere strumento di amore, speranza e giustizia, per la gloria di Dio e il bene dei più piccoli.
Amen.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La “Supplica a San Nicola di Bari” si colloca all’interno della grande tradizione della devozione ai santi nella Chiesa cattolica, in particolare nel suo aspetto intercessorio e caritativo. San Nicola, vescovo di Myra del IV secolo, è venerato sia in Oriente che in Occidente per le sue opere di misericordia, specialmente verso i poveri e i bambini. La sua figura emerge come modello di carità operosa, di attenzione verso gli ultimi e di azione concreta in aiuto dei bisognosi.
La supplica si ispira profondamente alla dottrina cristiana della comunione dei santi: la convinzione che i santi continuino a sostenere i credenti attraverso la preghiera e l’esempio. L’atto di rivolgersi a San Nicola richiama il senso di una Chiesa che, unita oltre la morte, si sostiene reciprocamente. Come riferisce il Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC) al n. 956:
“La loro sollecitudine fraterna è di grande aiuto per la nostra debolezza”.
Dottrinalmente, la preghiera sottolinea il dovere dell’amore verso il prossimo secondo l’insegnamento evangelico. Al centro vi è il comandamento dell’amore attuato specialmente negli atti di misericordia corporale: “Ero affamato e mi avete dato da mangiare … ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,35-40).
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La preghiera è rivolta a San Nicola di Bari, conosciuto in vita per la sua generosità, specialmente verso gli indigenti e i bambini. Egli è riconosciuto come uno dei principali santi patroni dell’infanzia, degli orfani, delle famiglie in difficoltà e di chi soffre povertà materiale o affettiva.
Rivolgersi a San Nicola significa implorare l’aiuto di un santo che si è distinto proprio nell’ambito della carità concreta e che, anche dopo la morte, è stato fonte di numerose leggende e miracoli collegati alla protezione dei più piccoli e dei deboli.
Il motivo di tale destinatario è quindi duplice:
- San Nicola incarna i valori cristiani di cura, provvidenza e generosità;
- La sua intercessione è sentita come particolarmente potente quando si tratta di bisogni materiali e spirituali legati all’infanzia e alla povertà.
Si comprende così come la supplica raccolga l’anelito di chi desidera seguire Cristo nella via concreta della carità, affidandosi all’intercessione di un modello esemplare.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
Il cuore della supplica è l’intercessione per i bambini poveri, particolarmente quelli che soffrono la mancanza di beni primari (pane, cure, affetto, serenità) e che rischiano di essere dimenticati dalla società.
I bisogni per cui s’invoca San Nicola sono tanto materiali quanto spirituali:
- Beni di prima necessità: nutrimento, vestiario, protezione dalla povertà estrema.
- Bisogni affettivi: amore, cure, presenza di adulti responsabili che si prendano cura dei più piccoli.
- Serenità e sicurezza: condizioni di vita dignitose e sicure, lontano da violenza, abbandono o sfruttamento.
- Speranza: una prospettiva di riscatto e di futuro possibile.
La preghiera interviene anche su chi supplica, chiedendo di ricevere, per intercessione di San Nicola, un cuore generoso, la capacità di ascolto, la grazia di riconoscere il bisogno negli altri e il coraggio di agire nella carità.
4. I temi teologici principali: citazioni bibliche e patristiche
La supplica si fonda su alcuni temi teologici portanti:
- Carità concreta e attiva: il cristiano è chiamato a prendersi cura dei più deboli, come Cristo stesso chiede (“ero affamato…”, Mt 25,35-40).
- Imitazione dei santi: gli amici di Dio sono modelli da seguire: “Siate miei imitatori, come io lo sono di Cristo” (1 Cor 11,1).
- Comunità e solidarietà: la fede è vissuta nella dimensione ecclesiale, comunitaria e sociale (“La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuore solo e un’anima sola…”, Atti 4,32).
- La centralità dei “piccoli” nel Regno di Dio: “Lasciate che i bambini vengano a me, […] di essi è il regno di Dio” (Mc 10,14).
La tradizione patristica, specialmente attraverso la figura di San Giovanni Crisostomo, ribadisce spesso l’importanza dell’aiuto ai poveri:
“La carità non consiste solo nel dare, ma anche nell’aiutare, nel confortare, nel consolare” (San Giovanni Crisostomo, Omelia sulla Lettera ai Romani).
San Nicola, che nella leggenda salva dal bisogno le tre giovani povere, esprime plasticamente il senso di una “carità creativa” e operosa.
5. Il genere di preghiera e la collocazione nella tradizione liturgica
La supplica a San Nicola appartiene principalmente al genere dell’intercessione, ma reca in sé anche toni di lode (per le virtù eroiche del santo), invocazione e impegno (“dona anche a noi un cuore generoso”).
Nella tradizione liturgica, preghiere simili si collocano:
- Nei tempi devozionali, come le novene e le feste dedicate al santo (in particolare il 6 dicembre, memoria liturgica di San Nicola);
- Durante momenti di preghiera comunitaria per i bisognosi;
- In iniziative caritative e sociali delle parrocchie, in particolare laddove si desidera coinvolgere i più piccoli.
È anche ricorrente alla sera della vigilia di San Nicola, in molte culture legata a gesti di dono ai bambini, come simbolo della sua carità.
6. Indicazioni pratiche: come usarla nella preghiera personale o comunitaria e nei tempi dell’anno liturgico
La supplica può essere impiegata in diversi modi:
- Nella preghiera personale, come atto quotidiano di affidamento, per chiedere un cuore sensibile e attento ai poveri e alle necessità dei bambini.
- Nella catechesi e negli incontri di gruppo, soprattutto con bambini, ragazzi e famiglie, per promuovere la solidarietà e lo spirito di dono, specie durante l’Avvento e il tempo natalizio, periodi segnati dalla figura di San Nicola.
- In momenti di preghiera comunitaria (es. parrocchie, scuole, oratori), da integrare a iniziative concrete di carità: raccolta viveri, adozioni a distanza, aiuti ai poveri sul territorio.
- Nel giorno della festa di San Nicola (6 dicembre), unendo la preghiera liturgica o devozionale alla celebrazione eucaristica, o alle benedizioni dei doni destinati ai piccoli e alle famiglie povere.
Importante è anche l’uso della supplica come “esame di coscienza” sulla carità operosa, per risvegliare nella comunità e nei singoli la sensibilità verso i più fragili.
In ogni tempo dell’anno, ma soprattutto nei periodi in cui la Chiesa richiama attenzione ai poveri (Avvento, Quaresima, la Giornata mondiale dei poveri), la supplica può essere rinnovata come impegno, lasciandosi guidare dall’esempio di San Nicola a diventare strumenti attivi dell’amore di Dio.
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