Coroncina a San Juan Diego per la fiducia nei messaggeri di Dio
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Coroncina a San Juan Diego Cuauhtlatoatzin
O San Juan Diego, umile messaggero della Vergine di Guadalupe, tu che hai accolto la parola di Maria con cuore semplice e spirito di servizio, intercedi per noi predicatori presso il Signore.
Per la tua obbedienza silenziosa, ottienici la grazia di parlare solo con umiltà, di ascoltare con cuore aperto e di donarci senza riserve al Vangelo.
Tu che fosti scelto non per ricchezza o sapienza, ma per la purezza del cuore, aiutaci a riconoscere i piccoli miracoli che sbocciano nella semplicità della vita quotidiana e ad annunciare la Parola con modestia e amore.
Accompagnaci, San Juan Diego, nel cammino della donazione e del servizio disinteressato, affinché ogni nostra predicazione sia segno della misericordia di Dio. Fa' che il nostro annuncio non sia orgoglio, ma testimonianza viva della Tua presenza.
San Juan Diego, insegnaci ad essere piccoli tra i grandi, e grandi nel cuore, come tu fosti agli occhi di Maria e di Dio.
San Juan Diego Cuauhtlatoatzin, prega per noi predicatori, affinché possiamo servire con umiltà e semplicità di cuore.
Spiegazione della Preghiera
1. Il contesto spirituale e dottrinale della preghiera
La Coroncina a San Juan Diego Cuauhtlatoatzin nasce dall’alveo della spiritualità cattolica profondamente legata alla tradizione guadalupana. San Juan Diego è laico azteco del XVI secolo, protagonista delle apparizioni mariane di Guadalupe (1531) riconosciute dalla Chiesa. Il suo ruolo, quella di messaggero umile e fedele della Vergine Maria, diventa paradigma di fede semplice e obbediente, nelle mani della Provvidenza e del disegno divino.
Le apparizioni di Nostra Signora di Guadalupe all’indio Juan Diego rappresentano una svolta cristiana per l’evangelizzazione delle Americhe: la Madonna sceglie, infatti, non un vescovo o un dotto, ma un uomo semplice, già convertito, perché attraverso la sua piccolezza risplenda la grandezza di Dio e si compia la volontà divina (cfr. Magnificat: “Ha guardato l’umiltà della sua serva”, Lc 1,48). L’esperienza di Juan Diego incarna la dottrina dell’opzione preferenziale per i poveri e la centralità degli umili nel Vangelo.
Dal punto di vista dottrinale, la preghiera si muove su un terreno classico: invocare i santi quali intercessori presso Dio, chiedere l’effusione delle virtù evangeliche (umiltà, mitezza, servizio), imitare la radicalità della chiamata. La preghiera alimenta la coscienza della missionarietà della Chiesa; i fedeli, come Juan Diego, sono chiamati a essere testimoni semplici e umili del Vangelo nel mondo.
2. I destinatari a cui è rivolta e perché
La coroncina è una preghiera di intercessione rivolta a San Juan Diego Cuauhtlatoatzin, elevato agli onori degli altari da san Giovanni Paolo II nel 2002 come primo santo indigeno del continente americano. La richiesta di intercessione si fonda sulla tradizionale convinzione cristiana che i santi, glorificati presso Dio, possano intercedere per i vivi sulla terra (cfr. Ap 5,8).
La scelta di Juan Diego non è casuale: è il messaggero della Madonna di Guadalupe, simbolo di semplicità, di obbedienza silenziosa, di fede genuina. È presentato come modello di ascolto, servizio e purezza di cuore: destinatario prediletto della grazia di Maria, ponte fra cielo e terra, archetipi di tutte le “piccole anime”.
Si sottolinea due volte il suo ruolo di umile: “tu che hai accolto la parola di Maria con cuore semplice”; “tu che fosti scelto non per ricchezza o sapienza”. Invocando Juan Diego ci si mette alla sua scuola, domandando di compiere il medesimo cammino di docilità e stupore, lasciandosi plasmare dalla chiamata di Dio, con la stessa disposizione d’animo che egli ebbe.
3. I beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta
Pur essendo recitabile da chiunque, la preghiera fa esplicitamente riferimento a una categoria precisa: i predicatori (“intercedi per noi predicatori presso il Signore”). Per “predicatori” si intendono sia i consacrati (sacerdoti, diaconi, religiosi) che i laici impegnati nell’annuncio, nel catechismo, nella testimonianza cristiana. In senso più ampio, ogni battezzato che voglia evangelizzare con la parola e con la vita.
La coroncina chiede a Juan Diego di ottenere per i cristiani che predicano:
- Umiltà nel parlare e cuore aperto all’ascolto: per evitare la superbia, il protagonismo, la durezza nelle relazioni.
- Spirito di servizio e donazione: per vivere l’annuncio non come imposizione autoritaria, ma come dono gratuito.
- Purezza di cuore: atteggiamento centrale nella spiritualità biblica (“Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio”, Mt 5,8), che permette di riconoscere i “piccoli miracoli” nella quotidianità.
- Modestia nell’annuncio e amore: capacità di farsi strumenti della misericordia divina e non del proprio io.
- Fedeltà e perseveranza quando ci si sente “piccoli” di fronte ai grandi compiti affidati da Dio.
Vi si leggono anche altri bisogni impliciti: la tentazione dello scoraggiamento, la ricerca del riconoscimento, le fatiche dell’apostolato, la necessità di segni (“miracoli”) anche minimi che rinfranchino lo zelo. È dunque una preghiera che risponde sia a esigenze spirituali (umiltà, purezza, ascolto, servizio), sia psicologiche ed esistenziali (coraggio, perseveranza, consolazione nei momenti di fatica e invisibilità).
4. Temi teologici principali, con citazioni bibliche o patristiche
La preghiera alla luce della sua struttura sviluppa alcuni temi teologici centrali:
- L’umiltà come via di santità
- “Ha guardato l’umiltà della sua serva”, Lc 1,48
- “Dio resiste ai superbi, ma dà grazia agli umili” (Gc 4,6)
- Lo stesso Gesù: “Imparate da me, che sono mite e umile di cuore” (Mt 11,29)
- Primato della grazia nella scelta divina dei piccoli
- “Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato [...] perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio” (1 Cor 1,28-29)
- Ascolto e obbedienza
- Maria: “Avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1,38)
- San Giovanni Crisostomo: “La fede consiste soprattutto nell’obbedienza” (“In Epist. ad Rom.”, Hom. III,2)
- Missione e servizio
- “Chi vuole essere il primo tra voi sarà il servo di tutti” (Mc 10,44)
- Ancoraggio trinitario e mariano
- La coroncina implica l’intercessione della Madre e del santo verso Cristo, e tramite Cristo, verso il Padre nello Spirito.
In chiave patristica, molti Padri sottolineano il valore della piccolezza come luogo privilegiato della rivelazione: “Cristo non loda la scienza dei dotti, ma la semplicità dei piccoli” (Sant’Ilario di Poitiers, Tractatus super Psalmos, 132).
Il miracolo della tilma – il mantello di Juan Diego dove si manifestò l’immagine della Vergine – incarna la teologia dei segni umili e la fede nella presenza di Dio nelle realtà ordinarie, in linea con la mistica della quotidianità.
5. Il genere di preghiera e la sua collocazione nella liturgia
La coroncina a San Juan Diego appartiene al genere dell’intercessione, con spazi di lode (per le virtù del santo) e di supplica per grazie spirituali. Non si tratta di una preghiera penitenziale né propriamente di ringraziamento: il focus è la trasformazione del cuore del predicatore sull’esempio di Juan Diego.
Nella tradizione liturgica, simili formule trovano posto nei momenti di preghiera personale (lectio, meditazione, visite al santuario), ma possono essere inserite anche in celebrazioni comunitarie: novene, ore di adorazione eucaristica, momenti di formazione per catechisti, ministri, operatori pastorali.
Pur non essendo parte delle liturgie ufficiali (messa, liturgia delle ore), la coroncina può essere letta nella memoria liturgica di San Juan Diego (9 dicembre), durante la Novena dell’Immacolata o di Nostra Signora di Guadalupe (12 dicembre), oppure nei ritiri tematici su umiltà, missione, ascolto.
6. Indicazioni pratiche: uso personale, comunitario e nell’anno liturgico
Come pregare questa coroncina?
- Nella preghiera personale: come atto di affidamento all’inizio di un servizio (predicazione, catechesi, missioni), o nei momenti di scoraggiamento e stanchezza apostolica.
- Nella preghiera comunitaria: durante i ritiri dei predicatori o dei catechisti, negli incontri pastorali, prima di entrare in missione (“mandati” parrocchiali), inserita nelle novene di preparazione a feste mariane o guadalupane.
- Nell’anno liturgico: particolarmente indicata il 9 dicembre (festa di San Juan Diego), il 12 dicembre (festa della Madonna di Guadalupe), negli ottavari mariani (Immacolata, Annunciazione), nei tempi di Avvento come scuola di ascolto, e durante le missioni popolari.
- Coi ragazzi e i giovani: per favorire uno stile di servizio umile e gioioso, come via di santità alla portata di tutti.
Sul piano pratico, può essere integrata da un gesto di venerazione alla reliquia o alla statua di Juan Diego, dalla meditazione del Magnificat e dalla contemplazione dei “miracoli nascosti” nella propria quotidianità. Può chiudere incontri di formazione, essere recitata come invocazione d’inizio o di conclusione.
Infine, il testo incoraggia tutti a ritrovare nella semplicità di Juan Diego la radice della fecondità pastorale: la santità si compie non nel protagonismo, ma nel consegnare fiduciosi la propria piccolezza all’amore di Dio, divenendo capaci, come lui, di “portare i segni del Cielo” nel cuore del mondo.
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