Preghiera a San Giovanni Evangelista, testimone del Verbo, per i Predicatori

Destinatari:  Giovanni
Beneficiari:  Predicatori
Temi: 
Tipologie:  Preghiera personale
Preghiera a San Giovanni Evangelista, testimone del Verbo, per i Predicatori
Ascolta la Preghiera

San Giovanni Evangelista, amico prediletto di Gesù, tu che hai contemplato il mistero dell’Incarnazione e lo hai trasmesso al mondo con profondità e amore ardente, ascolta la mia preghiera per tutti i Predicatori chiamati oggi ad annunciare il Vangelo.

Intercedi presso il Signore affinché doni loro la grazia di annunciare Cristo con la stessa passione, verità e delicatezza che tu hai posto nello scrivere il tuo Vangelo.

Fa’ che ogni Predicatore unisca al coraggio della Parola una profonda intimità con il Verbo, e che sia sempre guidato dalla luce dello Spirito Santo per arrivare al cuore delle persone.

Aiuta tutti coloro che evangelizzano a essere segni viventi dell’amore, della misericordia e della speranza che tu hai saputo riconoscere in Gesù Cristo, perché possano portare luce dove c’è tenebra, gioia dove c’è tristezza, e vita nuova dove c’è smarrimento.

San Giovanni, maestro di profondità, prega per noi, affinché ogni Predicatore assomigli sempre di più a te nel dono senza riserve al Vangelo.

Amen.

Spiegazione della Preghiera

1. Contesto spirituale e dottrinale della preghiera

La preghiera a San Giovanni Evangelista affonda le sue radici nella tradizione della Chiesa cattolica che riconosce nei santi non solo degli esempi di fedeltà evangelica, ma anche degli intercessori presso Dio. In particolare, Giovanni è venerato come l’“amico prediletto di Gesù”, testimone diretto dei misteri centrali della fede cristiana: l’Incarnazione, la Passione e la Resurrezione di Cristo.

Dottrinalmente, la preghiera si riferisce alla realtà della comunione dei santi, attraverso la quale i membri della Chiesa militante (i fedeli ancora in cammino su questa terra) chiedono aiuto a coloro che già godono della visione beatifica. Il riferimento alla “profondità” e all’“amore ardente” di Giovanni nell’annunciare il mistero di Cristo pone l’accento su una teologia affettiva unita ad una contemplazione mistica, che caratterizza tanto il IV Vangelo quanto le sue epistole.

Il contesto spirituale è fortemente missionario: si chiede infatti che la stessa passione di Giovanni nel trasmettere la fede sia donata a chi oggi è chiamato ad annunciare il Vangelo. Questa invocazione è dunque inserita nel solco della dottrina cattolica sulla missione della Chiesa (cfr. Evangelii nuntiandi di Paolo VI, Redemptoris missio di Giovanni Paolo II), la quale insegna che l’evangelizzazione è compito di ogni battezzato e trova sostegno nella comunione con i santi.

2. Destinatari a cui è rivolta e perché

Il destinatario diretto della preghiera è San Giovanni Evangelista, l’apostolo e autore del quarto Vangelo, delle tre lettere e dell’Apocalisse. Giovanni occupa un posto unico tra i santi per il suo rapporto intimo con Gesù (“il discepolo che egli amava”: Gv 13,23; 19,26) e per la profondità contemplativa dei suoi scritti, che hanno aperto al Popolo di Dio sentieri nuovi nella comprensione del mistero di Cristo.

Egli viene invocato non solo come testimone privilegiato della vita di Gesù, ma soprattutto come modello per gli annunciatori della Parola. La preghiera, infatti, mette in rilievo la necessità di trasmettere il Vangelo con lo stesso spirito che animò Giovanni: una “passione, verità e delicatezza” che derivano da una profonda intimità con il Signore e da una vita guidata dallo Spirito Santo.

Si sceglie, quindi, come intercessore colui che ha fatto esperienza del cuore di Cristo, diventando canale per coloro che, oggi, desiderano predicare non solo con le parole, ma con tutta la propria esistenza.

3. Beneficiari per cui intercede e i bisogni spirituali/fisici che affronta

I principali beneficiari sono tutti i Predicatori e gli Evangelizzatori del nostro tempo, ovvero sacerdoti, diaconi, religiosi, catechisti e ogni fedele laico impegnato nell’annuncio del Vangelo attraverso la parola e la testimonianza di vita.

La preghiera intercede affinché questi annunciatori ricevano:

  • La grazia di annunciare Cristo con passione, verità e delicatezza.
  • Una profonda intimità con il Verbo, condizione necessaria per una predicazione feconda.
  • La guida e la luce dello Spirito Santo, per parlare ai cuori e non solo alle menti.
  • La capacità di essere segni viventi dell’amore, della misericordia e della speranza cristiana.

Dal punto di vista spirituale, dunque, la preghiera affronta il bisogno di autenticità e ardore missionario necessario nell’annuncio, in un tempo in cui la fede spesso incontra chiusure o indifferenza, e le parole rischiano di cadere nel vuoto se non sono sostenute da una reale unione con Cristo.

Si accenna inoltre a bisogni esistenziali e sociali: portare “luce dove c’è tenebra, gioia dove c’è tristezza, e vita nuova dove c’è smarrimento”, indirizzando così la richiesta di aiuto anche verso le situazioni di sofferenza fisica e spirituale delle persone cui è rivolto l’annuncio evangelico.

4. Temi teologici principali

Questa preghiera racchiude diversi temi teologici centrali:

  • Incarnazione e Rivelazione: Giovanni è colui che “ha contemplato il mistero dell’Incarnazione” e l’ha trasmesso con profondità e amore.
    "E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" (Gv 1,14).
  • Intimità con Cristo: Il modello del discepolo amato invita a fare dell’intimità con Gesù il centro della predicazione cristiana. Sant’Agostino, commentando il Prologo di Giovanni, sostiene:
    "Che cosa c’è di più elevato di questa voce? Che cosa di più profondo di questo pensiero?" (In Joannis Evangelium tractatus I,5).
  • Azione dello Spirito Santo: L’invocazione alla guida dello Spirito richiama quanto Gesù stesso promette:
    "Il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa" (Gv 14,26).
  • Missionarietà ed evangelizzazione: Il mandato a predicare il Vangelo ad ogni creatura (cfr. Mc 16,15) trova eco nella richiesta che ogni evangelizzatore sia “segno vivente” della speranza cristiana, secondo l’esortazione patristica a testimoniare con la vita prima ancora che con le parole (Ignazio d’Antiochia, Lettera ai Romani, III, 2).
  • Comunione dei santi: La preghiera rivela una dimensione ecclesiale nella quale i santi sono intercessori e modelli, sostenendo “da cielo” la missione terrena dei battezzati.

5. Genere di preghiera e collocazione nella tradizione liturgica

La preghiera è essenzialmente una intercessione. Viene rivolta a San Giovanni perché interceda presso il Signore per una categoria specifica di fedeli: i Predicatori.

Tuttavia, essa contiene anche elementi di lode per la figura di San Giovanni, riconoscendone la profondità e la carità, e di supplica per l’effusione dello Spirito.

Nella tradizione liturgica, una tale preghiera si colloca perfettamente tra le orationes ad sanctos, particolarmente adatte nelle celebrazioni votive in onore dei santi, nelle Messe per i missionari, nei momenti di formazione predicativa (ritiri, incontri di catechisti), oppure nelle feste liturgiche dedicate all’Evangelista (27 dicembre nel rito latino).

6. Indicazioni pratiche: utilizzo personale, comunitario e nei tempi dell’anno liturgico

La preghiera può essere usata in diversi contesti:

  • Nella preghiera personale: Ogni predicatore, catechista o evangelizzatore può recitarla prima di una catechesi, una predicazione, o anche quotidianamente per mantenere acceso il fuoco della missione apostolica.
  • Nella preghiera comunitaria: Può essere inserita facilmente nell’Ufficio delle Letture o nelle Lodi della festa di San Giovanni (27 dicembre), in occasioni di ordinazioni, mandati missionari, incontri formativi di operatori pastorali, e come parte di un triduo o novena in preparazione a momenti importanti dell’evangelizzazione.
  • Nel tempo liturgico: È particolarmente significativa nel tempo di Pentecoste, quando la Chiesa prega per il rinnovamento missionario e l’effusione dello Spirito, e durante periodi di missione popolare o iniziative di evangelizzazione comunitaria.

Per renderla parte integrante della propria vita spirituale o di gruppo, si può recitare dopo la proclamazione del Prologo di Giovanni o includerla al termine delle Lectio Divina sui testi giovannei, accompagnandola con il canto dell’inno “O luce radiosa”.

In sintesi, questa preghiera è un efficace strumento per alimentare la passione apostolica e l’autenticità dell’annuncio cristiano, sostenuti dalla profonda spiritualità e intercessione di San Giovanni Evangelista.

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